Ogni Mondiale ha le sue stelle, alcune già conclamate, altre che si mettono in luce durante il torneo. E spesso e volentieri la sessione del mercato che segue immediatamente la Coppa del Mondo ha tra i suoi protagonisti proprio i calciatori che hanno fatto bene sul palcoscenico più importante e che non sono ancora in squadre di primissimo livello.

L’esempio più lampante è naturalmente quello del miglior giovane di Qatar 2022, l’argentino Enzo Fernandez. Il centrocampista del Benfica è diventato un punto fermo della Scaloneta e, nonostante un’esperienza in Europa non certo lunga (è arrivato in Portogallo a luglio 2022), ha raccolto l’interesse dei grandissimi club. E anche qualcuno, ovvero il Chelsea, intenzionato a spendere per lui ben 127 milioni di euro, l’ammontare della clausola rescissoria.

I talenti del Mondiale in Qatar

Il calciomercato dopo le Coppe del Mondo 2002 e 2006

Spagnoli e sudamericani in vetrina

CR7 arriva in Italia dopo Russia 2018

Tra fallimenti e Serie A non competitiva

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I talenti del Mondiale in Qatar

Ma il campione del mondo non è l’unico che si è messo in mostra in Qatar e anche altri club stanno seguendo con attenzione profili che hanno brillato ai Mondiali.

Uno di questi è certamente il marocchino Azzedine Ounahi, che con le sue giocate ha aiutato a portare la sua nazionale a una semifinale che ha fatto la storia del calcio africano.

Il gol di Fernandez al Messico!

Anche per lui valutazione in aumento, non certo ai livelli di Enzo Fernandez, ma considerando che prima dei Mondiali era considerato una riserva all’Angers, i 20 milioni di cui si parla per lui sono una gran bella cifra.

E anche Randall Kolo-Muani, colui che ha sbagliato il gol che valeva il Mondiale anche per le scommesse live, potrebbe lasciare l’Eintracht di Francoforte. Sulle sue tracce ci sarebbero addirittura il Bayern Monaco, che cerca un centravanti giovane, e il Manchester United.

Insomma, la sessione di mercato post-Mondiali, nonostante sia invernale, si prospetta abbastanza entusiasmante. Ma come sono andate quelle del nuovo millennio?

Il calciomercato dopo le Coppe del Mondo 2002 e 2006

Si raccontano tante storie, alcune di acquisti top, altre di flop incredibili… Impossibile non cominciare dal 2002, quando la Coppa del Mondo la vince il Brasile.

E il capocannoniere dei Mondiali, Ronaldo il Fenomeno, finisce al Real Madrid, che lo strappa all’Inter dopo la doppietta in finale.

Quell’anno, a causa dei problemi economici di alcuni club, partono grandissimi nomi. Milan e Inter portano a casa rispettivamente Nesta e Seedorf e Crespo, Cannavaro e Almeyda, mentre a livello internazionale Rio Ferdinand lascia il Leeds per il Manchester United.

E tra le sorprese mondiali, il senegalese Diouf se ne va a Liverpool, ma i Reds se ne pentono praticamente subito..

Più in sordina il mercato estivo del 2006, ma anche in quel caso il calciatore più costoso ha giocato i Mondiali: Andriy Shevchenko lascia il Milan per volare al Chelsea.

Cambiano squadra anche alcuni campioni del mondo. Complice la retrocessione in B della Juventus Gianluca Zambrotta va al Barcellona, mentre Fabio Cannavaro si accasa al Real Madrid, mentre Fabio Grosso vola all’Inter.

Spagnoli e sudamericani in vetrina

Altro giro, altro mondiale e nel 2010 vanno (ovviamente) per la maggiore gli spagnoli.

David Villa lascia il Valencia per il Barcellona, mentre il Manchester City comincia le sue grandi spese e, oltre a David Silva, porta a casa Yaya Tourè, Mario Balotelli ed Aleksandar Kolarov. Una delle stelle del Mondiale che cambia squadra è anche Asamoah Gyan, che si unisce al Sunderland.

Asamoah Gyan in gol contro il Chelsea

Nel 2014 i grandi nomi mondiali fanno parecchio rumore. Il trasferimento più costoso è quello al Barcellona di Luis Suarez, che non ha fatto benissimo con l’Uruguay, ma seguono il capocannoniere in Brasile, James Rodriguez, e uno dei finalisti, Angel Di Maria, che vanno rispettivamente al Real Madrid e al Manchester United.

James in allenamento con il Madrid!

CR7 arriva in Italia dopo Russia 2018

E nel 2018? Beh, quello è l’anno di Cristiano Ronaldo alla Juventus, ma anche del campione del mondo Lemar all’Atletico Madrid, di Kepa al Chelsea, del Liverpool che porta a casa Alisson e Keita e del Chelsea che si prende Mahrez.

Un mercato certamente scintillante, ma che ha poco a che vedere con il Mondiale.

Tra fallimenti e Serie A non competitiva

Dunque, è evidente che di acquisti dettati dalle prestazioni mondiali ce ne sono sempre stati parecchi. Ma alla fine, questi movimenti di mercato si sono rivelati quasi sempre più dei flop che delle buone idee. Basterebbe pensare a James Rodriguez, pagato 80 milioni dal Real Madrid e praticamente desaparecido al Bernabeu dopo l’addio di Ancelotti.

O ancora, nel suo piccolo, Asamoah Gyan, pagato “appena” 16 milioni ma ritenuto uno dei peggiori flop della storia del Sunderland.

Sono abbastanza rari i calciatori che si mettono in luce durante la Coppa del Mondo e che mantengono le promesse.

Ma ci sono anche le eccezioni. Basta pensare che sempre nel 2014, oltre a James, al Real Madrid per 30 milioni (neanche troppo) arriva un certo Toni Kroos, che si è appena laureato, da favorito per le scommesse, campione del mondo con la Germania. E, palmares e prestazioni alla mano, dire che sia stato un acquisto top per i Blancos forse è anche riduttivo.

Quello che è certo è che sono ormai parecchi anni, forse una ventina, che il calcio italiano non è più competitivo per gli acquisti di un certo livello.

Ora, quando un calciatore si fa vedere ai Mondiali, è davvero difficile che arrivi in Serie A. A fare la voce grossa è ovviamente la Premier League, ma anche la Liga, soprattutto con le sue big, si difende bene.

Il campionato tricolore ha invece parecchie difficoltà nell’attrarre non solo i campioni, ma anche chi si è messo in mostra da poco. E il fatto che alcuni club possano spendere oltre 100 milioni per un singolo giocatore, contro le ristrettezze delle società italiane, la dice lunga.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.