La Serie D, l’ultimo livello del calcio italiano prima del professionismo, è un vero e proprio spaccato del pallone tricolore, con le sue peculiarità e le sue differenze. Il torneo, gestito dal Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti, vede un numero variabile di squadre (che variano dalle 160 alle 180) divise in nove gironi in base a criteri geografici e dal numero altrettanto variabile di partecipanti.

La Poule Scudetto della Serie D

I playoff della Serie D

La graduatoria per le ripescate

Il format dei playoff della D

Per tutte, però, l’obiettivo è uno solo: arrivare in Serie C. Considerando che le retrocessioni dalla terza categoria sono nove e che anche i gironi della Serie D sono altrettanti, non è molto complicato capire chi andrà nella divisione superiore: le vincitrici dei gironi. E allora, perché anche in Serie D esistono i playoff?

La Poule Scudetto della Serie D

Per due motivi. Il primo è l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia Dilettanti. Essendo la Serie D il massimo livello dilettantistico, le nove squadre che ottengono la promozione possono giustamente essere considerate le migliori.

E quindi, se non altro per la soddisfazione di stabilire chi tra le nove è davvero quella più forte, è stata creata la Poule Scudetto. La Poule è organizzata in tre gironi da altrettante squadre, che giocano una partita in casa e una in trasferta. Le tre vincitrici dei gironi e la migliore seconda si affrontano poi in semifinali e finali in gara secca per stabilire chi vince il titolo dei Dilettanti. 

Un'esultanza del Novara ai tempi della A

Attualmente la squadra detentrice è l’Avellino, team spesso corsaro per le scommesse Lega Pro, negli incontri lontani dal Partenio che però ha vinto la Poule Scudetto nell’estate 2019. Nelle ultime due stagioni portate a termine questa fase finale (che in fondo non cambia nulla a livello di organizzazione dei campionati della stagione successiva) non è stata disputata per i problemi causati dalla situazione sanitaria mondiale.

Il titolo è stato assegnato a periodi alterni, prima negli anni Cinquanta e poi dal 1992, quando è stato riproposto dopo oltre un trentennio di disinteresse.

L’albo d’oro vede in vetta il Siena, unico club capace di laurearsi due volte campione d’Italia dilettanti (nel 1956 e nel 2015), ma comprende anche club come il Monza, il Venezia o il Bari. Dal punto di vista delle regioni, la grande protagonista è la Campania, con 7 titoli, seguita dalla Toscana e dalla Lombardia con 4.

Un'esultanza del Siena!

I playoff della Serie D

Ma la Poule Scudetto non è l’unica appendice del campionato di Serie D. Nonostante sia solamente una per girone la squadra deputata alla promozione in Serie C, esistono anche dei playoff. A cosa servono? A stabilire una cosa importante, quale sarà l’ordine in cui verranno prese in considerazione le richieste di ripescaggio nel caso alcune squadre non riescano o non possano iscriversi alla Serie C.

Dunque, ogni girone prepara una lista delle…sostitute, facendo incontrare le squadre dalla seconda alla quinta. Le squadre si affrontano in una semifinale a partita secca in casa di quella meglio piazzata (la seconda affronta la quinta e la terza la quarta). In caso di parità, passa il turno quella piazzata meglio in campionato. Una regola che vale anche per la finalissima, anch’essa a partita secca e in casa della squadra con la regular season migliore.

La graduatoria per le ripescate

Le nove vincitrici vengono infine inserite in una graduatoria che tiene conto dei punti ottenuti durante la stagione. Il che significa che la sostituzione non è automatica. Se (per esempio) la squadra vincitrice del girone A dovesse non riuscire a iscriversi alla Serie C successiva, a prendere il suo posto non sarà necessariamente la vincitrice dei playoff del girone A, ma quella con la graduatoria migliore delle nove che hanno trionfato nel loro raggruppamento.

Un sistema che comunque non garantisce troppa uniformità, come dimostrano i ripescaggi per l’iscrizione alla Serie C 2021/22. Le vincitrici dei nove gironi (Gozzano, Seregno, Trento, Fiorenzuola, Montevarchi, Campobasso, Monterosi, Taranto e Messina) hanno conquistato il diritto a giocare la terza categoria. Di queste però il Gozzano ha rinunciato all’iscrizione, lasciando così il posto al Picerno, che effettivamente era la prima nella graduatoria.

Per le mancate iscrizioni di Novara, Carpi, Sambenedettese e Casertana, però, ci sono state altre squadre di D inserite nel campionato di C della stagione in corso. E se il Latina si era effettivamente guadagnata il posto in graduatoria, non si può dire lo stesso del Siena e della Fidelis Andria. I toscani sono arrivati quinti nel girone vinto dal Montevarchi e hanno perso al primo turno dei playoff.

I pugliesi invece sono arrivati in finale, persa contro il Picerno, ma sono comunque stati ripescati al posto delle squadre che hanno vinto il playoff del loro girone.

Risultato, il Girone H dello scorso campionato di Serie D, a sorpresa per le scommesseitalia ha espresso ben tre promozioni, ognuna in maniera diversa. Il Taranto è passato in C dopo aver vinto il torneo, il Picerno vincendo i playoff del suo girone e prendendo come previsto il posto di una delle escluse e la Fidelis Andria perché in grado di produrre le garanzie economiche in breve tempo al momento della mancata iscrizione di alcune squadre della terza categoria.

Il format dei playoff della D

Una formula, quella dei playoff, che è stata comunque incorporata da parecchio tempo, seppure in forme diverse. Fino alla stagione 2014/15, infatti, era soltanto una la squadra che otteneva la “prelazione” sul ripescaggio in C e lo faceva al termine di un mini-torneo che prevedeva una formula a due fasi.

La prima, quella del girone, con gli scontri incrociati tra seconda e quinta e terza e quarta, e poi quella interregionale, in cui le nove squadre venivano inserite in tre gironi, sulla falsariga della Poule Scudetto.

Il rigore realizzato dal Novara

Poi semifinale di andata e ritorno e finalissima in campo neutro. Attraverso questo sistema, ci sono stati dei casi di ripescaggio diretto in Serie C, ma anche annate in cui vincere non è servito a nulla, perché non ci sono state defezioni nel campionato superiore o perché per indicazione della Lega Pro non erano previsti ripescaggi.

Di questi casi particolari fanno parte il Casale, che vince nel 2007 ma non vede liberarsi posti in C2 o il Cosenza del 2012. Peggio ancora va alla Correggese, che nel 2014 fa richiesta per il ripescaggio ma se la vede respingere per problemi legati al campo da gioco.

E infine il Sestri Levante, ultima a poter richiedere il ripescaggio con il vecchio sistema: i liguri in teoria avrebbero un posto libero a cui aspirare, ma pur avendo vinto il torneo non fanno richiesta. Rendendo così totalmente inutile un torneo finale che invece, come dimostrano tante altre storie, un senso ce l’ha eccome.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.