Calcio, ma non solo. I club più ricchi del mondo stanno via via diversificando i loro investimenti per dare maggior solidità economica ai loro sodalizi. In Europa, ma anche in America, le società di calcio sono ormai entrate nelle mire delle holding finanziarie per accrescere i loro capitali, e investono sempre più in asset immobiliari.

Un tempo, i successi ottenuti in ambito sportivo avevano il potere di veicolare l’immagine dei proprietari delle squadre, oggi il brand delle società è più importante degli stessi padroni che talvolta acquistano solo una quota parte delle azioni per controllare la società calcistica, ma al tempo stesso per accrescere il proprio patrimonio economico.

Nei decenni scorsi acquistare un club di calcio era un investimento a perdere, mentre oggi - al contrario - garantisce un guadagno significativo considerando i diritti tv che fattivamente alimentano e coprono i costi necessari per mandare avanti un club. Non è un caso che ci siano dei presidenti che abbiano intrapreso da anni la strada delle multiproprietà, gestendo contemporaneamente almeno due club professionistici.

Ma, mentre in Italia si continua a reclamare la necessità di costruire lo stadio per implementare i ricavi delle società, nel resto di Europa i club hanno compiuto già step successivi. Al netto della forza economica dei loro proprietari, i top club europei stanno diversificando i propri ricavi per potenziare ulteriormente le loro squadre; acquistare campioni non basta più, perché alla fine vince una sola squadra, e bisogna essere pronti per intraprendere immediatamente una nuova sfida.

Nuovi stadi - Il Barcellona, tra le favorite per le scommesse calcio per la Champions 2020, negli ultimi giorni ha ottenuto il via libera per costruire il nuovo Camp Nou. Il progetto dovrebbe partire prime dell’estate; dopo aver atteso il via libera da parte del consiglio comunale, il club avvierà la riqualificazione del quartiere che ospita l’attuale impianto, ampliando gli spazi e mettendoli a disposizione dei cittadini.

Intanto il club catalano - per la prima volta nella sua storia - sale sul tetto del mondo per quanto riguarda i ricavi ottenuti nell’anno precedente superando la barriera dei 900 milioni di fatturato.

In Spagna, l’ultimo affare immobiliare lo ha portato a casa l’Atletico Madrid che - grazie alla costruzione del Wanda Metropolitano - ha avuto modo di vendere i terreni sui quali era edificato il Vicente Calderon, vecchio stadio di proprietà del club spagnolo. La società ha ricavato 100 milioni di euro dalla cessione di due lotti edificabili, a ridosso del fiume Mazanarre, mentre la trattativa del terzo lotto - quello più ambito - è in dirittura d’arrivo, e dovrebbe generare utili per altri 80 milioni di euro.

Metro quadro caro a Londra - Ma c’è chi - in Europa - si è messa in proprio edificando nuove strutture abitative. E’ il caso dell’Arsenal che all’inizio degli anni 2000 - partendo dalla costruzione del nuovo stadio - ha avuto la capacità di riqualificare la zona del vecchio impianto di Highbury costruendo 665 appartamenti intorno al perimetro di gioco che da qualche anno è diventato un vero e proprio parco intorno al mini quartiere denominato Highbury Square.

Ma il club londinese ha anche avuto modo di sviluppare un progetto edilizio anche nella zona che ospita lo stadio Emirates; tre torri sviluppate a ridosso nel nuovo impianto ospitano oggi oltre 700 unità abitative. Alla fine, i due progetti edilizi dei Gunners hanno generato un fatturato di 391 milioni di sterline, rilanciando l’economia del club per il quale le scommesse sportive si aspettano una rivincita in Europa League!

In Germania questo tipo di sviluppo è meno sviluppato, anche per la norma dello statuto federale che impone alle tifoserie di mantenere almeno il 51% dell’azionariato del club: solo in alcuni casi, le aziende che sponsorizzano i club da più di 20 anni - possono, con il consenso dei tifosi, assumere il controllo del club come nel caso della Bayer (Leverkusen) e della Wolkswagen che ormai da anni gestisce il Wolfsburg.

Passando dall’Europa agli Stati Uniti, il progetto più lungimirante sembra essere quello del magnate Philip Anschutz che - grazie all’enorme patrimonio immobiliare - ha creato un’Associazione tra i piccoli club calcistici californiani, offrendo loro le strutture immobiliari del centri sportivi in cambio della supervisione sui giovani talenti calcistici che hanno modo di emergere nelle squadre da lui sostenute.

In Italia, l’unico club a differenziare il proprio business al momento è la Juventus. E anche qui, l’avvio del progetto è partito dal nuovo stadio di proprietà; la costruzione dello Stadium ha portato al successivo sviluppo del J-Village, un nuovo piano immobiliare della Continassa che comprende - oltre al nuovo centro di allenamento del club - anche un hotel e un liceo scientifico.

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*La foto di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo).

Giornalista, scrittore, innamorato di futbol. Scrive per trasmettere emozioni e alimentare sogni. Il calcio è una scienza imperfetta: è arte, è musica, è poesia. E' un viaggio nel tempo che ci fa tornare bambini ogni qual volta diamo un calcio a un pallone.