I modi di calciare il pallone sono molti. Di interno, di piatto, di collo, di punta, d’esterno, persino di tacco, ma nell’immaginario collettivo nulla rappresenta l’apoteosi della tecnica di un calciatore quanto un tiro a effetto. Nel momento in cui il pallone non prende una traiettoria rettilinea, lo stupore del pubblico è assicurato. E a volte anche quello del portiere, che si ritrova spiazzato e, se non ha i riflessi pronti, rischia seriamente di fare una figuraccia. Del resto, l’obiettivo del tiro a effetto è esattamente quello.

Il tiraggir di Insigne

Il tiro alla Del Piero

La maledetta e la trivela

Il sinistro di Roberto Carlos

Superare un ostacolo, che si tratti di un avversario che si frappone tra chi calcia e la porta, di una barriera su un calcio di punizione o dello stesso estremo difensore. Anzi, per la precisione…aggirarlo, con un colpo che sia a rientrare o a uscire.

Il tiraggir di Insigne

Già, perché nonostante la definizione dopo Euro 2020 sia finita sulla Treccani, il tiro ad effetto non è solo ed esclusivamente l’ormai celeberrimo “tiraggir” caratteristico di Lorenzo Insigne. A sentire l’enciclopedia più famosa in lingua italiana, infatti, il tiraggiro è fatto colpendo il pallone per dargli un effetto a rientrare. Il che esclude totalmente altre categorie, compreso il calcio di esterno o quello fatto con le tre dita.

Il gol di Insigne al Belgio!

Certo, il tiro a rientrare è esattamente quello che viene in mente più spesso quando si parla di tiro a effetto. E non solo per le dimostrazioni di Lorenzo il Magnifico, durante EURO 2020 ed il gol del raddoppio al Belgio per le scommesse live!

Anzi, sebbene le nuove generazioni siano ormai abituate ad associare questa tipologia di colpo a Insigne, chi è un po’ più avanti con gli anni non potrà che pensare che in fondo si tratta di una semplice applicazione di quello che è il…tiro alla Del Piero.
 
Questo perchè proprio Pinturicchio, in particolare negli anni Novanta, ha portato il tiro a effetto a diventare una vera e propria forma d’arte, esibendosi in un colpo che alla lunga ha preso il suo nome. La differenza principale tra il semplice “tiraggir” e il gol alla Del Piero è l’altezza del tiro stesso. Il tiro a effetto a rientrare, che sia fatto con il destro o con il sinistro, solitamente ha l’obiettivo di aggirare il portiere ed è fatto rasoterra oppure a mezza altezza. Questo per l’ex capitano della Juventus valeva, ma fino a un certo punto.

Il tiro alla Del Piero

Le reti che tra 1995 e 1996 lanciano il mito del gol alla Del Piero hanno un’altra caratteristica comune tra loro: il portiere non viene semplicemente aggirato, ma aggirato e anche scavalcato. Il punto di esecuzione del tiro alla Del Piero infatti è spesso molto più decentrato di quello del classico tiro a rientrare, che di solito arriva al massimo leggermente spostato rispetto alla lunetta dell’area di rigore per trafiggere il portiere sul palo più lontano.

No, Pinturicchio spesso e volentieri calciava dall’angolo dell’area e a volte di spingeva anche più vero il fondo, imprimendo al pallone una traiettoria allo stesso tempo a girare e a scendere, che si concludeva inesorabilmente sotto l’incrocio dei pali. 
 
Del Piero ha spesso applicato anche il suo classico modo di calciare anche ai tiri da fermo, che solitamente sono la situazione migliore per provare il tiro a effetto, vista la necessità di passare sopra la barriera o di passargli accanto. Per il primo risultato, uno dei colpi migliori è la knuckleball, quella che grazie agli exploit di Andrea Pirlo in Italia si chiama “la maledetta”.

Del Piero chiude i giochi contro la Germania!

 

La maledetta e la trivela

Colpendo il pallone con le prime tre dita del piede proprio al centro, si impedisce al pallone di ruotare e il risultato è spesso quello di una traiettoria in cui, raggiunto il massimo livello di elevazione, la sfera si abbassa in picchiata, diventando così totalmente irraggiungibile per il portiere.

Uno dei maestri della knuckleball è certamente il brasiliano Juninho Pernambucano, famoso per la sua capacità di segnare su calcio piazzato praticamente ovunque. Le sue knuckleball erano totalmente imprevedibili e potevano assumere un effetto a discesa improvvisa, ma anche uno che spostava di colpo il pallone lateralmente, esponendo il portiere avversario a figuracce clamorose.

Juninho alla conclusione
 
A proposito di pallone che si sposta lateralmente, assieme al tiro che si effettua con l’interno del piede c’è anche quello che viene effettuato con l’esterno del piede. In questa categoria rientra certamente la “trivela” di Ricardo Quaresma, talento del calcio portoghese mai del tutto espresso e con un breve passato anche all’Inter.

Il lusitano si è infatti specializzato in un colpo di collo esterno, spesso accompagnato da una evidente inclinazione all’indietro al momento di calciatore, che prende una traiettoria che comincia uscendo e poi rientra, scavalcando il portiere sul palo più lontano.

Il sinistro di Roberto Carlos

Ma quando si parla di tiro a effetto con l’esterno, non si può che pensare al sinistro magico di Roberto Carlos, sempre favorito con il suo Real per le quote Champions. La punizione contro la Francia nel 1997 resta ancora…difficilmente spiegabile dalle leggi della fisica, con il pallone che sembra destinato a finire lontano metri dalla porta di Barthez, salvo poi ruotare di colpo e baciare il palo lontano, sorprendendo il portiere transalpino (e tutto il resto del mondo). Il brasiliano però è anche celebre per i suoi tiri di potenza, in cui il pallone sembra andare dritto, salvo poi uscire improvvisamente, lasciando di stucco il portiere.

Roberto Carlos si prepara alla conclusione!
 
Leggendo i nomi degli specialisti, viene quasi in mente che il tiro a effetto sia…un’invenzione recente, ma non è così. A favorire i calciatori più recenti, però, sono soprattutto palloni sempre più tecnologici e leggeri. Per imprimere un effetto alla sfera, infatti, c’è bisogno che non sia troppo pesante. Logico dunque che nei primi decenni del calcio, quando il pallone era di cuoio molto rigido (e che in caso di condizioni meteo avverse diventava un vero e proprio macigno), fosse molto più raro vedere conclusioni con un effetto molto pronunciato.

I cambiamenti dei materiali hanno invece dato la possibilità ai calciatori di controllare molto meglio sia la forza che la direzione del proprio tiro, ma anche di ottenere effetti ancora molto più…casuali quando si effettua una knuckleball. Non per nulla, molti portieri si sono lamentati negli ultimi anni delle traiettorie “impazzite” dei palloni, che li hanno costretti a figuracce talvolta a livello mondiale. Ma che dipenda dal pallone oppure no, quando un tiro prende qualsiasi effetto, meglio essere concentrati…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.
 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.