Dopo quasi un trentennio sotto la guida di Silvio Berlusconi, il Milan ha conosciuto due proprietà diverse negli ultimi anni.
Le plusvalenze record di Sheva e Thiago
Le operazioni con i giovani cresciuti a Milanello
Prima quella cinese, con a capo Yonghong Li, ora quella statunitense del fondo Elliot. Ma nonostante i cambiamenti, il club rossonero è rimasto abbastanza fedele a quello che è stato il suo modus operandi nel corso dei decenni d’oro del Cavaliere. Difficilmente il Milan vende, molto più spesso compra.
Non si vende Kakà
E non è un caso che spesso e volentieri i calciatori arrivati a Milanello vadano via per cifre relativamente basse, tranne qualche raro caso, che infatti rappresenta proprio…un momento di necessità. Anzi, quando si parla di plusvalenze, soprattutto nell’ultima stagione, i rossoneri hanno decisamente qualcosa di cui lamentarsi.
Gli addii a costo zero di Donnarumma e Calhanoglu hanno privato il club di due plusvalenze nette, considerando che il portiere campione d’Europa è venuto fuori dal vivaio e che il turco era ormai totalmente ammortato e quindi avrebbe comunque portato un plusvalore in caso di cessione.
Ma quali sono le più importanti plusvalenze rossonere? Il colpo da maestro è certamente quello legato a Kakà. Il brasiliano arriva a Milano nel 2003 per 8,5 milioni e con la maglia del Diavolo vince tutto quello che si può, compreso il Pallone d’Oro nel 2007. A gennaio 2009, con il costo del brasiliano già ammortato, arriva un’offerta di quelle irrinunciabili: il Manchester City, appena acquistato dagli sceicchi, gioca pesante e mette sul tavolo 105 milioni per il verdeoro.
Nessuno rifiuterebbe tranne…Berlusconi, che a giochi praticamente fatti fa saltare tutto, perdendo una plusvalenza a tre cifre. Alla fine, in ogni caso, Kakà lascia il Milan pochi mesi dopo. Il Real Madrid decide di portare il brasiliano al Bernabeu e lo paga 67,2 milioni. Che comunque, come plusvalenza, non sono per niente male!
Le plusvalenze record di Sheva e Thiago
Più o meno come i 44 milioni incassati dal Chelsea per la cessione di Andriy Shevchenko nel 2006, seconda miglior cessione della storia dei rossoneri. Anche in questo caso, i costi per l’acquisto dell’ucraino erano già stati ampiamente ammortati, considerando che Sheva è arrivato in Italia nel 1999.
Plusvalenza quasi completa anche per quello che riguarda il passaggio di Thiago Silva al Paris Saint-Germain. Il brasiliano è stato ceduto in un momento molto particolare, quel 2012 che ha visto i rossoneri dover sanare il bilancio con addii eccellenti, sia per incassare che per sgravare dal monte stipendi degli ingaggi che stavano diventando insostenibili.
E oltre a Zlatan Ibrahimovic, finito anche lui al PSG ma senza fare una plusvalenza troppo clamorosa, il sacrificato è stato proprio il difensore. Per lui i transalpini spendono ben 42 milioni di euro e considerando che il verdeoro era a Milano da tre anni e mezzo e che era costato 10 milioni, si capisce bene come la sua cessione, per quanto dolorosa, sia stata un toccasana sia per le casse del club nell’immediato, che per il bilancio al termine della stagione.
Lo scambio Coco - Seedorf
Tra le big della Serie A, il Milan è quella che negli ultimi anni ha fatto meno operazioni che hanno riguardato i calciatori provenienti dal vivaio, anche perchè spesso e volentieri i rossoneri i loro giovani li fanno giocare e li tengono in prima squadra. Non sorprende dunque che in una ipotetica classifica delle plusvalenze generate da giocatori cresciuti nel club, il Diavolo sia parecchio dietro anche a squadre come il Cagliari (i 32 milioni di Barella) o il Bari (i 31 di Cassano).
La maggior plusvalenza per un giocatore che si è sviluppato calcisticamente a Milanello risale dunque addirittura al 2002, quando in uno dei tanti scambi tra Milan e Inter, Francesco Coco prende la strada della Pinetina. Il terzino viene valutato 22,5 milioni di euro in una trattativa che vede Clarence Seedorf fare il percorso inverso.
E il Milan vince su tutta la linea, perché non solo incamera una plusvalenza totale, ma porta a disposizione di Ancelotti un calciatore che sarà fondamentale per il periodo nel quale, sotto la guida del tecnico di Reggiolo, i rossoneri saranno sempre i favoriti per le quote calcio Serie A!
Le operazioni con i giovani cresciuti a Milanello
Un altro di quelli che hanno fatto incassare parecchio il Milan è Patrick Cutrone. Il centravanti proveniente dalle giovanili, dopo un periodo d’oro in cui era diventato protagonista e titolare in prima squadra, non è stato ritenuto fondamentale e quando il Wolverhampton ha deciso di mettere sul tavolo 18 milioni di euro, il club rossonero ha deciso di lasciarlo andare.
Considerando com’è andata l’avventura inglese di Cutrone e le successive annate, al momento attuale il Milan non sembra averci perso. Un discorso simile si può fare anche con un altro calciatore del vivaio lasciato andare, ovvero Mattia De Sciglio, inserito nell’affare che ha portato Bonucci in rossonero nel 2017 e valutato 12 milioni dalla Juventus. Il terzino in bianconero non è mai stato troppo utilizzato, anzi, è anche stato ceduto in prestito al Lione, ma i francesi non lo hanno voluto riscattare. Anche in questo caso, dunque, plusvalenza piena e pochi rimpianti.
Discorso assai diverso per quanto accaduto con un altro gioiello di casa Milan, Manuel Locatelli. Il centrocampista esordisce col botto, segnando un gol clamoroso contro la Juventus, ma poi fatica a trovare spazio nell’undici rossonero. Quando nella stagione 2018/19 il Sassuolo lo chiede in prestito con diritto di riscatto, le cifre (14 milioni) sono abbastanza buone per convincere il Diavolo a cedere il calciatore.
Ora però forse i rossoneri si mangiano le mani, perchè Locatelli non solo è diventato campione d’Europa con la nazionale di Roberto Mancini, ma anche un calciatore della Juventus, che tra una stagione e mezza, con l’obbligo di acquisto, verserà ai neroverdi una cifra variabile tra i 25 e il 37 milioni di euro, a seconda dei bonus raggiunti. In questo caso, il Diavolo ha fatto cassa, ma ha perso un calciatore di talento.
Proprio come Matteo Pessina, che nel 2017 è stato ceduto all’Atalanta come parziale contropartita nell’affare Kessie. Il centrocampista è stato valutato appena 2 milioni di euro ma ora che è campione d’Europa vale molto di più. I rossoneri hanno comunque diritto al 50% sulla plusvalenza se l’Atalanta dovesse cederlo prima della centesima partita, ma considerando che Pessina è già vicino a quota 80 alla data di prima pubblicazione di questo articolo, il Milan, secondo le quote calcio oggi, dovrà accontentarsi di altri 2 milioni.
Anche qui, plusvalenza sì, ma solo economica e non certo tecnica. Del resto, si parla di un’arte, che però ha i suoi rischi…
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