Il termine “gregario” è utilizzato sin dai tempi della lingua latina e, come spiega molto bene la Treccani, descrive chi fa parte di una organizzazione senza un grado ben specificato e senza funzioni direttive.

Ma il senso che ha ormai reso la parola di uso comune nella lingua di tutti i giorni è legato al mondo dello sport.

Il significato della parola gregario nello sport

Il gregario è una figura fondamentale, ad esempio, nel ciclismo, visto che è l’atleta che lavora instancabilmente per il suo capitano. Già, perché nelle gare di un giorno e nei grandi giri, ma persino nelle competizioni a livello internazionale, c’è sempre (o quasi) un capitano designato da portare alla vittoria.

La leggenda del portatore d’acqua nel ciclismo

E questo è il compito dei gregari, che sono quelli che tirano il gruppo se c’è da recuperare una fuga, o che si fanno largo in un tratto di montagna per evitare che sia il grande favorito a stancarsi troppo. Il legame del termine “gregario” con il ciclismo è talmente evidente che è intercambiabile con la locuzione “portatore d’acqua”, ovvero il corridore che portava la borraccia al capitano.

I gregari su due ruote

Senza troppi giri di parole, dietro ogni grande campionissimo del ciclismo c’è sempre un gregario (o più di uno) che lo ha aiutato ad arrivare per primo al traguardo.

Fausto Coppi aveva tra i suoi fedelissimi Andrea Carrera, mentre l’angelo custode di Gino Bartali era Giovanni Corrieri, uno che in carriera ha vinto sette tappe al Giro d’Italia e due al Tour de France, ma che non ha mai fatto corsa di classifica, preferendo lavorare per Ginettaccio.

Di gregari Miguel Indurain ne ha avuti parecchi in carriera, tra cui suo fratello Prudencio, ma anche il francese Fabrice Philipot e lo spagnolo Armand De Las Cuevas. Marco Pantani è stato prima gregario del “Diablo” Claudio Chiappucci e poi ha avuto accanto a sé Roberto Conti nelle stagioni dei trionfi.

Roberto Conti gregario di Pantani

Esistono persino i gregari delle volate, esemplificati da Giovanni Lombardi, che nel 1992 ha vinto la medaglia d’oro nella corsa a punti ai Giochi Olimpici di Barcellona, per poi passare alla strada a lanciare la volata ai migliori del mondo, tra cui Erik Zabel e Mario Cipollini, come nel mondiale vinto dall’azzurro nel 2002 a Zolder.

E visto che si parla di uno sport imprevedibile, soprattutto nei grandi giri, succede anche che il capitano designato, vista l’impossibilità di imporsi, decida (o gli venga imposto) di fare lui da gregario…a uno dei suoi gregari.

Non che la cosa funzioni sempre, come dimostra il caso di Bernard Hinault, che nel 1986 a fine carriera inizia il Tour come gregario di Greg LeMond, salvo poi attaccare il suo capitano designato a ogni occasione possibile.

L'uomo in più nel calcio

Ma i gregari non esistono certo solo nel ciclismo. Anzi, anche nel calcio sono quelli che si sono meritati il titolo di “portatore d’acqua” dei più grandi. Per posizione in campo e compiti tattici, spesso e volentieri è toccato ai mediani ricoprire questo ruolo.

Uno dei più celebri è stato Giovanni Lodetti, che del Milan di Rivera è stato cuore e polmoni, correndo anche per l’Abatino e permettendogli di esprimere a pieno la sua classe.

Rimanendo in casa Milan, quando i rossoneri erano sempre tra i favoriti per le quote vincente Champions, anche Rino Gattuso, che pure era uno dei migliori al mondo nel ruolo, si è sacrificato per anni per reggere un centrocampo che assieme a lui vedeva schierati Andrea Pirlo, Clarence Seedorf e Rui Costa.

Il gregario però non è necessariamente un mediano, anzi. Le due squadre più forti del nuovo millennio, il Barcellona e il Real Madrid, il gregario perfetto ce l’hanno avuto sulla fascia destra. Ma sarebbe meglio dire che ce l’hanno, perché sia Sergi Roberto che Lucas Vazquez sono così preziosi per gli equilibri di squadra, dentro e fuori dal campo, che i due club non ci hanno pensato per nulla a lasciarli andare.

La gioia di Sergi Roberto

E proprio il blaugrana, che ha anche messo lo zampino decisivo nella celeberrima “Remuntada” contro il Paris Saint-Germain, si è anche preso la fascia da capitano dopo gli addii di Leo Messi, Gerard Piquè e Sergio Busquets.

Non solo Pippen

Sebbene si giochi solo in cinque, non è detto che non ci siano gregari anche nel basket. Anzi, esistono degli esempi niente male, sia in Italia che nella storia dell’NBA.

Quando Dan Peterson diventa allenatore di Milano, deve insistere con la proprietà per farsi comprare Roberto Premier. Il veneto non è esattamente il prototipo della stella e per questo il “Coach” dovrà aspettare tre anni per convincere i dirigenti.

Quando però Premier arriva all'Olimpia Milano, tutti capiscono subito perché il tecnico ha chiesto con insistenza un giocatore dalle doti fisiche incredibili (non per nulla era detto “L’Ariete” e capace, nei momenti di trance agonistica, di giocare per due). E i cinque scudetti e le due coppe dei campioni conquistati con le Scarpette Rosse la dicono lunga sul suo valore.

Se si guarda oltreoceano il gregario per eccellenza è invece Scottie Pippen. Giocatore polivalente, eccezionale in difesa ma pericoloso anche in attacco, il nativo di Hamburg è stato la spalla fedele di Michael Jordan durante gli anni del “Repeat Three-peat”, conquistando 6 titoli di campione NBA.

Scottie con MJ

A confermare il suo status di gregario però sono proprio gli anni di carriera senza Jordan, i due del temporaneo ritiro di His Airness e quelli passati, dopo la Last Dance, a Houston e a Portland, quando Pippen non è riuscito a calarsi nel ruolo di leader.

Il doppio migliore al Mondo

Questa panoramica si chiude con il tennis, uno sport in cui è difficile immaginare l’esistenza dei gregari, visto che è una disciplina individuale o al massimo da giocare in due. Eppure proprio il doppio regala qualche gregario celeberrimo, come Peter Fleming, storico compagno di John McEnroe.

Come diceva lui stesso, a sottolineare il suo status, “la coppia migliore al mondo è Mac e un altro”. Eppure quell’altro era proprio lui, che adattava il suo gioco a quello imprevedibile di The Genius, formando così una delle coppie tennis più leggendarie!

E infine ci sono i tornei di squadra, come la Coppa Davis, che offrono l’occasione di giocare per i compagni.

Come nel recentissimo caso di Lorenzo Sonego, che nell’edizione 2023 vinta a sorpresa per le scommesse sportive dall’Italia ha cantato e portato la croce, prima guidando la squadra nelle partite disputate a Bologna e poi mettendosi a disposizione nella fase finale, lasciando spazio agli altri (Jannik Sinner, Matteo Arnaldi e Lorenzo Musetti) in singolare nonostante il suo numero 46 nel ranking e diventando il partner perfetto di Sinner in doppio.

Ennesima dimostrazione che per vincere i gregari sono fondamentali tanto quanto i capitani!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.