I fondamentali del tennis? Semplice, dritto, rovescio e servizio. Ma se per i due colpi classici ci sono parecchie variabili da considerare, tra cui la velocità e l’angolazione del colpo dell’avversario, quando si parla del servizio il giocatore ha tutta la libertà di prepararsi al meglio e di giocare il colpo come preferisce.

Ecco perchè il proprio turno di servizio è quello che un giocatore dovrebbe (nella norma) riuscire a mantenere nello sviluppo di un set. E questo spiega anche perchè i tennisti che hanno un servizio importante spesso sono favoriti per le scommesse sportive, specialmente sulle superfici veloci (erba e cemento), in cui una battuta a oltre 200 km/h fa la differenza eccome.

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Le regole del servizio nel tennis

Ma quali sono le regole del servizio nel tennis? Il regolamento prevede che il giocatore che serve sia con i piedi al di fuori della linea di fondo ed entro una delle due metà del campo, con l’obiettivo di battere in diagonale nel campo di battuta opposto.

Il movimento di battuta deve far sì che il giocatore non tocchi mai con i piedi le linee del campo, altrimenti si commette fallo di piede. Una battuta sbagliata (cioè che non finisce nel campo di battuta opposta) è un fallo, se ne si commettono due consecutivi viene assegnato un punto all’avversario.

Se invece la palla tocca il nastro e termina nel campo di battuta, il servizio va ripetuto ma non è considerato fallo.

Quando un giocatore batte e l’avversario non riesce a colpire la palla si parla di “ace”, mentre il servizio vincente è quello in cui l’avversario riesce a rispondere alla battuta, ma non rimandandola in campo.

Il record di ace nel tennis è di John Isner

Logico dunque che nel corso dei decenni si siano sviluppati dei veri e propri specialisti del servizio, quei giocatori che grazie a una battuta potentissima riescono a fare parecchi ace e, di conseguenza, a tenere con frequenza il proprio turno di battuta.

Attualmente il record di ace nel circuito ATP lo detiene lo statunitense John Isner. Forte dei suoi quasi 2,10 metri di altezza, lo statunitense ha una facilità di servizio impressionante, che si traduce in oltre 14500 ace messi a segno in carriera. E considerando che è ancora in attività, è solo logico pensare che il primato possa raggiungere cifre superiori.

Dietro Isner sul podio dei maghi del servizio ci sono due giocatori che hanno appeso la racchetta al chiodo, ovvero il croato Ivo Karlovic e sua maestà Roger Federer. Il balcanico ha chiuso la sua carriera con 13762 ace, mentre il campionissimo svizzero (l’unico dei Big Three che sia nella top 10) si è fermato a 11452. A superare il muro dei 10mila ace sono solo altri due tennisti, lo spagnolo Feliciano Lopez, anche lui ancora in attività e attualmente oltre quota 10300, e un’altra leggenda come il croato Goran Ivanisevic, che ha chiuso la carriera a 10131.

E Djokovic e Nadal, dove sono? Per nessuno dei due il servizio è mai stato l’arma fondamentale, il che è dimostrato dall’attuale sedicesima posizione del serbo, che non raggiunge neanche quota 7mila, e addirittura la cinquantaseiesima del mancino di Manacor, a un passo dai 4000.

Il servizio di Nole

Di Verdasco il primato per i doppi falli

Ma il servizio è, ovviamente, un’arma a doppio taglio, perchè battere forte, angolato e a filo rete significa rischiare costantemente il fallo e, di conseguenza, il doppio fallo. Vero anche che una volta sbagliata la prima la maggior parte dei tennisti si rifugia in secondi servizi più a effetto e meno potenti, ma comunque di tanto in tanto qualche doppio fallo sfugge anche ai migliori.

A guidare questa poco lusinghiera classifica è lo spagnolo Fernando Verdasco, ancora in attività, che si avvia a essere il primo giocatore a superare quota 4000. Dietro di lui ci sono due dei giocatori che invece hanno a referto più di 10mila ace, ovvero Ivanisevic e Lopez, con il croato a 3546 e lo spagnolo che si è da poco preso il podio superando quota 3422. Giusto per dimostrare come la ricerca dell’ace a volte porti effetti negativi.

E i Big Three, come si piazzano in questa classifica? Nonostante l’altissimo numero di ace, Federer (2756 doppi falli) non è il primo dei tre, perchè è da poco stato superato di Djokovic, con i due che attualmente sono quindicesimo e sedicesimo. Per trovare Nadal bisogna invece scendere addirittura alla posizione numero 41, con poco più di 2000 doppi falli.

Isner ha servito al primato di velocità di 253 km/h

Dunque, logico che tra chi serve più forte al giorno d’oggi ci siano alcuni dei maghi degli ace. Il servizio più veloce mai registrato e riconosciuto dall’ATP appartiene, neanche a dirlo, a John Isner, che ha servito a 253 km/h durante la Coppa Davis del 2016.

 John Isner ha servito a 253 km/h

Tra i giocatori ancora in attività un altro bombardiere è il canadese Milos Raonic, con un servizio a 249,9 km/h nel 2012.

Non può ovviamente mancare l’onnipresente Feliciano Lopez, che nel 2014 ha servito a 244,6 km/h, ma spuntano anche nuove leve, come il francese Giovanni Mpetshi Perricard, un classe 2003 che nel corso dell’ultimo Roland Garros ha raggiunto la ragguardevole velocità di servizio di 244,5 km/h. C

ome sempre molto attiva la scuola americana, con Taylor Dent che ha superato in carriera i 241 km/h e con il duo composto da Taylor Fritz e Ben Shelton che al momento è fermo ai 236,6 km/h. L’italiano con il miglior servizio è certamente Matteo Berrettini, con una velocità di punta di 235 km/h, oltre 2250 ace e 453 doppi falli.

Il servizio del tennista mancino

Infine, un’interessante analisi: perchè si dice che i tennisti mancini siano favoriti nel servizio? In primis perchè il mancino si trova a servire sul rovescio del tennista destro nei momenti clou della partita.

Ivanisevic al servizio a Wimbledon

Considerando che il giro del servizio inizia a destra, che per il mancino è il lato debole, in situazioni di 40-0, 40-30 e su tutti i secondi punti dei vantaggi il mancino serve dal suo lato preferito, mentre si trova a servire a destra solo in eventuale situazione di 40-15.

Inoltre la curva dei servizi a effetto a uscire dei mancini è più pericolosa, perchè un giocatore destro dovrà rispondere di rovescio, dovendo quindi coprire più distanza. E il fatto che uno dei migliori servitori di sempre, Ivanisevic, fosse un mancino naturale, non fa altro che confermare questa analisi.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.