Nel corso della pratica sportiva uno degli infortuni peggiori che possano capitare è quello della FRATTURA DI TIBIA E PERONE. La Tibia e il Perone sono le due ossa lunghe della gamba che, parallele l’una all’altra, partono dal ginocchio, dove è presente l’articolazione con il femore, e arrivano al piede formando le articolazioni dei malleoli (che tutti conosciamo come caviglie).

 

Frattura tibia e perone cosa è e come può avvenire
In quali sport è più frequente la frattura di tibia e perone
Quali campioni hanno subito un infortunio simile
La frattura di tibia e perone nel calcio
Quali sono i tempi di recupero
 

Costituendo lo scheletro della gamba, il loro ruolo è fondamentale per la locomozione.

Frattura tibia e perone cosa è e come può avvenire

Sotto il punto di vista funzionale, le due ossa sono definite “solidali”, perché unite tra loro da una robusta struttura fibrosa chiamata membrana interossea. Anche se è possibile la frattura isolata di una delle due ossa, nella maggior parte dei traumi gravi, come avviene nella pratica sportiva, si realizza la contemporanea lesione dei due segmenti allo stesso livello o in zone distanti tra loro. In quel caso, si parla di frattura biossea o di frattura di gamba.

Generalmente questo tipo di lesione ossea può verificarsi per due cause primarie: quando si esercita sull’osso una pressione maggiore di quella che può sopportare, oppure quando l’osso viene sottoposto ad eccessivi stress rotazionali.

Nello specifico la doppia frattura di tibia e perone può essere provocata da un impatto ad alta energia, come potrebbe verificarsi in un incidente d’auto o cadendo con la moto, o da un impatto trasmesso attraverso delle rotazioni come spesso capita agli sportivi protagonisti di discipline che implicano molte torsioni o forze di taglio che avvengono sull’osso.

La frattura può avvenire senza allontanamento dei monconi, nel qual caso si indica col termine di  frattura composta, oppure dar luogo al loro spostamento, diventando scomposta. In quest’ultimo caso è molto probabile che alla lesione ossea si associ una ferita profonda dei tessuti molli con possibile esposizione o fuoriuscita dei capi ossei fratturati, realizzando il quadro della frattura esposta, che comporta di frequentemente immediate complicanze vascolari e neurologiche e a distanza quelle infettive. 

A seconda del tipo di trauma, dunque, il trattamento può essere “incruento”, come nel caso di fratture composte (ma anche in quello in cui il paziente abbia problemi tali da sconsigliare un intervento chirurgico) che vengono generalmente ridotte con l’applicazione di un gesso per allineare le ossa in maniera corretta e successivo tutore.

Ma anche estremamente “invasivo”, quando ci si trovi di fronte a fratture scomposte. In questi eventi più gravi si può utilizzare un fissatore esterno, come una barra, particolarmente indicato nel caso di esposizione della frattura, o un sistema di fissaggio interno, con chiodo endomidollare nella tibia, associato a viti o placche a seconda del caso specifico.

Nelle fratture esposte, poi, è alto il rischio delle complicazioni infettive, per cui si rende necessario rimuovere i tessuti gravemente danneggiati per ricorrere a trattamento antibiotico e, nei casi più importanti, a trapianti ossei e ai fattori di crescita ossea.

In quali sport è più frequente la frattura di tibia e perone

Nell’attività sportiva sono molto frequenti questo tipo di fratture per l’alto rischio di traumi diretti o traumi indiretti.

Tutte le attività sportive dinamiche espongono al rischio delle fratture di gamba, ma le più frequenti statisticamente sono il motociclismo, il ciclismo, il calcio, gli sport invernali. E infatti sono centinaia i casi di infortuni del genere, talvolta con risvolti drammatici che hanno provocato lo stroncarsi di una carriera, ma anche spesso con recuperi che hanno avuto del clamoroso. 

In presenza di una frattura di tibia e perone, i tempi variano generalmente dalle sei settimane ai 3 mesi, in caso di frattura composta, e dai 4 ai sette mesi nei casi in cui si sia reso necessario l’intervento chirurgico.

Molto in ogni caso dipenderà dalla qualità della riabilitazione sia per quanto riguarda la struttura muscolare, che il recupero di una fluida mobilità a livello articolare. Ma un fattore determinante risulta anche quello psicologico, in particolare la capacità di sopportazione del dolore, spesso alla base di guarigioni lampo che sorprendono gli stessi medici.

Quali campioni hanno subito un infortunio simile

Esempio lampante quello di Valentino Rossi, il leggendario DOTTORE che ha lasciato le corse al termine dell’ultimo Motomondiale e che tra i tanti record e primati firmati in sella alla sua numero 46 in carriera, ne ha inanellato altri due difficilmente replicabili: vittima per due volte della frattura di tibia e perone, Valentino impiegò 41 giorni nel 2010 e soli 22 nel 2017 per tornare alle corse, quando cancellò per un giorno il primato di De Puniet, che ne aveva attesi 23.

Valentino rinfranca il suo pubblico!

Un caso più unico che raro, frutto proprio della grande capacità di sopportazione del dolore e della determinazione di tornare alla normalità da parte del campione romagnolo, perché, come spiegato dai suoi medici, la guarigione biologica non conosce comunque sconto di tempi: il callo osseo per formarsi ha bisogno di almeno novanta giorni. Come a dire che Rossi corse in entrambe le occasioni ancora da fratturato.

A proposito di due ruote, nel ciclismo, l’esempio più recente di frattura di tibia e perone è stato quello di Davide Rebellin, che ancora in piedi sui pedali a 50 anni suonati, è caduto durante il Memorial Pantani infortunandosi gravemente e ponendo fine alla sua longeva carriera.

La frattura di tibia e perone nel calcio

Il calcio poi è purtroppo pieno di eventi del genere, restati nella memoria collettiva per le immagini cruente che spesso li hanno accompagnati e talvolta per le loro nefaste conseguenze.

Tra i più “inguardabili” quelli degli sfortunatissimi David Busst del Coventry e di Lassissi della Roma: nel caso dell’inglese, la frattura scomposta di tibia e perone gli costò 26 interventi chirurgici e il rischio di amputazione della gamba, non solo, compagni e avversari che assistettero a quella scena, ricorsero all’aiuto degli psicologi per superare il trauma; in quello dell’ivoriano, appena approdato in giallorosso, se ne videro di ancor più incredibili, con il rifiuto da parte del giocatore delle cure ospedaliere per affidarsi a dei riti vodoo che lo portarono sostanzialmente alla fine della carriera.

Storie a lieto fine sono stata invece quelle del croato-brasiliano Eduardo dell’Arsenal, vittima di una frattura scomposta di tibia e perone contro il Birmingham e rientrato esattamente dodici mesi dopo firmando una doppietta al Cardiff, in un 4-0 dei Gunners nel replay da favoriti per le scommesse del quarto turno della FA Cup; quella del francese Djibriil Cissè, che ne subì addirittura due, una alla gamba destra e una a quella sinistra con le maglie del Liverpool e della Francia, eppure tornato in campo, indossando anche la maglia della Lazio; quelle dello svedese Larsson e del gallese, ora juventino, Ramsey, rientrati a nove mesi di distanza.

Ramsey ai tempi dell'Arsenal

 

Quali sono i tempi di recupero

Sette infine ne ha impiegati l’ancora giovane Federico Mattiello, attualmente di proprietà dell’Atalanta, scuola Juve e che con la maglia del Chievo dopo uno scontro con Nainggolan riportò, durante uno 0-0 nel 2015 a sorpresa per le quote calcio, una frattura esposta prima di un prodigioso recupero ultimato in soli sette mesi.

La paura in campo a Verona!

[In Italia, le strutture più indicate e qualificate per casi del genere sono suggerite dallo stesso Ministero della Salute, che consiglia di rivolgersi a quegli Istituti, indicati solitamente dal “semaforo verde”, che effettuino l’intervento chirurgico per “frattura di tibia/perone" entro 4 giorni dal momento del ricovero.

(Tra i più qualificati in Italia, Paese di eccellenze ortopediche, troviamo i CTO di Torino e Milano, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Ospedale Maggiore Pizzardi di Bologna, l’APSS di Trento ecce cc).

*Il testo dell'articolo è stato redatto da Marco Netri; le immagini sono di AP Photo.

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