Molti dei calciatori e allenatori più di successo del panorama calcistico sono sempre alla ricerca di nuove sfide e a volte questo li ha spinti a compiere veri e propri salti nel buio per dare prova di sé anche a livelli inferiori.


Per le squadre minori, l’arrivo di un tecnico o di un giocatore di prima fascia può rivelarsi anche controproducente: l’inevitabile circo mediatico che andrà ad assediare la squadra può, infatti, spostare le attenzioni fuori dal rettangolo verde. Ecco dunque una lista di nomi importanti del calcio che hanno provato in prima persona quanto ribadire il proprio valore alla guida o sul campo di una squadra minore non sia affatto una passeggiata. Iniziamo dagli allenatori...



Sven Goran Eriksson, Notts County


Nel 2009, Nottingham fu presa d’assalto da una cordata del Medio Oriente che portava con sé promesse di ricchezze inaudite, pronte ad essere elargite al Notts Country, uno dei club più prestigiosi del mondo come tradizione. I tifosissimi non credevano ai propri occhi quando videro l’ex CT della nazionale inglese Sven Goran Eriksson firmare come allenatore della propria squadra, militante nell’equivalente della Serie D, a seguito dell’investimento della proprietà.

Ad Eriksson erano stati promessi i giocatori e le risorse per portare il Nottingham County verso la terra promessa della Premier League, fin quando Munto Finance, la società off-shore titolare dei diritti relativi alla squadra, si rivelò per quello che era: una truffa organizzata da un branco di corrotti. L’allenatore venne lasciato dunque in un limbo senza vie d’uscita e la società calcistica più antica del calcio inglese si ritrovò sull’orlo del baratro.

Kevin Keegan, Fulham

Dopo aver fatto tutto il possibile per il Newcastle United in qualità di allenatore, Kevin Keegan si ritrovò in quel di Londra, più precisamente nello stadio Craven Cottage del Fulham. Inizialmente nominato direttore operativo capo dell’allora squadra di serie D, Keegan era il secondo dell’allenatore Ray Wilkins.

Fu solo dopo l’esonero di Wilkins che Keegan prese le redini della squadra, pochissimi mesi dopo l’arrivo di Mohamed Al-Fayed, proprietario del colosso londinese Harrods, come nuovo presidente della squadra. Al-Fayed mise a disposizione di Keegan un budget multimilionario e l’allenatore lo ringraziò con la promozione in serie C inglese, prima di diventare uno dei favoriti dalle scommesse sportive per la sostituzione di Glenn Hoddle come CT della nazionale nel febbraio del 1999.

Nuno Espirito Santo, Wolverhampton Wanderers

L’allenatore portoghese Nuno Espirito Santo si era già fatto un nome nel calcio continentale grazie al lavoro svolto al Valencia, culminato nel quarto posto ottenuto nella stagione 2015.

L’esperienza al Porto, terminata senza trofei, ridimensionò considerevolmente le pretese di Santo, che si vide costretto quasi ad un salto nel buio per rilanciare la propria carriera.

Fu così che atterrò in Inghilterra al comando dei Wolverhampton Wanderers, squadra alla ricerca della promozione in Premier ma considerata come l’outsider dalle scommesse sul calcio, nonostante il ruolo sempre più decisivo del super-agente Jorge Mendes sugli acquisti del club.

L’impatto di Santo fu immediato e i Wanderers conquistarono titolo e promozione con quattro giornate d’anticipo.

Brian Clough, Brighton & Hove Albion

Dopo sei anni di successi al timone del Derby County, con una promozione nel 1972 e una semifinale di Coppa Europea nel 1973, Clough e il suo famoso secondo Peter Taylor  arrivarono alle strette con la dirigenza capitanata da Sam Longson. L’animosità si concluse con la consegna delle dimissioni dell’inseparabile duo nell’ottobre 1973.

Clough e Taylor finirono per farsi tentare dalle profonde tasche del Brighton & Hove Albion, squadra dell’allora quarta serie, ma l’esperienza sulla nuova panchina fu a dir poco disastrosa, con la sconfitta in FA Cup contro il Walton & Hersham, compagine nemmeno professionista, emblema lampante di una fallimentare missione nella costa sud del Paese.

Diego Simeone, Estudiantes de La Plata

Il centrocampista argentino Diego Simeone aveva la nomea di giocatore tenace su ogni palla e, come se non bastasse, con una propensione per i goal importanti, come la rete scudetto realizzata con la maglia della Lazio alla Juve.

In tanti ricorderanno il suo ruolo da protagonista nell’episodio che portò all’espulsione di David Beckham durante l'incredibile partita degli ottavi di finale del mondiale di Francia ‘98.

Dopo una brillante carriera, la transizione al ruolo di allenatore fu una mera formalità: conclusa la breve esperienza al Racing Club, Simeone prese il timone dell’Estudiantes nel 2006, squadra che non vinceva una clausura da 23 anni. A dicembre 2006 Simeone aveva già confezionato la prima vittoria di un titolo da parte della squadra, affermandosi come uno dei migliori allenatori sudamericani emergenti. Adesso, passiamo ai calciatori...


Paul Gascoigne, Boston United

Nelle battute finali della sua carriera, Paul Gascoigne si diede alla vita nomade. Dopo aver abbandonato il Burnley, si ritrovò dall’altra parte del mondo in forza al Gansu Tianma, squadra cinese per la quale occupò il ruolo di giocatore-allenatore. Nonostante il goal al debutto, per ragioni di tenuta, fisica e mentale, Gascoigne fu in grado di giocare solo tre altre partite in estremo oriente.

Una volta tornato a casa, in pochi esperti di scommesse avrebbero previsto il suo “sì” al Boston United, squadra militante nell’equivalente della serie D, sempre nel ruolo di giocatore-allenatore.

Sebbene Gascoigne si trattenne solo per tre brevi mesi, regalò cinque goal prima di lasciare il Lincolnshire. Non sarà ricordata come una delle manovre di calciomercato più fallimentari di sempre, ma di certo la comparsa di Gascoigne al Boston United fu tutto fumo e niente arrosto.

Lothar Matthaus, MetroStars

Lother Matthaus è stato il calciatore più costante della nazionale tedesca di sempre, per un incredibile totale di 150 presenze durante un periodo lungo 20 anni. Centrocampista capace di grandi cavalcate da un lato all’altro del campo, Matthaus, come ricordano gli amici di Milano, vantava un profilo completo: grande dinamismo, una visione del gioco incredibile e un senso della posizione che lo rendeva estremamente affidabile.

Nel periodo conclusivo della propria carriera, il giocatore ripiegò in posizione di libero, ruolo che ricoprì proprio nella sua ultima squadra dopo aver lasciato il Bayern Monaco: i New York MetroStars. Durante l’intera stagione Matthaus contribuì a migliorare la visibilità a livello europeo della MLS.

George Best, Fulham

George Best viene tenuto in grande considerazione dal mondo del calcio: molti infatti lo considerano uno dei calciatori migliori ad essere mai sceso in campo. L’ala originaria di Belfast era un combinaguai sia dentro che fuori dal campo, e non sorprese dunque la decisione di giocare per un Fulham militante nell’allora Serie C inglese nella stagione 1976-1977. La mossa arrivò dopo la breve permanenza nel campionato irlandese, rivelatasi tutto fumo e niente arrosto. Ciononostante, assieme a Rodney Marsh e al capitano della nazionale vincitrice del mondiale del 1966 Bobby Moore, Best salvò il Fulham dalla retrocessione con un solo punto di scarto.

Sergio Aguero, Manchester City

Alla tenera età di 22 anni, l’attaccante argentino sembrava essere in cima al mondo. I cinque anni all’Atletico gli avevano fruttato 74 goal, rendendolo uno dei goleador più temuti su tutti i campi da calcio.

La firma per 35 milioni di sterline e il conseguente ingaggio al Manchester City siglato nel luglio 2011 lasciarono tutti spiazzati. Tre anni prima dell’approdo di Aguero, il gruppo di Abu Dhabi aveva acquisito il City, affrontando un investimento da 100 milioni per portare nuovi giocatori in rosa a partite dal 2009.

Aguero rappresentò il pezzo mancante del puzzle del Manchester City, alla ricerca disperata del titolo della Premier. Fu proprio alla prima stagione di Aguero che la squadra si classificò prima tra le prime, grazie anche al goal della vittoria contro il QPR segnato all’ultimo secondo proprio dall’argentino, contro ogni pronostico delle quote sulla Premier League.

Pele, New York Cosmos

Pele è uno dei goleador più prolifici nella storia del calcio, con oltre 1.000 leggendarie reti! Il biennio trascorso in forza ai New York Cosmos nel 1975-1977 può considerarsi più che altro una trovata pubblicitaria, visto che il giocatore era oramai semi ritirato. Ciononostante, la sua presenza ha contribuito ad un aumento della popolarità del calcio negli Stati Uniti, portando alla nascita della MLS, così come sta tornando a splendere oggi!
 

 

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