Numero esoneri di Josè Mourinho: che Josè Mourinho sia speciale lo dice la sua storia. Non per niente il tecnico portoghese si è autodefinito “Special One” quando è arrivato al Chelsea, coniando per se stesso un soprannome che si è portato appresso in tutta la carriera. E il palmares dell’allenatore di Setubal è di quelli pazzeschi.
Tutti i titoli vinti da Mou
Al Porto ha vinto due campionati portoghesi, una coppa e una supercoppa, a cui vanno aggiunte Coppa UEFA e Champions League. Nelle due esperienze al Chelsea ha portato a casa tre Premier League, una Community Shield, tre Coppe di Lega e una FA Cup, mentre all’Inter vanta due scuetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e soprattutto la Champions del Triplete.
Nella parentesi al Real Madrid Mou si è dovuto accontentare di un campionato spagnolo, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna, mentre al Manchester United è uno dei pochi tecnici vincenti del post-Ferguson, con una Coppa di Lega e l’Europa League. E il portoghese è riuscito a vincere anche alla Roma, portando a Trigoria la prima Conference League della storia.
Numero esoneri di Josè Mourinho
Eppure, soprattutto di recente, la carriera di Mourinho è costellata di esoneri. A dimostrarlo c’è quello da parte del Fenerbahce, che lo ha ingloriosamente messo alla porta dopo la mancata qualificazione al tabellone principale della Champions League, persa nel doppio playoff contro il Benfica.
Lo Special One ha quindi lasciato la Turchia senza vincere nulla, dato che nella stagione 2024/25 la sua squadra è arrivata seconda in campionato dietro gli eterni rivali del Galatasaray e che anche in coppa le cose non sono andate per nulla bene. In compenso, Mou avrebbe ricevuto una buonuscita milionaria, l’ennesima della carriera, con 15 milioni di euro incassati per salutare il club gialloblù. Un pattern, questo, che si è ripetuto abbastanza spesso.
Josè e le buone uscite milionarie
Il primo caso è quello del Chelsea. Lo Special One arriva a Stamford Bridge nel 2004 dopo la clamorosa vittoria, da underdog per le scommesse sportive, della Champions con il Porto, scelto da Roman Abramovich per la sua scalata al calcio mondiale.
Risultato ottenuto o quasi, con i Blues che dominano la Premier grazie ai milioni dell’oligarca e al genio di Mou. Dopo tre anni però qualcosa si rompe e poco dopo l’inizio della stagione 2007/08 arriva l’addio. È risoluzione (più o meno) consensuale, con gli inglesi che pagano 21 milioni per rompere il contratto del portoghese.
I saluti con l’Inter nel 2010 dopo il Triplete sono senza traumi, mentre nel 2013 il tecnico saluta il Real Madrid non a stagione in corso ma ad annata conclusa, ottenendo comunque 13 milioni di buonuscita, da aggiungere al suo patrimonio.
Gli esoneri inglesi di Mou
Il ritorno al Chelsea nell’estate del 2013 segue lo stesso chirurgico schema della prima esperienza londinese. Mou nella seconda stagione vince campionato e Coppa di Lega, ma nel dicembre 2015 gli attriti con la società e una partenza pessima in Premier gli costano il posto.
Di nuovo risoluzione consensuale con l’amico Abramovich, che questa volta deve sborsare “solo” 10 milioni per chiudere il contratto del portoghese.
Nel 2016 lo Special One si siede su un’altra panchina che scotta, quella del Manchester United. A Old Trafford il lusitano è costantemente sulle montagne russe, ottenendo qualche soddisfazione (in particolare la vittoria dell’Europa League), ma finendo costantemente in attrito con alcuni dei calciatori, soprattutto con Paul Pogba. E quando nel dicembre 2018 i Red Devils sono a metà classifica, la famiglia Glazer opta per l’esonero.
Che costa parecchio, 18 milioni di euro, anche perchè la società aveva da poco rinnovato il contratto dell’allenatore.
Nel novembre 2019 ad affidarsi a Mourinho è il Tottenham, che ha appena esonerato Mauricio Pochettino. L’impatto del portoghese è abbastanza buono, anche se gli Spurs non riescono a centrare l’obiettivo stagionale, ovvero la qualificazione alla Champions League.
Anche nell’annata successiva i londinesi faticano in campionato, ma il DNA di Mourinho nelle coppe si intravede eccome in Coppa di Lega, con la squadra che nell’aprile 2021 arriva a giocarsi nella finalissima di Wembley la possibilità di tornare a vincere un trofeo dopo oltre 10 anni.
In panchina in quel match però il portoghese non ci sarà, visto che Daniel Levy lo esonera una settimana prima, sborsando 17 milioni per liberarsi del tecnico. Che però avrà l’ultima parole, perchè il Tottenham senza di lui quella finale non la vince.
Mourinho idolo giallorosso
E poi c’è il ritorno in Italia, stavolta alla guida della Roma. Mourinho, annunciato nel maggio 2021 tra la sorpresa generale, entra subito in sintonia con il pubblico giallorosso e la prima stagione è subito importantissima. In campionato la Roma non va benissimo, ma in Conference League è tutta un’altra storia. La squadra prende parte alla prima edizione del nuovo trofeo UEFA e arriva fino alla finale di Tirana, in cui batte il Feyenoord.
L’anno successivo la storia si ripete, ma stavolta in Europa League. I giallorossi tornano di nuovo in finale, giocandosi il trofeo contro gli spagnoli del Siviglia.

La notte di Budapest è piena di rimpianti, con la sconfitta ai calci di rigore e le proteste in mondovisione dello Special One per l’arbitraggio scandaloso dell’inglese Anthony Taylor.
100 milioni di buoneuscite per Mourinho
Quel giorno qualcosa con la società si rompe e il portoghese comincia la stagione 2023/24 in giallorosso, ma non la termina a Trigoria. Nel gennaio 2024 viene infatti esonerato, con la Roma che paga gli ultimi 3 milioni di un contratto che sarebbe comunque scaduto a giugno dello stesso anno.
Insomma, chi si affida a Mourinho dovrebbe ormai avere abbastanza chiaro cosa aspettarsi: possibili trofei, ma anche assegni pesanti.
Del resto 26 titoli (anzi, pardon, tituli) e oltre 100 milioni di buonuscite parlano decisamente da soli!
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