La storia della qualificazione della Svizzera a Qatar 2022, purtroppo, noi italiani la conosciamo molto bene. Gli elvetici erano infatti inseriti nel gruppo C con gli Azzurri, l’Irlanda del Nord, la Bulgaria e la Lituania.

Agli svizzeri è bastato pareggiare due volte con l’Italia (0-0 e 1-1), in entrambi i casi con un rigore sbagliato da Jorginho, per ottenere la qualificazione diretta grazie ai 18 punti (5 vittorie e 3 pareggi) raccolti, contro i 16 (4 vittorie e altrettanti pareggi) della squadra di Roberto Mancini.

La storia della Svizzera ai Mondiali di calcio

La squadra di Petko nel 2018

Perché si chiamano Nati e rossocrociati

La maglia Puma della nazionale elvetica

Tutti i record della Svizzera nel calcio

Il sistema di gioco elvetico

La stella della Svizzera e la possibile sorpresa

Il capitano della nazionale elvetica

L'allenatore della Svizzera in Qatar 

Il girone della Svizzera al Mondiale 2022 ed i precedenti

Le quote di 888sport della Svizzera ai Mondiali 2022

La storia della Svizzera ai Mondiali di calcio

Per la Svizzera si tratterà della dodicesima partecipazione ai mondiali. Nelle undici precedenti il miglior risultato sono i quarti di finale, ottenuti per ben tre volte, nel 1934, nel 1938 e nel 1954, l’edizione casalinga.

Erano i tempi del calcio mitteleuropeo, prima di un periodo buio per gli elvetici, che tra il 1970 e il 1990 hanno saltato ben sei edizioni consecutive.

L’ultima a cui i rossocrociati non hanno preso parte risale al 2002, mentre in tempi recenti sono arrivati tre volte agli ottavi e hanno subito una eliminazione al primo turno (2010).

La squadra di Petko nel 2018

In Russia la Svizzera si è comportata bene, nonostante un girone complicato, quello con Brasile, Serbia e Costa Rica.

Pareggio all'esordio nel 2018 per un'attenta Svizzera!

La vittoria fondamentale è stata quella con i balcanici, ottenuta all’ultimo minuto con tanto di esultanza politica di Shaqiri.

Due pareggi, quello con i verdeoro e quello con i centroamericani, hanno permesso di approdare agli ottavi, dove però gli elvetici hanno perso, in una partita da facile Under per le quote calcio contro la Svezia per 1-0 con rete decisiva di Forsberg.

Perché si chiamano Nati e rossocrociati

Considerando che la Svizzera è un paese perlomeno particolare, con addirittura quattro lingue ufficiali (tedesco, francese, italiano e romancio), ci sta che ogni comunità descriva la nazionale con un modo tutto suo di chiamarlo.

C’è chi utilizza “A-Team”, chi semplicemente “Nati”, che può accorciare sia la parola tedesca che quella francese. E poi c’è la comunità di lingua italiana, che è quella che dà alla nazionale svizzera il soprannome con cui dalle nostre parti è più celebre: i rossocrociati, termine che ovviamente richiama ai colori della bandiera nazionale, rossa con croce bianco.

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La maglia Puma della nazionale elvetica

I colori tradizionali sono perfettamente rispettati anche dalle divise che verranno indossate da Xhaka e compagni in Qatar. La prima maglia è rossa, con alcune righe bianche molto sottili che impreziosiscono la parte superiore. Bianchi sono anche gli altri dettagli, ovvero il logo dello sponsor tecnico (la Puma) e lo stemma della federazione.

La Puma ha messo parecchia più fantasia nella seconda maglia, bianca con inserti rossi, in particolare il quadrato frontale con il numero, lo stemma federale e la bandiera nazionale, sullo stile di tutte le seconde maglie disegnate dall’azienda tedesca per il 2022/23.

Tutti i record della Svizzera nel calcio

La Svizzera è una delle nazionali più antiche del Vecchio Continente, avendo esordito nel 1905, e per questo per alcuni record di squadra bisogna andare addirittura più indietro della Prima Guerra Mondiale. È il caso della peggiore sconfitta di sempre, arrivata in casa contro l’Inghilterra nel 1909, in un match terminato 0-9.

Stesso risultato (9-0) anche per la vittoria più larga degli elvetici, nella partita contro la Lituania disputata ai Giochi Olimpici di Parigi del 1924. Del…secolo scorso, ma molto più vicino, anche il record di presenze, 118, fatto registrare tra il 1978 e il 1991 dal centrocampista Heinz Hermann. Il bomber rossocrociato è invece Alexander Frei, che in oltre ottanta partite con la Svizzera è andato a segno per 42 volte.

Il bomber Alexander Frei!

Il sistema di gioco elvetico

Nelle partite recenti, il CT Yakin ha quasi sempre optato per un 4-2-3-1 o per un 4-3-3.

La formazione prevede in porta l’eterno Sommer, in difesa sui lati due conoscenze della Serie A come Widmer e Ricardo Rodriguez e al centro Elvedi e Akanji. Il centrocampo è composto da Xhaka e Freuler, sulla trequarti giocano Shaqiri, Sow ed Embolo mentre la punta centrale è Seferovic. 

La stella della Svizzera e la possibile sorpresa

La stella della squadra, anche visto il mercato estivo del 2022, è certamente il difensore centrale Manuel Akanji, che si è trasferito al Manchester City per 17 milioni di euro.

La cifra però non deve ingannare, perchè l’elvetico era quasi a scadenza di contratto con il Borussia Mönchengladbach e Guardiola ne ha approfittato per portarlo all’Etihad per blindare la sua retroguardia. Lo stipendio che percepisce Akanji a Manchester è di quelli importanti, circa 11 milioni di euro a stagione fino al 2027.

La sorpresa invece arriva dall’Austria, più precisamente dall’RB Salisburgo, che ha creduto nelle doti di Noah Okafor.

Noah Okafor in un duello individuale contro Acerbi

L’attaccante classe 2000 è stato acquistato quando era appena diciottenne e si era messo in luce con il Basilea e tra campionato austriaco e Champions League sta dimostrando di poter seguire le orme di ex centravanti eccellenti del club. Il suo stipendio da 400mila euro e un contratto fino al 2024 mettono in allerta molti club. E chissà che un buon mondiale non aiuti…

Il capitano della nazionale elvetica

Il leader e capitano della squadra è il centrocampista Granit Xhaka.

Lo svizzero, che è rimasto all’Arsenal nonostante la corte serrata di Josè Mourinho che lo considerava un obiettivo giallorosso, è la roccia a cui si aggrappano i compagni, visto il fisico imponente e le doti mentali. E da quando si è sentito di nuovo inserito nel progetto dei Gunners, i londinesi volano, giustificando ampiamente il suo stipendio da 6 milioni di euro a stagione.

L'allenatore della Svizzera in Qatar

In panchina per la Svizzera c’è un protagonista in campo degli scorsi decenni, ovvero Murat Yakin, ex difensore con un passato anche in Germania e in Turchia.

Yakin ha sostituito ad agosto 2021 l’ex CT Vladimir Petkovic e come primo risultato ha portato la qualificazione diretta in Qatar, giustificando ampiamente lo stipendio che gli versa la federazione elvetica, ovvero 1,6 milioni di euro all’anno e anzi, meritando anche un... bonus scommesse!

Murat Yakin all'Olimpico!

Il girone della Svizzera al Mondiale 2022 ed i precedenti

Nel suo girone la Svizzera trova facce parecchio conosciute, considerando che Brasile e Serbia le ha già incontrate in Russia nel 2018, pareggiando con i verdeoro (1-1) e battendo i balcanici (2-1). Con il Brasile c’è anche un altro precedente a livello mondiale, il pareggio per 2-2 nel 1950, altro match valido per un girone, mentre con la Serbia il match di cinque anni fa è l’unico disputato in una Coppa del Mondo.

Prima assoluta, anche considerando le amichevoli, la partita con il Camerun, mai affrontato dai rossocrociati prima dell’incontro che si disputerà in Qatar.

Le quote di 888sport della Svizzera ai Mondiali 2022

In un girone particolarmente complesso, la Svizzera esordirà da favorita contro il Camerun. Con il Brasile probabilmente ingiocabile sulle tre partite, gli elvetici si giocheranno il passaggio del turno contro la talentuosa Serbia.

Per ogni partita di Coppa del Mondo di Xhaka. e soci di minoranza, periziate con attenzione valori, nella lavagna dei nostri bookmakers, assegnati ai pareggi: ben due sfide nel 2018 della Svizzera hanno avuto, infatti, questo esito finale.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.