In ogni sport di squadra esiste uno schema…rassicurante. Quello a cui si ricorre quando la situazione è complicata e si vuole che i propri giocatori facciano le cose nella maniera più semplice e allo stesso tempo più efficace. E questo, nel calcio, è probabilmente riassumibile nella combinazione di tre numeri: 4-4-2.

Lo schema di gioco classico

L'importanza della seconda punta nel 4-4-2

Arrigo Sacchi cambia il calcio

L'impresa delle imprese: il Leicester di Ranieri

442: tra rombo e trequartista

Un modulo allo stesso tempo semplice e complesso, che spesso viene utilizzato da formazioni più deboli quando affrontano una big, ma che allo stesso tempo ha contribuito a forgiare alcuni dei team più vincenti di tutti i tempi. Ma da dove nasce il 4-4-2

Lo schema di gioco classico

Uno schema così tipico che qualcuno lo ha addirittura definito “il classico”, che prevede tre linee di calciatori e soprattutto movimenti corali e precisi. La difesa a zona, la grande novità del 4-4-2, necessita di automatismi vicini alla perfezione e tutto lo svolgimento del gioco, sia in difesa che in attacco, si basa sulla capacità dei calciatori di aiutare il compagno e di offrire linee di passaggio e sovrapposizioni.

Non per niente a soffrire il 4-4-2, recentemente rispolverato dalla Juve di Allegri non più favorita per le quote serie A sono particolarmente i calciatori d’estro, che si ritrovano un po’ ingabbiati in un sistema che lascia poco all’immaginazione.

Di contro, un modulo così semplice fa la fortuna di calciatori magari poco dotati tecnicamente ma capaci di interpretare alla perfezione i compiti. In particolare diventa fondamentale il pressing, che permette di recuperare un alto numero di palloni costringendo gli avversari all’errore, così come le distanze tra i reparti, che devono essere le più corte possibile, per permettere di sviluppare entrambe le fasi di gioco nella maniera migliore. 

L'importanza della seconda punta nel 4-4-2

Certo, un 4-4-2 scolastico a volte è facilmente leggibile da parte dell’avversario e se i calciatori offensivi non si preoccupano anche dei loro compiti difensivi, il rischio è quello di rimanere scoperti. Vista una certa rigidità tattica, il modo migliore per creare grattacapi a un 4-4-2 è quello di giocare tra le linee, visto che costringere i calciatori a non rispettare il dettame tattico per occuparsi di un uomo nello spazio è il modo migliore per scardinare l’intero sistema.

Il ruolo più caratteristico è certamente quello della seconda punta, che invece di giocare a ridosso dell’area di rigore accanto al centravanti, svaria su tutto il fronte offensivo, offrendo al compagno di reparto la possibilità di dialogare, ma anche andando a sfruttare il lavoro delle catene composte da terzini e ali. Anche gli esterni sono fondamentali, in quanto il loro interscambio con continue sovrapposizioni (derivato dal Calcio Totale olandese) è importantissimo per ottenere la superiorità numerica.

Arrigo Sacchi cambia il calcio

A fare la fortuna del 4-4-2 è una serie di squadre che tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del nuovo millennio vincono tutto il vincibile. L’alfiere principale del modulo è certamente Arrigo Sacchi, che lo studia a Parma e poi lo applica alla perfezione al Milan, che sotto la sua guida diventa la squadra degli Immortali. La coppia d’attacco rossonera, composta da Van Basten come centravanti e Gullit da seconda punta, diventa immediatamente il punto di riferimento tattico di tutti quelli che improvvisamente si…convertono al 4-4-2.

Lo fa persino il Brasile, che vince i mondiali del 1994 con Romario e Bebeto, così come la Sampdoria di Boskov (Vialli e Mancini) e il Milan di Capello, che all’eredità di Sacchi aggiunge l’estro di Savicevic compensato dalla duttilità tattica di Massaro. 

E poi ancora, lo United di Ferguson, che però preferisce giocarsela un po’ più all’inglese sfruttando i precisi cross di Beckham e Giggs, facendo comunque il Treble. Infine, nel XXI secolo arrivano due veri e propri miracoli. Prima il Chievo di Delneri prende di sorpresa la Serie A, mantenendo a lungo la vetta con le frecce Luciano e Manfredini a innescare Corradi e Marazzina.

L'impresa delle imprese: il Leicester di Ranieri

E poi, quindici anni dopo, Claudio Ranieri riesce in un’impresa pazzesca per le scommesse calcio e con il Leicester City si prende la Premier League con un calcio semplice che però le altre squadre inglesi non riescono a interpretare, complice l’estro di Mahrez (nel ruolo di esterno destro a piede invertito) e la rapidità di Vardy.

 

442: tra rombo e trequartista

In Italia c’è anche Ancelotti, che predilige la versione a rombo per il suo Milan che vince due Champions League e che diventa famoso per il centrocampo Pirlo-Gattuso-Seedorf-Rui Costa, che lancia Inzaghi e Shevchenko ma viene coperto da Nesta e Maldini…

Senza poi dimenticare una versione ancora differente, il 4-4-1-1 che viene impiegato per esempio dall’Italia campione del mondo nel 2006. In quel caso la punta centrale (che nella competizione iridata era Toni) rimane quasi isolata, mentre la seconda punta diventa un vero e proprio trequartista (staffetta tra Totti e Del Piero per Lippi) che funge sia da rampa di lancio per il numero 9 che come appoggio agli esterni Camoranesi e Perrotta, specializzati nell’inserimento senza palla).

Insomma, per essere un modulo che solitamente viene associato a squadre molto organizzate ma poco talentuose, il 4-4-2 quando si parla di trofei si difende molto bene. Del resto, è una delle sue caratteristiche principali, no?

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.