Roberto Mancini non è solo un grande allenatore ed uno straordinario commissario tecnico: ci viene da sorridere nell'evidenziare che Mister 541 (come le presenze sui campi di Serie A, collezionate per lo più in stagioni nelle quali le squadre disputavano 30 partite di campionato e non 38 come oggi) è stato un calciatore meraviglioso, unico nel suo genere di "attaccante rifinitore".

Zero presenze per Baggio agli Europei

L'Italia di Roberto Mancini e Gianluca Vialli

Europei 1988: formato, partecipanti e gironi

Italia - Germania Europei 1988

Le partite dell'Italia agli Europei 1988

La finale degli europei 1988 

Gli scudetti con la Samp e la Lazio non spiegano fino in fondo il livello tecnico del Mancio: parliamo di un calciatore incredibile, sicuramente nei top 5 in una lista che, per continuità di prestazioni, comprende sicuramente l'altro Roberto che, paradossalmente ha vinto meno in Italia nonostante la militanza con le squadre strisciate e le due bandiere rossonere Paolo Maldini e Franco Baresi.

Zero presenze per Baggio agli Europei

Baggio, rispetto all'allenatore che fece sognare il City ben prima di Guardiola, vanta sicuramente un curriculum migliore per quanto riguarda la Nazionale italiana, in particolare per i gol realizzati in sequenza nella fase ad eliminazione diretta dei Mondiali statunitensi.

Se tra Italia '90 e, appunto, USA '94 diventò il calciatore più famoso del Pianeta, il Divin Codino, incredibilmente, non ha mai giocato con la maglia Azzurra un minuto in un campionato europeo: nel 1988 non fu convocato perché troppo giovane, nel 1992 non ci qualificammo per il palo di Rizzitelli contro l'URSS, nel 1996 Arrigo Sacchi aveva idee tattiche diverse sulla composizione del tandem d'attacco.

L'Italia di Roberto Mancini e Gianluca Vialli

Proprio negli spettacolari Europei del 1988 in Germania, allora Germania Ovest, il nostro Roberto, Mancini, è il leader indiscusso dell'Italia giovane, frizzante e rispettata da tutte le avversarie.

Prima di raccontare il blocco granitico che fece innamora gli italiani, dobbiamo fare un passo indietro, anche a livello di selezioni di Coverciano: la Nazionale A ed il suo allenatore, infatti, si formano nella Under 21 più forte di sempre, sconfitta, nella finale che in quel momento si disputava in 180’ contro la Spagna, ai calci di rigore dagli iberici guidati da Martin Vazquez!

Azeglio Vicini, tecnico federale per eccellenza, nel momento della meritata promozione alla panchina della nazionale maggiore sceglie di continuare a puntare su Mancini e Vialli, entrambi classe 1964: sono proprio i gemelli del gol blucerchiati, rispettivamente con i numeri 18 e 20, visto che le maglie, ad eccezione della 1 e della 12 erano assegnate per rigoroso ordine alfabetico, a guidare la spedizione azzurra in Germania. 

Europei 1988: formato, partecipanti e gironi

La formula del massimo torneo continentale era completamente diversa a quella introdotta per Francia 2016 e confermato per Euro 2020: le nazionali qualificate sono solo otte, divise in due gironi e non c’è spazio neanche per la Francia campione in carica. La prima classifica di ciascun gruppo sfida la seconda dell’altro in semifinale.

Il sorteggio per l’Italia è complicato: nel gruppo A c’è proprio la Spagna di Emilio Butragueno, la temibile Danimarca di Michelino Laudrup e Preben Elkjaer Larsen, entrambi Campioni d’Italia da protagonisti nelle ultime stagioni con Juve e Verona ed i padroni di casa, vice campioni del Mondo, capitanati da Lothar Matthaus, favoriti per quelle che sarebbero state le scommesse online dell’epoca!

L'esultanza di Marco Van Basten a Monaco

Il girone B sulla carta sembra più facile: c'è l'ambiziosa Inghilterra, la cenerentola Irlanda, l'URSS tutto da scoprire e l'Olanda del calcio totale 2.0.

Italia - Germania Europei 1988

Anche il calendario inizia in salita in una competizione nella quale al primo errore, in pratica, sei eliminato dal discorso qualificazione: agli azzurri l’onore della gara inaugurale contro la Germania Ovest il 10 giugno 1988 a Dusseldorf.

Il coefficiente di difficoltà della partita è altissimo: Franz Beckenbauer sceglie una formazione a trazione anteriore con uno straordinario tridente offensivo, formato da Pierre Littbarski alle spalle di due attaccanti del calibro di Rudi Voeller e Jurgen Klinsmann.

La serata per la retroguardia azzurra, rectius, rossonerazzurra, visto che è composta interamente da difensori di Milan ed Inter, portiere compreso, si annuncia lunga e pericolosa in un vestito a festa: lo Zio Bergomi prende in consegna il suo futuro compagno di squadra, mentre Ferri si occupa del centravanti che spaventò l’Argentina di Maradona con la rete del provvisorio 2-2 a Città del Messico.

Nessuna rete all'intervallo, nonostante un'occasione di platino per Vialli in contropiede. Dopo una manciata di minuti dall'inizio della ripresa, un'azione insistita sulla destra di quel fenomeno che è stato Roberto Donadoni viene capitalizzata da un destro in diagonale di Roberto Mancini che ammutolisce l'intero stadio!

Con la sua meravigliosa esultanza solitaria, Walter Zenga, dall’altra parte del campo, proprio quella sera di un’estate teutonica, sdoganò una qualità della quale si pensava che gli estremi difensori potessero fare a meno: la passionalità! 

La partita terminerà in parità per un calcio di punizione a due in area, assegnato troppo benevolmente dall'arbitro ai padroni di casa e trasformato con un sinistro chirurgico da Andreas Brehme.

Le partite dell'Italia agli Europei 1988

Con l'entusiasmo di un esordio importante nel match potenzialmente più difficile del girone, gli Azzurri superano in rapida successione le successive due partite del raggruppamento A: 1-0 alla Spagna con lo splendido gol di Gianluca Vialli che, sfruttando, una finta del neoentrato Altobelli, supera la marcatura di Sanchis e batte inesorabilmente il Mito Zubizarreta.

Curiosità per gli appassionati di pronostici calcio: tutte le reti degli Azzurri agli Europei 1988, comprese quelle di Altobelli e De Agostini nell'incontro vinto per 2-0 contro la Danimarca vengono realizzate nel secondo tempo.

L'avventura dell'Italia si chiude contro l'ingiocabile URSS di Valeriy Lobanovskyi. Lytovchenko apre le marcature con un'azione personale dopo un'ora di gioco; Oleg Protasov spegne le speranze di rimonta dell'Italia un paio di minuti più tardi con un sinitro fortunoso che diventa imparabile per l'incolpevole Zenga.

La finale degli europei 1988

La finale, il 25 giugno 1988, il torneo con quella formula, infatti, durava poco più di due settimane, all'Olympiastadion di Monaco sarà ricordata per una delle reti più belle della storia del calcio; il gesto tecnico, per distacco, più iconico realizzato in una finale, senza nulla togliere allo Zidane di Glasgow!

Ruud Gullit segna il suo primo gol del torneo alla mezzora con un potente colpo di testa a pochi passi da Dasaev; la volée di Marco Van Basten, con la maglia numero 12 orange, che vale il raddoppio non ha bisogno decisamente di parole!   

*L'immagine centrale è di Carlo Fumagalli (AP Photo). 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.