Quando a inizio 2019 la Ferrari ha dovuto sostituire Maurizio Arrivabene come team principal, a Maranello di dubbi ne hanno avuti pochi. La scelta infatti è immediatamente ricaduta su Mattia Binotto, che fino a quel momento era il direttore tecnico delle Rosse.

Binotto rappresenta la continuità di una direzione sportiva che affonda le radici negli anni Novanta e nei primi anni Duemila, il periodo di maggior splendore della Ferrari degli ultimi decenni. Dopo l’addio di Jean Todt, il ruolo di team principal è sempre stato ricoperto da figure interne, che hanno fatto una lunga trafila e che hanno vissuto Maranello a titolo forse diverso, ma per parecchio tempo.

La carriera di Binotto in Ferrari

Nel 2019 Mattia Binotto diventa Team Principal

2020 e 2021 stagioni negative

Binotto e la Ferrari 2022

Stefano Domenicali, Marco Mattiacci e Maurizio Arrivabene sono stati a lungo colonne della Ferrari e l’ultimo della lista, Binotto, non fa certo eccezione.

La carriera di Binotto in Ferrari

Mattia Binotto nasce a Losanna, in Svizzera, da genitori originari di Reggio Emilia. Passa la giovinezza nel paese elvetico e laurea in ingegneria meccanica nel 1994 al Politecnico di Losanna. Ma il futuro lo porterà assai più vicino a casa. Per lui c’è un master in ingegneria degli autoveicoli all’Università di Modena e di Reggio Emilia, il cui dipartimento di ingegneria sia chiama, guarda caso, “Enzo Ferrari”.

Il talento c’è, perché tempo un anno e nel 1995 Binotto entra a far parte del team Ferrari, come motorista dell’area test. Il passaggio alla squadra corse è datato 1997. Binotto dunque vive in pieno la stagione di Michael Schumacher, dagli anni delle lotte perse contro Jacques Villeneuve e Mika Hakkinen, fino alle stagioni dei trionfi e della supremazia tecnica assoluta delle Rosse, che oltre ai cinque titoli consecutivi del Kaiser vincono anche per sei volte il campionato costruttori tra 1999 e 2004.

La Ferrari vince il GP di Francia nel 2014!

Proprio in quell’anno, Binotto diventa ingegnere dei motori da gara, per poi fare un ulteriore passo in avanti nel 2007, divenendo capo ingegnere per corse e montaggio. Dal 2009 si occupa anche dello sviluppo del KERS e infine nel 2014 direttore dell’intero reparto legato alla Power Unit. Una scelta, quella di Binotto, legata a doppio filo all’apprezzamento del suo lavoro da parte dell’allora presidente, il compianto Sergio Marchionne.

Nel 2019 Mattia Binotto diventa Team Principal

Proprio negli ultimi anni dell’era Marchionne, Binotto fa un ulteriore passo avanti, diventando direttore tecnico dell’intera scuderia al posto di James Allison. E quando Arrivabene lascia al termine della stagione 2018, la continuità aziendale lo porta sulla poltrona che era stata di Jean Todt e degli altri con cui aveva lavorato a contatto negli ultimi vent’anni. Il 7 gennaio 2019, il suo nome viene comunicato alla stampa mondiale: Mattia Binotto è il nuovo team principal della Ferrari.

All’inizio mantiene anche il ruolo di direttore tecnico, per poi lasciarlo a campionato mondiale in corso.

Nel 2019 a Maranello la rivoluzione è pressoché completa, perchè l’arrivo di Binotto alla direzione sportiva coincide anche con quello di Charles Leclerc, in sostituzione di Kimi Raikkonen. La SF90 mantiene le buone prestazioni delle vetture degli anni precedenti, quelli in cui Binotto era direttore tecnico, senza però mai arrivare a mettere in dubbio lo strapotere Mercedes.

Charles Leclerc in pista!

La stagione però è abbastanza positiva, visto che la Ferrari riesce a portare a casa 18 podi complessivi, con tre vittorie tutte consecutive da outsiders per le scommesse F1 tra Spa (Leclerc), Monza (Leclerc) e Singapore (Vettel). Il primo anno da team principal di Binotto si conclude con i due piloti al quarto e al quinto posto della classifica mondiale (dietro ad Hamilton, Bottas e Verstappen), ma con la scuderia seconda in graduatoria nel mondiale costruttori, con parecchio ritardo dalla Mercedes, ma con quasi cento punti di vantaggio sulla Red Bull.

2020 e 2021 stagioni negative

La stagione 2020 inizia con un tantissimo ritardo per le note problematiche sanitarie mondiali, ma anche con un problema tecnico non da poco per la Ferrari. A una manciata di settimane dalla partenza del Mondiale, la FIA spiega che il motore della Rossa, basato su quello molto performante del 2019, sfrutta delle aree grigie del regolamento che proprio a inizio 2020 sono state chiarite.

Tutte le squadre devono correre ai ripari, ma chi paga di più è proprio la Ferrari, le cui prestazioni rispetto alla stagione precedente crollano. Gli unici due podi stagionali sono il secondo posto di Leclerc nel GP d’Austria alla ripartenza del mondiale e il terzo posto di Vettel, che lascia Maranello a fine stagione, in Turchia. La classifica costruttori vede la Ferrari addirittura sesta, dietro alle solite Mercedes e Red Bull, ma anche alla McLaren, alla Racing Point e alla Renault.

Il 2021, a causa degli eventi planetari, diventa una stagione di transito. Le novità regolamentari del 2022 dovevano infatti essere messe in atto l’anno prima, ma il caos del mondiale precedente, tra gare annullate e un finale troppo a ridosso della nuova stagione, costringono a posticipare il tutto.

E la Ferrari di Binotto, che sperava di recuperare terreno progettando una vettura totalmente nuova, si ritrova a lavorare su una macchina che eredita le problematiche della SF1000. Gli sviluppi della SF21 permettono qualche miglioramento, con due pole consecutive per Leclerc, un podio per il monegasco e ben tre per il nuovo arrivato Carlos Sainz jr, risultati che permettono alla Ferrari di riprendersi il terzo posto nel campionato costruttori. 

Visto il calo dei risultati nelle ultime due stagioni, non sono mancate le critiche al team principal, reo secondo alcuni addetti ai lavori di aver sbagliato alcune scelte strategiche nelle poche occasioni in cui la vettura sembrava poter portare a risultati importanti.

Binotto e la Ferrari 2022

Non sono più scommesse, Binotto dal canto suo deve puntare sul lavoro della squadra, che ormai sviluppa la vettura 2022 da quasi due anni. Una Ferrari competitiva nella prima stagione con le nuove regole, che rischiano di ribaltare totalmente lo status quo attuale, sarebbe manna dal cielo non solo per i tifosi e per i piloti, ma anche e soprattutto per la direzione sportiva, che altrimenti rischia di subire cambiamenti radicali se la situazione non dovesse migliorare.

Carlos Sainz con la macchina 2022!

Questo Binotto lo sa bene. Ma a tirarlo su potrebbe esserci la storia del suo grande amore calcistico, l’Inter. Da tifoso nerazzurro, il team principal Ferrari ha vissuto gli anni del Triplete, ma anche quelli del dominio bianconero, prima di tornare a gioire dopo un decennio con lo scudetto dell’Inter di Conte. E se dovesse davvero prendere spunto dalla parabola della sua squadra del cuore, chissà che le Rosse, dopo anni complicati, non tornino a essere vincenti…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.