Un vero capolavoro di programmazione e impegno. Impossibile definire diversamente il Sassuolo, società arrivata in Serie A neanche un decennio fa e che ormai è parte integrante del tessuto calcistico tricolore.

Un club che ha fatto passi da gigante sia dal punto di vista che economico, trasformandosi da una società in cui le big spedivano i loro migliori talenti per fare esperienza a una che i campioni se li cerca e se li crea. Il momento in cui la storia del club emiliano è cambiata è certamente quando Giorgio Squinzi, che negli anni Ottanta era già stato legato ai neroverdi in qualità di sponsor, ha deciso di diventare il patron della società.

Il legame tra Mapei e Sassuolo

L'eredità di Giorgio Squinzi

La Mapei un'azienda internazionale

Le sponsorizzazioni del Gruppo Squinzi

Il legame tra Mapei e Sassuolo

Dal 2002, dunque, la storia del Sassuolo si è mischiata con quella della Mapei, l’azienda che produce materiali chimici per l’edilizia di cui Squinzi era proprietario.

A Giorgio Squinzi sono legati i momenti più importanti della storia del club, come la promozione in Serie C1 del 2006, quella in Serie B arrivata due anni più tardi, ma soprattutto il debutto in Serie A nella stagione 2013/14, che segue un’annata trionfale nella serie cadetta, vinta dai neroverdi.

Da quel momento, il Sassuolo, non ha mai abbandonato la massima categoria, anzi, è cresciuto dal punto di vista dei risultati e dei pronostici Serie A fino ad arrivare a un sesto posto che ha dato la possibilità alla società di esordire in Europa League.

Ed altri risultati importanti sono giunti fuori dal campo: la creazione del Mapei Football Center, uno dei centri sportivi più all’avanguardia del paese (che ha spesso ospitato anche i ritiri della nazionale), nonché l’acquisto dell’ex Granillo di Reggio Emilia, ora rinominato Mapei Stadium, sono i pilastri su cui si basa il futuro del Sassuolo.

L'eredità di Giorgio Squinzi

Quello principale, però, Giorgio Squinzi, se n’è andato a fine 2019, dopo una vita dedicata alla sua azienda, con in mezzo la presidenza di Confindustria negli anni Dieci e, oltre alla guida del Sassuolo, anche quella della Mapei di ciclismo, con all’attivo una vittoria finale al Giro d’Italia (con Tony Rominger) e sette vittorie della classifica di squadra dell’UCI in appena nove anni di attività.

Lo svizzero Tony Rominger, ciclista della Mapei!

Dal punto di vista calcistico, la continuità è stata garantita dalla gestione sportiva, affidata all’Amministratore Delegato e Direttore Generale Giovanni Carnevali. La guida degli affari di famiglia, invece, è passata ai figli di Squinzi, Marco e Veronica, che detengono un totale che supera il 66% delle quote della Mapei. La parte restante è invece di proprietà di Simona Giorgetta, figlia di Laura Squinzi, sorella di Giorgio e attuale presidente del gruppo.

La divisione delle quote, però, non deve trarre in inganno: considerando che la famiglia Squinzi è di nuovo presente nell’edizione più recente della Forbes Billionaire, piazzandosi alla posizione numero 47 della classifica italiana dei miliardari: per loro c’è un patrimonio netto di 1,3 miliardi di euro.

La Mapei un'azienda internazionale

Da dove arriva tutta questa ricchezza, che permette alla famiglia Squinzi di competere con gli altri proprietari ricchissimi della Serie A? Semplice, dall’azienda di casa, la Mapei, fondata nel 1937 da Rodolfo Squinzi, padre di Giorgio e quindi nonno di Marco e Veronica. La Mapei nasce nel periodo dell’autarchia, a seguito delle sanzioni imposte all’Italia dopo la guerra di Etiopia.

E infatti il primo nome significa per l’appunto “Materiali Autarchici Per l’Edilizia e l’Industria”. Dopo il secondo conflitto mondiale, la A passerà poi a significare “Ausiliari”, mentre l’azienda, che aveva iniziato con la vendita di intonaci colorati e rivestimenti, passa a produrre anche additivi, adesivi e altro materiale speciale. Il boom Mapei però arriva, neanche a dirlo, per volontà di Giorgio Squinzi, che nel 1978 apre all’internazionalizzazione delle attività dell’impresa.

Da azienda…autarchica a multinazionale, il passo è relativamente breve e di successo. Dopo la prima filiale, aperta in Canada per la fornitura di materiali per le piste olimpiche di Montreal 1976, la Mapei si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo, fino ad arrivare all’apertura di stabilimenti in 36 paesi e alla confluenza di quasi 100 consociate all’interno del gruppo.

Una foto d'archivio del tunnel del Monte Bianco!

I materiali Mapei sono diventati onnipresenti e sono stati utilizzati in tantissimi interventi di altissimo rilievo, tra restauri artistici (quello dei corridoi della Cappella Sistina, o quello della Basilica di San Francesco ad Assisi a seguito del terremoto), grandi opere (il tunnel del Monte Bianco o il ponte di Oresund, che collega Danimarca e Svezia) e realizzazione di impianti sportivi (le già citate piste olimpiche di Montreal o la pista del Velodromo di Kiev).

Le sponsorizzazioni del Gruppo Squinzi

Il tutto per un balzo incredibile a livello di fatturato, che nel 2019 è stato di 2,8 miliardi di euro, ma soprattutto di dipendenti, che sono oltre 10mila, sparsi nelle tante sedi aperte in giro per il globo.

Una crescita enorme, che però non ha cambiato molto il metodo di gestione dell’azienda, fermamente rimasta a conduzione familiare. Fino al 2019 il deus ex machina è stato Giorgio Squinzi, che ha anche dettato la linea per gli interventi nel mondo dello sport e della cultura.

Nel ciclismo, la Mapei non solo ha messo sotto contratto alcuni dei migliori atleti degli anni novanta (come Gianni Bugno, Pavel Tonkov, Paolo Bettini, Johan Museeuw e Oscar Freire), ma ha anche aperto il Centro Ricerche Mapei Sport, che è rimasto una struttura all’avanguardia anche dopo lo scioglimento della squadra di ciclismo, avvenuto nei primi anni Duemila. 

Nel calcio, ovviamente, la Mapei e la famiglia Squinzi sono stati in prima fila nelle fortune del Sassuolo. Nonostante le ampissime disponibilità economiche, però, anche nel mondo del pallone il vecchio patron ha sempre portato avanti con orgoglio la stessa visione economica avuta negli affari: se la Mapei non ha mai avuto in bilancio in perdita, devono cercare di non averlo anche i neroverdi, che anzi, spesso hanno chiuso le sessione di mercato in netto attivo. Ma nonostante questo, gli ottimi risultati non sono mancati.

L'esultanza di Jose Sand del Lanus!

E chissà che non siano replicati altrove, perchè nel 2020, seguendo le orme del vecchio leader, l’azienda ha deciso di diventare main sponsor di un altro club, la squadra argentina del Lanus che, per gli appassionati di scommesse sportive, non ha mai pareggiato fuori casa nel campionato di Primera Division 2021.

Anche nel basket il logo Mapei ha fatto capolino su diverse maglie, come quella della Pallacanestro Reggiana o quella della squadra femminile di Napoli. Insomma, quella degli Squinzi è una storia tutta italiana di successo economico e sportivo. Un esempio che molti sognano di seguire…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.