Se consultassimo un dizionario, troveremmo questa definizione di esport: “tornei competitivi di videogiochi, specialmente tra giocatori professionisti”. Per i giocatori assidui o anche sporadici non si tratta di un concetto per nulla nuovo: gli esport esistono dagli anni ‘70 e la loro fama è aumentata con il tempo. I tornei multigiocatore in LAN (rete in area locale) sono diventati famosi e hanno raggiunto il proprio picco alla fine degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio, lasciando poi spazio all’avvento dei tornei multigiocatore online, basati su una tecnologia più avanzata.
Per chi è estraneo al mondo del gaming, il concetto di esport potrebbe sembrare bizzarro, quasi inventato da qualcuno come scusa per poter giocare tutto il giorno e diventare famoso, se non addirittura ricco, facendolo.
Questo scenario sta però cambiando, in parte anche grazie agli sport di squadra tradizionali. Ad un primo sguardo, sport tradizionali ed esport potrebbero non mostrare molti punti in comune in quanto uno è fisico mentre l’altro totalmente digitale, ma le similitudini esistono eccome: un regime di allenamento rigido (molti giocatori di esport professionisti si allenano almeno 50 ore la settimana), lo sforzo fisico con il rischio di infortuni e il tifo agguerrito dei fan che apprezzano il buon gioco. Ed è così che i due tipi d’intrattenimento sportivo diventano compagni perfetti.
Quali sport di squadra tradizionali stanno investendo negli esport?
Non sorprende scoprire che molti degli sport di squadra “canonici” che stanno investendo tempo, denaro e risorse nel mondo degli esport sono quelli più riprodotti e giocati con le simulazioni digitali. Le squadre di calcio olandesi dell’Ajax e del PSV Eindhoven sono partite all’arrembaggio ingaggiando, rispettivamente, un giocatore di FIFA professionista e una squadra intera di campioni FIFA. Anche Sporting Lisbona, Schalke FC, Wolfsburg e Manchester City hanno mosso i primi passi nel mondo di FIFA esport, chi più chi meno. Persino il West Ham ha continuato per la sua strada nonostante le critiche ricevute a seguito dell’ingaggio del giocatore di FIFA professionista Sean "Dragonn" Allan. La società è stata la prima ad approcciarsi a questo nuovo panorama nella scena britannica.
Allo stesso modo, anche la Lega NBA 2K nata come iniziativa per i giocatori di basket esport professionisti conta ora sull’appoggio di 21 squadre della lega di basket americana. La stagione di debutto ha visto affrontarsi 17 squadre, numero aumentato a 21 durante il secondo campionato con l’aggiunta di Atlanta Hawks, Brooklyn Nets, Los Angeles Lakers e Minnesota Timberwolves.
Sebbene questi siano gli esempi più clamorosi di come gli sport di squadra tradizionali siano coinvolti nel mondo degli esport, alcuni si stanno avventurando anche in altri giochi di esport: lo Shalke FC ha infatti acquistato la squadra di League of Legends Elements. La ragione dell’ingaggio di una squadra professionista di un gioco di magia, incantesimi e draghi può apparire non immediata. Anche il Valencia ha fatto un investimento simile, puntando su Rocket League e Hearthstone. La conferenza stampa per quest’ultimo si è incentrata su domande riguardanti la definizione di esport. Golden State Warriors, Houston Rockets e Sacramento Kings hanno seguito l’esempio dello Shalke, investendo in squadre di League of Legends. Tutto ciò va a sottolineare come, quando si stratta di esport, gli sport di squadra tradizionali siano interessati al potenziale e al talento piuttosto che alla rilevanza dell’investimento per il proprio marchio.
Qual è il fascino che gli esport esercitano sugli sport di squadra tradizionali?
Parlando di rilevanza per il marchio, è importante considerare la ragione a monte degli investimenti compiuti dagli sport tradizionali in questo settore.
La risposta la danno due fattori, di cui quello più ovvio è il potenziale del profitto. Una relazione di Newzoo pubblicata nel febbraio 2018 suggerisce che l’economia che circonda gli esport potrebbe arrivare ad aggirarsi attorno ai 905,6 milioni di dollari entro la fine dell’anno, grazie in particolare all’aumento degli investimenti nel marchio (crescita del 48%). Non è solo la possibilità di firmare contratti dagli alti profitti o spremere ancora di più gli sponsor che già vestono il club: si tratta di aumentare le possibilità di guadagno. Le scommesse sugli esport, per esempio, sono in forte aumento. Queste permettono ai tifosi di puntare su incontri intensi di esport in diversi giochi: League of Legends, Overwatch, Rocket League e Counter-Strike: Global Offensive. Gli sport di squadra possono dunque aumentare le proprie entrate avviando collaborazioni con piattaforme che offrono scommesse sugli esport o vincendo il cuore di nuovi tifosi attratti in primo luogo dalle quote delle scommesse.
Parlando di nuovi tifosi, gli esport offrono l’occasione perfetta per raggiungere un pubblico diverso. Se è vero che ci sono miliardi di tifosi in tutto il mondo che comprano regolarmente biglietti per le partite e le maglie ufficiali della squadra, esistono sempre più giovani che si approcciano agli sport tradizionali in maniera diversa rispetto alle precedenti generazioni. È infatti meno probabile che questi ultimi abbiano un abbonamento televisivo, spesso la maniera classica per accedere a contenuti sportivi, e hanno meno risorse finanziarie rispetto alle generazioni precedenti, il che ne limita l’acquisto di gadget e prodotti ufficiali. Molti hanno però accesso a internet, il che gli permette di seguire gli esport in streaming, rendendo così il settore del gaming professionista la mossa intelligente per raggiungere un nuovo pubblico che non avrebbe altrimenti accesso agli sport tradizionali.
Quali sono i vantaggi per gli esport?
Non sono solo gli sport di squadra classici a beneficiare di questa collaborazione: gli esport possono trarre vantaggio di una maggiore esposizione e di legittimazione.
Abbiamo già parlato di come gli esport abbiano faticato a raggiungere le masse. Le emittenti trasmettono, occasionalmente, tornei di esport in TV e pochi non addetti ai lavori sanno di che cosa si tratta, ma i numeri sono ancora molti limitati. Per prosperare, gli esport dovranno essere in grado di soddisfare tutti: dal tifoso incallito che non si fa sfuggire neanche una statistica né una partita e segue i propri beniamini su tutti i social media, allo spettatore che non sa cosa significhi “meta” senza andare a cercare su internet. Quale modo migliore di apparire credibile dell’approvazione di una squadra di Premier League? Visto che l’EPL è uno dei campionati più seguiti in tutto il mondo, viene da dire che il supporto di queste squadre fa decisamente la differenza. Il finanziamento di giocatori professionisti e il contributo dato alla creazione delle infrastrutture degli esport (tra cui la creazione di nuovi tornei con guadagni maggiori) hanno certamente aiutato, e non poco.
Gli investimenti di questo tipo continueranno?
Molte delle collaborazioni tra esport e sport di squadra canonici hanno preso piede solo negli ultimi due anni, ma vista la situazione attuale è probabile che si continui su questa scia. In primis, molti atleti professionisti sono gamer: la squadra della MLB dei Milwaukee Brewers ha usato lo schermo gigante del proprio stadio di Miller Park per giocare a Fortnite, la nazionale di calcio inglese ha partecipato ai Mondiali di Russia giocando sempre a Fortnite nei momenti di pausa e moltissimi altri atleti hanno esibito celebrazioni ispirate a questo gioco. Fortnite è solo uno dei molti giochi con una presenza in ambito esport, ma evidenzia il fatto che lo sport classico a tutti i livelli si sta accorgendo di questo nuovo mondo.
Inoltre, gli esport stanno accogliendo sempre più marchi noti a livello mondiale: la Vodafone sponsorizza la ESL, mentre la casa automobilistica Toyota ci mette la faccia nella Overwatch League. È chiaro che se gli sport di squadra tradizionali vogliono accrescere la propria popolarità, i propri guadagni e il proprio seguito, l’investimento negli esport è una mossa sempre più intelligente.