Per quanto possa suonare incredibile, i successi della pallavolo italiana da 35 anni a questa parte sono anche merito…di un argentino. Del resto, i palmares parlano chiaro: il volley tricolore ha iniziato a diventare grandissimo quando da queste parti si è trasferito il signor Julio Velasco, nato a La Plata nel 1952.

Il suo approdo nel Belpaese, prima nei club e poi alla guida della nazionale maschile, ha dato il via all’epoca d’oro della pallavolo italiana e lo ha reso uno dei tecnici più celebri della storia della disciplina.

La leggendaria Panini Modena di Velasco

Gli esordi di Velasco in panchina sono legati al club argentino Ferro Carril Oeste, che porta a quattro campionati argentini vinti di fila tra il 1979 e il 1982. A scoprire questo talento della pallavolo è il Volley Club Jesi, che lo porta in Italia.

Alla guida della squadra marchigiana, il tecnico sfiora una clamorosa promozione in Serie A1.

Ma ancor più clamoroso è il periodo passato a Modena. La Panini, uno dei club più importanti d’Italia, gli dà la possibilità di allenare alcuni giocatori molto giovani che poi formeranno l’ossatura della nazionale della “Generazione di Fenomeni”.

E i risultati sono immediati, perché Modena vive un periodo di splendore sportivo mai visto: quattro scudetti consecutivi, tre Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e ben tre finali di Coppa dei Campioni, trofeo che gli emiliani però non riescono mai a portare a casa.

Velasco alla guida della Nazionale di Volley

Ci vuole poco perché il “mago” Velasco finisca sulla panchina della nazionale italiana, che fino ad allora aveva ottenuto qualche buon risultato (un argento mondiale con Carmelo Pittera e un bronzo olimpico con Silvano Prandi), ma che si trasforma immediatamente nella selezione più forte del mondo.

Grazie alla presenza in squadra di un gruppo di giocatori di talento enorme (tra tutti si possono segnalare Lorenzo Bernardi, Andrea Gardini, Andrea Giani, Luca Cantagalli e Andrea Zorzi), l’Italia diventa la squadra da battere in tutte le competizioni. E sono in pochi gli avversari che ci riescono.

Gli Azzurri cominciano a vincere nel 1989, portando a casa il campionato europeo e l’argento nella Coppa del Mondo, arrendendosi solo a Cuba. Nel 1990 però non ce n’è per nessuno, con la squadra di Velasco che vince il Campionato Mondiale in Brasile, prendendosi la rivincita sui caraibici, nonché la neonata World League.

Nel 1991 arriva la seconda World League e un argento europeo, dopo la finale persa contro l’Unione Sovietica.

Velasco e le Olimpiadi

Il 1992 è l’anno dell’appuntamento olimpico, ma a Barcellona l’Italia di Velasco delude, uscendo ai quarti di finale contro i Paesi Bassi e mancando l’appuntamento con le medaglie. L’unica soddisfazione di quell’annata è la terza vittoria consecutiva nella World League.

Nel 1993 arriva il ritorno sul trono continentale, con l’Europeo vinto proprio contro i Paesi Bassi. Stavolta in World League c’è solo un bronzo, ma basta aspettare il 1994 per vincerla di nuovo, assieme al bis nei campionati mondiali, ancora una volta battendo all’ultimo atto i Paesi Bassi.

Il 1995 è un anno trionfale per Velasco e i suoi, perché oltre alla quinta World League ci sono anche le vittorie in Coppa del Mondo e il terzo campionato europeo, neanche a dirlo, battendo in finale i Paesi Bassi. A Velasco ormai manca solamente un obiettivo da raggiungere, ovvero l’oro olimpico.

Atlanta 1996 è il teatro di una delle finali più belle di sempre nella pallavolo a cinque cerchi, anche per le scommesse live. A sfidarsi, e non potrebbe essere altrimenti, sono l’Italia e i Paesi Bassi. Ma, come già successo quattro anni prima, a imporsi in cinque lunghissimi set sono gli olandesi, che portano a casa l’oro e lasciano agli Azzurri un argento quanto mai amaro.

Si tratta dell’ultimo atto dell’Italia di Velasco, perché dopo sette anni il CT lascia la panchina azzurra, chiudendo con l’argento alla World League, di nuovo perdendo al quinto set contro i Paesi Bassi. La sua avventura alla guida della nazionale si chiude con 13 trofei vinti (2 mondiali, 3 europei, 5 World League, una Grand Champions Cup, una World Top Four e una World Super Challenge).

L'idea del Club Italia

Tra il 1997 e il 1998 Velasco passa ad allenare la nazionale femminile, con risultati non positivi ma con un’intuizione destinata a lasciare il segno anche sulla pallavolo italiana in rosa: la creazione del Club Italia.

Il CT propone di istituire una squadra federale in cui far militare le giovani giocatrici più promettenti, dando loro spazio e aiutandole nello sviluppo del loro gioco. Esperimento riuscito, perché nel Club Italia hanno militato pallavoliste destinate a scrivere pagine importanti in azzurro come Elisa Togut ed Eleonora Lo Bianco, che qualche anno dopo trascineranno l’Italia alla vittoria mondiale.

Velasco nel calcio

La fama di Velasco come uomo di sport è talmente vasta che all’argentino arrivano anche offerte per provare un’avventura lontana dalla rete e dal parquet.

Dunque nel 1998 l’ex CT azzurro diventa direttore generale della Lazio di Sergio Cragnotti, ruolo mantenuto per tutta la stagione 1998/99, quella in cui il club biancoceleste vince la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Italiana, sfiorando lo scudetto.

Nel 2000 invece a Velasco arriva l’incarico di guidare l’area fisco-atletica dell’Inter per volontà del presidente Massimo Moratti.

Dopo questo stop di qualche anno, l’argentino torna alla pallavolo e passa a guidare un’altra nazionale, quella della Repubblica Ceca, senza ottenere risultati.

A 70 anni Velasco resta Mago

Nel 2003 è di nuovo allenatore di un club, a Piacenza, portando il club alla finale scudetto, mentre nel 2004 c’è il grande ritorno a Modena dopo quindici anni, durato due stagioni ma senza soddisfazioni. Nel 2006 si trasferisce a Montichiari, riportando la Gabeca ai playoff dopo un lustro.

Nel 2008 Velasco accetta l’offerta della nazionale spagnola, guidata fino al 2011, quando l’argentino passa a quella iraniana, con cui torna a vincere, centrando per ben due volte il trionfo ai Giochi Asiatici.

Velasco con la Spagna!

Ormai sul curriculum manca…solo una nazionale, ovvero quella argentina, di cui era stato vice allenatore agli inizi della carriera. E anche con la selezione di casa sua Velasco va a segno, portando l’Albiceleste a imporsi ai Giochi Panamericani del 2015.

Il suo ultimo trofeo vinto in ordine di tempo è la Supercoppa Italiana, vinta, da sfavorito per le scommesse sportive, nel 2018 durante il suo terzo periodo a Modena.

E ora, dopo aver passato un quadriennio in federazione, Velasco a oltre 70 anni si è di nuovo preso una panchina, quella della squadra femminile di Busto Arsizio.

Dunque, non ci sarebbe da stupirsi se il palmares del mago di La Plata dovesse aumentare a breve…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.