Gli eroi della FA Cup!

Con 3 gol recuperati negli ultimi 20' di gioco al Manchester United, il 21 aprile 2024, nella semifinale di FA Cup, il Coventry scrive una bellissima pagina della storia del calcio inglese, in un torneo che ha visto come protagonisti campioni del calibro di Gary Lineker!

Gli Sky Blues hanno perso, poi, la lotteria dei calci di rigore, ma le emozioni che ci ha regalato l'incredibile rimonta di tre reti resteranno nelle immagini più bella di una competizione... magica!

FA CUP torneo open

La FA Cup viene considerata - da sempre - uno dei rari esempi di "open" applicato al calcio.

Tutte le squadre - fino ai gradini più bassi della piramide calcistica - possono partecipare all'urna del sorteggio - rigorosamente integrale - e sono considerate sullo stesso piano: nessuna testa di serie, nessuna limitazione sul campo che ospiterà la partita in questione.

Il sorteggio della FA CUP

La componente del "gioco", in cui la sorte ha anch'essa un ruolo importante, è rimasta intatta sin dal 1872, anno di istituzione della coppa della Regina.

Come non innamorarsi di una Coppa che prevede il pass automatico di 124 squadre - a partire dal "first round proper" in poi - e di altre 736 nei turni preliminari, che partono ad agosto. Alla fine della corsa verso Wembley, ne rimarrà una sola.

Uno degli appuntamenti più sentiti della FA Cup è il celeberrimo "Third round", il terzo turno, che a inizio gennaio manda in pista anche le formazioni di Premier League, mischiandole con piccoli club sino a quelli della "Non League", i dilettanti, per l'appunto.

Dopo l'analisi di quattro giant killing, ricordiamo cosa accadde ai campioni del City nell'edizione 2017/2018, ancor prima di incrociare il terribile... Tom Pope del Port Vale!

Wigan Athletic-Manchester City 1-0 (DW Stadium, 19 febbraio 2018, Fifth Round)

"Will Grigg is on fire" è il coro che il DW Stadium non riusciva a smettere di urlare a squarciagola. Ci risiamo: una "minor" (seppur con un recente passato in Premier), il Wigan Athletic di League One - la terza serie - che batte una delle squadre più forti non solo del Paese, bensì dell'intero mondo calcistico, il Manchester City di Pep Guardiola.

Un'autentica macchina da gol, pronta a trionfare in Premier League e, una settimana dopo il fattaccio di Wigan, vincitrice della Coppa di Lega ai danni dell'Arsenal. Quella sera del 19 febbraio, però, non ci fu storia: qualcosa si era inspiegabilmente inceppato tra gli attuali favoriti delle scommesse calcio per la vittoria in Champions.

Eppure in campo c'erano i titolari, con un trio d'attacco sensazionale, formato da Leroy Sané, Sergio Agüero e Bernardo Silva, ispirati dalla fantasia di İlkay Gündoğan. I Citizens accumulavano occasioni da gol, ma la porta di Christian Walton risultava stregata.

A fine primo tempo, un'entrataccia di Fabian Delph su Max Power, valse il cartellino rosso al nazionale inglese, che lasciò in dieci uomini il team di Guardiola, intento a litigare con l'allenatore avversario Paul Cook.

Così, a mettere il punto esclamativo sull'indimenticabile serata dei Latics, nella periferia di Manchester, ci pensò proprio Grigg, abile ad approfittare di un erroraccio in controllo di Kyle Walker per partire in contropiede e far secco Claudio Bravo al minuto 79, con le scommesse live in delirio!

Un capitolo della storia del Wigan, che si sommò a quello già scritto cinque anni prima: era l'11 maggio 2013, infatti, quando i Latics (timonati dall'attuale ct del Belgio Roberto Martinez) batterono in finale proprio il City, allora allenato da Roberto Mancini: quell'1-0 firmato Ben Watson, in gol al 91', valse la vittoria del trofeo.

Da parte di una squadra che, altrettanto incredibilmente per le scommesse sportive, al termine di quella stessa stagione retrocedette in Championship. Nel video, gli highlights del match!

*La foto di apertura dell'articolo è distribuita da Alamy. Prima pubblicazione 5 gennaio 2020.

April 21, 2024
Stefano Fonsato
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Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.

 

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Kulusevski e i suoi fratelli

 

Non sempre i fiori più belli della Primavera diventano i migliori frutti della Serie A. Ma a volte accade. Dejan Kulusevski è l’ultimo grande esempio: acquistato dall’Atalanta per 165 mila euro dall’IF Brommapojkarna è stato rivenduto alla Juventus per 44 milioni, ancora favorita per le scommesse serie A! Tutto questo, nel giro di tre anni, periodo nel quale l’attaccante svedese ha avuto modo di trascinare la formazione della Primavera al titolo di campione d’Italia.

Ma quanti sono stati i calciatori capaci di imporsi nella prima squadra delle Giovanili e successivamente tra i professionisti? L’Atalanta da questo punto di vista ha regalato diversi esempi: da Morfeo e Tacchinardi passando per Pazzini e Montolivo, tutti giocatori che hanno confermato le aspettative anche in Serie A.

Nei primi anni ’90 anche la Lazio trovò nella squadra Primavera Alessandro Nesta che di lì a poco divenne il capitano dei mille trionfi dell’era Cragnotti. Dall’altra parte del Tevere, non si può dire la stessa cosa per Francesco Totti che visse in maniera fugace l’esperienza nel campionato Primavera, passando direttamente in prima squadra. Dalle parti di Trigoria l’esempio da prendere in considerazione è quello di Alessandro Florenzi e - tornando più indietro negli anni, quelli di Daniele De Rossi e Alberto Aquilani, entrambi lanciati nella Roma da Fabio Capello.

Un percorso molto simile è quello di Claudio Marchisio alla Juventus, probabilmente favorito dall’unica stagione in Serie B vissuta dal club bianconero che ebbe modo di dar fiducia all’ex capitano della Primavera Campione d’Italia.

In terra sabauda, il miglior sodalizio del settore giovanile è stato senza dubbio il Torino; all’inizio degli anni ’90 gran parte della formazione Primavera di Sergio Vatta si ritrovò nel giro di pochi mesi in serie A: Sottil, Falcone, Cois, ma soprattutto Cristian Vieri.

Nello stesso periodo, il vero e proprio exploit lo compie un giovane difensore del Napoli promosso in prima squadra da Marcello Lippi. Si chiama Fabio Cannavaro, ha diciannove anni. Tredici anni dopo vincerà - da capitano - il Mondiale 2006 e successivamente il Pallone d’oro, l’ultimo per quanto riguarda un calciatore italiano.

I fasti del Milan berlusconiano vennero costruiti sui pilastri del settore giovanile rossonero, con Baresi, Filippo Galli, Maldini ed Evani su tutti, ma la politica societaria per lungo tempo frenò l’ascesa dei giovani calciatori cresciuti al Vismara; con l’austerity degli ultimi anni, ecco Patrick Cutrone, bomber di scorta capace di farsi largo in prima squadra a suon di gol, uno nel derby di Coppa Italia che stoppò le scommesse live

Restando in territorio lombardo, un chiaro esempio non può non essere quello di Andrea Pirlo, capace di prendere per mano il Brescia di Reja e trascinarlo in Serie A. Un predestinato, proprio come Roberto Baronio con il quale condivise una stagione con la maglia della Reggina.

La novità degli stranieri in Primavera - Fin qui, tutti nomi italiani. L’apertura delle frontiere e la successiva legge Bosman spalancarono - a metà degli anni ’90 - le porte dei settori giovanili anche ai calciatori stranieri; l’Inter di Moratti fu una delle prime società a investire pesantemente sui talenti provenienti dall’estero, trovando talvolta la strada giusta.

E’ il caso di Obafemi Martins, per i tifosi nerazzurri semplicemente Oba Oba, capace di vincere il titolo italiano con la Primavera, imponendosi anche con i più grandi. Un altro esempio da evidenziare in casa nerazzurra è quello di Davide Santon, promosso in prima squadra da Josè Mourinho dopo un brillante percorso nel settore giovanile interista.

Sulla stessa linea politica dell’Inter c’è anche il Lecce, con Pantaleo Corvino capace di scovare talenti in tutta Europa; Valeri Bojinov è stato il calciatore straniero più giovane a fare il suo esordio nella massima serie a 15 anni, 11 mesi e 12 giorni. Suo compagno di squadra è il montenegrino Mirko Vucinic, anche lui subito determinante anche in prima squadra.

Tornando ai talenti italiani, non possono essere esclusi da questo reportage Federico Bernardeschi e Federico Chiesa, entrambi prodotti dal vivaio della Fiorentina che hanno saputo sfruttare al meglio la loro opportunità, risultando decisivi sia per il proprio club che per la nazionale azzurra che sarà protagonista anche per le scommesse calcio a Euro 2020!

Gli esempi più vicini a livello temporale sono quelli di Nicolò Barella del Cagliari e di Sandro Tonali del Brescia, che hanno avuto modo di confermare quanto di buono fatto vedere a livello giovanile anche dopo il grande salto in prima squadra.

Spesso messo in discussione per la propria validità tecnica, il Campionato Primavera ancora una volta si conferma fucina di giovani talenti. Per buona pace delle seconde squadre dei club professionistici, progetto già fallito sul nascere per buona pace dei presidenti che lo avevano accoratamente invocato per poi abbandonarlo al proprio nefasto destino.

Segui il girone di ritorno, anche con le scommesse sportive di 888sport!

*La foto di apertura dell'articolo è di Andrew Medichini (AP Photo).

 
January 5, 2020
simone pieretti
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Giornalista, scrittore, innamorato di futbol. Scrive per trasmettere emozioni e alimentare sogni. Il calcio è una scienza imperfetta: è arte, è musica, è poesia. E' un viaggio nel tempo che ci fa tornare bambini ogni qual volta diamo un calcio a un pallone.

 

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Atletico: una storia di grandi attaccanti!

Un Matador Metropolitano. L’idea che Edinson Cavani, in uscita dal PSG, vada a finire all’Atletico Madrid stimola e non poco i tifosi dei Colchoneros. Da quelle parti, in fondo, sono davvero abituati ai grandi bomber sudamericani come Falcao ed accogliere il miglior realizzatore della storia del club francese sarebbe assolutamente in linea con la tradizione del club madrileno.

Che, con un certo equilibrio, ha in bacheca 10 titoli di Spagna e altrettanti di capocannoniere. Da fine anni Sessanta, i Colchoneros si scoprono una macchina da gol. Per tre stagioni consecutive, ad aggiudicarsi il titolo di Pichichi è un calciatore dell’Atletico. A fare tris è José Eulogio Gárate, 137 gol con il club.

A fargli compagnia nella stagione 1969-70 c’è il compianto Luis Aragones. Uno che da allenatore ha guidato, oltre ai biancorossi, anche Real, Barça ed Espanyol, ma che in campo è El Señor Atletico. Resta lui il primatista di reti in maglia biancorossa, con 170 marcature tra 1964 e 1974.

Tra anni Ottanta e Novanta, l’Atletico si specializza in bomber. Il primo è il messicano Hugo Sanchez, quarto Pichichi della storia dei Colchoneros. L’attaccante segna parecchio nella stagione 1984-85, per poi darsi alla fuga con disonore verso il Real poche settimane dopo. Dura due anni invece l’avventura del brasiliano Baltazar, bomber dell’Atletico tra 1988 e 1990. Per lui numeri da capogiro, con 61 gol in 94 partite. Completa il tris Manolo, capocannoniere nel 1992.


Che acquisto con Bobo - Qualche anno dopo, sulla scia della Liga vinta nel 1996, il presidente Gil decide di portare all’allora Vicente Calderon Christian Vieri. Bobo viene pagato 34 miliardi di lire, ma ripaga alla grande l’investimento: 24 gol in altrettante partite in Liga, e rete pazzesca dalla linea di fondo nel match di Coppa Uefa contro il PAOK Salonicco, nel video. Gil, da buon affarista, fiuta la plusvalenza e in capo a dodici mesi lo cede di nuovo, sempre in Italia. E la Lazio di miliardi di lire gliene versa ben 55.

 


El Niño - Giusto un decennio dopo, il guadagno è addirittura maggiore. Ad essere ceduto per circa 60 milioni di euro è un ex ragazzino della cantera diventato grande. El Niño Torres si accasa al Liverpool dopo sette anni in prima squadra, conditi da 90 gol. Tornerà parecchi anni dopo, giusto in tempo per sollevare da favoriti per le scommesse calcio una Europa League e a portare il totale delle sue reti con la maglia dei Colchoneros a 129.

Torres va via senza troppi rimpianti, perché nel 2006 è già arrivato dall’Independiente il giovanissimo argentino Sergio Aguero, pagato 25 milioni di euro e rivenduto a peso d’oro al Manchester City nel 2011. Per lui arrivano nelle casse dei Colchoneros 45 milioni, dopo che El Kun ha segnato ben 101 reti in appena cinque stagioni al Vicente Calderon. Per lui, però, mai la soddisfazione di aggiudicarsi il titolo di Pichichi.

Ci riesce invece per le scommesse sportive Diego Forlan, prelevato per 21 milioni di euro dal Villarreal, che nel 2009 porta a casa addirittura la Scarpa d’Oro, dopo una stagione fenomenale da 32 reti nella Liga.

Storie di tradimenti - L’uruguaiano resta l’ultimo capocannoniere della storia dell’Atletico, ma non l’ultimo bomber. Pagando una clausola rescissoria da 30 milioni alla Real Sociedad, nel 2014 i Colchoneros portano a Madrid Antoine Griezmann. Il Piccolo Diavolo, prima del “tradimento” da 180 milioni che lo porta al Barcellona nell’estate 2019, fa in tempo a iscrivere il suo nome nella top 5 dei bomber di sempre dell’Atletico, fermandosi a 133 marcature e cambiando, di fatto, le quote de La Liga

Con l’addio del francese, il miglior marcatore in attività al Wanda Metropolitano resta dunque Diego Costa con 78 gol. Il brasiliano con passaporto spagnolo arriva nel 2007 dal Braga per 1,5 milioni e se ne va nel 2014 al Chelsea per 40, con l'unico rimpianto della finale di Lisbona, non vinta all'ultimo secondo, con le scommesse live davvero impazzite! 

DC19 tornerà, poi, sui suoi passi, stavolta per 66 milioni. È con lui, a meno di novità di mercato in uscita, e con Joao Felix che potrebbe fare reparto Cavani.

Un altro grande bomber, che sembra nato per giocare il calcio del Cholo, per una squadra che di attaccanti super ne sa decisamente qualcosa…

*La foto di apertura dell'articolo è di Denis Doyle (AP Photo).

January 4, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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La Befana porta il carbone. I 5 risultati clamorosi al rientro dalle vacanze!

Non poche sono state le occasioni in cui, alla ripresa del campionato dopo la pausa natalizia (definitiva dalla stagione 1991-92), si sono verificati risultati a sorpresa, con il panettone che è rimasto indigesto a molte big.

Un esempio per tutti? Bari-Inter del 7 gennaio 1996, con i pugliesi capaci di vincere 4-1. Ce ne parla, in esclusiva, Cristiano Carriero, autore e giornalista per Rivista Undici e Il Nero & L'Azzurro, ospite perfetto per parlare di quella partita. Cristiano, infatti, si definisce “tifoso del Bari, simpatizzante dell'Inter. Doppiofedista. Nel dubbio, sempre Bari”. 

Tutte le quote di 888sport.it per scommettere sulla Serie A!

“Di Bari-Inter del 1996 – racconta Carriero - ricordo praticamente tutto. Quella partita non è passata alla storia come il 2 a 1 con gol di Cassano, o le vittorie a San Siro degli anni successivi, ma fu una grandissima partita. Il Bari era passato da Materazzi a Fascetti esordendo con una sconfitta per 7 a 1 a Cremona. Praticamente una retrocessione scritta. Ma a dicembre arrivò un secondo svedese e la squadra si rinforzò. Quel ragazzo era Klas Ingesson.

In quel Bari-Inter Igor Protti dominò, come avrebbe fatto per il resto del campionato. L'unico titolo di capocannoniere vinto (a pari merito con Beppe Signori) da un giocatore di una squadra retrocessa in B. Tra gli applausi. Perché quel Bari non mollò fino all'ultima giornata. Al San Nicola fu l'Inter a passare in vantaggio con una rete bellissima di Roberto Carlos. In panchina c'era Hodgson, lo stesso che gli preferirà Pistone. Il gol del pareggio fu segnato da Sala, fino ad allora contestatissimo. Un centrale molto giovane che poi andrà a vincere anche uno scudetto da titolare al Milan.

Il gol del vantaggio del Bari fu epico. Un tiro da trenta metri di Igor, uno dei suoi. Lo capivi da come calciava dove andava a finire il pallone. E Pagliuca aveva quel vizio lì, di avanzare di un passo, come a Boston contro l'Irlanda. Tripudio, fino a quel pallonetto dolce che finì prima sulla traversa e poi sui piedi, poco delicati ma molto gentili - proprio come lui - di Klas. Il giorno dopo, nelle scuole di Bari, si esultava come lui e Kenneth Andersson, come due giocatori di NBA. Saltando il più alto possibile e battendo le mani”.

Due anni dopo, i nerazzurri sono artefici a loro volta di un clamoroso risultato post natalizio: Inter-Juventus del 4 gennaio 1998 si conclude con il successo dei padroni di casa per 1-0 contro i futuri campioni d’Italia e ci affidiamo ancora una volta alla memoria di Cristiano Carriero: “Fu una partita bellissima, che pagherà un dazio troppo pesante alla storia del nostro campionato. Quando si pensa a quella stagione, purtroppo, si parla sempre della partita di ritorno. Ma io non lo farò.

Inter e Juventus sono ancora una volta testa a testa per le scommesse calcio!

Perché quella di andata fu una delle più belle partite mai giocate da Ronaldo il fenomeno, pur senza segnare una rete. Dall'altra parte, un sontuoso Zidane. In un film bellissimo, A 21st Century Portrait, una telecamera fissa segue i movimenti di Zinedine. Come in un documentario sui leoni, è meraviglioso osservarne i momenti di stasi, gli scatti, le movenze feline. In quella partita ci sarebbe voluta una telecamera su entrambi, un film solo su di loro.

Con i difensori attenti a non farli muovere, nel tentativo, quasi riuscito, di annullarne l'efficacia. Fino a quando Ronaldo non sfuggì, per una volta fatalmente, a Ferrara, Montero e Iuliano con un solo movimento. Palla all'insospettabile Djorkaeff e rete, partita e incontro”.

Scommetti live sulla Serie A con 888sport.it!

Vediamo le altre tre sfide passate alla storia per i loro risultati clamorosi. 5 gennaio 2000, Venezia-Lazio 2-0: i lagunari di Spalletti, retrocessi a fine stagione, superarono la Lazio di Eriksson che si laureò poi campione d’Italia grazie a Ganz e Maniero.

11 gennaio 2009, Fiorentina-Lecce 1-2: i salentini, che concluderanno il campionato mestamente all’ultimo posto, si imposero al Franchi sui viola, che si qualificheranno alla Champions League.

6 gennaio 2013: Juventus-Sampdoria 1-2: clamoroso allo Stadium, i blucerchiati di Delio Rossi, con due reti di Icardi, approfittarono di un Buffon non in giornata e sconfissero i campioni d’Italia e tutti i pronostici delle scommesse sportive.
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Francesco Leone (AP Photo).

 
January 4, 2020
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Un nuovo torneo, con i favoriti di sempre!

Anno nuovo, vita nuova, soprattutto per il tennis mondiale. Inizia in Australia la ATP Cup, il nuovo torneo a squadre maschili organizzato dalla Association of Tennis Professionals.

Il format - Tra Perth, Sydney e Brisbane scendono in campo 24 squadre, divise in 6 gironi da 4 team ciascuno, che si affrontano in due singolari e un doppio. Le vincitrici dei gironi e le migliori due seconde passano poi alla fase ad eliminazione diretta, che parte dunque dai quarti di finale. Una sorta di coppa del mondo, che sostituisce la Hopman Cup, classico torneo a coppie miste di inizio stagione che si è disputato dal 1989 al 2019.

Aggiorniamo la nostra guida sulle scommesse tennis: a differenza del suo predecessore, che non dava punti in classifica ATP, l’ATP Cup prevede invece l’assegnazione, a seconda delle prestazioni e dei risultati, di punti agli atleti in campo, che potranno dunque accumulare fino a 750 punti nel ranking in caso di vittoria nel torneo senza mai subire neanche una sconfitta. Per selezionare le 24 nazioni si è fatto ricorso proprio alla classifica ATP, basandosi sulla posizione nel ranking del numero 1 di ogni Paese.

Criteri di qualificazione - I primi 18 posti vengono assegnati nella settimana successiva agli US Open, mentre le ultime sei ottengono il pass a fine stagione, dopo le ATP Finale. Se la nazione che organizza il torneo non si qualifica, ottiene una wild card. Non è stato ovviamente il caso dell’Australia padrona di casa, che ha portato a casa la qualificazione grazie alle buone prestazioni del giovanissimo Alex De Minaur, classe 1999 che ha terminato il 2019 al diciottesimo posto del ranking.

I favoriti - Tra le grandi favorite per gli esperti di scommesse sportive spicca ovviamente la Spagna di Rafa Nadal, numero uno del ranking mondiale. Assieme al diciannove volte vincitore di uno Slam, le Furie Rosse del tennis schierano Roberto Bautista Agut e Pablo Carreño Busta, rispettivamente numero 9 e numero 27 della classifica ATP. L’altra squadra da seguire è la Serbia di Nole Djokovic, che affronterà l’ATP Cup assieme a Dušan Lajović e Nikola Milojevic.

Anche l’Italia è presente, avendo staccato il pass grazie alla posizione numero 12 di Fabio Fognini, che in Australia è affiancato da Stefano Travaglia (numero 84) e da Alessandro Giannessi (numero 148 ATP).

Gli azzurri sfideranno nel gruppo D la temibile Russia di Medvedev e Khachanov, che al momento è la seconda tra le squadre favorite nelle relative scommesse italiane. A fare compagnia ai russi ci sono gli Stati Uniti, rappresentati da Isner, Fritz e Opelka e la più morbida Norvegia, che chiude la lista delle 24 squadre classificate grazie alla posizione numero 55 di Casper Ruud.

Fa rumore, e non potrebbe essere altrimenti, l’assenza della Svizzera. Gli elvetici si sarebbero ovviamente qualificati per l’evento grazie al ranking di Roger Federer, che ha concluso il 2019 al numero 3, e di Stan Wawrinka, attualmente sedicesimo in classifica. Ma avendo entrambi gli atleti declinato l’invito a partecipare, gli svizzeri si sono ritrovati fuori dalla top 24, autoescludendosi di fatto dopo aver vinto le ultime due edizioni della Hopman Cup.

Il montepremi - Chi si aggiudicherà il torneo potrà sorridere e non solo per i punti nel ranking, visto che il montepremi totale è di quindici milioni di euro. Una cifra che non si avvicina ai 40 milioni totali di Wimbledon (sia maschile che femminile), ma che supera quella di molti tornei ATP 1000 come quello di Roma, che nel 2019 ha previsto un montepremi complessivo di circa 9 milioni.

Non possono ovviamente mancare le polemiche. La creazione del nuovo torneo ha causato parecchie alzate di scudi, soprattutto vista la partenza nel 2019 del nuovo formato della Coppa Davis, creatura della Federazione Internazionale Tennis, modificata e finanziata dalla Kosmos di Gerard Piquè.

Il gruppo che fa capo al centrale del Barcellona ha creato un torneo più lungo e meno diluito nel tempo, che è piaciuto molto agli sponsor, ma un po’ meno agli appassionati. L’accordo tra Kosmos e ITF però dura 25 anni e la cifra spesa dagli spagnoli, 2,5 miliardi di euro, garantisce che nonostante il conflitto con la ATP Cup il torneo targato Piquè andrà avanti.

Le dichiarazioni di Rafa Nadal - Il maiorchino ha parlato di “confusione”. Considerando che la Davis si è giocata neanche due mesi fa, complicato dare torto al numero uno del mondo. Ma l’esistenza di due competizioni molto simili in capo a poche settimane ha naturalmente fatto scattare un’altra idea, quella promossa da Djokovic.

Il serbo supporta l’idea di una fusione dei due tornei, creando così una vera e propria coppa del mondo (unica) di tennis. Al momento, però, tutto resta com’è. E dopo la nuova Davis, parte la nuova ATP Cup. Chi trionferà per le scommesse tennis?!

*La foto di apertura dell'articolo è di Trevor Collens (AP Photo).

January 3, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Storie memorabili di giant killing!

Il suo nome è FA Cup ed è la Coppa d'Inghilterra, forse la competizione calcistica più amata del mondo. Certamente lo è nel Regno Unito e per i puristi del calcio. Motivo? Semplicemente, è la democrazia che scende in campo, su quel rettangolo verde che può riservare una sorpresa dietro l'altra.

Quelle sorprese, in gergo tecnico, si chiamano "giant killing", ovvero quando una formazione di categoria inferiore, magari anche un manipolo di dilettanti, elimina una squadra quotata, di professionisti veri, perché no anche di Premier League. E allora vale davvero la pena tuffarsi nel passato, recente e remoto di questa straordinaria competizione che incendia anche le scommesse calcio

Quali sono stati alcuni dei migliori "giant killing" di sempre? In questa prima puntata, prima di parlare di Wigan - City, ne abbiamo selezionati i primi 4. Anche se, de gustibus, ce ne sarebbero tantissimi tra cui scegliere:

Walsall-Arsenal 2-0 ("Fellows Park", 14 gennaio 1933, Third Round)

Quando i Gunners di Herbert Chapman si presentavano nel "nido delle Saddlers", le Rondini delle Midlands, per i tifosi di casa si trattava dell'evento dell'anno, tra i più grandi della storia del club. Era già bello così, insomma: Walsall in Third Division, Arsenal tra le migliori formazioni della storia del calcio, non solo d'Inghilterra, di cui si laureò campione al termine della stagione 1932-33. Saddlers che dovettero, in fretta e furia, rimediare una divisa celeste, comprandola da Coventry, dal momento che l'Arsenal si presentò nelle Midlands in maglia bianca.

Di fronte a 25mila spettatori in visibilio, però, i padroni di casa giocarono, come si suol dire, con la "bava alla bocca" di fronte agli avversari ben più quotati e vittime di una vera e propria caccia all'uomo. Il match finì incredibilmente 2-0 grazie agli acuti di Gilbert Alsop e Bill Sheppard. A fine gara, Champan se la prese con l'interno sinistro Thomas Black, addirittura ceduto - qualche giorno dopo quella partita - al Plymouth Argyle.

Oxford United-Blackburn Rovers 3-1 (Manor Ground, 15 febbraio 1964, Fifth Round)
Viene considerato l'upset più clamoroso dal sito "www.thegiantkillers.co.uk". L'Oxford United (club attualmente di League One e che ha visto una recente partecipazione societaria dell'ex presidente dell'Inter Erick Thohir) negli anni Sessanta navigava senza particolari fortune nella quarta serie della piramide inglese.

Il Blackburn, invece, rullo compressore della First Division che aveva appena rifilato 8 gol al West Ham, si dovette inchinare di fronte alla furia degli O's che ebbe come punto esclamativo il gol finale di Bill Calder, per il 3-1 conclusivo. In quei tempi, l'Oxford United diventò la prima formazione di Fourth Division a raggiungere il sesto turno (ovvero, i quarti di finale) di FA Cup.

Hereford United-Newcastle 2-1 (Edgar Street, 5 febbraio 1972, Third Round replay)
A nostro avviso, invece, è proprio questo il giant killing più rappresentativo nella storia della FA Cup. Il Newcastle di First Division (l'attuale Premier League) si presentò in casa dell'Hereford United, militante nella Southern League, l'attuale National Legue (o Conference). Dilettanti, insomma, che avevano giocato già un brutto scherzo alle Magpies, costringendole al 2-2 al St James' Park.

Quale sarà per le scommesse sportive la prossima squadra di Premier a cadere?!

Si trattava di un replay, dunque. E tutti a pensare: "Il miracolo, con quel 2-2 esterno, c'è già stato: impossibile che si ripeta". E invece... E invece, di fronte al sovraffollato impianto di Edgar Street (oltre 16mila tifosi presenti di fronte a una capacità di circa 14mila, con gente arrampicata perfino sugli alberi), il Newcastle passa in vantaggio all'82' con un colpo di testa del solito Malcolm MacDonald.

Finita qui? Macché: l'Hereford, all'85', pareggiò con un bolide dalla distanza di Ronny Radford. Palla sotto l'incrocio di pali e prima invasione di campo, sul fangosissimo terreno di Edgar Street. Nei supplementari, quindi, un diagonale rasoterra di Ricky George fissò il punteggio sul 2-1, tra le urla del telecronista in prova della BBC John Motson, entrato anch'egli nella storia di questa incredibile partita.

 

Burnley-Lincoln City 0-1 (Turf Moor, 18 febbraio 2017, Fifth Round)
Dagli anni '70, passiamo al calcio contemporaneo. Il Lincoln City, allenato dai fratelli Cawley, è primo in classifica della National League, la vecchia Conference, il primo campionato dei dilettanti. I Red Imps vengono sorteggiati nel quinto turno (gli ottavi di finale) contro il Burnley di Premier League, da affrontarsi per giunta in trasferta a "Turf Moor". Un miracolo era già avvenuto nel turno precedente con la vittoria per 3-1 contro il Brighton di Championship, che a fine anno avrebbe ottenuto il pass per la Premier.

Là davanti, un bomber da 106 chili, Matt Rhead, ossa grandi e un fisico provato dalle pinte di birra, fino a poco tempo prima operaio in un'azienda di ruspe e trattori. Il Burnley di Joey Barton e mister Sean Dyche, gioca una partita interamente all'attacco. Il Lincoln City, intento a portare la gara al replay da disputarsi tra le fortunate mura amiche di Cincil Bank, trova incredibilmente il gol-vittoria, bloccando le scommesse live, nella sua unica sortita offensiva, avvenuta all'89', con il colpo di testa vincente da pochi passi del difensore Sean Raggett, sugli sviluppi di un corner.

I Red Imps passano incredibilmente il turno (ai quarti di finale verranno poi eliminati 5-0 dall'Arsenal all'Emirates Stadium) sull'urlo del telecronista: "This is why we love the FA Cup!".
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo).

January 2, 2020
Stefano Fonsato
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Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.

 

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PSG, è l'anno buono?!

Mbappé, Icardi, Neymar: esiste di meglio al mondo? Il dibattito è aperto, ma con un tridente così completo e forte, il Psg può davvero vincere (finalmente) la Champions. Dopo anni di investimenti pazzeschi, lo sceicco Al Thani vuole portarsi a casa la Coppa e la sua squadra ha tutto per farcela.

Attacchi a confronto - A proposito di tridente, c'è chi preferisce quello del Liverpool campione d'Europa, con Salah, Firmino e Mané, o quello del City con Bernardo Silva, Aguero (Gabriel Jesus) e Sterling o del Barcellona (Messi, Suarez e Griezmann, non male...) e altri ancora (Juve compresa, se Sarri  continuerà a far giocare insieme Dybala, Higuain e CR7), ma l'attacco del Psg è assolutamente straordinario.

La velocità supersonica di Mbappé, i suoi dribbling modello Ronaldo il Fenomeno (miscela spaziale di tecnica, sprint e potenza), uniti con il fiuto del gol di Icardi e la fantasia unica di Neymar: un mix da sogno.

La nuova solidità tattica - Attenzione: quest'anno l'allenatore Tuchel è stato bravo, nonostante critiche e polemiche estive, a costruire una vera Squadra (s maiuscola) intorno ai tre fuoriclasse d'attacco, capaci di trasformare in semplice alternativa un mostro come Di Maria. Quello è il segreto: il Psg non è più un dream team per esteti e collezionisti di figurine, ma una corazzata in grado di battere chiunque. Perché il duttile 4-3-3 funziona, basta ricordare il 3-0 rifilato al Real Madrid nel girone di Champions, nonostante l'assenza di Neymar allora ancora fermo ai box.

Difesa affidabile con Keylor Navas in porta, terzini che spingono come Meunier e Bernat, centrali super (Thiago Silva e Kimpembe); poi Marquinhos diventato irrinunciabile perno di centrocampo, essenziale per l'equilibrio della squadra (e se il Psg avesse centrato il colpo Allan nel gennaio scorso, sarebbe stato ancora più forte), Verratti a inventare calcio, Gueye a fare tutto in una mediana che sa costruire, coprire, colpire.

E poi i tre davanti, esaltati da quel Neymar che merita un discorso a parte. Le alternative si chiamano Draxler, Sarabia, Paredes, Choupo-Moting, Ander Herrera, Di Maria, Cavani. Una rosa completa per l'assalto all'Europa. Negli ottavi dovranno vedersela con il Borussia Dortmund: per le scommesse calcio i favoriti sono loro, i parigini.

Neymar, dicevamo. Sono convinto che il Psg non sia arrivato in fondo alla Champions, gli anni scorsi, solo per gli infortuni che – sempre nel momento decisivo della competizione – hanno bloccato nelle ultime due stagioni il fenomeno brasiliano. A parte Messi, nessuno è in grado di divertire il pubblico più di lui su un campo di calcio. Un funambolo imprendibile, assoluto protagonista del triplete del Barcellona di Luis Enrique nel 2015.

Mentre la Pulce sonnecchiava, fu Neymar a trascinare la squadra nella più incredibile rimonta della storia della Champions: ko 4-0 a Parigi proprio contro il Psg, il Barca vinse 6-1 al ritorno con il fuoriclasse brasiliano immarcabile e decisivo (due reti in 3', 88' e 91' che hanno mandato in delirio gli amanti delle scommesse live, più l'assist per il gol della qualificazione di Sergi Roberto al 95'), molto più del suo compagno e amico argentino.

Roba epica ma che sembra dimenticata, a giudicare da come viene trattato Neymar dalla critica. Anche quando regala partite da urlo, si fatica a leggere bei voti nelle sue pagelle. Perfino in Brasile - nonostante l'ammirazione di un certo Pelè nei suoi confronti - non è più amato come a inizio carriera, anzi. Di sicuro nella valutazione dei giornalisti pesa l'etichetta di simulatore che ormai si porta dietro da anni: lui, il più picchiato tra gli attaccanti, paga qualche sceneggiata di troppo.

I voti... rivedibili - E allora un 8 si trasforma in 6: al San Paolo, nel novembre 2018 (girone di Champions, 1-1), diede spettacolo con le sue giocate uniche (è tra i pochi a inventare ancora nuovi dribbling): si faceva dare la palla dal portiere e creava pericoli da solo perché la squadra intorno a lui non girava come avrebbe dovuto. Una prestazione maiuscola, infarcita di guizzi, idee e iniziative, e il giorno dopo il voto sui principali quotidiani fu 6.

La sufficienza, come se fosse stata una prova anonima e non un recital di altissimo livello. Ma è solo un esempio, questo è il destino di Neymar. Il ragazzo però non si arrenderà, consapevole che una vittoria in Champions potrebbe aprirgli perfino le porte a quel Pallone d'Oro che a livello tecnico meriterebbe.

Intanto ha ripreso a dare spettacolo, nel campionato francese e nelle Coppe. Se il solito infortunio non lo fermerà, questo può essere davvero l'anno di Neymar e del suo formidabile Psg. Segui il cammino in Champions del PSG anche con le scommesse sportive di 888sport!

* La foto di apertura dell'articolo è di Thibault Camus (AP Photo).

January 2, 2020
Giulio
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Giulio è nato giornalista sportivo, anche se di professione lo fa “solo” da 30 anni. Dal 1997 è l'esperto di calciomercato del quotidiano La Repubblica.

Dal '90 segue (senza annoiarsi mai) le vicende della Lazio: collabora anche con Radiosei e dirige il sito Sololalazio.it. Calcio e giornalismo sono le sue grandi passioni. L'unico rimpianto che lo tormenta è aver smesso di dare spettacolo sui campi di calcetto.

 

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888sport Italia - Guida completa alle scommesse sportive: Scommesse 1X2– 1X2 video tutorial

 

 

La quota rispecchia la probabilità che un evento si verifichi. La quota, naturalmente, cambia anche in relazione agli impulsi che un determinato evento sportivo riceve dal mercato.

Il segno 1 si riferisce alla vittoria della squadra, padrone di casa; l'x, naturalmente al pari ed il 2 al successo della compagine in trasferta.

1X2 - Abbiamo preso come riferimento un incontro di cartello del campionato spagnolo per spiegare a quale percentuale di risultato si riferisca una determinata quota bettistica! Segui l'esempio del video di cui sopra sui numeri di Atletico - Barcellona, girone d'andata della Liga, 2019/2020, per verificare l'esattezza di una quota pubblicata!

 

*La foto di apertura del tutorial è di Luca Bruno (AP Photo).

December 30, 2019
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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888sport Italia - Guida completa alle scommesse sportive: Il Sistema nelle scommesse – System video tutorial

 

Quando non siamo sicuri della bontà della nostra multipla, un sistema nelle scommesse sportive ci permette di vincere, anche sbagliando uno dei risultati selezionati.

Il Sistema - si sviluppa in singole, doppie, triple, etc, in relazione al numero degli eventi scommessi. Naturalmente, si possono puntare importi diversi su doppie e triple. Ci permette di vedere un accredito sul nostro conto 888sport, anche in caso di un errore tra gli incontri scelti!

Guarda nel video di cui sopra la chiara spiegazione di Andrea!

*La foto di apertura del tutorial è di Rui Vieira (AP Photo).

December 30, 2019
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Mancini e gli sportivi italiani più attesi del 2020



Roberto Mancini (Calcio) - Il commissario tecnico della nazionale di calcio, Roberto Mancini, è riuscito nell’impresa di cancellare l’onta della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 guidando l’Italia all’appuntamento continentale con tutte vittorie. L’obiettivo è continuare su questa strada, per tornare dove compete ai colori azzurri.

Per le nostre scommesse calcio, l’Italia è quotata @11.00 per la vittoria a Euro 2020. 
 

Filippo Tortu (Atletica) - È stato il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi nei 100 metri ed è reduce dalla finale mondiale conquistata a Doha. La velocità italiana porta il nome di Filippo Tortu che a Tokyo gareggerà nei 100 e, forse, anche nei 200. L’obiettivo? “Ovviamente un atleta spera sempre di vincere, ma arrivare in finale sarebbe già un grande traguardo” ha dichiarato di recente.


Letizia Paternoster (Ciclismo) - Ventenne pistard e ciclista su strada, Letizia Paternoster può dire la sua sul nella prova in linea sul circuito olimpico di Tokyo. È tornata da poco in bici dopo un brutto incidente, con l’obiettivo di far bene in Giappone.

Matteo Berrettini (Tennis) - La più bella sorpresa del tennis italiano, il ventitreenne romano Matteo Berrettini ha chiuso un 2019 da sogno: ottavo posto nel ranking mondiale ATP, qualificazione al Masters con un match vinto nel prestigioso torneo. Il 2020 per lui dovrà essere l’anno della conferma a livelli da top ten e della crescita.

Jannik Sinner (Tennis) - Dobbiamo ancora vederlo ad alti livelli, ma a 18 anni il fulvo talento di San Candido sembra già molto di più di una semplice promessa. Sinner è un predestinato e nella stagione che sta per iniziare potremo iniziare a capire dove davvero può arrivare.

Il successo di Berrettini agli Australian Open, primo appuntamento del Grande Slam 2020, è quotato sulle nostre scommesse sportive @61.00, quello di Sinner @71.00.

Gianmarco Tamberi (Atletica) - Campione mondiale indoor di salto in alto a Portland 2016 e campione europeo ad Amsterdam nello stesso anno, Tamberi è una delle speranze più concrete di medaglia per l’Italia nell’atletica a Tokyo 2020, dopo che un infortunio non gli ha permesso di partecipare ai Giochi di Rio.

Federica Pellegrini (Nuoto) - Nell’anno olimpico, come possiamo non puntare su Federica Pellegrini per le nostre maggiori speranze di medaglia d’oro? Federica non ha bisogno di presentazioni: siamo certi che non è ancora stanca di vincere e farci sognare.

Con 888sport.it, puoi scommettere live su tutti i maggiori eventi dello sport mondiale!

Simona Quadrella (Nuoto) - Se Federica Pellegrini è una certezza, Simona Quadrella rappresenta una delle speranze più concrete per il nuoto azzurro Tokyo 2020: la campionessa del mondo dei 1500 stile libero, alla sua prima Olimpiade, teme solamente Katie Ledecky.

Dominik Paris (Sci) - Con 18 successi in carriera, Paris punta a raggiungere un mostro sacro come Thoeni a quota 24 (Tomba a 50 sembra irraggiungibile). “Oggi è il migliore, nessun dubbio: è alto e grosso, attacca sempre” dice di lui Klammer, uno che di discesa libera se ne intende. Può vincere la Coppa del Mondo di sci alpino.

Paola Egonu (Pallavolo) - Paola Egonu a ventun anni è già una certezza della pallavolo italiana. Ha conquistato la Champions League e il Mondiale per club con la Imoco: dopo un argento ai Mondiali e un bronzo agli Europei, è il momento per lei di guidare l’Italia a una medaglia olimpica. Possibilmente d’oro.
 



 

December 30, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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