A partire dalla metà degli anni Sessanta, la UEFA ha dato vita a una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda le competizioni a eliminazione diretta.

Nella stagione 1965/66 il massimo organo continentale decide infatti che a partire dall’annata 1967/68 nelle coppe europee sarà introdotta una nuova regola, che in caso di assoluta parità tra due squadre al termine di un match andata e ritorno a passare è quella che ha segnato più reti in trasferta.

Perché il gol in trasferta valeva doppio

I concetti che stanno dietro questa decisione sono due. Il primo è legato al calendario e alla necessità di ridurre il numero delle gare. All’epoca infatti quando due squadre terminavano in parità un doppio confronto si giocava una terza gara e non era neanche detto che quest’ultima riuscisse a stabilire chi avrebbe passato il turno.

Dunque, così facendo la necessità della ripetizione si limitava ai confronti terminati con lo stesso numero di gol in entrambe le gare (esempio, 1-1 e 1-1).

L’altro motivo che ha spinto la UEFA a creare questa regola era più che altro una speranza, quella che le squadre in trasferta, spinte dall’idea di un gol che poteva valere di più, fossero più aggressive nelle partite giocate lontano dalle mura amiche, invece che difendersi e poi giocarsi tutto nella partita in casa.

La regola entra dunque in vigore nella stagione 1967/68, ma all’inizio è valida solo fino agli ottavi di finale delle coppe europee. Dunque, buon per il Benfica, che diventa la prima a beneficiarne quando nel primo turno di Coppa dei Campioni la squadra portoghese elimina gli irlandesi del Glentoran pareggiando in Irlanda 1-1 con gol di Eusebio e in Portogallo 0-0.

Va decisamente meno bene alla Roma, che nella Coppa delle Coppe 1969/70 termina la semifinale contro i polacchi del Gornik Zabrze sul 3-3. In teoria passerebbero i giallorossi, visto l’1-1 all’Olimpico e il 2-2 in Polonia, ma, in quell'edizione, per le semifinali c’è bisogno dello spareggio. Che termina di nuovo in parità, costringendo l’arbitro al lancio della monetina, vinto dai polacchi.

E tanto per aggiungere la beffa al danno, proprio dalla stagione successiva la regola viene estesa a tutti i turni delle competizioni europee, compresa la finale nel caso della Coppa delle Fiere e successivamente della Coppa UEFA, visto che nel terzo torneo continentale l’ultimo atto si giocava con partite di andata e ritorno.

Quando il gol fuori casa è stato decisivo

Da allora la regola dei gol in trasferta ha deciso parecchie partite, alcune delle quali sono entrate della storia del calcio italiano ed europeo. Ed è meglio partire proprio dalla Coppa UEFA, che fino all’edizione 1996/97, l’ultima con la doppia finale, è quella che permette di decidere il vincitore usando questa norma.

I club italiani e la regola del gol in trasferta

La prima squadra ad approfittarne è proprio un’italiana, la Juventus, che vince l’edizione 1976/77 contro gli spagnoli dell’Athletic Bilbao. L’andata a Torino termina 1-0 e ai bianconeri basta perdere 2-1 al San Mames per aggiudicarsi il primo trofeo europeo della sua storia.

Anche l’edizione 1979/80 viene decisa dalla regola dei gol in trasferta, con la finale tutta tedesca tra Eintracht Francoforte e Borussia Mönchengladbach vinta dalle Aquile, che perdono 3-2 a Mönchengladbach e a Francoforte segnano al minuto 81 il gol dell’1-0 che vale la coppa.

Nell’edizione 1991/92 sono i gol in trasferta a spezzare il sogno del Torino. I granata, con in panchina Emiliano Mondonico, affrontano in finale l’Ajax di Louis van Gaal. L’andata al Delle Alpi termina 2-2, ma al ritorno ad Amsterdam il Toro non riesce ad andare oltre lo 0-0, vedendo così la coppa finire in mano ai Lancieri.

Quella tra Torino e Ajax è l’ultima finale di Coppa UEFA decisa dai gol fuori casa, ma c’è modo per le italiane di soffrire anche nei turni precedenti.

Blind con la Coppa Uefa

Emblematico è il caso di Roma-Slavia Praga nell’edizione 1995/96. I giallorossi perdono in Repubblica Ceca per 2-0, ma ribaltano il risultato nella Capitale, arrivando ai supplementari e poi segnando addirittura il 3-0. Ci pensa però Vavra a realizzare il 3-1, consentendo ai cechi di passare il turno. 

Anche la Coppa dei Campioni ha avuto qualche caso importante. Come quello della Juventus, che nella strada per la finale 1972/73 (poi persa contro l’Ajax) ha bisogno dei gol fuori casa per passare i quarti contro gli ungheresi dell’Ujpesti Dosza,

Va anche meglio al Liverpool, che vince l’edizione 1980/81 dopo aver raggiunto la finale contro il Real Madrid battendo il Bayern Monaco proprio grazie alle reti in trasferta. Per non parlare del cammino del Barcellona nell’edizione 1985/86, terminato nella finale persa ai rigori contro la Steaua Bucarest, ma cominciato con primo e secondo turno vinti entrambi con i gol in trasferta contro Sparta Praga e Porto.

E che dire del PSV che fa il Triplete nel 1988? Stile Boca 2023, gli olandesi vincono la Coppa dei Campioni pareggiando tutte le ultime cinque partite, trionfando ai rigori in finale e passando sia ai quarti che in semifinale con un gol fuori casa e uno 0-0 a Eindhoven.

E persino la Champions League, pur con il suo sistema a gironi che riduce i match a eliminazione diretta, regala incroci decisi dalle reti in trasferta.

Il derby di Milano e la magia di Iniesta a Londra

Quello che forse resta più nella memoria dei tifosi italiani è il derby tra Milan e Inter nella semifinale della Champions 2002/03, con lo 0-0 nel match in cui in casa giocavano i rossoneri e l’1-1 del ritorno, che ha spedito la squadra di Ancelotti a Manchester per la finale vinta contro la Juventus.

Ma c’è anche un’altra semifinale, quella tra Barcellona e Chelsea dell’edizione 2008/09, con lo 0-0 al Camp Nou e l’1-1 a Stamford Bridge che permette ai blaugrana di prenotare il volo per Roma, dove vinceranno, da favoriti per le scommesse calcio, coppa e Triplete contro il Manchester United.

Iniesta colpisce la palla dell'1-1!

La regola dei gol in trasferta in Coppa Italia

La regola dei gol in trasferta è stata utilizzata anche in competizioni nazionali, come per esempio la Coppa Italia quando i turni prevedevano partite di andata e ritorno.

Il che valeva anche per la finale, come dimostrano un paio di casi. Il primo è l’edizione 1991/92, vinta dal Torino in virtù del 5-2 subito a Roma dai giallorossi a fronte della vittoria per 3-0 in casa.

Anche il Parma ha sfruttato la regola in ben due occasioni, prima nell’edizione 1998/99 contro la Fiorentina, pareggiando 1-1 in casa e poi 2-2 a Firenze per sollevare il trofeo, e poi in quella 2001/02, con la sconfitta per 2-1 a Torino contro la Juventus di Marcello Lippi, con Nakata ad accorciare le distanze nel recupero e la vittoria al Tardini per 1-0.

Nella gara di ritorno, al 3' del primo tempo ad essere decisivo è il sinistro di Junior, primo ed unico marcatore anche per le scommesse sportive!

Nakata con la maglia del Parma

Poi, con il ritorno alla finale a partita unica, la norma è stata usata solo nei turni rimasti doppi e infine cancellata nell’edizione 2022/23, un anno dopo che la UEFA l’ha eliminata dalle coppe europee.

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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.