Il penultimo appuntamento di un sonnacchioso e poco appassionante mondiale 2020 ancora una volta stradominato da Hamilton ci ha regalato una gioia; il britannico, costretto allo stop, cede il suo sedile al giovane e sconosciuto Russell. Tutti si aspettano un noioso tardo pomeriggio passato a digerire sul divano, ma già dalla partenza si è capito che non sarà un GP come gli altri.

Alla  prima curva del GP del Bahrain Leclerc, la nuova speranza Ferrari, manda fuori pista Verstappen, altro enfant prodige dei circuiti, e in testa alla gara balza lui... George Russell. In questo preciso momento gli appisolati appassionati di F1 hanno iniziato ad inquadra meglio la TV, non pensare al derby di Nord Londra e sgranare gli occhi. 

Solo un errore ai box della Mercedes ha tolto al giovane pilota britannico quella che sarebbe stata una clamorosa vittoria. Dopo quasi un decennio di totale, autoritario dominio di Lewis Hamilton un fulmine potente e roboante si è abbattuto sul circus della F1, e come dicono gli AC/DC i muri hanno iniziato a vibrare e la Terra a tremare!

A fine gara il mitico team principal della Mercedes Toto Wolff, navigatissimo lupo di mare nelle acque della F1, ha sentenziato: è nata una stella. E se lo dice Toto bisogna scommetterci sopra forte e chiaro per i prossimi anni.
 

Schumy jr

L'exploit di George Russell è stato una bomba, un fulmine a ciel sereno. In realtà nel mondo F1 tutti stavano contando i giorni all'ingresso trionfale di Schumy Junior. Doveva essere lui la nuova stella, The Next Big Thing del Circus, il prescelto che dovrà far dimenticare il dolore per la triste vicenda del padre. Jean Todt, grande amico del papà, e la Ferrari gli stavano spianando la strada.

Tutti capiscono benissimo l'impatto emotivo e commerciale che avrà per tutto il movimento ovviamente, ma la verità è che il ragazzo sembra davvero avere le stimmate del campione, come il papà.

Non poteva essere altrimenti per uno che nei paddock ci è praticamente nato. Mick sta ricalcando in maniera impressionante le orme e la carriera del grande Michael. Tutti e due hanno iniziato la carriera da piccolissimi nei kart, Mick Jr per non subire troppe pressioni corre addirittura sotto lo pseudonimo di "Mick Betsch", usando il cognome da nubile di sua madre.

Da adolescente entra in orbita Ferrari col Team Prema scalando tutte le serie dalla Formula 4, dove ottiene un 10° posto e un 3° posto. Dimostra di non essere solo un figlio di papà laureandosi campione sia in Formula 3 che in Formula 2. Nel 2019 entra ufficialmente in Ferrari Driver Academy diventando collaudatore, è ormai pronto a fare il salto.


Per quali Team correranno nel 2021

Nel 2021 Schumy jr avrà 22 anni. La cosa che fa gongolare tutto il mondo delle corse è che farà il suo debutto ufficiale in Formula 1 nel 2021 alla guida della Haas alla stessa identica età che aveva il padre quando il 25 agosto 1991 al volante della Jordan si sedette per esordire in Formula 1. Michael Schumacher Junior, quindi, affiancherà il russo Nikita Mazepin nella scuderia motorizzata Ferrari.

George Russell invece non ha ancora un sedile. Il suo exploit non era atteso così presto. Flavio Briatore ha addirittura ipotizzato che la stessa Mercedes abbia boicottato la sua vittoria perché non... pianificata! Nel 2021 sono confermati Hamilton e Bottas, in teoria quindi per George ci dovrebbe essere solo il sedile di scorta.

Il futuro è di George Russell!

Ma lui ha dimostrato di meritarselo e adesso si pone un problema serio per la Mercedes. E infatti si sta già parlando di un forte interesse della Red Bull per lui: le scommesse F1 sono già aperte!

Come si diventa campioni in F1

Sia Russell che Schumi Junior hanno fatto il classico percorso che porta alla agognata meta di ottenere una monoposto in F1. Una salita molto impervia, perché si entra a far parte di una microscopica elitè. Solo 20 persone ogni anno in tutto il mondo arrivano a sedersi su quei seggiolini. Una competizione pazzesca e senza scrupoli che nemmeno per diventare... astronauti!

Si parte dal tanto talento e dalla gavetta nelle serie minori, ma fin qui è relativamente facile. Servono soldi, tanti soldi. Le famiglie devono investire cifre enormi e chi non li ha deve avere la fortuna di trovare qualcuno che glieli presti. Schumacher padre fu aiutato da un facoltoso imprenditore tedesco, Raikkonen da uno zio, a Lance Stroll il padre gli ha praticamente comprato il sedile della Williams.

 

Anche la geografia serve. La McLaren pesca molto in Finlandia, la BMW ama i piloti tedeschi, Honda e Toyota preferivano sempre i giapponesi. Le nazioni dei piloti sono sempre le stesse perché conta moltissimo il background dove si nasce. 

Come lavorano le Accademie

Come in altri sport per la Formula 1 esistono "le Università" dove si studia come diventare campioni. Quasi tutti i Team oggi hanno la propria Accademia che fa crescere i propri futuri talenti.

Negli anni 60-70 quando la F1 era più artigianale, grandi scout giravano il mondo alla ricerca dei migliori talenti. Giancarlo Minardi e Peter Sauber erano i maestri in questo. Negli anni 70-80 si è passato ad assorbire i piccoli team e farli diventare Team satelliti delle grandi scuderie. Fino agli anni '90 dove i grandi Team hanno deciso di creare dei programmi di reclutamento gestiti direttamente da loro. Ha iniziato la McLaren creandosi in casa talenti come Button, Coulthard e lo stesso Hamilton.

La Red Bull ha copiato questa impostazione e l'ha, addirittura, perfezionata con i suoi grandi capitali e le sue capacità imprenditoriali poi sfruttate anche nel calcio. Hanno messo in piedi la loro scuderia B che era la Toro Rosso dove far esordire i nuovi talenti come Seba Vettel.

La Ferrari solo dal 2009 ha impostato il suo programma giovanile, la Ferrari Driver Academy capitanata da Luca Baldisserri, che ha sfornato campioni come Perez, Jules Bianchi fino ad arrivare a Charles Leclerc e al nostro Schumy Jr, che speriamo possa ricalcare le gesta del grandissimo padre.

*Il testo dell'articolo è di Jacopo Manni; le immagini, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Jens Meyer e Luca Bruno.

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