Il calcio è uno sport in perenne evoluzione, come dimostrano le novità regolamentari prodotte con una certa costanza.

E anche le manifestazioni, soprattutto le coppe, vivono spesso dei cambiamenti epocali.

Basterebbe pensare al Mondiale per club o alla Champions League, che come Coppa dei Campioni accoglieva solo chi vinceva il proprio campionato, per poi permettere l’accesso anche a chi campione non lo è stato, fino ad arrivare alla versione attuale in cui alcuni paesi hanno addirittura quattro posti.

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Chi si qualifica alla Supercoppa italiana 2024

E persino un torneo all’apparenza semplice come la Supercoppa Italiana non è immune dalle rivoluzioni.

Il concetto del match nasce con una certa semplicità, si affrontano la squadra che vince il campionato con quella che ha vinto la Coppa Italia (o, in caso di double, con la finalista di coppa). Ma la versione 2024 promette novità.

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Verrà infatti sperimentato un nuovo format, sulla scia della Supercoppa di Spagna, vinta, nell'edizione 2023, dal Barcellona nella finale annunciata, anche per le quote delle scommesse sportive, contro il Real Madrid; la nuova formula, quindi, vedrà la partecipazione di quattro squadre, con due semifinali e una finalissima.

Le quattro qualificate a questa nuova Supercoppa sono ovviamente la vincitrice dello Scudetto e quella della Coppa Italia, ma a far loro compagnia saranno anche la seconda classificata in Serie A e la squadra che ha perso la finale della coppa nazionale.

Se si dovesse seguire alla lettera quanto avvenuto in terra iberica, nel caso qualche squadra si qualifichi attraverso due modi differenti (vincendo campionato e coppa, oppure arrivando in finale di coppa e seconda in campionato), a subentrare sarà la terza della Serie A.

Dunque, nella prossima stagione ci si vedrà in Arabia Saudita per provare questa nuova versione del torneo, che non è definitiva, in quanto sarà possibile tornare alla vecchia struttura, ma che di certo è molto più appetibile per gli sponsor, considerando che si giocano tre match al posto della classica finale secca.

Quanto vale partecipare alla Sueprcoppa per un club

E basta analizzare i numeri dal punto di vista economico per capire come mai è stata presa la decisione di cambiare il vecchio format.

Come ha spiegato l’AD della Serie A De Siervo, la proposta saudita (si giocheranno nel Golfo Persico quattro delle prossime sei edizioni) e l’aumento del numero delle squadre partecipanti porta a un aumento degli introiti, che si aggira attorno ai 23 milioni, contro i circa 12 che gravitano attorno al format a finale unica.

A finire nelle casse della Serie A ci sono infatti anche i proventi della cessione della sponsorizzazione sul nome dell’evento (che per la prossima edizione si chiamerà EA SPORTS Supercup), le pubblicità mostrate in campo e parte dei diritti televisivi.

E va molto bene anche a chi partecipa, perchè se parte di questi incassi resta alla Lega A, il resto viene suddiviso tra le squadre che scendono in campo a seconda del risultato raggiunto.

I calcoli spiegano che la vincitrice dovrebbe incassare circa 7 milioni di euro, ulteriore incentivo a prendere molto sul serio la competizione. Oltre alle tre partite della nuova Supercoppa, è anche prevista un’amichevole in terra saudita, che dovrà servire ad aumentare la qualità del calcio locale, già comunque sotto i riflettori ora che da quelle parti è arrivato Cristiano Ronaldo il recordman di gol

L'esempio del format spagnolo di Supercoppa

Ma come è andata nell’unico paese che finora ha adottato questo format, ovvero la Spagna?

Il formato a quattro squadre è stato lanciato nel 2020 e ha visto finora quattro edizioni, tre delle quali si sono disputate in Arabia Saudita e una, quella del 2021, giocata in Spagna e a porte chiuse per i noti problemi sanitari a livello mondiale.

Curiosamente, finora non si è mai aggiudicata il trofeo né la vincitrice del campionato né la squadra campione della Coppa di Spagna.

Anzi, nella prima edizione ha addirittura vinto il Real Madrid, che è arrivato in Arabia Saudita come terzo della Liga e che non avrebbe dovuto partecipare, se il Barcellona non avesse vinto il campionato e giocato la finale della Coppa l’anno precedente.

Non sono mancate comunque le polemiche, perchè l’idea di organizzare il torneo all’estero ha impedito a molti tifosi di presenziare e il numero di spettatori, soprattutto in alcune semifinali (come quella dell’edizione 2022 tra Athletic Bilbao e Atletico Madrid, solo 7000 presenti), ne ha risentito, restituendo un’immagine non proprio positiva del torneo per sponsor e investitori.

D’altro canto però la formula permette spesso accoppiamenti particolarmente appetitosi, come la finale dell’edizione 2023, sopra citata, tra Real Madrid e Barcellona, che si sono sfidate in uno stadio Re Fahd quasi pieno e che con la vecchia formula non si sarebbero affrontate.

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Le supercoppe italiane giocate all'estero

In fondo, però, giocare la Supercoppa all’estero non è certo una novità per le squadre italiane. Già nel 1993, pochi anni dopo l’istituzione del trofeo, Milan e Torino si sono affrontate addirittura negli USA, a Washington.

Per non parlare di quando nel 2002 la sfida, stavolta tra Juventus e Parma, si è tenuta a Tripoli, in Libia, o di quella successiva, di nuovo negli Stati Uniti. Poi c’è stato il cosiddetto “periodo cinese”, con quattro finali di Supercoppa tra Pechino e Shanghai tra il 2009 e il 2015, con l’ultima intervallata tra due edizioni che invece si sono giocate a Doha, in Qatar.

Dal 2018 poi è arrivata l’Arabia Saudita, che dunque è territorio già conosciuto per chi partecipa alla competizione.

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Le finali giocate da quelle parti sono già state tre (una a Gedda e due a Riad), mentre quelle del 2020 e del 2021 si sono tenute rispettivamente a Reggio Emilia (a porte chiuse) e a Milano (con San Siro a capienza ridotta al 50%) vista la concomitanza con la particolare situazione sanitaria mondiale. 

Insomma, l’elemento di rottura più che dal viaggio in Arabia Saudita è rappresentato dalla creazione della Final Four e dall’ingresso di seconda in campionato e finalista di Coppa Italia.

Il format però, come già detto, non è definitivo, perchè in stagioni con calendari fitti e squadre che partecipano alle coppe europee non sarà troppo semplice trovare posto per le semifinali, che di fatto aggiungono un ulteriore impegno alle agende delle squadre.

Se però il riscontro di pubblico e di introiti dovesse essere positivo, è facile immaginare che alla fine questo diventerà la struttura che accompagnerà il torneo in futuro. Del resto, chi non si evolve rischia di sparire…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.