Honduras – Australia (lunedì 6 novembre ore 10:00)

La rocambolesca ultima giornata del girone di qualificazione della zona nord e centramericana, tra le tante sorprese e i rovesciamenti di gerarchie che sembravano oramai consolidate, ha regalato all’Honduras, che ha superato per 3-2 il Messico primo in classifica, l’accesso allo spareggio contro l’Australia che, nella zona asiatica, ha battuto ai supplementari del playoff la sorprendente Siria. La vincitrice della doppia sfida tra le due formazioni guadagnerà un posto ai Mondiali di Russia 2018.

La partita d’andata si disputerà il 6 novembre in Honduras, con il ritorno fissato per il 14 novembre in Australia. La nazionale honduregna si trova al settantaquattresimo posto del ranking mondiale FIFA, quella australiana è al cinquantesimo.

L’Honduras ha partecipato tre volte alla fase finale di una Coppa del mondo, nel 1982, nel 2010 e nel 2014, ottenendo come miglior risultato il diciottesimo posto in Spagna dove si è tolto la soddisfazione di pareggiare 1-1 contro i padroni di casa. L’Australia, invece, ha disputato quattro Mondiali, con il miglior risultato nel 2006 quando raggiunse gli ottavi finale, eliminata dal rigore di Francesco Totti contro l’Italia.Mentre in Honduras ancora si sta festeggiando per un playoff che, alla vigilia dell’ultimo turno, sembrava quasi un’utopia, in Australia tengono banco le speculazioni sul futuro del commissario tecnico Ange Postecoglou che, a detta dei media locali, lascerà la guida della nazionale dopo la doppia sfida contro l’Honduras, a prescindere dal risultato. Il veterano Tim Cahill, autore del gol decisivo che ha consentito di superare la Siria, ha dichiarato: «Sono solo speculazioni giornalistiche. Non era quello di cui avevamo bisogno nel giorno in cui l’Australia ha ottenuto l’opportunità di giocarsi l’accesso alla sua quarta Coppa del mondo consecutiva». Tra le fila degli australiani, nella sfida d'andata mancheranno Mark Milligan e Mathew Leckie.

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Nuova Zelanda – Perù (lunedì 6 novembre ore 10:00)

Il Perù di Ricardo Gareca è arrivato allo spareggio interzonale contro la Nuova Zelanda tra mille polemiche, che non accennano a placarsi. Nel finale di Perù – Colombia, nell’ultima giornata del girone di qualificazione della zona sudamericana, dopo che Guerrero aveva siglato la rete dell’1-1 per i padroni di casa, i giocatori delle due squadre hanno iniziato a parlare tra loro, come evidente dalle immagini televisive. Il sospetto è che le due squadre abbiano deciso di mantenere il pareggio che, con la contemporanea sconfitta del Cile in Brasile, avrebbe qualificato la Colombia ai Mondiali e il Perù ai playoff, eliminando proprio la squadra di Vidal e Alexis Sanchez. Si parla di un possibile ricorso del Cile che, se accolto, potrebbe stravolgere i risultati del campo e i verdetti emessi.

Comunque a Wellington il 6 novembre (ritorno il 14), sic stantibus rebus, a sfidare la Nuova Zelanda che ha dominato le eliminatorie della zona oceanica, ci saranno proprio i peruviani, la cui ultima partecipazione ai Mondiali risale al 1982, con due quarti di finale raggiunti nel 1970 e nel 1978. La Nuova Zelanda ha preso parte a due edizioni dei campionati del mondo, nel 1982 e nel 2010 quando ottennero un pareggio 1-1 contro l’Italia, campione in carica: la stella degli All Whites è l’attaccante Chris Wood che nelle eliminatorie ha messo a segno 8 reti, capocannoniere continentale; nel Perù, invece, oltre al veterano Paulo Guerrero, attenzione ad André Carrillo del Watford. La sfida può sembrare sbilanciata in favore dei sudamericani, che si trovano attualmente al dodicesimo posto del ranking FIFA contro il centoventesimo degli oceanici, ma crediamo che la Nuova Zelanda possa riuscire a non perdere la partita di andata in casa.

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