In qualsiasi sport, essere il giudice di gara non è mai semplice. Quando c'è da prendere una decisione, la quasi certezza è quella di scontentare sempre una delle parti in causa, anche se il direttore di gara è assolutamente convinto di essere nel giusto.

Il ruolo del giudice di sedia

L'evoluzione del giudice con la tecnologia

Quando l'arbitro dà il warning

Il badge che certifica il giudice

McEnroe, Serena e gli altri

E persino in uno sport con una “etichetta” come il tennis non si sfugge da questa situazione. Per quanto, soprattutto nei tornei importanti, i tennisti e il pubblico siano tenuti a mantenere un comportamento educato, non mancano mai le scene in cui qualcuno in campo o dagli spalti non fa quello che dovrebbe. Ed è anche in quel momento che la massima autorità sul campo, il giudice di sedia, è tenuto a intervenire.

Il ruolo del giudice di sedia

In realtà, al netto delle contestazioni, il ruolo del giudice di sedia sarebbe abbastanza semplice: assegnare il punto e chiamare il risultato tra uno scambio e l’altro.

Di solito, almeno prima dei grandi sconvolgimenti che hanno colpito il mondo dello sport e non solo negli ultimi due anni, ad assisterlo ci sono anche dei colleghi, i giudici di linea, che vengono assegnati a una determinata linea del campo e decidono se la pallina è finita dentro o fuori.

Un giudice di sedia

Il giudice di sedia però ha anche il potere di cambiare la decisione del giudice di linea, qualora ritenesse di aver visto meglio, nonché di scendere dalla sua sedia e di verificare personalmente (almeno sulla terra battuta, che dà questa possibilità) il punto di impatto della pallina con il terreno.

L'evoluzione del giudice con la tecnologia

Grazie alle novità tecnologiche, ora è possibile, soprattutto nei tornei del Grande Slam, che il giudice di sedia sia solo in campo, potendo contare sul giudice di linea elettronico, basato sulla tecnologia HawkEye in tempo reale. A questo proposito, il primo grande torneo disputatosi senza giudici di linea è stato l'Australian Open 2021, vinto da Djokovic favorito per il tennis scommesse una procedura che poi è stata imitata altrove e replicata a Melbourne anche nell’edizione 2022.

Una chiamata dell'occhio di falco!

Ma l'attività del giudice di sedia non è limitata a chiamare dentro o fuori la pallina, bensì prevede che si controlli e si gestisca ogni singola attività in campo.

Spetta infatti a lui verificare che il tennista in battuta non faccia fallo di piede, chiamare il let o il fallo nel servizio, ma anche far sì che al termine di un game, di un set o di una partita vengano seguiti i protocolli stabiliti dalla International tennis Federation, soprattutto quelli che riguardano le tempistiche tra un punto o tra game e l’altro, l’intervento dei fisioterapisti e persino le pause per permettere ai giocatori di andare in bagno. Al termine del match, poi, tocca al giudice di sedia compilare la score-card, la memoria storica scritta dell’incontro. 

Quando l'arbitro dà il warning

In caso di infrazione volontaria o di contestazione da parte dei giocatori, poi, il giudice di sedia ha la possibilità di assegnare un warning, avvisando che alla prossima violazione scatterà la perdita di un punto. A proposito, il giudice di sedia deve anche verificare l'assenza di coaching, ovvero la possibilità che gli allenatori dei tennisti diano indicazioni ai loro atleti durante il match.

Nadal riceve un warning

Questo, secondo le regole ATP (che valgono anche per i tornei degli Slam femminili, a differenza degli altri, gestiti dalla WTA), è permesso soltanto nei momenti in cui il match è sospeso, altrimenti c'è la possibilità del warning e del penalty point anche per il coaching. A dimostrarlo c’è il celebre caso di Serena Williams agli US Open del 2018, in cui la statunitense se l’è presa con il giudice di sedia… nonostante il suo stesso coach, al termine della partita, avesse chiaramente ammesso di aver superato i limiti regolamentari.

Se nel primo secolo di vita del tennis il giudice di sedia è sempre stato un'autorità quasi sacra, da rispettare in ogni momento, negli ultimi decenni le cose non sono andate esattamente così.

A partire da quando John McEnroe discuteva costantemente con il giudice di sedia (scandalizzando la maggior parte dei tifosi perché di solito non si vedevano scene simili), gli scambi di opinione anche piuttosto accesi sono diventati la normalità sui campi da tennis. Ma le discussioni non avvengono solamente con chi è in campo, bensì anche con chi è sugli spalti. Il giudice di sedia può infatti decidere di allontanare qualcuno dalle tribune, nel caso non rispetti il silenzio durante la partita o se sia molesto nei confronti dei giocatori.

La decisione di…espellere un tifoso può essere spontanea da parte del giudice di sedia, ma anche richiesta dal tennista che sente di essere stato continuamente infastidito dal suo comportamento.

Il badge che certifica il giudice

La certificazione per diventare giudice di sedia viene conseguita nella propria nazione ed è stabilita secondo una serie di categorie chiamate badge. Il badge bianco permette di arbitrare una partita nella propria nazione o con ufficiali della propria lingua e non cambia per la tipologia di giudice (sedia o linea).

Quelli successivi, bronzo, argento e oro, sono invece certificati internazionali che permettono agli ufficiali di arbitrare nei tornei del tour mondiale della ATP e della WTA, quelli che seguiamo anche con le scommesse live per capirci, in match di Coppa Davis e Fed Cup e soprattutto i tornei del Grande Slam.

Zverev questa volta protesta agli Internazionali!

Esattamente come accade ai tennisti, anche i giudici di sedia possono entrare nella storia, come nel caso del signor Mohamed Lahyani. Lo svedese ha avuto la fortuna (o forse sarebbe il caso di dire la sfortuna) di essere il giudice di sedia di uno dei match più leggendari della storia della disciplina, quello che si è tenuto a Wimbledon nel 2010 tra John Isner e Nicolas Mahut. A lui è toccato il compito di gestire i tempi e le sospensioni della partita più lunga della storia del tennis, considerando che il match è durato tre giorni per un totale di undici ore e cinque minuti.

E soprattutto si è dovuto sobbarcare la lunghissima (e dettagliata) score-card, che è venuta lunga sette pagine, cinque delle quali dedicate a un quinto set terminato 70-68. 

McEnroe, Serena e gli altri

L'inglese Alison Hughes!

Altri due arbitri di sedia che sono nella leggenda sono il portoghese Carlos Ramos e l’inglese Alison Hughes, che durante la loro carriera hanno avuto la possibilità di dirigere la finale di un singolare di ogni torneo del Grande Slam.

E anche a loro, ovviamente, non sono mancate le polemiche, considerando che il lusitano era il giudice di sedia con cui ha litigato Serena Williams, mentre la britannica ha avuto modo di discutere con Novak Djokovic o con Karolína Plíšková per dei warning non tanto apprezzati. Onori…e oneri di essere tra i migliori al mondo nel proprio lavoro!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.