Nella finale tutta inglese tra il Manchester City di Pep Guardiola e il Chelsea di Thomas Tuchel, i Ciziens non sono stati i primi, almeno nel nuovo millennio, debuttanti all’atto finale a vincere la coppa... 

Un qualcosa che, ancor prima dei ragazzi di Guardiola, hanno potuto raccontare, loro malgrado, il Paris Saint-Germain (2020), il Tottenham (2019), lo stesso Chelsea (2008), l’Arsenal (2006), il Monaco (2004), il Bayer Leverkusen (2002) e il Valencia (2000).

Finale con derby

Vittorie per Nazione

Record di pubblico

Esito dopo il novantesimo

Le finali senza gol

I record di Paolo Maldini

Kluivert il più giovane

Finale con derby

Non sarà il primo derby inglese, perché già le edizioni 2007/08 (Manchester United-Chelsea) e 2018/19 (Liverpool-Tottenham) hanno visto affrontarsi due squadre di Sua Maestà. Anche le spagnole hanno avuto i loro scontri fratricidi (Real-Valencia e ben due volte Real-Atletico Madrid), così come le tedesche (Bayern Monaco-Borussia Dortmund) e le italiane (Milan-Juventus).

Vittorie per Nazione

Quel che è certo è che a fine maggio l’Inghilterra arriverà così a quota 14 vittorie, facendo un passo verso la Spagna che domina a 18 e allontanandosi da Italia (12) Germania (8). Interessante notare come su 66 edizioni, compresa quella che si terrà il 29 maggio, quattro nazioni ne abbiano vinte 52, sfiorando l’80% di trionfi.

Lo straordinario gol di Bale a Kiev

Record di pubblico

Di record in una finale di Champions League se ne possono stabilire molti, anche se alcuni sono davvero imbattibili. Impossibile, per esempio, superare i 127mila spettatori che all’Hampden Park di Glasgow hanno assistito alla finale dell’edizione 1959/60, vinta dal Real Madrid contro l’Eintracht Francoforte.

Allo stesso modo, considerando che si farà di tutto per far accedere circa 10.000 supporters, non si potrà far peggio della finalissima di Lisbona dello scorso agosto, quando Bayern Monaco e PSG si sono affrontate in un’atmosfera spettrale in un match a porte chiuse.

Volendo invece escludere la finale dell’edizione 2019/20, la minor affluenza di pubblico c’è stata per la finale tra Bayern Monaco e Atletico Madrid nell’edizione 1973/74, la prima e unica che ha avuto bisogno di un replay per assegnare il trofeo. Alla seconda sfida, all’Heysel di Bruxelles, erano presenti soltanto 23325 spettatori.

Esito dopo il novantesimo

A proposito di prime storiche, i supplementari in finale fanno capolino nel 1958, sempre all’Heysel, nel 3-2 tra Real Madrid e il Milan. Per i rigori bisogna invece aspettare il 1984, quando all’Olimpico di Roma la sfida tra il Liverpool e i giallorossi padroni di casa si risolve dal dischetto.

Le finali senza gol

Da una finale di Champions League ci si aspetta spettacolo, ma non è sempre detto che vada così. Eppure ci vogliono addirittura quarant’anni prima di far registrare il primo 0-0 nei 120 minuti, quello tra Steaua Bucarest e Barcellona nell’edizione 1985/86.

In compenso, da allora ce ne sono stati altri tre: PSV-Benfica (1988), Stella Rossa-Marsiglia (1991) e Milan-Juventus (2003) con una partita senza gol difficile da pronosticare per le quote calcio.

È andata molto meglio nell’affollatissima finale di Hampden Park nel 1960, visto che Real-Eintracht 7-3 rappresenta sia la finale con più gol fatti (10), quella con il maggior numero di reti segnate da una squadra e anche una delle quattro sfide in cui qualcuno, pur segnando tre gol, non ha vinto il trofeo. 

I record di Paolo Maldini

Per quanto riguarda i calciatori, alcuni record sono insuperabili, altri un po’ meno. Il maggior numero di apparizioni in finale di Coppa Campioni/Champions League è appannaggio di due leggende: Paco Gento e Paolo Maldini, entrambi scesi in campo otto volte nella finalissima. Per quanto riguarda i gol fatti, altro ex-aequo tra due miti dei Blancos: Alfredo di Stefano e Ferenc Puskas, a segno ben 7 volte nell’ultimo atto.

Il Colonnello ungherese ha anche il primato per le reti in una singola finale, con un poker nell’ormai celebre match contro l’Eintracht nel 1960. C’è molta Italia invece quando si parla di longevità. Il calciatore più anziano a scendere in campo in una finale è Dino Zoff, che aveva 41 anni e 86 giorni quando la Juventus ha perso contro l’Amburgo nel 1983.

Il che rende DinoMito anche il finalista perdente più anziano. Il…vecchietto d’oro è invece Paolo Maldini, vincitore della Champions 2007 a 38 anni e 331 giorni.

E Paolino è anche il marcatore più attempato in una finale, considerando il suo gol nel 3-3 contro il Liverpool nel 2005 a 36 anni e 333 giorni, che gli vale anche il record per la rete più veloce in finale, dopo appena 50 secondi.

Kluivert il più giovane

La gioventù invece appartiene…al Benfica e all’Ajax. Il vincitore più giovane è il portoghese António Simões, che nel 1962 porta a casa la coppa e anche il record come finalista più precoce, a 18 anni e 139 giorni.

Il marcatore più giovane in una finale è invece Patrick Kluivert, che nel 1995 risolve Ajax-Milan ad appena 18 anni e 327 giorni, con i lanceri sfavoritissimi per le quote Champions. Un anno dopo tocca invece a Kiki Musampa, 18 anni e 307 giorni, diventare il più precoce finalista perdente.

Insomma, di primati a disposizione ce ne sono anche troppi. E chissà che Chelsea-Manchester City non sia importante solo per l’albo d’oro, ma anche per spedire qualcuno dritto nei libri dei record della Champions League!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 16 maggio 2021.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.