Quale squadra è stata la prima compagine calabrese a giocare in Serie A e ha anche affrontato il Santos di Pelè in un’amichevole negli Stati Uniti? Semplice, il glorioso Catanzaro, che nel corso della sua storia, iniziata nel 1929 e intervallata da una serie di fallimenti e rifondazioni, ha scritto pagine importantissime nella leggenda del calcio italiano.

I giallorossi hanno portato allo stadio Nicola Ceravolo (intitolato al presidente degli anni d’oro del club) le migliori squadre italiane e in alcune stagioni sono stati anche la vera sorpresa del massimo campionato. E l’obiettivo del Catanzaro attuale, che si sta molto ben comportando in Serie C, è quello di rinverdire i fasti di una squadra che da quelle parti è leggenda.

La prima partecipazione di un club calabrese alla A

Nel 1976 il Catanzaro ritorna nella massima serie

I 5 campionati consecutivi in A dei giallorossi

Dopo anni difficili, il futuro del Catanzaro è nel calcio che conta

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La prima partecipazione di un club calabrese alla A

Il Catanzaro si affaccia per la prima volta alla massima serie nella stagione 1971/72. Nell’annata precedente la squadra calabrese si era affidata a un tecnico non di primo piano, Gianni Seghedoni, che però riesce a far sbocciare una rosa che nelle previsioni di inizio campionato non avrebbe dovuto competere per la promozione.

E invece i giallorossi, in un campionato di B particolarmente serrato, chiudono al secondo posto con 47 punti. Non basta per la promozione diretta, perchè il Catanzaro arriva a pari punti con Bari e Atalanta e solamente due squadre possono volare in A. Dopo aver perso il primo match con i bergamaschi, il club calabrese è costretto a vincere contro i pugliesi. Detto, fatto, con la rete di Angelo Mammì che nello spareggio del San Paolo manda le Aquile del Sud in paradiso.

L’esperienza in A dura appena una stagione. Il girone di andata vede i calabresi incapaci di conquistare una vittoria, che arriva alla prima di ritorno contro il più improbabile degli avversari: la Juventus, battuta con gol del solito Mammì, in una di quelle quote calcio che sarebbe stata sui livelli di Argentina - Arabia...

Il Catanzaro di porta anche momentaneamente fuori dalla zona retrocessione, ma alla fine non riesce a rimanere in A. Poco male, perché qualche anno dopo c’è il grande ritorno nella massima serie.

Nel 1976 il Catanzaro ritorna nella massima serie

Nella stagione 1975/76 in campo c’è già Claudio Ranieri, che diventerà il calciatore del Catanzaro con più presenze in Serie A, mentre in panchina c’è Gianni Di Marzio, che ha già portato i calabresi vicino alla promozione nella stagione precedente. Stavolta però l’obiettivo viene raggiunto e anche senza bisogno degli spareggi.

Claudio Ranieri qui con il trofeo conquistato con il suo Leicester!

Non che il cammino sia semplice, perchè la promozione viene sancita da un gol al minuto 89 dell’ultima partita della stagione, quella contro la Reggiana. Le reti di Massimo Palanca, leggenda del club, e soprattutto di Giovanni Improta regalano il secondo posto ai giallorossi, per quella che è la seconda ascesa in A del club.

Stavolta però l’obiettivo viene raggiunto e anche senza bisogno degli spareggi. Non che il cammino sia semplice, perchè la promozione viene sancita da un gol al minuto 89 dell’ultima partita della stagione, quella contro la Reggiana. Le reti di Massimo Palanca, leggenda del club, e soprattutto di Giovanni Improta regalano il secondo posto ai giallorossi, per quella che è la seconda ascesa in A del club.

I 5 campionati consecutivi in A dei giallorossi

Anche stavolta il sogno dura poco, perchè nonostante un buon girone d’andata, nella stagione 1976/77 il Catanzaro crolla nella seconda parte di stagione e arriva penultimo, davanti solo al Cesena.

In questo caso, però, il rimbalzo è immediato. Salutato Di Marzio, in panchina arriva Giorgio Sereni, che prende in mano una squadra che nel girone d’andata non sembra ingranare le marce giuste. Ma basta un girone di ritorno da protagonista assoluta, facendo più punti di tutte le avversarie, per raggiungere un altro secondo posto, con la terza promozione in A nel giro di sei anni.

Palanca (capocannoniere) e i suoi, però, stavolta salgono per restare: nelle successive cinque stagioni il Catanzaro riuscirà sempre a salvarsi (tranne che nel 1979/80, quando però verrà ripescato dopo il calcioscommesse), lanciando un futuro campione d’Italia come Massimo Mauro e centrando anche risultati importantissimi come il settimo posto della stagione 1981/82, prima di salutare la massima serie per l’ultima volta nell’annata successiva.

Massimo Mauro negli studi Sky

Dopo anni difficili, il futuro del Catanzaro è nel calcio che conta

Da quel momento in poi, la storia del Catanzaro ha visto annate complicate, che l’hanno portata con frequenza anche in Serie C e addirittura in Serie C2, alternate a stagioni che hanno visto i giallorossi tornare a frequentare la B. Dopo l’esperienza in A, il club sprofonda in due stagioni nella terza categoria professionistica, ma torna immediatamente tra i cadetti nella stagione 1984/85.

Il saliscendi continua, con una retrocessione immediata e con una altrettanto immediata risalita. Anche in questo caso, però, la B dura poco e negli anni Novanta i giallorossi fanno una lunga conoscenza con la C e con la C2. All’inizio del nuovo millennio arriva un sussulto importante, quando tra 2002/03 e 2003/04 c’è addirittura un doppio salto.

Il Catanzaro perde la finale dei play-off della C2 ma viene comunque ripescato in C1. E, sorprendentemente, vince il suo girone, guadagnandosi quella che attualmente è l’ultima promozione in B della sua storia. Dopo due stagioni, però, arriva la retrocessione e il primo fallimento, seguito da quello del 2011.

Da quel momento il club ha provato senza successo a rimettere piede tra i cadetti, fermandosi spesso ai play-off. Ma chissà che questa non sia la volta buona…

Siamo certi che seguirai presto il Catanzaro anche nelle quote Serie B!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 12 dicembre 2022.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.