Quando si parla delle grandi del calcio spagnolo si menzionano sempre i due club di Madrid (Real e Atletico), il Barcellona e forse qualche altra squadra come il Siviglia, il Valencia e l’Athletic Bilbao.

Ma a ben vedere, a questa lista manca un nome, quello dell’altra compagine basca di prima divisione, la Real Sociedad. Il club di San Sebastian (o Donostia, come dicono da quelle parti) ha un palmares che parla di due titoli nazionali consecutivi conquistati all’inizio degli anni Ottanta, 3 Coppe del Re e una Supercoppa di Spagna.

Forse non tantissima argenteria, ma bisogna considerare che gli Txuri-urdin fanno parte del gruppo delle nove squadre spagnole che non hanno mai conosciuto l’onta della retrocessione in una categoria più bassa della seconda divisione.

La Real Sociedad nel corso dei decenni è stata una fucina importante, che ha lanciato giocatori che poi hanno scritto la storia del calcio spagnolo pur non mantenendo una posizione ferma riguardo l’utilizzo esclusivo di calciatori baschi (come invece fanno i rivali dell’Athletic).

John Aldridge il primo straniero

A rompere la tradizione è stato l’acquisto dell’irlandese John Aldridge nel 1989, al cui ingaggio ha seguito l’approdo all’Anoeta di calciatori non baschi, sempre però accompagnati da un ampio contingente locale. Il tutto anche grazie all’ottimo lavoro del settore giovanile, in grado di individuare giovani talenti e di aiutarli nel loro sviluppo calcistico.

Tra quelli che sono cresciuti alla Real Sociedad per poi diventare campioni ci sono Bakero, uno dei protagonisti del Dream Team di Cruijff a Barcellona, ma anche due futuri campioni del mondo come Xabi Alonso e Antoine Griezmann, quest’ultimo invitato a San Sebastian quando era ancora giovanissimo nonostante di basco non avesse decisamente nulla.

Il palmares della Real Sociedad

Il momento d’oro del club sono chiaramente gli anni Ottanta, quando la Real Sociedad ha portato a casa gran parte del suo palmares, compresi i due campionati, rischiando anche di arrivare in finale in Coppa dei Campioni nel 1983.

Un altro periodo molto positivo è stato quello a cavallo della fine del millennio, con un clamoroso secondo posto nel 2003, a soli due punti dal Real Madrid dei Galacticos.

Poi sono arrivati anni complicati, ma da quando i biancoblu sono tornati in Liga dopo l’ultima retrocessione (arrivata nel 2007 e poi vendicata con la vittoria della Segunda Division nel 2010), i risultati nella massima serie sono quasi sempre stati molto positivi. Basterebbe pensare che nelle ultime quattro stagioni la Real Sociedad è sempre arrivata almeno tra le prime nove, qualificandosi anche per le coppe da tre anni.

La Copa del Rey 2020: non c'è rivincita

A impreziosire questo momento molto positivo è arrivata la Copa del Rey 2019/20, vinta nel sentitissimo derby basco contro l’Athletic Bilbao, anche se purtroppo il match si è disputato quasi un anno dopo rispetto al programma e in un Estadio de la Cartuja desolatamente vuoto per le note circostanze sanitarie che hanno colpito il mondo in quel periodo.

Come sempre, la rosa attuale della Real Sociedad comprende un ampio numero di calciatori baschi, a cui il club ha aggiunto giocatori provenienti da tante altre nazioni per creare una squadra in grado di mantenere alto l’orgoglio euskadi, ma allo stesso tempo che possa competere a livello nazionale e internazionale.

Il podio dei calciatori più pagati della Real Sociedad

Chi sono dunque i giocatori degli Txuri-urdin? E quanto guadagnano? Il leader, capitano e anche…paperone del gruppo è Asier Illaramendi.

Il centrocampista è cresciuto nelle giovanili biancoblù e indossa la maglia della Real dal lontano 2007, con una breve parentesi al Real Madrid tra 2013 e 2015. Il basco è il calciatore più pagato della rosa, con uno stipendio da oltre 4 milioni di euro a stagione e un contratto in scadenza nel 2023.

Lo segue a breve distanza un altro centrocampista, Mikel Merino, che guadagna quasi 4 milioni e che è legato al club fino al 2025. Chiude il podio dei più pagati il calciatore con la valutazione più alta della rosa, Mikel Oyarzabal: proprio il vice campione olimpico, con il suo sinistro incrociato, ha firmato, realizzato dagli 11 metri, il gol decisivo, anche per le scommesse, della finale di Copa del Rey 2020!

Il fortissimo fantasista Mikel Oyarzabal

L’ala sinistra, spesso titolare anche in nazionale, ha un contratto da 3,5 milioni con scadenza 2024.

Quanto guadagna David Silva

Poi c’è un nutrito gruppo di calciatori che guadagna tra i 3 e i 2 milioni, aperto dal difensore Zubeldia (3 milioni fino al 2024) e dal centravanti norvegese Sorloth, in prestito dall’RB Lipsia, con un accordo da 3 milioni ma senza obblighi di riscatto. Stesse cifre anche per il mediano Zubimendi, colonna del centrocampo, che ha da poco prolungato fino al 2027.

Impossibile poi non citare un campione di tutto come David Silva, che nonostante i suoi 37 anni è ancora determinante e che guadagna quasi 3 milioni, pur essendo in scadenza.

Una delle stelle del futuro è il portiere Remiro, legato alla Real fino al 2027. Chiudono questa parte di rosa quattro calciatori che guadagnano 2 milioni: Elustondo (fino al 2024), Brais Mendes (appena arrivato, contratto fino al 2028) e due stelle straniere, il difensore francese Le Normand (blindato fino al 2026) e il giapponese Kubo, ex Real e Barcellona, sotto contratto fino al 2027.

Il giapponese Kubo

Tra gli altri spicca il nome dell’ex romanista Umar Sadiq: il centravanti nigeriano guadagna 1,5 milioni fino al 2028 ed è seguito da Carlos Fernandez, l’ultimo della lista a superare il milione.

Per il resto, ci pensa la cantera del club basco, capace di sfornare calciatori utilissimi alla causa e che non guadagnino uno sproposito. E visti i risultati recenti, si può decisamente dire che il rapporto qualità/stipendi sia uno dei migliori della Liga!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.