“Io vivo dentro il mio istinto, non vedo il pallone come un oggetto sferoidale, per me la palla è qualcosa, vivo il mio calcio, un calcio che non può essere freddamente rimportato alla statistica che descrive un giocatore”. Walter Sabatini si congedò così dalla Roma, in polemica con l’allora presidente James Pallotta.

Fra le ragioni dell’addio, dopo cinque anni fra alti e bassi, anche l’intenzione della proprietà americana di implementare la ricerca dei calciatori funzionali al progetto sportivo affidandosi alle nuove tecnologie, in particolare il machine learning.  Troppo per il diesse perugino che s’infuriò, pare, quando il software “consigliò” di sostituire Strootman con Magnanelli, il quale vantava in assoluto un maggior numero di passaggi riusciti. Ma a dispetto dei dirigenti della vecchia scuola l’innovazione sta conquistando spazi sempre più ampi nel calciomercato. 

Il "Modello"

Una delle realtà modello, sotto questo aspetto, è la danese Midtjylland, avversaria dell’Atalanta nel girone D della Champions League. Il club di Herning ha vinto dal 2015 tre degli ultimi sei campionati nazionali e nel 2020 ha finalmente superato il preliminare Champions, arrivando a disputare la fase a gironi della competizione. La sua fortuna? Un uso massivo dei big data per il mercato e per la stessa preparazione delle partite, misticamente chiamato “Il modello”. Gli impieghi sono molteplici.

E se sul fronte scouting non è ancora riuscito a scovare il nuovo Messi, da un punto di vista della gestione della partita ha portato più di un risultato. Prova ne è il fatto che Jurgen Klopp – un altro che ha spesso applicato il metodo scientifico agli allenamenti – nel 2018 abbia fatto carte false per assicurarsi la consulenza di Thomas Grønnemark, preparatore specializzato nelle rimesse laterali che lavora, non a caso, anche per il Midtjylland.

E così l’efficacia dei Reds di questa particolare situazione di gioco è passata 45,4% al 68,4%. Il Liverpool – che era fra le peggiori squadre di Premier sotto questo aspetto – è diventata la seconda in Europa, dietro proprio il Midtjylland: nel primo dei due scontri diretti, a sorpresa per le scommesse, i danesi sono riusciti a mantenere la porta inviolata per i primi 55' di gioco! 

Il mercato sul videogame

Nel campo dell’innovazione un ruolo di primo piano lo sta giocando Football Manager (Fm). Il videogame di Sport Interactive è un classico del calcio manageriale che negli anni si è evoluto a tal punto da diventare, grazie a una fitta rete di scouting, una vera e propria fonte cui attingere nella ricerca di giocatori. Il caso più noto è quello di Roberto Firmino, uno dei gioielli del Liverpool.

Le prestazioni sul videogioco dell’allora attaccante della Figueirense (seconda divisione brasiliana) attirarono l’attenzione degli osservatori dell’Hoffenheim, che se lo aggiudicarono per 4 milioni di euro. Dopo cinque stagioni e 49 gol in 153 partite in Bundesliga per Firmino arrivò l’occasione di sbarcare in Premier League. Il Liverpool vinse la concorrenza presentando ai dirigenti tedeschi un’offerta da 42 milioni più bonus.

Il resto è storia recente. Ad Anfield sinora il brasiliano ha disputato 252 gare e realizzato 79 reti, vincendo, da assoluto protagonista la prima Premier dei Reds, Champions, Supercoppa europea e Mondiale per club.

Più di recente il presidente il presidente del Tolosa (seconda divisione francese) ha annunciato di voler utilizzare proprio Fm per il mercato. “Non usiamo ancora Football Manager ma lo faremo – ha detto a “20Minutes”- Non sarà una base di reclutamento essenziale, ma aiuterà. Prendiamo Tottenham e Liverpool, finaliste della scorsa Champions League: queste sono costruite in base ai dati. Il Lipsia, semifinalista nell’ultima Champions, sta lavorando molto sui dati”. 

La "Bibbia"

Chi già gode di una riconosciuta autorevolezza è Transfermarkt. Il portale tedesco – ormai consultabile in diverse lingue – è diventato a tutti gli effetti una bibbia nel campo della valutazione dei calciatori in ottica mercato. Il costo dei calciatori non è aggiornato quotidianamente ma solo quando le campagne di trasferimenti entrano nel vivo o a seguito di un particolare evento.

“Ci affidiamo a molte variabili – ha spiegato il responsabile di Transfermarkt Spagna, Tobias Blaseio al “El Mundo”- quella più immediata è, ovviamente, il prezzo del suo ultimo trasferimento, ma poi bisogna analizzare età, ruolo, situazione del e nel club, il suo rendimento, l'integrità fisica, quanto interesse genera nel mercato, il prestigio internazionale, l'ingaggio e il suo potenziale di marketing. (…) ad esempio se un calciatore è seguito da squadre inglesi, il valore aumenta, per effetto del denaro che arriva dalle televisioni. Osserviamo tutte queste dinamiche e cerchiamo di adattare i valori di mercato”.  

*Il testo dell'articolo è stato curato con la collaborazione di Luca La Mantia; l'immagine è di Buda Mendes (AP Photo).

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