Sei minuti per arrivare a quota dieci e superare Michael Jordan. Contro New Orleans, nella vittoria 107-102 che consente ai Cavs di respingere gli assalti di Philadelphia che, grazie alla nona vittoria di fila ad Atlanta (101-91 con 11 punti di Belinelli) è rimasta a distanza di sicurezza dal terzo posto della Eastern Conference sul quale è ancora posizionata Cleveland. 

Gli succede da undici anni, due mesi e 25 giorni, da 867 partite consecutive di regular season di andare in doppia cifra; un abisso lo separa dalla seconda striscia consecutiva di realizzazioni maggiori o uguali a dieci punti a partita, quella di James Harden degli Houston Rockets, che in questo momento si trova a quota 257, corrispondenti più o men a tre stagioni consecutive.

Solo in un primato Micheal Jordan rimane ancora inarrivabile per LeBron James: solamente una volta in 1109 partite di regular season con i Chicago Bulls il grandissimo MJ non ha raggiunto quota dieci punti; a LeBron è già successo otto volte, comunque meno delle volte in cui ha superato i 50 punti a partita (ben undici in carriera), unico a riuscirci insieme proprio a Jordan e a Chamberlain.

Per la lotta playoff, comunque, a Ovest sono ancora in corsa i Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari, che mette a segno 11 punti nella sconfitta contro Portland 105-96 dopo 18 gare lontano dal parquet a causa della frattura alla mano destra: a favore della franchigia californiana ha giocato proprio la concomitante battuta d’arresto dei Pelicans contro i Cleveland Cavaliers.

Le parole di LeBron James

“E’ un momento speciale per me, la mia famiglia, i miei figli e per quei ragazzini che vedono in me una fonte d’ispirazione” ha detto LeBron James al termine della partita che gli ha consentito di battere il record di Jordan. “Non cercavo questo tipo di record, è venuto in maniera naturale. E’ successo perché sono stato capace di prendermi cura del mio corpo, e perché sono stato circondato da grandissimi compagni di squadra e tecnici, all’interno di due franchigie, Cleveland e Miami, che mi hanno consentito di essere chi sono”, come riportato dal sito web del quotidiano La Stampa. “I record sono fatti per essere battuti, credo che nel 2001 nessuno si sarebbe aspettato di veder cadere il primato di Jordan. Chi sono io per dire che il mio record non verrà battuto?”. L’unica certezza, perché di certezza si tratta, è che il primo a battere LeBron sarà proprio LeBron, a partire dalla partita che i Cavs giocheranno in casa nella mezzanotte italiana del 2 aprile contro i Mavericks.

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La situazione della regular season: la lotta per i playoff

Venerdì 1 giugno si concluderà la regular season e sarà definitiva la griglia dei playoff per l’anello NBA 2018.  San Antonio è reduce da successo fondamentale in chiave playoff ottenuto per 103-99 contro Oklahoma City con un LaMarcus Aldridge (in dubbio prima della partita) in serata di grazia, mentre Golden State è crollata in casa contro Milwaukee, regalando agli Houston Rockets di Harden l primo posto matematico nella West Conference.

Indiana vuole insidiare il terzo posto dei Cavs a Est, mentre Miami grazie all’ottava vittoria casalinga consecutiva tiene vive le speranze di superare Washington al sesto posto.

Golden State, quando le difficoltà si tramutano in opportunità

Il calo di rendimento di Golden State, una delle favorite per la vittoria finale, merita un discorso a parte. I Warriors si trovano costretti ad affrontare il finale di regular season con una formazione decisamente rimaneggiata, vittime di ogni tipo di acciacchi e problemi fisici. Con il biglietto per i playoff staccato da tempo, Steve Kerr sta cogliendo l’occasione, vista l’indisponibilità di ben 4/5 del suo quintetto base, per testare elementi che durante il corso della stagione hanno avuto poco spazio e che potrebbero tornare utili nella fase a eliminazione diretta per la corsa al titolo.

In particolare, stiamo assistendo all’esplosione di Quinn Cook, chiamato a sostituire nientepopodimeno che l’insostituibile Steve Curry; dopo aver fatto parte del quintetto base solamente 8 volte in tutta la stagione, Cook adesso viaggi a 35 minuti di media nelle ultime 5 partite giocate, con 18 punti e 3 assist a incontro. Carrer high messo a segno contro Phoenix con 28 punti e al termine del match Quinn ha raccontato un aneddoto sul suo rapporto con Curry, parlando di un messaggio che gli scrisse nell’intervallo di quella partita: “ ‘Non mi interessa se chiudi con 0-25. Quando prenderai quel 26esimo tiro non dovrai esitare‘. Sentire quelle parole da un ragazzo come lui e da tutti all’interno della squadra ha fatto sì che prendessi sicurezza.”

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