Se chiedessimo a Jose Altafini di farci consultare il manuale aggiornato, 2.0, del calcio la prima cosa che balzerebbe ai nostri occhi sarebbe quella relativa ai terzini, i quali pur mantenendo il loro nome originale, nel corso degli anni, hanno ampliato caratteristiche e compiti all’interno del rettangolo verde.

Ma quando esattamente è avvenuta questa mutazione ? Mondiali del 1958 in Svezia, inizio del secondo tempo di Brasile-Austria, Nilton Santos, l'uomo chiave della difesa brasiliana, soprannominato A Enciclopedia, decise di abbandonare la retroguardia verdeoro, superò la linea di centrocampo, eluse un paio di rivali e continuò diritto verso l'area rivale, non passando il pallone a nessun attaccante e completando la sua giocata con uno straordinario gol.

L'evoluzione del ruolo - Ovviamente, la singola e specifica giocata di Nilton Santos fu il risultato di un'evoluzione tattica graduale, che trovò libero sfogo e terreno fertile nei due terzini della nazionale di Vicente Feola, nella classe assoluta e nell'assoluta modernità appunto di A Enciclopedia e dell'altro terzino Djalma Santos, magnifico interprete moderno del ruolo, un vero e proprio attaccante aggiunto, capace di sovrapporsi sulla fascia e dotato del tocco di palla proprio di un raffinato centrocampista.

Il calcio vedeva nascere così il 4-2-4 fatto di giocatori dalle cadenze felpate e tendenti a bailar futebol!

Nell’immaginario collettivo da sempre i terzini brasiliani hanno rappresentato la “doppia fase” per eccellenza, ovvero coloro in grado al tempo stesso sia di contrastare e marcare i giocatori esterni della squadra avversaria, ma soprattutto di iniziare la manovra, cercando l'aggiramento e gli inserimenti negli spazi lasciati liberi dai compagni sulle fasce laterali per crossare o concludere a rete.

Ad ogni mondiale le corse, le giocate, i dribbling dei vari Carlos Alberto, Jorginho, Cafù, Roberto Carlos, Maicon fino agli ultimi Dani Alves e Marcelo hanno fatto sognare migliaia di tifosi e di appassionati.

I "brasiliani" del Liverpool - Con un calcio che negli ultimi anni sta ridisegnando la propria geografia, anche il ruolo di terzino sembra essersi spostato di Nazione andandosi a posizionare per l’esattezza in Gran Bretagna a Liverpool.
I Reds ormai sono diventati una macchina quasi perfetta, e tra le chiavi di lettura utili a spiegare ciò ci sono i due terzini Andrew Robertson da un lato e Trent Alexander-Arnold dall’altro.

Accanto ad un mercato dispendioso, con cui Klopp ha modellato a propria immagine la formazione di Anfield, ci sono i due ragazzi che imperversano su e giù per le fasce laterali.

A sinistra, Robertson prelevato due anni fa dall’Hull City, per appena otto milioni di sterline, sta disputando un’altra stagione di altissimo livello. A destra, Alexander-Arnold, cresciuto nel settore giovanile del Liverpool, si sta confermando come uno degli interpreti più talentuosi del calcio europeo e mondiale: il sito specializzato transfermarkt lo valuta oltre 100 milioni di euro!

In squadra ed in coppia stanno frantumando record su record (record di assist, 29, come coppia di terzini nella stagione 2018-2019), non facendo altro che testimoniare la centralità che rivestono nello scacchiere offensivo del Liverpool, fatto da un lato di una partecipazione costante e attiva alla fase di possesso del Liverpool, dall’altro da una alternativa importante nella risalita del campo, una fase di gioco che il Liverpool sta affrontando in questa stagione con un approccio meno verticale e nella quale entrambi i terzini svolgono un ruolo di primo piano.

Alexander-Arnold e Robertson sono, ormai, diventati la migliore espressione del ruolo in Europa, incarnando, ciascuno, l’identikit del terzino moderno con la loro mobilità, la loro abilità tecnica e la loro capacità di partecipare alla manovra alla stessa stregua di un centrocampista. 

La giocata del calcio d'angolo battuto rapidamente contro il Barcellona dal classe '98 di West Derby resta l'immagine più bella della Champions 2019: l'assist per Origi ha letteralmente sconvolto le quote calcio della manifestazione!

*La foto di apertura dell'articolo è di Frank Augstein (AP Photo).

 

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