Quale modo migliore per celebrare il ritorno del torneo tra squadre più importante d’Europa se non dando un’occhiata alle prestazioni individuali migliori di sempre della Champions League? La Champions League è unica e il fatto che le partite di questo torneo si tengano durante la settimana offre ai suoi fan la possibilità di emozionarsi davanti al calcio di qualità mettendo da parte per un secondo i problemi di lavoro.

Infatti, la Champions League porta speranza e ravviva gli animi dei fan dell’emisfero settentrionale proprio quando l’estate comincia a battere in ritirata. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi e le notti a farsi più buie, la Champions League ritorna per allietare le serate europee.

Molto spesso, le partite di Champions League, talmente coinvolgenti che non si sente neanche una mosca volare nella stanza, dipendono dalle azioni di un solo individuo che decide di prendere in pugno la situazione. Di seguito elenchiamo le sei prestazioni individuali più memorabili del calcio moderno.

1. Frank Lampard (Chelsea vs. Liverpool, 2008)

Sei giorni prima della partita di ritorno della semifinale inglese tra il Chelsea e il Liverpool a Stamford Bridge, Frank Lampard soffrì un tragico lutto familiare: sua madre Pat morì di polmonite. Non si sapeva se Lampard avrebbe giocato, ma l’allora allenatore del Chelsea, Avraham Grant, decise di dare spazio al centrocampista dopo che quest’ultimo si rese disponibile ad entrare in campo.

La partita di andata che si tenne a Anfield finì a 1-1 ed i Blues sembravano essere sulla strada giusta per raggiungere la loro prima finale di Champions League. Quando Didier Drogba segnò il primo goal al 33esimo della partita di ritorno, i fan del Chelsea si fecero la bocca buona, pensando già ai biglietti per Mosca, ma un goal in scivolata di Torres al 64esimo, dopo un passaggio di Benayoun fu abbastanza per mandare la partita ai supplementari.

Apriti cielo

Per tutta la partita, Frank Lampard aveva manovrato la squadra dal centrocampo cercando di creare opportunità, con passaggi precisi e tocchi con cui sembrava riuscire a farsi spazio per creare qualcosa di concreto. Sotto la pioggia londinese Sami Hyypia fece fallo su Michael Ballack e al Chelsea venne assegnata una punizione al 98esimo.

Frank Lampard si fece avanti e con grande coraggio calciò la palla in rete dopo aver avuto una settimana sicuramente straziante e traumatica. Grazie a “Super Frankie Lampard”, il Chelsea raggiunse la sua prima finale di Champions League.

2. Ronaldo (Manchester United vs. Real Madrid, 2003)

Dopo che il Manchester United aveva perso per 3-1 nella partita di andata dei quarti di finale contro il Real Madrid allo stadio Bernabeu, per avanzare ci sarebbe voluta una buona dose di spettacolo e rivincita sotto le luci dell’Old Trafford. Sembra quasi impossibile, ma bisogna ricordare che non stiamo parlando del Manchester United del 2018, bensì di quello allenato da Sir Alex Ferguson in cui ogni settimana l’impossibile diventava realtà.

Quando i Red Devils accolsero il Real Madrid all’Old Trafford, il 23 aprile 2003, si respirava un’aria di attesa nello stadio, ma non solo: già nei giorni precedenti alla partita la città era stata attraversata da un’atmosfera vibrante. Non c’è bisogno di dire che i biglietti per questa partita andarono a ruba in quanto i tifosi non volevano perdersi il grande ritorno del Manchester United.

Dopo che Pierluigi Collina diede inizio al gioco, un boato pazzesco si innalzò dalla curva del Manchester United, ma non durò a lungo poiché Ronaldo fece goal infilando un passaggio controllato sul primo palo di Fabian Barthez. Ad occhio nudo, si potrebbe dire che il portiere campione del mondo avrebbe potuto fare di meglio, ma il replay confermò che si trattava di uno dei tanti calci tonanti di Ronaldo, di quelli che non possono non finire in rete.

Al 43esimo Ruud van Nistelrooy riuscì a riportare il punteggio sul pari, ma in un batter d’occhio Ronaldo ricevette un passaggio perfetto da Roberto Carlos e calciò la palla in rete riaprendo la partita con un 2-1. Un altro colpo inaspettato per il Manchester United di Ferguson, e la paura che Ronaldo avesse ancora qualche trucco in serbo aleggiava nell’aria. In puro stile Manchester United, la squadra ritornò in pari al 52esimo e la partita si riaprì.

L’Old Trafford tiene il fiato sospeso per Ronaldo

Tuttavia, il colpo decisivo che impedì al Manchester United di procedere sulla strada per la conquista della Champions League arrivò al 59esimo minuto. Si trattava ancora una volta di Ronaldo, che dopo aver ricevuto il pallone da Luis Figo a metà campo si diresse verso la porta avversaria, mentre tutto lo stadio si aggrappava ai sedili.

Ronaldo calciò la palla da 23 metri di distanza mandandola in rete, e Barthez non ci si avvicinò nemmeno. Con tre goal facili, Ronaldo negò al Manchester United la possibilità di un ritorno glorioso, sebbene le due reti di David Beckham lasciarono il punteggio a 6-5 in favore del Real Madrid. Al 67esimo, il quarto uomo alzò il tabellone dei cambi mostrando il numero di Ronaldo e mentre il brasiliano uscì dal campo tutti gli spettatori dell’Old Trafford si alzarono per applaudirlo con un fantastico gesto di sportività.

3. Lionel Messi (Barcelona vs. Arsenal, 2010)

La lista dei momenti più memorabili della Champions League degli ultimi 20 anni non sarebbe completa senza uno dei suoi giocatori migliori. In realtà si potrebbe dedicare un intero articolo alle imprese di Lionel Messi in Europa, ma facciamo un passo indietro e rechiamoci al Camp Nou del 2010, quando il Barcellona stava affrontando l’Arsenal di Arsene Wenger.

L’Arsenal era riuscito a portare a casa un pareggio per 2-2 contro il Barcellona all’Emirates Stadium nella partita di andata dei quarti di finale della Champions League e sebbene avesse concesso due goal in casa a Londra, l’opinione diffusa era che la partita fosse andata piuttosto bene.

Sembrava andare ancora meglio quando al 18esimo Nicklas Bendtner andò a rete al Camp Nou lasciando tutti di stucco. Nessuno poteva crederci: non si trattava di un problema tecnico alla TV o di una svista, Nicklas Bendtner stava festeggiando il primo goal segnato contro il Barcellona.

Messi tira fuori l’armeria pesante

Dicono che nel calcio una settimana può sembrare un’eternità. Anche 24 ore possono durare per sempre, soprattutto se si tratta della scadenza della finestra di calciomercato. Ventidue minuti invece potrebbero non sembrare un eternità, ma fu così per l’Arsenal: 1320 secondi in cui Lionel Messi fece non uno, non due, ma ben tre goal.

Si trattò della tipica tripletta di Messi con tanto di finale con il fiato sospeso, accuratezza millimetrica da 23 metri di distanza e un colpo da maestro che lasciarono il portiere e i difensori inermi e distesi sul campo. Fu una carneficina: sembrava che un uragano avesse demolito la linea di difesa dell’Arsenal. Ma non era finita lì e durante il secondo tempo la pulce aggiunse un quarto goal giusto per essere sicuro, portando così a casa la vittoria per il Barcellona con un punteggio di 4-1 e con un risultato aggregato di 6-3. L’argentino garantì dei momenti semplicemente mozzafiato in una serata in cui i giocatori dell’Arsenal non sarebbero andati a segno neanche a piangere.

4. Roy Keane (Manchester United vs. Juventus, 1999)

Le polemiche sembrano essere parte integrante della carriera di Roy Keane. Anche dopo il suo ritiro, i battibecchi non sono mancati e il diverbio tra l’irlandese barbuto e Harry Arter ha mostrato ancora una volta il suo carattere irruento. Sono state delle settimane pessime per la nazionale irlandese e come dimostra la quota di 9,00 per la vincita del proprio gruppo di UEFA Nations League, le loro possibilità di qualificarsi per gli Europei del 2020 sembrano remote. Molti hanno incolpato Keane per aver sparso discordia in campo.

Le ultime liti di Keane con uno dei suoi giocatori hanno aperto un dibattito sul perché il quarantasettenne sia così polemico. Le risposte sono varie, ma forse dovremmo fare un passo indietro ricordando una serata di aprile del 1999 per capire veramente perché Roy Keane sia così rigido.

Il 1999 è un anno che il Manchester United non dimenticherà mai grazie alla vittoria del triplete; ma le cose avrebbero potuto essere ben diverse se la prestazione di Roy Keane non fosse stata così altruista nella partita di ritorno della semifinale di Champions League. A seguito del pareggio per 1-1 all’Old Trafford, gli uomini di Ferguson avevano bisogno di una vittoria nella partita in trasferta in Italia, che però non sembrava fattibile soprattutto dopo la doppietta di Filippo Inzaghi che aveva portato la Juventus in vantaggio dopo soli 11 minuti.

Capitano nel calderone

Era davvero una situazione disperata per il Manchester United e il comportamento dei giocatori suggeriva che il loro sogno di portarsi a casa il triplete era sfumato dopo solo 11 minuti di follia. Ma al 13° minuto, grazie ad un calcio d’angolo di David Beckham, Roy Keane riuscì a saltare più in alto di tutti facendo finire la palla in rete. Questo momento spronò la squadra ed entro il 34esimo minuto, il Manchester United rientrò in gara grazie al goal di testa di Dwight Yorke.

Poco dopo aver segnato, Keane ci andò giù pesante con Zinedine Zidane mentre il francese cercava di smarcarsi e prese così quel cartellino giallo che lo escluse poi dalla finale. A testa bassa, Keane si sistemò la fascia di capitano dal braccio e si allontanò con passo deciso e atteggiamento di sfida dall’arbitro.

Nei 70 minuti seguenti, dal centrocampo, Keane diede il massimo per assicurarsi che i suoi compagni di squadra arrivassero in finale e ci riuscì. Se cercate di capire perché Roy Keane voglia che i suoi giocatori diano il massimo, vi basterà ripensare a quella intensa notte di Champions League a Torino.

5. Gareth Bale (Tottenham vs Inter, 2010)

La Champions League ha un modo tutto suo per presentare le nuove generazioni di campioni ed è dunque giusto che sia stato uno degli stadi di calcio europei più significativi il luogo di nascita della nuova stella gallese. Se aveste chiesto a chiunque a San Siro se uno dei giocatori del Tottenham Hotspur si sarebbe coperto di gloria quella sera, la risposta sarebbe stata un bel no secco, dato che l’Inter era in vantaggio per 4-0 al 45esimo minuto.

La situazione sembrava veramente catastrofica per gli Spurs e, a peggiorare ancora di più le cose, il portiere Heurelho Gomes era stato espulso all’ottavo minuto dopo aver tirato giù Jonathan Biabiany all’interno dell’area. Si trattò di un altro momento inesplicabile della carriera di Gomes, che con gli Spurs fu ricca di papere.

È inutile dire che gli Spurs stavano già barcollando alla fine del primo tempo e non ne avevano già più. Avevano preso una bella batosta e il secondo tempo sembrava offrire come unica opzione un’altra strapazzata. Ed è qui che entrò in gioco il ventunenne Gareth Bale.

L’eroe della tripletta 

Nei 45 minuti seguenti, Gareth Bale riconquistò le redini della partita correndo e facendosi largo tra la difesa dell’Inter. Quest’uomo allampanato liberò la sua squadra dal giogo a cui era stata costretta e senza nulla da perdere, trovò il coraggio di diventare uno dei giocatori migliori al mondo. Il gallese segnò una tripletta con tre goal praticamente identici. Anche se gli Spurs persero la partita per 4-3, vinsero la partita di ritorno per 3-1 dopo che Bale riuscì a rubare la scena ancora una volta al White Hart Lane.

La fama di Bale come uno dei giocatori più bravi al mondo ha continuato si è formata in buona parte proprio in quella notte a San Siro. La carriera del gallese al Real Madrid ora sta per prendere il volo, grazie al trasferimento di Ronaldo alla Juventus. Con Bale quotato a 8,00 per guadagnarsi il titolo di capocannoniere de La Liga, potrete stare certi che Lionel Messi quest’anno non riuscirà ad aggiudicarsi la Scarpa d’oro, anche se il suo arcinemico se n’è andato.

6. Steven Gerrard (Liverpool vs. Milan, 2005)

Il miracolo di Istanbul non sarebbe stato possibile senza Steven George Gerrard, MBE. La prestazione di Gerrard a Istanbul durante la stagione di Champions League 2005 resterà a lungo nella memoria dei fan del calcio e per sempre in quella dei tifosi del Liverpool.

La vita di Gerrard cambiò per sempre e ciò che successe potrebbe essere la ragione per cui i Rangers vennero poi a bussare alla sua porta, chiedendogli di mettere fine al dominio dei Celtics. Con una quota pari a 1,16, i Celtics sembrano aver già vinto la Scottish Premiership un’altra volta, ma i Rangers sperano che la leggendaria gestione di Gerrard li aiuterà a vincere di nuovo. 

Il miracolo di Istanbul è davvero uno dei momenti salienti del calcio moderno e considerando quanto ha dovuto lavorare il Liverpool, potrebbe essere considerato la miglior rimonta sportiva di sempre. Dopo il goal di Paolo Maldini al primo minuto della partita, si sentì un lamento generale proveniente dal Merseyside. Anche se mancavano ancora 89 minuti alla fine, il Milan sembrava già avere la vittoria in tasca.

Seguirono altri passaggi veloci e il Milan si scagliò sul Liverpool in modo fenomenale raggiungendo il 3-0 dopo il primo tempo, grazie ai due goal di Hernan Crespo. I Reds arrancavano dopo aver preso una bella batosta e i giocatori rientrarono negli spogliatoi con un’aria traumatizzata. Fu in quel momento che Steven Gerrard chiese all’allenatore e all’assistente di uscire perché voleva parlare da solo coi giocatori.

Il capo 

Djibril Cissé disse che si ricorderà per sempre il discorso di Gerrard. Il capitano del Liverpool disse ai suoi compagni che non voleva vedere la squadra in cui aveva giocato da adolescente farsi umiliare in questo modo. Gerrard continuò il discorso affermando che se il Liverpool avesse fatto goal entro i primi 15 minuti, avrebbe vinto la partita.

Gerrard influenzò la partita a partire dallo spogliatoio: il suo discorso motivazionale venne reso realtà quando grazie ad un cross di John Arne Riise proprio Gerrard andò a segno al 54esimo. Fu un momento storico: riguardando le immagini oggi, sarà possibile notare che mentre Riise stava calciando il pallone, Gerrard si sistemò la fascia da capitano prima di mandare il pallone in rete.

Chi può dimenticare la reazione di Clive Tyldesley a quel goal: “Ciao, ciao, ci siamo!”, mentre Gerrard volava verso i fan del Liverpool incitandoli. Il suo goal avrebbe poi risvegliato i Reds ed entro il 60esimo minuto il punteggio era ritornato in parità. Il Liverpool vinse quindi la partita ai rigori e riuscì finalmente a portarsi a casa la Champions League dopo 21 anni di attesa.

Di tutti i momenti memorabili regalati dalla Champions League, quello di Gerrard è senza dubbio il migliore se consideriamo la portata di questa impresa. A ripensarci, viene ancora la pelle d’oca.

 

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