Da quando la marcatura a zona ha preso piede nel calcio mondiale, il ruolo del libero è andato progressivamente scomparendo. Certo, c’è comunque stato qualche caso di squadra che giocando un calcio molto…vecchio stile è riuscita a trionfare, come la Grecia nel pazzesco europeo 2004.

Gli inizi del Blanc calciatore

Blanc tra Ligue 1, A, Premier e Liga

Laurent Blanc con i Blues

Il Manager Blanc

Ma guardando al pallone degli ultimi vent’anni, è evidente come di calciatori che giochino qualche metro dietro dei compagni di reparto, gestendo la difesa e facendo ripartire la manovra, non ce ne siano più. Il ruolo è stato assorbito dalle nuove tipologie di difensori centrali e di liberi veri e propri non se ne vedono. L’ultimo di una grande scuola, dunque, resta il francese Laurent Blanc.

Gli inizi del Blanc calciatore

Nato nel 1965 ad Alès, Blanc comincia la sua lunga e vincente carriera nel 1983 al Montpellier, ma non in difesa. Il francese nasce infatti come centrocampista offensivo, che grazie a un fisico imponente riesce a trovare con facilità la via della rete nella Seconda Divisione transalpina. Anzi, la squadra dell’Occitania viene promossa in Ligue 1 nel 1987 grazie all’importantissimo contributo di Blanc, che segna 16 gol in campionato e 20 in tutte le competizioni.

La prima stagione nella massima serie è funestata da un infortunio alla gamba, che però non gli impedisce di diventare campione d’Europa Under-21 con la nazionale. Ma al ritorno da quello stop, la carriera di Blanc cambia radicalmente. L’ex allenatore Mezy, ora diventato direttore tecnico del Montpellier, gli consiglia di perdere qualche chilo, ma soprattutto di arretrare il suo raggio d’azione.

Con i suoi mezzi fisici, il francese può diventare un libero perfetto. E infatti va così, con Blanc che nelle sue ultime tre stagioni allo Stade de la Mosson gioca proprio dietro la linea degli altri difensori. Non che offensivamente i suoi numeri cambino troppo, perché arrivano 48 reti in tre anni. E sorprende ma non troppo pensare che Blanc sia tuttora il miglior marcatore della storia del Montpellier, con 84 gol, tra cui quello che vale la vittoria della Coppa di Francia nel 1990.

Blanc tra Ligue 1, A, Premier e Liga

Nel 1991 il difensore tenta l’avventura in Serie A, firmando con il Napoli. Nonostante ottime prestazioni, il francese decide di tornare in patria dopo appena una stagione, prima accettando l’offerta di un prestito al Nimes e poi venendo ceduto definitivamente al Saint-Etienne.

La permanenza in Ligue 1 dura fino al 1996, quando Blanc, che nel frattempo era passato all’Auxerre con cui vince campionato e coppa di Francia, viene acquistato addirittura dal Barcellona. Anche in Liga però l’esperienza dura poco, appena una stagione in cui il club però porta a casa la Copa del Rey e anche la Coppa delle Coppe.

L’anno dopo, il difensore è di nuovo in patria, stavolta con la maglia dell’Olympique Marsiglia, dove dimostra di non aver ancora perso la confidenza con il gol, segnando 16 gol in due stagioni.

L’Italia però è di nuovo nel suo destino: lo vuole Marcello Lippi all’Inter, dove Blanc resta due anni, nonostante il tecnico viareggino venga esonerato dopo poche partite dalla società nerazzurra. Per chiudere in bellezza una carriera importantissima, Blanc vola verso Manchester, sponda United. Sir Alex Ferguson, orfano di Stam, gli regala un canto del cigno importantissimo, con 75 partite e “solo” 4 reti, la vittoria della Premier League e l’addio al calcio nel 2003, a vent’anni dall’esordio, con i festeggiamenti per il campionato inglese.

Laurent Blanc con i Blues

Ma è impossibile analizzare la carriera da calciatore di Blanc senza parlare dell’esperienza in nazionale. Le prime presenze arrivano a fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, un periodo non esattamente florido per i Bleus, che saltano entrambi i mondiali del 1990 e del 1994. Non possono però saltare quelli del 1998, visto che si disputano proprio oltralpe.

Già durante Euro ’96, quando la Francia si ferma in semifinale, Blanc ha indossato la fascia di capitano e nelle gerarchie del CT Jacquet è il numero due, dietro Deschamps. Nella Coppa del Mondo casalinga, il difensore si fa notare per il bacio portafortuna alla testa del portiere Barthez e gioca benissimo, segnando anche il Golden gol contro il Paraguay che vale l'accesso ai quarti di finale e stoppa il live scommesse.

Il gol di Blanc al Paraguay negli ottavi fi Francia '98

Il suo mondiale però termina al minuto 74 della seminale con la Croazia, quando Blanc riceve un cartellino rosso.

Niente finalissima, seppure con la gioia di poter alzare il trofeo. E nonostante abbia quasi compiuto 35 anni, il nuovo CT Lemerre lo porta anche agli Europei. Per Blanc arriva il secondo titolo con la nazionale, stavolta giocando la finale contro l’Italia da titolare. Per lui in totale con la Francia 97 presenze e ben 16 reti, compresa una doppietta nelle qualificazioni mondiali del 1994.

Il Manager Blanc

Per un leader in campo, la panchina sembra lo sbocco logico, ma ci vuole un po’ prima che Blanc decida di diventare allenatore. Ma quando lo fa, le cose gli vanno molto bene. Nella stagione 2007/08 prende la guida del Bordeaux, che porta immediatamente al secondo posto in Ligue 1 dietro all’imbattibile Lione. Va ancora meglio nella stagione successiva, perché i Girondini vincono il titolo nazionale, la Coppa di Lega e la Supercoppa di Francia. Supercoppa che è anche l’unico trofeo della stagione 2009/10, terminata dal Bordeaux al sesto posto.

Il contratto quadriennale che lo lega al club viene sciolto, anche perché nel luglio 2010 per Blanc arriva il posto da CT della nazionale. L’esperienza non è per nulla positiva, un po’ per problemi di campo e un po’ per questioni che esulano dal terreno di gioco. Di certo l’eliminazione, con uno 2-0 subito dalle Furie Rosse favorite per le quote calcio, ai quarti di finale agli Europei 2012 non aiuta, così come le polemiche che si creano attorno alla presenza in nazionale di calciatori naturalizzati francesi.

Nel 2011 il CT finisce nel bel mezzo della questione delle cosiddette “quote etniche” all’interno dei vivai federali, che causa parecchi scontri anche con ex compagni campioni del mondo e che alla fine rappresenta uno dei motivi dell’addio alla panchina della nazionale.

Ad attenderlo, dopo un anno di stop, c’è il Paris Saint-Germain degli sceicchi. Alla guida del PSG, l’ex difensore non fallisce un colpo in Francia, vincendo tre volte il campionato, due la coppa nazionale, tre la coppa di lega e tre la supercoppa.

Blanc con David Luiz!

Ma la proprietà vuole la Champions League e in Europa le cose non vanno benissimo, con tre eliminazioni ai quarti di finale e quindi nel giugno 2016 Blanc viene esonerato con una buona uscita record

È l’inizio di un lungo periodo di stop, terminato solo a fine 2020 con l’ingaggio da parte del club qatariota dell’Al-Rayyan, anch’esso di proprietà della famiglia reale del Qatar come il PSG. Al momento però le cose non vanno benissimo per Blanc nel Golfo Persico. E chissà se è solo questione di togliersi di dosso la ruggine di quasi cinque anni ai box…

Blanc, ottimo comunicatore

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.
 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.