Quando si tratta di mettere su una squadra, magari senza avere troppe disponibilità economiche, è fondamentale avere un buon direttore sportivo.

Qualcuno che conosca bene il mercato, che sappia dove andare a scovare calciatori di prospettiva, che possono diventare delle stelle e trasformarsi in punti fermi della squadra o, perché no, garantire al club una bella somma al momento della cessione.

E in pochi, sia in Italia che nel mondo, hanno le capacità di Walter Sabatini. Il dirigente umbro classe 1955 si è guadagnato negli anni una fama ben meritata, grazie a una serie di operazioni, sia in entrata che in uscita, di genio del mercato.

Nel corso dei decenni Sabatini ha messo la sua conoscenza calcistica a disposizione di parecchi club, tra cui Perugia, Lazio, Palermo, Roma, Inter, Sampdoria, Bologna e Salernitana. E il suo marchio sul mercato si è sempre visto.

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Tutte le scoperte di Walter Sabatini

La specialità della casa è certamente l’acquisto inatteso, di calciatori giovani ma che hanno il talento per esplodere e che sono arrivati in Italia grazie a lui per cifre non certo enormi. Si potrebbe per esempio cominciare da Alisson Becker.

L’attuale portiere del Liverpool è stato portato nel Belpaese proprio da Sabatini, con la Roma che lo paga 8 milioni di euro all’Internacional di Porto Alegre. Tempo due stagioni e il verdeoro dimostra di essere un giocatore di categoria mondiale e viene ceduto al Liverpool per 62 milioni più 10 di bonus.

Un ruolo in cui Sabatini sembra essere particolarmente ispirato è quello del difensore centrale. Basterebbe pensare che nell’unica stagione all’Inter (anzi, al gruppo Suning) il DS ha portato a Milano sia Milan Skriniar che Alessandro Bastoni. Se si torna a guardare ai tempi della Roma, invece, spuntano i nomi di Marquinhos, Mehdi Benatia, Kostas Manolas e Antonio Rudiger, tutti destinati a carriere importanti.

Marquinhos capitano del Paris

Per chiudere questa ipotetica difesa impossibile non pensare a uno dei primi grandi colpi del dirigente umbro, Aleksandar Kolarov, scovato in Serbia per 800mila euro ai tempi della Lazio e diventato uno dei migliori terzini del mondo, ma anche a Stephan Lichtsteiner, anche lui approdato in biancoceleste grazie a Sabatini e poi trasformatosi in pilastro della Juventus pigliatutto di Antonio Conte.

Sabatini e il colpo Flaco Pastore

Non che a centrocampo le capacità di scouting di Sabatini non abbiano colpito, anzi. Tra i nomi scoperti da lui (o perlomeno da lui portati in Italia) ci sono Kevin Strootman e Miralem Pjanic, entrambi acquistati ai tempi della Roma, ma anche Josip Ilicic e Javier Pastore, due delle stelle del suo Palermo che poi sono diventate grandi altrove.

In particolare il classico colpo…alla Sabatini è quello che riguarda il Flaco, scovato in Argentina all’Huracan e pagato appena 6,5 milioni, per poi essere ceduto a 42, tuttora la miglior cessione della storia del club rosanero.

Pastore con Messi

Il mercato 2023/24 ha poi riportato in Italia un altro dei pupilli di Sabatini, ovvero Leandro Paredes, acquistato dalla Roma nel 2014 e che è diventato anche campione del mondo con l’Albiceleste.

Poteva poi mancare qualche grande intuizione in attacco? Ovviamente no. E infatti tra i calciatori più offensivi scovati da Sabatini c’è certamente Abel Hernandez, ma se si considerano anche quelli già abbastanza famosi ma comunque portati nelle sue squadre impossibile non pensare a Edin Dzeko e Mohamed Salah, entrambi acquistati dalla Roma durante il suo periodo da Direttore Sportivo.

La plusvalenza record con la cessione di Marquinhos

Insomma, affidare la direzione sportiva a Walter Sabatini significa sapere che quasi certamente scoverà qualche futuro talento. Ma avere l’umbro al comando del mercato significa anche poter contare su ottime cessioni.

Se a rendere celebre Sabatini sono i movimenti in entrata, a far felici i suoi club sono stati anche quelli in uscita, visto che molti dei calciatori che il dirigente ha portato a poco prezzo alla sue squadre sono poi stati rivenduti a peso d’oro.

Ci sono i già citati casi di Alisson e Pastore, ma in questa lista entrano di diritto anche Kolarov (ceduto a 24 milioni), Rudiger (partito per 32), Marquinhos (pagato 35 dal Paris Saint-Germain), Salah (che il Liverpool ha valutato 42 milioni) e tanti altri.

La squadra più forte costruita da Sabatini

Dovendosi chiedere qual è stata la squadra più forte che ha allestito Sabatini, la risposta probabilmente è la Roma della stagione 2016/17, quella guidata da Luciano Spalletti.

Quella rosa, puntellata con gli arrivi di Alisson Becker, Wojciech Szczesny, Federico Gazio, Antonio Rudiger e Stephan El Shaarawy, comprendeva anche Radja Nainggolan, Kevin Strootman, Diego Perotti, Edin Dzeko, Francesco Totti (alla sua ultima stagione in giallorosso), Mohamed Salah, Daniele De Rossi, Alessandro Florenzi, Emerson Palmieri, Kostas Manolas, quasi tutti calciatori portati a Trigoria dallo stesso direttore sportivo.

La Roma di Sabatini

Quella Roma ha battuto ogni previsione relativa alle scommesse calcio ed il record di punti del club (87), classificandosi seconda a quattro punti dalla Juventus campione d’Italia. Buona parte di quella rosa avrebbe poi, nella stagione successiva, sfiorato la finale di Champions League con in panchina Eusebio Di Francesco.

Gli stipendi di Sabatini alla Roma e nel gruppo Suning

Paradossalmente, si tratta dell’ultima Roma di Sabatini, che nell’ottobre 2016 ha rescisso il contratto con il club giallorosso per i dissapori con la proprietà. Ma è anche il coronamento degli anni di lavoro a Trigoria, a dimostrazione della bontà delle intuizioni del dirigente umbro.

E dire che nel corso della sua carriera non è che Sabatini abbia guadagnato tantissimo, almeno se si calcola quanto ha fatto guadagnare con le cessioni ai suoi club. Basterebbe pensare che proprio alla Roma la sua retribuzione era di circa 300mila euro a stagione per i primi tre anni, con un aumento di stipendio a un milione nel 2014.

Quando invece è diventato il responsabile del mercato dell’intero gruppo Suning (dunque l’Inter, ma anche il Jiangsu in Cina) il dirigente classe 1955 guadagnava una cifra molto più in linea con lo stipendio di un DS top, ovvero 2 milioni di euro.

Eppure proprio questo ingaggio così alto ha fatto sì che l’accordo con la società che controlla i nerazzurri durasse solamente una stagione. Si tratta comunque di una cifra abbastanza in linea con quelle che sono le retribuzioni dei migliori direttori sportivi.

Quando Monchi è arrivato alla Roma, il club giallorosso gli ha fatto firmare un contratto da 1,9 milioni, Fabio Paratici alla Juventus ne guadagnava 2,6 e il nuovo DS bianconero Giuntoli ne riceve 2. E Sabatini è certamente di pari livello rispetto a tutti e tre!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.