Che calcio sarebbe senza colpi di scena? La storia di questo amato sport è un lungo rosario di partite memorabili, nelle quali il risultato finale è stato frutto di rimonte rocambolesche, insperate, pazze, concitate. Ecco allora che il celebre proverbio citato da Giuseppe Trapattoni - «Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco» - è una sorta di manifesto calcistico valido in tutte le epoche e a tutte le latitudini.

Orgoglio Hammers

L’ultimo episodio di questa saga si è consumato sul campo dell’avveniristico Tottenham Hotspur Stadium. Nel nuovo tempio degli Spurs la squadra di casa guidata da José Mourinho si è fatta rimontare tre gol dai cugini "poveri" del West Ham. Eppure dopo sedici minuti dal fischio d’inizio il Tottenham era già 3 a 0: appena un minuto di gioco ed apre le danze il sud-coreano Son, e all’ottavo e al sedicesimo l’uragano Kane realizza una doppietta che sembra incanalare il match verso una vittoria agevole per i padroni di casa. Il risultato rimane stabile fino all’ottantunesimo.

A soli nove minuti dal triplice fischio solo un pazzo avrebbe potuto pronosticare un risultato diverso dalla vittoria degli Spurs. Ma la pazzia è parente del calcio: l’orgoglio degli Hammers inizia a emergere all’ottantaduesimo, quando Balbuena confeziona in rete il primo gol degli ospiti.

Tre minuti più tardi un autogol di Sanchez riapre la partita. Infine, al quarto minuto di recupero, una bordata da trequarti campo dell’argentino Lanzini manda la palla sotto l’incrocio dei pali e completa la rimonta. L’autore della prodezza si toglie la maglia e viene sommerso dagli abbracci dei compagni.

Quando la Champions arriva nel finale

Ma la gioia dei calciatori del West Ham non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella provata dai colleghi del Liverpool il 25 maggio 2005 a Istanbul contro il Milan. La finale di Champions League dopo la fine del primo tempo sembra essere ormai archiviata. Capitan Maldini porta in vantaggio i rossoneri dopo appena un minuto, prima del duplice fischio una doppietta di Crespo porta il risultato sul 3 a 0. Reds annichiliti.

Ma nell’intervallo succede qualcosa. Quando le squadre rientrano in campo è un’altra musica: il Liverpool preme e in appena sei minuti, tra cinquantaquattresimo e sessantesimo, pareggia i conti con Gerrard, Smicer e Alonso. Gli avversari subiscono il contraccolpo psicologico e la rimonta si completa ai calci di rigore: fatali gli errori di Serginho, Pirlo e Kakà. La coppa va al Liverpool.

 

Negli anni successivi inizia a circolare la tesi secondo cui negli spogliatoi, dopo la fine del primo tempo, diversi calciatori del Milan si sarebbero lasciati andare a bagordi precoci. Non può dirsi lo stesso dei giocatori del Bayern Monaco, che nella finale del 1999, sul Camp Nou di Barcellona, tengono il risultato di vantaggio per 1 a 0 (gol di Basler al quinto) per novanta minuti. Poi, nel recupero, due deviazioni da calcio d’angolo, di Sheringam e di Solskjaer, ribaltano il risultato e consegnano la coppa al Manchester United.

Quando un 3 a 0 diventa 3 a 4

Da una sponda all’altra del fiume Irwell, nel 2004 è il Manchester City a completare un’incredibile rimonta in trasferta. L’avversario è sempre il Tottenham, ma nel vecchio stadio White Harte Lane. Dopo la prima frazione di gioco gli Spurs conducono 3 a 0 con gol di King, Keane e Ziege. Il City è pure in 10 per l’espulsione di Barton.

Gara chiusa? Niente affatto. Distin, Bosvelt e Wright-Phillips portano il punteggio sul 3 a 3, nel recupero Macken riesce persino a siglare il gol vittoria del 3 a 4 per gli ospiti per la gioia di chi , live, ha effettuato una scommessa.

L’Inter ha persino alzato una Supercoppa Italiana dopo una rimonta di tal guisa: è l’estate 2006, sul manto di San Siro i campioni d’Italia ospitano la Roma, che nel primo tempo ne fa tre (“Amantino” Mancini e doppietta di Aquilani). Nel secondo tempo l’Inter pareggia (doppietta di Vieira e Crespo) e nei supplementari Figo fissa definitivamente sul 4 a 3.

Roma ancora protagonista in negativo nel febbraio 2011: al Marassi conduce 3 a 0 (Mexes, Burdisso, Totti), quando subisce un’offensiva del Genoa (doppiette di Palacio e Paloschi) che ribalta il risultato.

Il 4 a 3 è fatale a Ranieri, che viene esonerato la sera stessa. Sempre nel 2011, ma nella stagione successiva, è il Lecce che in casa subisce un’uguale delusione. Giacomazzi, Oddo e Grossmuller portano i salentini in vantaggio sul Milan, che nel secondo tempo ribalta grazie alla tripletta di Boateng e al gol vittoria di Yepes.

Dalla Mole al Montpellier

Rimonte che hanno un sapore ancora più dolce quando avvengono in un derby. Al Delle Alpi, nell’ottobre 2001, il Torino è sotto 3 a 0 contro la Juventus a fine primo tempo grazie alle reti di Del Piero (2) e Tudor. Ma al rientro riecco la magia: Lucarelli, Ferrante e Maspero fanno pari.

Quest’ultimo, nei minuti finali, è anche oggetto di un caso: rigore per i bianconer, sul dischetto va Salas; Maspero si avvicina, prende il pallone con le mani, con il piede fa una buca sul dischetto, risistema il pallone e si allontana. Salas calcia alto e Maspero diventa un idolo dei tifosi granata.

La rimonta più pazza, però, per la storia delle scommesse calcio si registra in Francia, all’inizio della stagione 1998-99. Bakayoko (2), Robert e Sauzee portano il Montpellier in vantaggio di quattro reti sui padroni di casa dell’Olympique Marsiglia. Nel secondo tempo la svolta: Maurice accorcia, il neo-entrato Dugarry fa doppietta, Roy segna il pareggio e, nel recupero, un rigore di Blanc fissa il punteggio sul clamoroso 4 a 5.

Sempre in Francia, clamoroso il 3-2 del Monaco il 20 novembre 2020 sul Paris, con gli ospiti in vantaggio per due gol, con lo 0-3 sfumato in due occasioni per l'intervento della VAR: Volland risponde alla doppietta di KM7 e Cesc Fabregas completa il clamoroso sorpasso dagli undici metri. Come si dice «non dire gatto» in francese?

*Il testo dell'articolo è di Federico Cenci; l'immagine di Neill Hall (AP Photo). Prima pubblicazione 29 ottobre 2020.

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