Quando nell’Antica Grecia furono ideate le Olimpiadi, nacque anche una gara combinata: il pentathlon. Se le altre competizioni dovevano distinguere il miglior atleta, l’obiettivo del pentathlon era quello di stabilire chi fosse il miglior… soldato! Proprio per questo motivo, la scelta delle discipline era legata a quanto si faceva sul campo di battaglia: correre (lo Stadion, una gara di velocità), saltare (in lungo), lanciare (il giavellotto e il disco) e lottare.
Il percorso verso Tokyo di Elena Micheli
La crescita della Micheli nella Polisportiva Lazio
2019: l'anno della ribalta per Elena
Le medaglie olimpiche nel Pentathlon
Quando il Barone de Coubertin ha ripreso in mano il concetto dei Giochi Olimpici, però, erano passati quasi tremila anni e la guerra si era evoluta. Ecco perché il nobiluomo transalpino sceglie come soldato ideale quello di cavalleria. Nasce quindi il pentathlon moderno: scherma (spada), nuoto (200 m a stile libero), equitazione (salto ad ostacoli), più una gara combinata di corsa campestre (3200 metri) e tiro a segno.
Un qualcosa da superuomini. O da super donne, come Elena Micheli.
Il percorso verso Tokyo di Elena Micheli
L’azzurra, classe 1999, una delle grandi speranze dell’Italia per quanto riguarda le Olimpiadi di Tokyo. Anche perché, a dispetto della giovanissima età, si è già aggiudicata una medaglia importante, l’argento ai mondiali del 2019, con una prestazione maiuscola nell'equitazione e ben 1357 punti totali che infiammano il live betting!
Non male, per chi aveva da poco compiuto 20 anni. Un risultato che ovviamente l’ha lanciata verso i giochi a cinque cerchi, perché le ha garantito anche il pass per il Giappone.
Una bella soddisfazione, dopo che a Rio, quando di anni ne aveva appena 17, non ci è andata per un soffio. Come ha ammesso qualche anno dopo, sperava di riuscire a strappare una convocazione come riserva, ma il destino ha rimandato il suo appuntamento con la gloria olimpica di quattro anni.
Anzi, di cinque, perché ci si è messa di mezzo lo stop a tutte le attività nella primavera 2020. Che però non ha diminuito le speranze di Elena, che anzi, si presenta all’appuntamento più importante dell’anno con un anno in più di allenamento e di consapevolezza nei propri mezzi. Anche se, a guardare la sua bacheca personale, non è che gliene servisse altra.
La crescita della Micheli nella Polisportiva Lazio
Da quando è giovanissima, infatti, l’atleta prima della Polisportiva Lazio e poi dei Carabinieri, ha sempre dimostrato di poter competere ad altissimi livelli. Le olimpiadi, seppure quelle giovanili, le ha vissute nel 2013 con un buon dodicesimo posto. Poi ha cominciato a macinare risultati, sia individuali che di squadra.
Nel 2015 ha vinto i campionati europei Youth B e nel 2017 ai Mondiali Youth A è andata ancora meglio: per lei argento individuale e due ori, quello a squadre e quello nella staffetta mista. Una crescita, quella dell’atleta romana, che non si è fermata neanche nel 2018, quando ha conquistato l’oro ai campionati mondiali universitari di Budapest, seguito da quello ai mondiali Junior.
2019: l'anno della ribalta per Elena
L’anno migliore però resta il 2019, quando dalle categorie giovanili Elena Micheli è passata a competere stabilmente con le migliori al mondo. E i risultati non sono mancati, perché oltre al clamoroso argento ai mondiali sono anche arrivati anche due secondi posti agli Europei Junior (individuale e a squadre) e ottimi piazzamenti nelle gare di Coppa del Mondo, che l’hanno inserita di diritto tra le migliori atlete della sua disciplina e tra le possibili pretendenti a una medaglia a Tokyo.
E dire che l’obiettivo qualche anno fa era, per sua stessa ammissione, il 2020 o il 2024. Ma i passi da gigante fatti nelle ultime stagioni hanno permesso a Elena di puntare sempre più in alto. Del resto, il sostegno anche in famiglia non le è certamente mai mancato.
Due fratelli atleti!
Anzi, suo fratello Roberto, di due anni più vecchio, non solo ha fatto il suo stesso percorso, crescendo nella S.S. Lazio e poi passando ai Carabinieri, ma gareggia anche con lei nelle gare di staffetta mista.
Insomma, un vero e proprio destino quello dell’atleta romana, che partirà per il Giappone senza troppa pressione, perché si parla comunque ancora di una ragazza molto giovane, ma con la possibilità di stupire come ha già fatto in carriera.
Le medaglie olimpiche nel Pentathlon
Vero, le Olimpiadi sono state a lungo un semplice sogno nel cassetto, però sognare, come ha spesso dichiarato l’azzurra nelle sue interviste, non è mica reato. L’Italia nella sua storia olimpica conta sette medaglie nel pentathlon, con due ori nel 1984 (Daniele Masala nell’individuale, con Carlo Massullo terzo, e quello a squadre).
Ma da quando esiste la gara femminile, cioè da Sydney 2000, nessuna azzurra è mai andata a podio. Con Elena Micheli ed Alice Sotero, altra possibile underdog per le scommesse online però, mai dire mai…
*Le immagini dell'articolo sono entrambe distribuite da AP Photo.