Prima della rivoluzione dell’inizio del nuovo millennio, con la nascita dell’Euro League e della Euro Cup, il panorama delle competizione europee nel basket era in tutto e per tutto simile a quello del calcio.

Esistevano infatti tre tornei: la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe (anche detta Saporta Cup) e la Coppa Korać.

Quest’ultima, che mantenendo il paragone con il pallone rappresentava la Coppa UEFA, è stata per trent’anni la terza competizione europea e ha visto per parecchie edizioni un certo dominio da parte delle squadre italiane.

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Chi era Radivoj Korać

L’albo d’oro parla infatti di 10 trionfi tricolori, con Cantù che fa la parte del leone, avendo vinto il trofeo per ben 4 volte, oltre a parecchie partecipazioni alle finali, quattro delle quali sono state dei derby tra squadre della Serie A.

Ma meglio partire dall’inizio, dal 1972, quando viene giocata la prima Coppa Korać. La competizione prende il nome da Radivoj Korać, leggendario giocatore jugoslavo scomparso prematuramente nel 1969.

Korać era stato per anni la stella dell’OKK Belgrado e della nazionale jugoslava, che negli anni Sessanta aveva ottenuto un argento olimpico nel 1968 a Città del Messico, due argenti mondiali nel 1963 e nel 1967, oltre a due secondi posti (1961 e 1965) e un terzo (1963) ai campionati europei.

Korać detiene tuttora il record di punti segnati in un match di Coppa dei Campioni/Eurolega, 99, realizzati nella stagione 1964/65. La sua ultima annata, lo jugoslavo la gioca in Italia, a Padova, diventando capocannoniere ma non impedendo la retrocessione del suo club.

Korać trova la morte in un incidente stradale e due anni dopo la FIBA gli intitola la neonata competizione. In patria il lutto è talmente pesante che viene stabilito che il 2 giugno, giorno dell’incidente, non si sarebbe più giocato a basket.

La prima edizione della Coppa Korac

Dunque, la Coppa Korać, il cui trofeo riprende le mani del cestista nell’atto del tiro, prende il via nella stagione 1971/72 e vede in finale due squadre jugoslave, la Lokomotiva Zagabria e l’OKK Belgrado che fu dello stesso Korać.

Ma si capisce subito che le italiane prendono la competizione molto sul serio. Soprattutto Cantù, che si aggiudica la coppa addirittura per tre edizioni di fila tra la stagione 1972/73 e quella 1974/75, battendo in finale prima i belgi del Racing Mechelen, poi gli jugoslavi del Partizan Belgrado e infine gli spagnoli del Barcellona.

Poi è di nuovo il momento della Jugoslavia, che si aggiudica quattro edizioni consecutive (due la Jugoplastika, due il Partizan), tre delle quali contro squadre italiane, ovvero Torino, Fortitudo Bologna e Rieti. Proprio i reatini chiudono gli anni Settanta, portando a casa il trofeo nella stagione 1979/80 battendo in finale il Cibona Zagabria.

La prima metà degli anni Ottanta non è positiva per l’Italia, che porta solo in finale Venezia nel 1981, battuta dagli spagnoli del Badalona.

Poi per tre anni vincono le francesi, due volte il Limoges e una il Pau Orthez, ma la vendetta tricolore sta per arrivare.

Le prime vittorie italiane in Korac

Nel 1985 e nel 1986, infatti, la finale di Coppa Korać si trasforma in un derby.

Il primo è quello tra Milano e Varese, con vittoria delle Scarpette rosse in finale unica, mentre il secondo è quello tiratissimo tra Roma e Caserta, giocato al meglio delle due gare ripristinando la formula originale del torneo. Ci vorrà però qualche anno per vedere di nuovo un’italiana vincente.

Tra 1987 e 1990 vincono tre volte le spagnole (Barcellona, Real Madrid e Badalona) e una il Partizan Belgrado, con Cantù e Pesaro che si arrendono in finale nel 1989 e nel 1990.

Quanti derby tricolori in Coppa Korac

Cantù però non ha finito di scrivere la storia, perchè nel 1991 porta a casa il poker, battendo il Real Madrid. E anche Roma iscrive di nuovo il suo nome nell’albo d’oro, di nuovo in una finale tutta italiana, quella dell’edizione 1991/92 contro la Scavolini Pesaro.

L’Italia alza il tris l’anno successivo, con Milano che si impone in un altro derby tricolore, ancora contro Roma. Sono anni d’oro per il basket italiano, ma per tre volte di fila la Coppa Korać sfugge all’ultimo atto, con Trieste e Milano (due volte) che si arrendono a PAOK Salonicco, Alba Berlino ed Efes Pilsen.

Poi negli ultimi anni di vita della competizione, le italiane si vedono sempre meno.

L’ultimo trionfo, il decimo, è quello di Verona nel 1998 contro la Stella Rossa Belgrado, poi le ultime quattro edizioni se le dividono Spagna (Barcellona e Malaga) e Francia (Limoges e Nancy), senza più presenze tricolori all’ultimo atto. Quando nel 2002 la Coppa Korać viene soppressa, l’albo d’oro parla appunto di 10 vittorie di squadre italiane, 6 a testa per Jugoslavia e Spagna, 5 per la Francia, 2 per la Grecia e una per Turchia e Germania.

Dalipagic e le altre leggende della Korac

Nonostante fosse, almeno sulla carta, la terza competizione continentale per importanza, la struttura del torneo faceva sì che alla Coppa Korać si qualificassero comunque squadre importanti e di conseguenza giocatori leggendari.

Lo conferma la lista dei migliori marcatori della competizione, che vede per due volte imporsi Dražen Dalipagić e Sasha Djordjević, ma anche il compianto Dražen Petrović o un mito della NBA come Vlade Divać.

Le due leggende slave!

L’unico italiano in grado di aggiudicarsi la classifica cannonieri di un’edizione è il “Paisà” Mike Iuzzolino, miglior realizzatore di Verona nella stagione in cui i veneti si aggiudicano il torneo.

Ci sono nomi importanti anche tra gli allenatori vincenti, considerando che la Coppa Korać l’hanno sollevata Dan Peterson, Mike D’Antoni e Svetislav Pešić. E poi c’è anche una leggenda della panchina che, almeno in questa competizione, è stata particolarmente sfortunata.

Si tratta di Bogdan “Boša” Tanjević, che nella sua lunga e vincente carriera, che lo ha visto anche guidare l’Italia, da sfavorita per le scommesse sportive, alla vittoria degli Europei del 1999, ha raggiunto per ben cinque volte la finale di Coppa Korać senza mai vincerne neanche una.

Tanjević ha cominciato la sua rincorsa nel 1978 alla guida del Bosna, perdendo contro il Real Madrid, per poi ripetersi nel 1986 come coach di Caserta, sconfitta da Roma. Poi negli anni Novanta arriva un poco gradito tris, con tre sconfitte consecutive all’ultimo atto, una volta con Trieste e due con Milano. A dimostrazione che persino la “terza coppa” continentale era davvero un torneo di uno spessore incredibile…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.