Tutti, dai grandissimi club alle piccole squadre che arrivano da campionati di seconda fascia, sognano la Champions League. Per il prestigio, certo, perché lottare per la coppa dalle grandi orecchie contro i migliori giocatori d’Europa è sempre fonte di orgoglio. Ma, in un calcio in cui contano sempre più bilanci e introiti, anche e soprattutto perché la Champions è un vero e proprio…pozzo di denaro!

Andare avanti di turno in turno significa guadagnare grazie a incassi allo stadio, premi UEFA e diritti televisivi. E vincerla, beh, equivale a fare bingo. Si mette in bacheca il trofeo più prestigioso e si incamerano parecchi soldi, arrivando anche a incassare oltre 100 milioni di euro.

Ma come? Intanto, basta qualificarsi ai gironi. Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per le piccole, ma chi riesce a far parte dell’élite calcistica del vecchio continente può cominciare a mettere a bilancio 15,25 milioni di euro. Questo l’introito base, a cui poi vanno ne vanno aggiunti altri, che dipendono da una serie di variabili.

Per le quote Champions, attenzione al Liverpool, squadra difficilmente "eliminabile" nell'ottica di 180 minuti!

I premi legati ai risultati - Il primo, i risultati, che dividono tra i club partecipanti, 585 milioni di euro. Ogni partita di Champions League “vale” 2,7 milioni, che vanno alla squadra che vince. In caso di pareggio, i due club ricevono invece 900mila euro a testa, con i restanti 900mila che rimangono nelle casse della UEFA e verranno poi distribuiti proporzionalmente ai risultati complessivi a fine competizione.

Quindi, una squadra può potenzialmente incamerare (soltanto con i premi) fino a 31 milioni e mezzo di euro già a dicembre, a patto di vincere tutte e sei le partite del suo girone, come il Bayern in questa edizione!

La qualificazione alla fase ad eliminazione diretta porta poi altri 9,5 milioni di euro. Chi riesce ad arrampicarsi più in alto incassa ancora di più. Altri 10,5 milioni di euro ai club che raggiungono i quarti, 12 per chi arriva alle semifinali, 15 per chi si gioca la finale. E chi vince, ciliegina sulla torta, ne porta a casa altri 4 milioni. Insomma, una Champions “perfetta”, con tutte vittorie, vale solo di premi 81 milioni di euro. Ma non finisce qui, perché ci sono altri introiti, spartiti secondo altre variabili.

Quote e ranking - A partire dalla stagione in corso, anche il ranking europeo contribuisce ai ricavi. Altri 585 milioni vengono infatti suddivisi in 528 “quote di coefficiente”, che vengono assegnate a ogni club a seconda della classifica secondo le prestazione degli ultimi dieci anni nelle coppe europee. Una quota (circa 1,1 milioni) finisce all’ultima classificata, la penultima ne riceve due, la terzultima tre e così via, fino alla prima del ranking, che ne riceve 32, pari a oltre 35 milioni.

La solita tv - E poi c’è il celebre market pool, la suddivisione di 292 milioni a seconda del valore di ciascun mercato televisivo. Metà del market pool, poi, viene diviso a seconda dei risultati nel precedente campionato. E quindi per le quote Champions per i paesi come l’Italia, che hanno quattro squadre, i campioni ricevono il 40% di questa metà, il 30% va alla seconda, il 20% alla terza e il 10% alla quarta.

L’altra metà dipende invece dai risultati nella competizione europea, visto che si basa sul numero di partite giocate da ogni singolo club. Se una delle squadre non si qualifica ai gironi, la quota nazionale viene spartita tra le altre dello stesso campionato. Ecco perché, quando una squadra italiana non riusciva a superare i preliminari, le altre spesso…esultavano, essendo certe di incamerare anche una parte della fetta che sarebbe spettata ai colleghi sconfitti.

I ricavi 2020 delle italiane - Dunque, facendo un paio di rapidi calcoli, si ha già un’idea dei ricavi ottenuti finora dai club italiani che hanno preso parte a questa edizione. L’unica cifra già decisa è ovviamente quella proveniente dal ranking, mentre i premi e la parte restante del market pool possono variare a seconda dei risultati di chi è ancora in corsa.

I festeggiamenti della Juve per l'ottavo scudetto consecutivo!

È il caso della Juventus, che all’inizio del girone sapeva già che a fine Champions avrebbe incassato almeno 58,6 milioni di euro: i classici 15,25 per la partecipazione, 13,4 per la metà del market pool e 29,9 per il ranking storico, sesta delle partecipanti e settima favorita per le scommesse calcio.

Aggiungendo le 5 vittorie e un pareggio (14,4 milioni) e il premio per la qualificazione alla fase ad eliminazione (9,5 milioni), i bianconeri possono già contare su oltre 80 milioni. E c’è spazio per migliorare, oltre a dover aggiungere (come per le altre) l’altra metà del market pool.

Alle altre va un po’ peggio, ma neanche troppo. Il Napoli, secondo in classifica nella scorsa serie A, accumula 41,7 milioni (15,25, più 10,9 di market pool e 15,5 di ranking), a cui vanno aggiunti i 9,5 milioni per la qualificazione alla prossima fase e 10,8 milioni dalle partite, considerando 3 vittorie e altrettanti pareggi nel girone. Un totale, ancora aumentabile andando avanti, di 62 milioni di euro.

L’Atalanta, terza nello scorso campionato, viene invece penalizzata da un ranking molto basso, essendo la terzultima delle 32 qualificate. Dunque per la Dea arrivano 27 milioni certi a inizio competizioni, tra i 15,25 di partecipazione, 3,3 dal ranking e 8,4 dal market pool.

Le buone prestazioni della squadra di Gasperini e la qualificazione a sorpresa per le scommesse sportive, però. pagano, perché vanno aggiunti i 9,5 milioni per gli ottavi e i 6,3 ottenuti dalle due vittorie e dal pareggio nel girone. Per un totale, anch’esso passibile di miglioramento, di 44,8 milioni di euro.

Infine l’Inter, che già sa che, metà market pool escluso, non potrà vedere aumentare i suoi premi. Anzi, più avanti andranno le altre, più soldi vedrà sparire dalla sua fetta rimanente, visto che aumenterà il numero delle partite disputate dalle rivali nazionali.

A inizio competizione i nerazzurri avevano un introito certo di 37,8 milioni: 15,25 dalla partecipazione, 5,9 come quarta dal market pool e 16,6 dal ranking storico. Per la squadra di Conte niente premio per la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta e “solamente” 6,3 milioni dalle partite, con due vittorie e un pareggio. Dunque, 44,1 milioni. In ogni caso, non poco.

Gli incassi - A tutte queste cifre, poi, vanno aggiunti gli incassi al botteghino, solitamente molto più alte di quelle viste in campionato. Basterebbe pensare che il match tra Inter e Barcellona ha visto registrare l’incasso record nella storia del calcio italiano, con 7.889.495 euro grazie a quasi 72mila spettatori.

Per non parlare dei contratti di sponsorizzazione, che quasi sempre contengono dei bonus in caso di partecipazione alla massima competizione europea. Insomma, ecco perché tutti quanti sognano la Champions. Con in ballo così tanti soldi sarebbe davvero strano il contrario…

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*La foto di apertura dell'articolo è di Efrem Lukatsky (AP Photo); la seconda di Antonio Calanni (AP Photo).

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.