Sin da quando oltre 150 anni fa gli inglesi hanno codificato le regole del calcio, uno dei problemi principali per chi è in campo è…evitare di scivolare. Sia che si giochi su splendidi terreni in erba (vera o sintetica) o che si affronti il match su campi in pozzolana come avviene nelle categorie inferiori, rimanere in piedi non è per nulla semplice.

Ed ecco perchè nel 1886 vengono introdotti i tacchetti sotto gli scarpini, per garantire ai calciatori l’equilibrio necessario in qualsiasi condizione meteorologica. I primi tacchetti sono di forma cilindrica, di diametro assai maggiore di quelli attuali, mentre per quanto riguarda i materiali c’era chi li utilizzava in legno e altri che preferivano il metallo.

I primi tacchetti

L’Adidas ed i tacchetti avvitabili

Il momento di…massima celebrità dei tacchetti da calcio arriva nel 1954, anno in cui la Germania (anzi, all’epoca la Germania Ovest) vince il suo primo mondiale. I teutonici hanno la meglio in finale sull’Ungheria di Puskas, che pure li aveva nettamente battuti durante i gironi eliminatori.

E a contribuire al miracolo di Berna sono proprio i tacchetti della squadra tedesca, che favoriscono Fritz Walter e compagni su un terreno reso difficile dalla pioggia. Come mai? Perchè la Germania Ovest indossa una vera e propria innovazione, delle scarpe con i tacchetti staccabili, che possono essere avvitati in punti diversi sotto lo scarpino grazie a una filettatura.

Tacchetti Adidas

A creare questa novità è un’azienda che era già celebre ma che è poi diventata leggenda, ovvero l’Adidas.

La famosa partita degli scarpini

E anche l’invenzione dei tacchetti avvitabili è una delle ragioni del contendere tra Adidas e Puma, le due aziende che sono state fondate in Germania dai fratelli Adolf “Adi” e Rudolf “Rudi” Dassler, che da ormai quasi un secolo si fanno la guerra nel settore degli equipaggiamenti sportivi.

Mentre il mondo lodava Adi per il miracolo di Berna, Rudi segnalava che quei tacchetti così innovativi in realtà erano stati già brevettati da un calzolaio tedesco un ventennio prima. Nessuno però è riuscito a dimostrarlo o ad avere il coraggio di affrontare una battaglia legale contro l’Adidas, dunque la “partita degli scarpini” di Berna continua a essere uno spartiacque nella storia dei tacchetti.

Storia che ovviamente si è arricchita di altre novità con il passare dei decenni, anche e soprattutto grazie alla ricerca tecnologica, sia per i materiali che per le strutture dei tacchetti. A volte però ci sono di mezzo parecchie polemiche, come nel caso dei tacchetti lamellari. Come suggerisce il nome stesso, al posto dei classici tacchetti ci sono delle lame che permettono una maggiore trazione al terreno di gioco.

Alcuni scarpini hanno addirittura un sistema che permette di cambiare la lunghezza delle lame, consentendo di non dover acquistare due paia di scarpini per avere strutture inferiori diverse. Ma i tacchetti lamellari non piacciono molto, visto che parecchi calciatori e allenatori sostengono che siano pericolosi.

La pericolosità dei tacchetti lamellari

In particolare in Premier League nei primi anni del nuovo millennio non sono mancate prese di posizioni importanti, come quella di Sir Alex Ferguson, che ha sottolineato non solo la pericolosità delle lame per chi riceve i tackle, ma anche quella per chi indossa lo scarpino.

Ed ecco perchè dopo oltre un decennio dalla loro introduzione, arrivata nel 1996 su idea dell’ex calciatore del Liverpool Craig Johnston, che nella sua splendida carriera ad Anfield ha vinto, sempre da favorito per le scommesse calcio, 5 titoli inglesi prima dell'introduzione della Premier, le lame sono state modificate. 

Sono state introdotte, infatti, forme che aumentano il grip con il suolo e che rendono meno probabile l’infortunio per il calciatore causato da movimenti sbagliati, considerando che l’aumento degli infortuni causati da torsioni del ginocchio con il piede piantato a terra era stato imputato proprio ai tacchetti lamellari.

Dunque, a quasi un secolo e mezzo dalla prima apparizione dei tacchetti, la tecnologia fa sì che gli scarpini moderni permettano una possibilità di scelta che garantisce a ogni calciatore la condizione ottimale su qualsiasi tipo di terreno e con qualsiasi condizione climatica.

E non è neanche una rarità vedere giocatori che sotto gli scarpini utilizzano tacchetti differenti a seconda di qual è il loro piede forte e qual è quello debole. Gomma, plastica e metallo vengono scelti a seconda della necessità e addirittura usati contemporaneamente per sfruttare tutti i vantaggi offerti dai diversi materiali.

Quanto misurano i tacchetti degli scarpini

Anche la lunghezza, che è stabilita dal regolamento (e che quindi spiega perchè il quarto uomo controlla, o dovrebbe farlo, i tacchetti al momento dell’ingresso in campo di un calciatore) dipende principalmente dalla tipologia di terreno in cui si gioca.

Tacchetti della Umbro!

I campi più duri richiedono tacchetti più piccoli per sollecitare meno il piede, mentre quelli morbidi necessitano di tacchetti più lunghi per far sì che aderiscano meno al terreno e per evitare che il calciatore scivoli.

E infine anche il numero dipende dal terreno, con meno tacchetti per campi pesanti e più per superfici di gioco dure. Insomma, come in quasi tutto quello che riguarda il calcio, comprese le scommesse live su un match, anche una cosa all’apparenza semplice come scegliere un tacchetto nasconde possibilità e insidie che vanno tenute da conto!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.