Giocare la Coppa del Mondo è il sogno di tutti i bambini che prendono a calci un pallone, ma sono pochi quelli che riescono a realizzarlo. E non è neanche detto che diventare un fuoriclasse del calcio porti necessariamente a scendere in campo nella manifestazione iridata.

A dimostrarlo ci sono le storie di tanti calciatori che, pur essendo stati tra i migliori delle loro generazioni, non hanno avuto la possibilità di giocare in un Mondiale. E i motivi sono diversi. C’è chi è stato limitato da una nazionale non di primo piano, chi è stato grande al momento sbagliato e chi, più semplicemente, si è praticamente…autosabotato.

Le storie di Weah, Giggs e Litmanen

La leggenda di George Best

Cantona non è profeta in Francia

I casi di Schuster e Nainggolan

Haaland giocherà il prossimo Mondiale

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Le storie di Weah, Giggs e Litmanen

Tra quelli che hanno avuto il problema della nazionale non competitiva c’è certamente George Weah. Il Pallone d’Oro 1995 poteva giocare con la Francia e probabilmente sarebbe stato il centravanti nel mondiale vinto dai transalpini nel 1998, ma il fatto di aver scelto la sua Liberia nel lontano 1987 gli ha impedito di poter anche solo immaginare di prendere parte alla Coppa del Mondo.

Weah con il meritato trofeo personale a San Siro!

Per King George quattro tentativi di qualificarsi con la nazionale (1990, 1994, 1998, 2002), ma purtroppo per lui l’unica vera possibilità di farcela, nel 2002, è sfuggita all’ultima giornata.

Storia assai simile per Ryan Giggs, che si è sempre perso i mondiali per questione di bandiera…e di famiglia.

La leggenda del Manchester United, sempre favorito per le quote vincente Champions avrebbe potuto vestire la gloriosa maglia della nazionale inglese, ma avrebbe dovuto chiamarsi…Ryan Wilson, ovvero come suo padre. I pessimi rapporti con il genitore però lo portano a optare sia per il cognome che per la nazionalità di sua madre.

Nasce così Ryan Giggs, che in carriera non riuscirà mai ad aiutare il Galles a qualificarsi per i mondiali. E dire che nel 2022 poteva essere in panchina come allenatore, se i suoi problemi con la giustizia non lo avessero costretto a lasciare la guida della selezione!

Anche un’altra stella degli anni Novanta non ha mai avuto la possibilità di mettersi alla prova sul palcoscenico più importante. Jari Litmanen è stato per parecchio tempo il calciatore più importante dell’Ajax campione d’Europa e ha anche vestito la maglia del Barcellona, oltre ad avere una carriera ultraventennale.

Peccato per lui che la Finlandia non gli abbia mai potuto affiancare compagni in grado di aiutarlo a tentare di raggiungere la qualificazione ai mondiali, soprattutto in un periodo in cui c’erano meno squadre partecipanti…

La leggenda di George Best

Un altro Pallone d’Oro che non ha potuto giocare la Coppa del Mondo è George Best. Il nordirlandese è nato…troppo tardi per far parte della nazionale che è arrivata ai quarti di finale nell’edizione 1958.

Best con Pelè

Allo stesso tempo aveva già iniziato la sua parabola discendente quando nel 1982 l’Irlanda del Nord è tornata a farsi vedere ai Mondiali e aveva lasciato il calcio nel 1986.

Alla fine “The Best” in Spagna nel 1982 ci è andato comunque ma…come telecronista per seguire la sua nazionale!

Cantona non è profeta in Francia

Tempistiche totalmente sbagliate anche per Eric Cantona. Il francese ha vent’anni quando si gioca in Messico e non è ancora nel giro della nazionale.

Poi i Bleus mancano due qualificazioni consecutive, quella del 1990 e quella del 1994. King Eric ci mette del suo, perché nel 1987 insulta pubblicamente il CT Henri Michel e viene escluso dalla selezione. Da CT Platini se lo porta agli Europei 92, ma poi arriva Houllier, con il quale i transalpini non si qualificano al mondiale americano.

Nel 1998 forse Jacquet lo convocherebbe anche, ma nel frattempo l’iconico numero 7…si è già ritirato. 

I casi di Schuster e Nainggolan

E poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella dei calciatori che invece giocavano (o giocano tuttora) in nazionali competitive, ma che per problemi con i commissari tecnici si sono sempre ritrovati fuori dalle liste al momento di iniziare i Mondiali.

Uno dei più celebri è certamente il tedesco Bernd Schuster, che con la Germania (Ovest) ha vinto gli Europei e che con i club (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid) ha portato a casa parecchi trofei. In nazionale però arrivano problemi con la federazione, che esplodono quando il calciatore si rifiuta di scendere in campo contro l’Albania per la nascita di suo figlio. E quindi a neanche 25 anni Schuster lascia la Mannschaft.

Un esempio più recente è invece quello di Radja Nainggolan. Il belga si perde sia il Mondiale 2014 che quello 2018. Per volare in Brasile non bastano le buone prestazioni con il Cagliari e con la Roma, mentre quando nel 2018 è uno dei migliori centrocampisti della Serie A ed un'opzione più che credibile anche di marcatore per le quote Champions, iniziano le frizioni con il CT Martinez, che non apprezza i suoi comportamenti fuori dal campo e decide di non convocarlo.

E ora che il Belgio giocherà in Qatar, il Ninja si è allontanato dal calcio che conta.

Haaland giocherà il prossimo Mondiale

In questo discorso, non ci si può non chiedere una cosa: riuscirà lo specialista di triplette Erling Braut Haaland a giocare un mondiale?

La straordinaria esultanza del bomber del City!

Il norvegese si ritrova a giocare con una nazionale non di primissimo livello, ma ha dalla sua il prossimo allargamento del Mondiale 2026 delle squadre partecipanti a 48, dalle attuali 32.

Se a questo si aggiunge la crescita del movimento della nazione scandinava, possibile che nelle prossime edizioni il cyborg del Manchester City ci sarà. E se così non fosse, sarà comunque in ottima compagnia…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. 

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.