La storia dello sport è ricca di atleti che hanno gareggiato e vinto in più di una disciplina: a volte si è trattato di specialità affini tra loro, come automobilismo e motociclismo o nuoto e pallanuoto; in altri casi, i polivalenti si sono distinti in sport completamente diversi. 

Sul blog di 888sport abbiamo scelto di raccontarvi le 10 storie più interessanti e affascinanti di atleti che non si sono accontentati di misurarsi e vincere in un solo sport.

Jaroslav Drobny 

Definirlo giramondo è un eufemismo. Nato nel 1921 a Praga, nel 1947 conquista il titolo mondiale dell’hockey su ghiaccio con la nazionale dell’allora Cecoslovacchia e la medaglia d’argento alle Olimpiadi invernali di St. Moritz nel 1948, prima di lasciare da disertore il paese natale nell’anno successivo, a seguito del colpo di stato. Persa la cittadinanza, gira il mondo con una racchetta da tennis, da apolide prima che l’Egitto gli conceda un passaporto.

Vince per tre volte gli Internazionali d’Italia tra il 1950 e il 1953, gli Internazionali di Francia per due volte nel 1952 e nel 1953, prima di aggiudicarsi Wimbledon nel 1954, primo atleta di cittadinanza africana a vincere sull’erba londinese. In quello stesso anno, Lance Tingay del Daily Telegraph lo pone al numero uno del ranking mondiale. 

Cesare Rubini

È uno dei pochissimi atleti al mondo inseriti nelle Hall of Fame di due sport differenti, campione di pallacanestro e pallanuoto. Nato a Trieste nel 1923, a cavallo tra il 1945 e i 1957 raccoglie successi in entrambe le discipline, conquistando l’argento con l’Italia agli Europei in Svizzera ne 1946 e sei scudetti con la canottiera dell’Olimpia Milano nel basket, l’oro olimpico a Londra nel 1948, il bronzo a Helsinki nel 1952 oltre a un oro e un bronzo con la nazionale in campo europeo e sei titoli nazionali nella pallanuoto.

Come allenatore dell’Olimpia Milano conquista una Coppa dei Campioni e due Coppe delle Coppe.

Gene Conley

Non solo Micheal Jordan! Molti, infatti, sono gli sportivi statunitensi che nella loro carriera si sono cimentati nel basket e nel baseball. Gene Conley è una delle uniche due persone nella storia (insieme a Otto Graham) in grado di vincere il campionato in due dei quattro principali sport americani, conquistando le World Series MLB di baseball con i Milwaukee Braves nel 1957 e tre titoli NBA nel basket con i Boston Celtics tra il 1959 e il 1961.

Manuel Estiarte

Da molti è considerato il Maradona della pallanuoto, capace di dominare la scena mondiale per oltre un ventennio nella disciplina, con le squadre di club e con la nazionale spagnola, con cui ha disputato 578 incontri a cavallo tra il 1977 e il 2000. Per dare un’idea del suo personale palmares, limitandoci solamente agli allori conquistati con la nazionale, Estiarte ha collezionato un oro e un argento olimpico, un oro e due argenti mondiali, tre bronzi europei.

Una rete di Estiarte alla Croazia!

Dopo essersi tolto qualsiasi soddisfazione possibile in vasca, ha collaborato con il CIO, prima di tentare l’avventura nel mondo del calcio: nel 2008, infatti, l’amico Pep Guardiola lo sceglie come suo assistente al Barcellona. Da allora, Estiarte ha seguito il tecnico catalano al Bayern Monaco e al Manchester City.

Alex Zanardi

Zanardi è il simbolo di chi non molla mai, di chi non si arrende di fronte alle dure prove a cui la vita ci mette di fronte. Appassionato di motori sin da bambino, tra il 1991 e il 1994 guida in Formula 1 con Jordan, Minardi e Lotus, prima di tentare l’avventura americana nella Formula Indy, laureandosi campione nel 1997 e nel 1998. Le vittorie negli USA gli valgono un ingaggio da parte della Williams in Formula 1 per la stagione 1999. Nel 2001, il ritorno al campionato CART (nuova denominazione della Formula Indy) nel circuito europeo e il gravissimo incidente del 15 settembre, a seguito del quale gli vengono amputati entrambi gli arti inferiori.

Alex mostra una tempra e una determinazione fuori dal comune che lo portano, nel 2005, a tornare in pista alla guida di una BMW nel Mondiale Turismo. Dopo l'incidente del Lausitzring, Zanardi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni sportive per atleti diversamente abili, prendendo parte anche alla maratona di New York nel 2007 dove coglie un sorprendente quarto posto. La sua nuova specialità, però, diventa il paraciclismo, dove gareggia in handbike nelle categorie H4 e successivamente H5. Dal 2011 mette in fila quattro ori e due argenti olimpici, con ben dodici medaglie del metallo più prezioso nei Mondiali su strada. Qualcosa più di un esempio da seguire.

Maria Canins

Nata in Val Badia nel 1949, tra il 1969 e il 1983 ha primeggiato nello sci di fondo, conquistando quindici titoli italiano e diventando la prima italiana a vincere la Vasaloppet, in Svezia. La bicicletta era stata il suo metodo preferito di allenamento estivo per il fondo dal 1975 prima di dedicarsi al ciclismo come disciplina agonistica, stupendo per la rapidità dei risultati ottenuti.

Nonostante un esordio da professionista all’età di 32 anni, Maria ha conquistato due Tour de France e la prima edizione del Giro d’Italia femminile nel 1988; ai Mondiali su strada si è aggiudicata due bronzi e due argenti individuali, oltre a un oro e un argento a squadre. Soprannominata la “mamma volante”, ha tentato anche la strada della mountain bike, vincendo due tappe di coppa del mondo nel cross country.

Nasser Al-Attiyah

Eclettico è l’aggettivo che più si addice al qatariota Nasser Al-Attiyah. Ha partecipato a cinque edizioni consecutive dei Giochi olimpici nel tiro a volo, specialità skeet, da Atlanta 1996 a Londra 2012, aggiudicandosi in quest’ultima occasione la medaglia di bronzo, la terza in assoluto per il suo paese nella storia delle Olimpiadi. Un anno prima del bronzo olimpico, Nasser Al-Attiyah ha vinto il Rally Dakar per auto, disputatosi tra Argentina e Cile, a bordo di una Volkswagen, precedendo una leggenda del rally mondiale come Carlos Sainz. Si è ripetuto anche nel 2015 e nel 2019.

Luigi Burlando

Di lui il famoso giornalista genovese e genoano Aldo Merlo scrisse: “Forse l'unico personaggio sportivo effettivamente decoubertiniano. Ed aveva vinto tutte le sue battaglie”; nato sotto la Lanterna nel 1889, Luigi Burlando, infatti, è stato in grado di destreggiarsi con disinvoltura come calciatore, allenatore di calcio e pallanuotista. Sul rettangolo verde, ha conquistato due campionati con la maglia del Genoa e altrettanti titoli nazionali ha vinto con la calottina dell’Andrea Doria.

Ha partecipato alle Olimpiadi di Anversa nel 1920 sia con la nazionale di calcio che con quella della pallanuoto, entrando di diritto nella storia dello sport mondiale.

Ester Ledecka

La madre di Ester, Zuzana, è stata pattinatrice di figura, mentre il nonno Jan Klapáč è stato un hockeista vincitore di un argento olimpico a Grenoble nel 1968 e di un bronzo a Innsbruck nel 1964 con la Cecoslovacchia. La venticinquenne praghese Ester Ledecka ha raccolto l’eredità familiare, vincendo la medaglia d'oro nel supergigante di sci alpino e nello slalom gigante parallelo di snowboard ai Giochi olimpici di Pyeongchang 2018: è la prima donna nella storia delle Olimpiadi invernali capace di centrare un titolo in due diverse discipline, nella stessa edizione.

Ledecka è, inoltre, l'unica atleta ad aver ottenuto vittorie sia nella Coppa del Mondo di snowboard che in quella di sci alpino, riuscendo peraltro a vincere in entrambi i circuiti nel corso della stessa stagione (2019-2020).

Vsevolod Bobrov

Se per gli statunitensi è abbastanza classica l’accoppiata basket-baseball, all’epoca dell’Unione Sovietica in molti sono stati gli sportivi che si sono misurati, alcuni ottenendo importanti successi, nel calcio e nell’hockey su ghiaccio. Anche Lev Jascin, il portiere Pallone d’oro 1963, prima di iniziare la sua brillante carriera da calciatore, ha provato l’esperienza in porta sulla pista ghiacciata con la maglia della Dinamo Mosca, conquistando la Coppa sovietica nel 1953.

Vsevolod Michajlovič Bobrov, classe 1922, ha giocato in entrambe le discipline contemporaneamente, vincendo tre titoli sovietici nel calcio con la maglia del CDKA Mosca e sei nell’hockey su ghiaccio con due formazioni moscoviti. Bobrov ha vinto l’oro olimpico con l’URSS nell’hockey su ghiaccio a Cortina nel 1956.

*Le foto dell'articolo sono di Lionel Cironneau e Christof Stache, entrambe distribuite da AP Photo.

Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.