Cosa sarebbe il calcio senza le televisioni? Qualcuno potrebbe anche apprezzare l’idea, per tornare a un pallone più “antico” e simile a quello di qualche decennio fa, ma è indubbio che ormai il connubio tra lo sport più seguito al mondo e la trasmissione televisiva dei match è decisamente inscindibile.

E se farebbe strano non poter vedere una partita in TV, figurarsi quanto possa suonare assurdo che l’incontro sia trasmesso ma senza la telecronaca. Già, le voci e le espressioni tipiche dei telecronisti (e delle seconde voci) fanno ormai parte dell’iconografia del pallone e in alcuni casi sono proprio loro stessi a essere diventati delle stelle. Ma quanto si guadagna a fare il telecronista?

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Il telecronista free lance

Intanto, bisogna fare delle distinzioni. A partire tra quella tra dipendenti e liberi professionisti. C’è chi (è il caso dei telecronisti RAI) è legato alla propria testata e di conseguenza ha un contratto in esclusiva, non potendo offrire la sua voce per eventi che non vengano trasmessi dal canale o dal network in questione.

E poi c’è chi invece preferisce non legarsi a un broadcaster o a un network specifico, potendo così permettersi di valutare le offerte migliori e magari anche spuntare su canali diversi a seconda degli accordi raggiunti.

È per esempio il caso di Pierluigi Pardo, che nella stagione 2022/23 è stato voce del calcio su DAZN, ma che ha anche fatto la telecronaca del Palio di Siena su LA7 e che ha accettato l’offerta della RAI di condurre, con grande competenza, un game show.

Pier Pardo

Fatta questa necessaria premessa, si passa alle cifre. O almeno si dovrebbe, perché non è assolutamente semplice reperire dati affidabili.

Il giornalista dipendente

Per quanto riguarda i dipendenti ci si basa sul contratto nazionale dei giornalisti e sugli accordi integrativi che vengono firmati con i network.

Dei telecronisti RAI, per esempio, si sa solo…quanto non guadagnano, ovvero meno di 200mila euro. È questa la cifra al di sopra della quale la TV di stato è costretta a indicare i salari dei giornalisti e considerando che non sono stati resi pubblici né quelli di Alberto Rimedio e Stefano Bizzotto, ovvero i telecronisti principali della RAI, né gli altri, è lecito supporre che i loro stipendi siano parecchio più bassi di questa cifra.

Sempre per quando riguarda i dipendenti, dunque, ci si può basare sui compensi medi che riceve un giornalista sotto contratto e ragionare sul fatto che un telecronista alle prime armi dovrebbe raggiungere una cifra che supera di poco i 20mila euro l’anno, mentre quelli con parecchi anni di lavoro alle spalle possono tranquillamente sforare il tetto dei 70mila euro.

Discorso diverso per i liberi professionisti, per cui non è stabilito uno stipendio da contratto nazionale e che possono anche ricevere pagamenti per una singola prestazione.

A influire sui guadagni, oltre all’inquadramento e agli anni di esperienza, ci sono ovviamente diversi fattori, come la popolarità del telecronista in questione oppure la rete o il network con cui si accorda, che potrebbe anche decidere di pagare di più rispetto alla media.

Inoltre, può succedere che il telecronista assuma altre cariche interne, come successo a Fabio Caressa, che per un periodo è stato anche condirettore di Sky Sport, un ruolo che certamente aumentava lo stipendio del telecronista romano.

Fabio Caressa

Le seconde voci in telecronaca

E poi c’è il discorso sulle seconde voci, altro elemento ormai caratteristico delle partite dal vivo. Le seconde voci, che spesso si aggiungono anche al parterre degli opinionisti, difficilmente sono giornalisti e dunque è improbabile che siano inquadrati con un contratto a tempo indeterminato. S

pesso si tratta di ex calciatori ma anche di allenatori in attività, quindi bisogna anche considerare la possibilità che qualche club decida di alzare la cornetta e offrire una panchina, privando la rete televisiva del suo opinionista.

Anche per quanto riguarda queste due tipologie, comunque, sussiste la possibilità di firmare un contratto in esclusiva oppure di lavorare da liberi professionisti, potendo così accettare proposte differenti.

A dimostrarlo c’è il caso del bravissimo Andrea Stramaccioni, che si è messo in mostra durante i Mondiali 2022 come seconda voce e opinionista RAI, guadagnandosi così la chiamata di DAZN per Serie A ed Europa League con un accordo in esclusiva.

Stra in panchina

Al termine della stagione, però, DAZN ha accettato di…prestare l’ex tecnico di Inter e Udinese a Mamma RAI, permettendogli di commentare le partite degli Europei under-21, con Italia e Germania delusioni sul campo e per le scommesse sportive!

Anche in questo caso risulta comunque complicato stabilire il compenso per seconde voci e opinionisti, anche se nel corso degli anni non sono mancate indiscrezioni, come per l'accordo non rinnovato di Lele Adani con Sky.

Tutte cose, in assenza di comunicazioni ufficiali al riguardo, da prendere con le pinze, ma che suggeriscono come la carriera di opinionista per gli ex calciatori possa essere parecchio remunerativa. Magari non ai livelli di quando giocavano, ma…quasi!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.