Se è vero che il calcio che conta è quello delle tre serie professionistiche, in Italia c’è un patrimonio sportivo (e non solo) che è rappresentato dal pallone a livello dilettantistico. A parte che le squadre che giocano al di sotto della Serie C rappresentano il paese intero, con tutte le regioni ai nastri di partenza, molto meglio di quanto facciano i singoli grandi campionati, ma storicamente le serie minori sono da sempre un serbatoio importante per i club più importanti.

Basta pensare a chi ha fatto una gavetta importante, come Federico Gatti, che ha iniziato dalla Promozione ed è arrivato in A e alla nazionale, ma anche a Guglielmo Vicario, che le prime parate le ha fatte in Serie D per poi brillare sui palcoscenici più importanti. E questo, a volte, vale anche per gli allenatori.

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Quanti allenatori top sono partiti dalla D

Già tra i tecnici che sono attualmente in Serie A e in Serie B ce ne sono alcuni che hanno cominciato a farsi le ossa proprio nella prima serie dilettantistica tricolore.

È il caso di Vincenzo Italiano, che ora guida la Fiorentina e fino alla sconfitta di Monza ha ottenuto una serie impressionanti di risultati utili anche per le quote Serie A; l'ex centrocampista si era, infatti, già fatto conoscere per le sue idee di costruzione e possesso palla alla guida del Vigontina San Paolo e dell’Artigiano Valchiampo, iniziando la scalata che lo ha portato ad entusiasmare i tifosi viola!

Anche Maurizio Sarri e Leonardo Semplici, che pure sono partiti addirittura da categorie più basse, la D l’hanno conosciuta. Il tecnico della Lazio ha anche vinto la Coppa Italia di categoria con il Sansovino, mentre quello dello Spezia ha portato a casa il campionato con il Figline. Gavetta lunga anche per Alessio Dionisi, che nella D ha passato ben quattro stagioni, così come per Andrea Sottil e Marco Zaffaroni.

E persino chi in fondo ha vinto un mondiale come Alberto Gilardino ha voluto mettersi in gioco e trovato costruttivo partire dalla D.

Gila esulta al Marassi

L’ex centravanti della nazionale ha infatti cominciato la sua carriera dai dilettanti, dal Rezzato, ed è tornato in D per guidare il Siena prima di spiccare il volo verso il Genoa e la Serie B. Se poi si va a vedere la più recente eccellenza italiana all’estero, ovvero Roberto De Zerbi, si scopre che anche l’attuale tecnico del Brighton è partito dalla Serie D, alla guida del Darfo Boario.

I tecnici esperti della categoria

Logico però che, parlandosi di una categoria molto particolare, non sia molto semplice fare l’allenatore in Serie D. E succede anche che chi magari ha fatto bene nelle serie superiori si ritrovi a soffrire quando scende la scala gerarchica del pallone tricolore.

Ecco perchè molto spesso i club, soprattutto quelli che puntano in alto, si affidano a dei veri e propri maghi della categoria, a tecnici che hanno dimostrato più volte di saper traghettare le squadre nelle acque non troppo tranquille della D.

È il caso dell’Arezzo, che nella stagione 2022/23 è stato promosso in C, oltre che attraverso gli investimenti mirati dei fratelli Manzo, anche grazie a Paolo Indiani, uno che in carriera ha ottenuto dieci promozioni e che già nella scorsa annata aveva portato il San Donato Tavarnelle ad approdare per la prima volta nel calcio professionistico.

Stesso ragionamento lo ha fatto il Catania di Ciccio Lodi, che quando è stato ammesso alla Serie D dopo il fallimento del dicembre 2021 non ci ha pensato due volte e ha messo sotto contratto Giovanni Ferraro, che l’anno scorso è stato protagonista della promozione del Giugliano e che in capo a dodici mesi si è ripetuto, riportando immediatamente gli etnei in Serie C.

Ciccio Lodi

I volti noti sulle panchine di D

Nella stagione 2022/23 ci sono stati anche altri volti nuovi sulle panchine della Serie D. Non è andata benissimo ad Antonio Floro Flores, visto che l’ex attaccante di Napoli e Udinese ha lasciato la panchina dell'Angri dopo qualche mese.

Meglio l’esperienza di Fabrizio Cacciatore, con l’ex difensore del Chievo Verona che è alla sua seconda annata alla guida del Caldiero, di cui è stato prima calciatore e ora tecnico.

Se poi si guarda ai protagonisti della Serie A del passato, non può passare inosservato il nome di Aldo Firicano, attuale allenatore della Sangiovannese (dove sono passati nel corso degli anni anche Sarri e Giuseppe Sannino), ma che negli anni Novanta è stato prima una bandiera del Cagliari e poi un elemento importante della Fiorentina di Cecchi Gori.

In un girone complicato come l'E non ha fatto male Massimo Maccarone alla guida del Ghiviborgo.

BigMac con Malesani

Il patentino per allenare in Serie D

Ma come si diventa allenatori in Serie D? Per sedersi su una panchina della prima serie dilettantistica italiana c’è bisogno di un patentino, in questo caso dell’UEFA B, che permette di allenare tra i dilettanti, di fare il secondo allenatore in Serie C e di allenare tutte le squadre giovanili maschili, con l’esclusione della squadre Primavera.

Per ottenerlo c’è bisogno di frequentare un corso combinato di almeno 120 ore, che secondo le direttive UEFA deve dare al tecnico una conoscenza importante in quattro macro settori: la metodologia di lavoro, la gestione dei calciatori e dell’ambiente, la pianificazione e lo svolgimento dell’allenamento e, ultima ma non meno importante, la prestazione durante la partita.

L’abilitazione UEFA B viene concessa anche in automatico a chi ha già ottenuto la licenza C e la licenza D, quelle dedicate rispettivamente ai giovani calciatori e ai dilettanti.

Quanto guadagna un allenatore in Serie D

E infine c’è la questione dei soldi. Quando si parla di calcio professionistico, in Italia come all’estero, una delle prime cose che vengono in mente sono i soldi, allenatori che guadagnano cifre assurde per i comuni mortali.

Poi in realtà non è sempre così, perchè la Serie C, come dimostrano i tanti fallimenti nelle ultime stagioni, ha i suoi problemi e per tante realtà che hanno disponibilità economiche importanti, ce ne sono altrettante che hanno difficoltà a far quadrare i conti.

Un dualismo che si riproduce, con altre dinamiche, anche in D. In teoria, in Serie D gli stipendi degli allenatori hanno un tetto stabilito dalla Federazione, ma attraverso altri accordi che vengono stipulati, ci vuole poco a superarlo. Le cifre che circolano, dunque, sono superiori, perchè si ritiene che i tecnici che hanno una buona esperienza nella categoria guadagnino circa 4mila euro al mese.

Per gli allenatori che vengono messi sotto contratto dai club più ambiziosi, quelli che puntano alla promozione in C (e che quindi mettono in preventivo che dovranno spendere parecchio negli anni a venire), si parla addirittura di cifre che superano i 70mila euro all’anno.

Non esattamente cifre da calcio dilettantistico, ma anche impegno e pressioni sono, decisamente, da categorie superiori….

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.