Berrettini riscrive la storia e supera anche la semifinale di Wimbledon contro il polacco il polacco Hurkacz: domenica 11 luglio ha perso, lottando alla pari per 4 set contro il favoritissimo, per i pronostici tennis, Novak Djokovic.

Gli albori e Panatta

Gli anni ’80: Nargiso unica speranza

Sanguinetti e Bracciali

La finale di Berrettini nel 2021

“Erba di casa mia” cantava Massimo Ranieri nel 1972 quando vinse Canzonissima; l’erba di Wimbledon non è stata mai particolarmente congeniale per i tennisti italiani, né tantomeno vincente. Ripercorriamo le partecipazioni dei nostri tennisti allo Slam di Londra, con un occhio di riguardo alle speranze per l’edizione in corso.

Gli albori e Panatta

Il 13.43 del 28 aprile 1968 segna la rivoluzione copernicana per la storia del tennis: l'australiano Owen Davidson e lo scozzese John Clifton, nel primo turno dei British Hard Court Championships di Bournemouth, giocano il primo punto dell’era Open: da quel momento non è più esistita la distinzione tra tornei per professionisti e per amatori.

Nelle prime tre edizioni di Wimbledon della nuova era, i tennisti italiani hanno raccolto solamente sconfitte: tra il 1968 e il 1970 si fermano sempre al 1T Nicola Pietrangeli (tre volte, Merlo e di Maso nel 1968, Castigliano nel 1969 e un giovane Adriano Panatta nel 1970.

Adriano Panatta

Proprio Panatta è il protagonista dei risultati migliori della pattuglia azzurra a Wimbledon negli anni ’70: a 21 anni, nel 1971, raggiunge il 3T, che sarà il miglior risultato per l’intero decennio degli italiani. Si ripete nel 1972 (sfiorando il quinto set contro Jimmy Connors), nel 1974 (altra sconfitta da Connors), nel 1975 (fuori in tre set contro Ramirez) e nel 1976 (fuori al quinto set con Charles Pasarell). Anche Pietrangeli arriva al 3T nel 1972, perdendo nettamente contro Orantes 6-2, 6-2, 6-1. 

Il capolavoro azzurro, però, è datato 1979: nell’edizione di fine decennio, infatti, Panatta supera, nell’ordine, Gimenez, Smith, Bengtson e Mayer prima di arrendersi, dopo cinque set combattuti, allo statunitense Pat Du Pré nei quarti di finale. Ci vorranno altri diciannove anni prima che un tennista italiano raggiunga la seconda settimana a Wimbledon.

Gli anni ’80: Nargiso unica speranza

Panatta chiude la sua esperienza a Wimbledon con il 3T raggiunto nel 1980 e rimane, ancora oggi, l’italiano che con 16 successi ha vinto più incontri nello Slam londinese.

Il resto del decennio è segnato da qualche risultato discreto, con il 2T raggiunto da Claudio Panatta (1982, 1983 e 1987), Barazzutti (1980), Ocleppo (1984 e 1987), Canè (1987) e Camporese (1989), ma anche da brutti fallimenti. Nel 1986, infatti, nessun italiano riesce ad accedere al tabellone principale di Wimbledon.

Risolleva le sorti azzurre Diego Nargiso che, nel 1988, partendo dalle qualificazioni, arriva al 3T, fermato solamente da Mark Woodforde, forte doppista australiano.

Per le scommesse tennis, gli altri due favoriti sono Roger Federer @4.00 e Rafael Nadal @5.50.

Sanguinetti e Bracciali

Sono gli anni delle partecipazioni massicce dei tennisti azzurri a Wimbledon: nel 1991, nel 1994 e nel 1996 troviamo sette italiani nel tabellone principale, nel 1992, nel 1995 e nel 1999 cinque, come quest’anno. In nessuna di queste edizioni, però, si registrano risultati degni di nota, a parte il 3T raggiunto da Omar Camporese nel 1991 (eliminato dal futuro campione Stich) e dai qualificati Tieleman, Navarra e Bracciali rispettivamente nel 1993, nel 1996 e nel 1999. 

Quella di Laurence Tieleman è una storia curiosa: nato nel 1972 in Belgio da padre olandese e madre romana, ha il doppio passaporto, ma gareggia come italiano. Nel 1993, entrato in tabellone principale dalle qualificazioni, stupisce l’Italia intera battendo Schaller, Simian e fermandosi solamente di fronte a Krajicek, vincitore due anni prima, al quale strappa un set. Nel 1998 raggiunge la finale del torneo sull’erba del Queen’s di Londra.

Davide Sanguinetti riesce a eguagliare, quasi due decenni dopo, il miglior risultato di Adriano Panatta e raggiunge i quarti di finale nel 1998, dove esce, come Tieleman l’anno prima, per mano dell’olandese Richard Krajicek. 

Davide Sanguinetti

Pochi sono i risultati memorabili degli italiani nel decennio di inizio XXI secolo: oltre al 3T di Nicola Pozzi nel 2000, ci rimangono negli occhi solamente i due memorabili incontri disputati da Daniele Bracciali, più forte in doppio che nel singolare, nel 2005. Vince contro Ivo Karlovic per 12-10 al quinto set e, sempre al quinto, si arrende a Andy Roddick, che quell’anno perderà in finale contro Roger Federer.

Bracciali è stato purtroppo radiato a vita e multato di 219mila euro il 21 novembre 2018: il 40enne è stato trovato colpevole dalla Tennis Integrity Unit di aver “aggiustato” alcuni incontri del torneo Atp di Barcellona nell’aprile 2011.

La finale di Berrettini nel 2021

Il vento sta cambiando per il tennis azzurro a Wimbledon, Negli ultimi anni, infatti, tre dei nostri tennisti si sono distinti per i buoni risultati e per un nuovo feeling con la superficie. Andreas Seppi, che sull’erba ha vinto a Eastbourne nel 2011, è stato cinque volte testa di serie nel tabellone principale e si è spinto ino al 4T nel 2013; Simone Bolelli ha raggiunto per tre volte il 3T (due delle quali da lucky loser) su 8 partecipazioni.

Matteo Berrettini con il trofeo per il secondo classificato

Poi c'è Matteo Berrettini che merita, naturalmente, un capitolo a parte, sempre in corsa nel tabellone principale. Seguilo sulle scommesse live di 888sport!

Quella di Wimbledon è sempre più erba sempre di casa nostra, insomma.

*Le immagini sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 6 luglio 2019

Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.