Nella sua lunga storia, cominciata nel 1912, interrottasi temporaneamente nel 2017 e poi ricominciata, il Modena ha conosciuto tutte le divisioni del calcio professionistico italiano, finendo poi tra i dilettanti per il fallimento di una manciata di anni fa.

I gialloblù sono esperti tanto di promozioni quanto di retrocessioni, avendo assaggiato entrambe le cose più volte nel corso dei decenni.

L'ultima apparizione del Modena in serie A

Carlo Rivetti proprietario del Modena

La rosa del Modena

Gli stipendi del Modena calcio

Quello emiliano comunque è un club storico, che ha una certa tradizione e anche qualche trofeo in bacheca, come le due Coppe Anglo-Italiane conquistate all’inizio degli anni Ottanta, quando il trofeo lo giocavano le squadre di Serie B.

A proposito della divisione cadetta, il Modena l’ha vinta due volte e ha ottenuto per ben cinque volte la promozione in A. Il miglior risultato di sempre tra i grandi è un terzo posto nella stagione 1946/47 in cui i gialloblù, con in difesa il leggendario Renato Braglia, per poco non raggiungono in vetta il Grande Torino, poi vincitore dello scudetto.

L'ultima apparizione del Modena in serie A

Ora quei tempi appaiono molto lontani, anche considerando che il Modena si trova in Serie B.

Dopo il fallimento del 2017 e la susseguente esclusione dal campionato, la nuova società erede del vecchio Modena Football Club è subito tornata nella terza divisione alla sua prima stagione, ma in quelle successive non è mai riuscita ad avvicinarsi alla promozione in B, un campionato che ormai il club emiliano non frequentava dalla retrocessione della stagione 2015/16. 

Al termine del campionato 2021/22, però, i Canarini hanno potuto festeggiare il ritorno tra i cadetti, avendo vinto il girone B della Serie C al termine di un duello incredibile, sempre in bilico anche per le quote delle scommesse calcio, con la Reggiana.

Dunque, l’obiettivo adesso torna a essere l’approdo in Serie A, che manca da circa una ventina di anni. L’ultimo campionato tra i grandi del Modena è quello 2003/04, l’ultimo a 18 squadre della storia, in cui la squadra guidata prima da Malesani e poi da Bellotto si è classificata quindicesima, retrocedendo quindi assieme a Perugia, Empoli e Ancona.

Domizzi

Dunque, per tornare ai vecchi fasti c’è bisogno di fare molto meglio..

Carlo Rivetti proprietario del Modena

Ma questo la nuova società che si è insediata al Braglia lo sa bene. Il 2021 è stato un anno fondamentale per il Modena, perché si è passati dalle mani di un gigante dell’industria a quello di un marchio storico dell’abbigliamento italiano.

Proprio il giorno dopo l’eliminazione dai playoff per mano dell’Albinoleffe, il vecchio presidente Romano Sghedoni, fondatore della Kerakoll, ha infatti venduto l’intero pacchetto azionario del club alla Rivetex, la holding di proprietà di Carlo Rivetti, l’imprenditore che nel corso dei decenni ha conquistato il mondo con la sua marca di abbigliamento più celebre, la Stone Island.

Il passaggio di proprietà ha portato a una rivoluzione sia dietro le scrivanie che in campo, con l’arrivo di una nuova gestione manageriale e di un vero e proprio mago delle promozioni dalla Serie C, ovvero Attilio Tesser, che in carriera vantava già tre passaggi dalla C alla B con Novara, Cremonese e Pordenone, più un doppio salto con i piemontesi, promossi anche in Serie A nell’anno in cui sono tornati in B.

E infatti, Tesser e i suoi hanno confermato le attese, ottenendo la promozione nella serie cadetta.

Ricordiamo che nel girone di andata del 2021, il Modena è stato assoluto protagonista delle quote Serie B con una serie impressionante di successi consecutivi!

La rosa del Modena

E anche in Serie B i presupposti per fare bene ci sono tutti, anche perché tra il mercato estivo e quello invernale della stagione 2023/24, al Braglia sono arrivati parecchi volti nuovi, molti dei quali hanno una lunga esperienza tra i cadetti, ma anche a livello di Serie A.

È il caso di alcuni dei calciatori arrivati come Antonio Palumbo in mezzo al campo e Giovanni Zaro, regista difensivo.

Ma il Modena ha comunque voluto mantenere un caposaldo della nuova gestione, ovvero la necessità di avere per la maggior parte giocatori di proprietà del club. E infatti nel corso del mercato precedente erano arrivati anche nomi altisonanti a titolo definitivo, come Diego Falcinelli, e il riscatto di chi c’era già in prestito come Luca Magnino.

Gli stipendi del Modena calcio

Ma quanto guadagnano i calciatori del Modena? Il Resto del Carlino ha fatto i conti in tasca al club emiliano, calcolando che nella stagione della promozione sono stati messi a budget per gli stipendi oltre 9 milioni di euro lordi.

Sugli stipendi dei singoli calciatori vige il più assoluto riserbo, ma è ovvio che i paperoni del club siano quei giocatori che hanno esperienza da vendere e che sono reduci da contratti importanti o che arrivano in prestito da club che li pagavano molto bene.

Dunque, al top dovrebbe esserci proprio Falcinelli, che è arrivato da svincolato ma il cui contratto con il Bologna parlava di 900mila euro a stagione.

Falcinelli

Insomma, pur immaginando dei ribassi rispetto a quanto questi giocatori percepivano negli anni passati, ci sta che il Modena spenda quasi la metà in più per gli ingaggi rispetto alla scorsa stagione.

Le date di scadenza dei contratti, comunque, spiegano per ogni calciatore lo status nella rosa.

Ai big sono stati proposti accordi annuali per chi è avanti con gli anni e biennali per gli altri, mentre per i giovani di prospettiva, come l’attaccante Nicholas Bonfanti, classe 2002 scuola Inter, la durata è di tre stagioni.

Bonfanti

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da ALAMY. Prima pubblicazione 10 gennaio 2022.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.