Da ormai quasi un millennio, la città di Firenze è una delle culle della lingua e della letteratura italiana. Una storia di cui gli abitanti vanno molto fieri, così come di una tradizione di indipendenza e di grandezza che affonda le radici nei tempi dei Comuni, quando quello di Firenze era uno dei più ricchi e dei più potenti della Penisola.

LA PRIMA MAGLIA DELLA FIORENTINA

LA STORIA DEL GIGLIO 

IL GIGLIO ALABARDATO

L'INSERIMENTO DELLE INIZIALI

L'ACQUISIZIONE DEL LOGO

IL GIGLIO COMMISSO

Ecco perché quando nel 1926 Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, eroe di guerra, imprenditore e destinato a diventare presidente della FIGC e della FIDAL, fonda il club, non ci sono certo dubbi su quale deve essere lo stemma: il giglio bottonato di colore rosso, che è simbolo della città sia dal Medioevo e che deriva, sebbene con i colori invertiti, da quello di Ugo di Toscana, marchese del Decimo secolo. E visto che la Fiorentina è per definizione la squadra di Firenze, sul petto andrà anche lo scudo argentato che è parte dello stemma cittadino.

LA PRIMA MAGLIA DELLA FIORENTINA

Un po’ più di problemi ce li ha la maglia, che nasce bianca e rossa, ma che nel 1929 diventa viola. Per giustificare la radicale modifica ci sono diverse motivazioni, di cui una, neanche a dirlo letteraria. Si dice infatti che il viola sia il risultato di un lavaggio sbagliato delle divise.

Molto più probabile che invece sia stato proprio lo stesso Ridolfi a decidere di abbandonare i colori cittadini dopo un’amichevole dell’anno precedente come gli ungheresi dell’Ujpest, all’epoca una delle squadre più forti del mondo. La prima in viola, contro la Roma, viene apprezzata dal pubblico e la maglia non cambierà più colore. Lo stemma, invece, vive qualche fase differente, pur rimanendo quasi sempre legato ai simboli del comune fiorentino.

LA STORIA DEL GIGLIO 

Col tempo infatti sono arrivate diverse modifiche, la prima delle quali è una stilizzazione del classico giglio all’interno di uno stemma a rombo, con una semplificazione del giglio stesso, che tra l’altro non è più su sfondo argentato, come all’inizio, ma sul bianco, una scelta che rimarrà costante. Un’altra tipologia di stilizzazione è quella all’interno di un quadrato, ruotato di 45 gradi, che viene diviso nei due colori cittadini.

All’interno della metà bianca c’è di nuovo il giglio, ancora più stilizzato di quello inserito nel rombo. L’altra metà resta invece rossa. Negli anni Cinquanta e Sessanta arriva un’ulteriore versione “moderna” dello stemma, sempre all’interno di un quadrato ruotato ma con un giglio molto più geometrico, che accompagna con le sue parti proprio il quadrato in cui è inserito.

Senza dubbio alcuno, però, i vecchi tifosi della Fiorentina associano la Viola al classico rombo, che accompagna la squadra di Firenze alla conquista del suo primo titolo (1955/56), alla finale di Coppa dei Campioni (1956/57) e anche al secondo e finora ultimo scudetto dei toscani, quello della stagione 1968/69.

IL GIGLIO ALABARDATO

Ma persino una società così radicata e legata alla storia della propria città non riesce a rimanere indifferente all’ondata…del marketing. Quando tra fine anni Settanta e inizio anni Ottanta quasi tutti i club decidono di modernizzare i propri loghi (il Lupetto di Gratton, il Diavolo milanista, la Zebra bianconera, etc.), persino la Fiorentina abbandona il classico giglio. O almeno, lo fa in parte.

Il nuovo stemma, che passerà alla storia come il Giglio dei Pontello, dal nome della famiglia proprietaria della Fiorentina in quel periodo, è anche detto Giglio Alabardato, visto che l’effetto grafico rendeva il fiore più simile alla punta di un’alabarda che al classico stemma.

La scelta è legata alla volontà di fondere il giglio con la F, iniziale di Firenze, e riceve reazioni miste, soprattutto quando il club lancia la maglia “strisciata”, dove al centro del viola c’è appunto una striscia con il logo di dimensioni molto maggiori rispetto al solito.

Eppure, dal punto di vista del marketing, il giglio alabardato è rimasto nella memoria, se si considera che la Fiorentina l’ha utilizzato di nuovo (nella classica posizione sul petto) anche per le divise della stagione 2021/22 che la vede per le quote calcio non lontana dalle posizioni che assegnano gli slot per le prossime coppe europee!

La nuova maglia della Fiorentina!

L'INSERIMENTO DELLE INIZIALI

Quando la famiglia Cecchi Gori assume la guida della Fiorentina, una delle prime…vittime della gestione precedente è proprio il Giglio Alabardato, che viene sostituito da un restyling molto apprezzato, che è tuttora lo stemma della Viola.

Il nuovo logo è un rombo in cui il giglio è inserito nella parte superiore (un quadrato ruotato bianco), mentre la parte inferiore, un triangolo viola, vede anche l’inserimento delle iniziali del club, ovvero ACF. Il logo è rimasto pressoché invariato dal 1993, anno in cui è stato creato, ai giorni nostri, fatta eccezione per una stagione decisamente particolare.

La maglia 2006!

IL GIGLIO COMMISSO

E ora? Almeno a giudicare dalle voci che arrivano da Firenze, c’è la possibilità che lo stemma dopo parecchi anni cambi di nuovo. E dopo il Giglio dei Pontello e il Giglio Cecchi Gori, non poteva ovviamente mancare il Giglio Commisso, visto che l’input di studiare un nuovo logo per la Fiorentina sarebbe arrivato direttamente dal presidente Rocco Commisso che ha investito in un centro sportivo di primissima fascia che aiuterà i Viola a scalare posizioni tra le favorite per le scommesse sport.

Il quale, da buon esperto di pubblicità starà certamente cercando un qualcosa che possa allo stesso tempo rimanere legato a una tradizione che sta per compiere cento anni, ma che allo stesso tempo possa utilizzare il nome di Firenze, che sia in Italia che all’estero è parecchio evocativo, probabilmente più del nome “Fiorentina”.

La maglia gialla della Fiorentina!

In attesa di sapere come sarà il nuovo giglio, ma soprattutto di capire se la tifoseria lo apprezzerà, nella stagione in corso i supporter viola hanno già salutato, chissà se definitivamente, il vecchio. Segnale che la modernità non può essere arrestata, persino in una città dalla tradizione e dalla storia importante come Firenze…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.