Tennis: Grande Slam, chi ci è andato più vicino


Nel 1933, il giornalista del New York Times John Kieran scriveva che, l'eventuale successo dell'australiano Jack Crawford agli US Open, dopo quelli agli Australian Open, al Roland Garros e a Wimbledon, sarebbe stato “come segnare un Grande Slam nel bridge”.

Crafford non vinse, sconfitto in finale più dal caldo e dal bicchierino di brandy sorseggiato durante la pausa che dai colpi di Fred Perry, ma quell’espressione rimase nella storia del tennis (e dello sport in generale) per rappresentare un’impresa di portata eccezionale. 

Per scommettere sul tennis con 888sport, puoi consultare la guida sul nostro blog.

Il bis di Rod Laver - Solamente due tennisti, in campo maschile, sono riusciti a conquistare i quattro major nella stessa stagione: lo statunitense Don Budge nel 1938, da dilettante, e l’australiano Rod Laver, capace di un incredibile e irripetibile bis nel 1962 e nel 1969, con quest’ultimo successo nell’era Open. Da cinquant’anni, nessun tennista è più riuscito a conquistare il Grande Slam: qualcuno, però, ci si è avvicinato.

Nole unico tenore - Tra i tre tenori del tennis contemporaneo, né Federer, né Nadal hanno raggiunto il traguardo. Djokovic, invece, è riuscito nell’impresa di aggiudicarsi i quattro principali tornei in fila, ma non nello stesso anno solare, con le vittorie a Wimbledon e agli US Open nel 2015 e quelle agli Australian Open e al Roland Garros nel 2016: qualcuno l’ha definito Piccolo Slam.

Federer, Nadal e Djokovic sono pronti a tentare nuovamente l’assalto al Grande Slam nella stagione 2020: scegli la tua scommessa tennis su tutti i principali tornei con 888sport!

Borg e il mal d'Australia - Connors e McEnroe non hanno mai trionfato sulla terra rossa parigina. Curioso il caso di Bjorn Borg. Tra il 1977 e il 1985 gli Australian Open si disputavano a dicembre come ultimo Slam in calendario: lo svedese conquistava Roland Garros e Wimbledon in serie, ma non riuscendo ad aggiudicarsi New York, finiva per saltare l'appuntamento in Oceania. La sua unica partecipazione in Australia risale al 1974, sconfitto al terzo turno da Phil Dent.

Wimbledon galeotto - Tra i grandi del tennis di tutti i tempi, Pete Sampras non ha mai vinto a Parigi, mentre a Lendl è mancato il successo a Wimbledon. Nel 1988, Wilander si aggiudicò tre appuntamenti su quattro, uscendo però ai quarti di finale a Londra contro Mecir. Vi ricordate l'articolo sulle sconfitte dei favoriti più incredibili nella storia degli Slam?

Steffi Graf, straordinaria campionessa tedesca!

Il Grande Slam d’Oro - In campo femminile, tre sono le tenniste che hanno conquistato il Grande Slam: Maureen Connolly nel 1953, Margaret Smith Court nel 1970 e Steffi Graf nel 1988. Vincendo anche alle Olimpiadi di Seul nello stesso anno, la tedesca si aggiudicò anche il Grande Slam d'Oro.

Un po’ d’Italia - Le azzurre Sara Errani e Roberta Vinci, in coppia nel doppio, hanno vinto tutti e quattro i tornei dello Slam nell’arco di tre stagioni, a cavallo tra il 2012 e il 2014: segui le azzurre con le scommesse italiane!
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Andy Wong (AP Photo); quella della Graf a New York di Elise Amendola (AP Photo).

December 11, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Quando un'elezione cambia la storia di un club

Il concetto di club sportivo che abbiamo in Italia, con un soggetto proprietario o azionista di riferimento, non collima con le polisportive che, periodicamente, eleggono in modo più o meno democratiche le proprie cariche sociali.

Il Boca

I casi spagnoli di elezioni

Florentino e Laporta

In attesa delle imminenti elezioni del Barcellona, dopo le dimissioni di Bartomeu, con l'avvocato Laporta chiaro favorito, le consultazioni svolte nel dicembre 2019 a Buenos Aires tra i soci Xeneizes ci danno l'opportunità di ricordare alcuni famosi casi di gestione sportiva di successo, subito dopo un'elezione vinta!

L'attuale situazione del club di Messi è completamente diversa: il nuovo presidente non dovrà promettere acquisti eccezionali, ma pensare ad un piano credibile per risanare l'indebitamento di oltre un miliardo di euro che ha richiamato l'attenzione anche della Comunità Europea su possibili aiuti inviati dalla Spagna a Barcellona e Real Madrid.

Il Boca

Il Boca Juniors ha un nuovo presidente: Jorge José Ameal. Anche se così nuovo, in fondo, poi non è, visto che ha già guidato il club tra il 2008 e il 2011. All’epoca non era stato eletto, ma era diventato vicepresidente. La morte di Pedro Pompilio, che Ameal aveva supportato nella prima tornata elettorale dell’era post-Macri, lo aveva costretto ad assumere la carica, mantenuta fino alle elezioni successive.

Poi è arrivato Daniel Angelici, che ha tenuto il timone fino a qualche giorno fa. Giusto in tempo per assistere alla sconfitta in semifinale di Libertadores contro il River Plate, la seconda grande delusione nel giro di un anno subita dai cugini. Il destino ha voluto che le elezioni si tenessero l’8 dicembre, 364 giorni dopo la sconfitta nella finalissima di Madrid, costata la supremazia cittadina e continentale.

Tevez saluta i tifosi!

A cambiare la storia di queste elezioni è certamente stato Roman Riquelme, che si è schierato con Ameal e che diventerà il nuovo vicepresidente del Boca. Una figura, quella del Mudo, che dovrà rassicurare i tifosi Xeneizes dopo un periodo non proprio felice e costellato di polemiche.

Qualcuno però non è stato molto d’accordo. Basterebbe pensare che a poche ore dal voto Maradona ha attaccato Riquelme, sostenendo che in mano all’ex trequartista il club farà la fine del Titanic. Ricordiamo per le scommesse sportive che in Argentina si disputeranno parte degli incontri della Copa America 2020!

casi spagnoli di elezioni

Ma ormai, indietro non si torna. I soci del club hanno preso la parola, in un sistema di elezioni presidenziali che è un classico del calcio sudamericano, ma anche di quello spagnolo. E ora al Boca verrà formata una vera e propria squadra di governo, che dovrà occuparsi di tutto ciò che concerne l’attività sportiva per i prossimi quattro anni.

Un metodo di gestione sportiva totalmente differente rispetto a quello che va per la maggiore in Italia o Inghilterra, dove il concetto di proprietà regala a chi detiene la maggior parte delle quote del club un potere pressoché assoluto nelle scelte economiche e tecniche.

Uno dei punti che andranno valutati immediatamente è la direzione sportiva. Resta da vedere se il DS attuale, l’ex romanista Burdisso, sarà confermato. Ma in ogni caso, come ha dichiarato il neo presidente, nella Boca “comincia una nuova era”. Se sarà vincente o no, sarà il campo a stabilirlo, ma al Boca gli esempi di rivoluzioni totali a seguito di una nuova presidenza ci sono eccome.

Il più importante non piacerà ad Ameal e Riquelme, visto che Macri, eletto nel 1995, in tredici anni ha totalmente capovolto il mondo Boca, a partire dalla ristrutturazione della Bombonera, che è costata tante critiche, ma che ha trasformato l’impianto di Buenos Aires in un’icona del calcio mondiale. Ma anche la bacheca ha beneficiato dell’era Macri, con sette campionati e quattro Libertadores vinte.

Gli altri casi - Anche altrove, però, l’arrivo di una figura nuova al timone di una squadra ha significato un cambiamento epocale per la storia del club. Per rimanere in Argentina, basta pensare all’era di Rodolfo D’Onofrio, che nel 2013 ha preso un River Plate reduce dalla retrocessione durante la gestione Passarella e l’ha portato a vincere due Libertadores e una Sudamericana.

O, restando sempre in Sudamerica, alle due presidenze Teixeira, che hanno riportato il Santos in cima al calcio brasiliano dopo anni difficili e fatto scoprire al mondo il fenomeno Neymar Jr

Florentino e Laporta

Ma i due esempi più celebri arrivano certamente dalla Spagna, tra le due rivali di sempre, anche in sede di mercato! Al Real Madrid nel 2000 si presenta alle elezioni Florentino Perez, che promette ai soci l’acquisto di Figo dal Barcellona e che lancia l’epoca dei Galacticos. Sotto la sua presidenza (2000-06 e poi di nuovo dal 2009) il Real ha vinto, alcune non da favorite per le scommesse calcio, sei delle sue tredici Champions League e ha visto scendere in campo al Bernabeu campioni come Zidane e CR7.

Al Barcellona non sono stati da meno, considerando che Laporta (2003-10) e Bartomeu (dal 2015) hanno entrambi portato al Camp Nou non solo la Champions, ma addirittura il Triplete nel 2009 e nel 2015. Insomma, di predecessori a cui ispirarsi, Ameal ne ha molti. E chissà di quali colleghi riuscirà a ripercorrere le orme…

Segui la fase ad eliminazione della Champions, anche con le scommesse live di 888sport!

*Le foto dell'articolo sono di Natacha Pisarenko (AP Photo). Prima pubblicazione il 10 dicembre 2019.

March 6, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Re Mida Gallinari

L’azzurro è un giocatore ormai davvero solido anche in NBA, l’ha dimostrato da anni. Ad Oklahoma in squadra con Chris Paul non è stato, evidentemente, il punto di riferimento della franchigia, ma ha rappresentato sempre un’opzione offensiva affidabile.

Nel complesso, si sta confermando su livelli altissimi e senza una lunghissima serie di infortuni che lo hanno più volte frenato, consentendogli solo due stagioni con 70 o più partite disputate, avrebbe avuto una carriera ancora più importante, magari in una squadra davvero da titolo! 

Prima protagonista ad Atlanta, che si arrende solo in gara sei contro i Bucks, poi, sempre nell'estate 2021, raggiunge i compagni Azzurri e firma 18 punti nella gara di esordio a Tokyo, confermandosi un acquisto straordinario per Meo Sacchetti!

Trasferito agli Oklahoma City a luglio 2019, Gallo, con il contratto in scadenza, ha firmato per Atlanta, una squadra in piena ricostruzione che potrebbe per i pronostici NBA migliorare sensibilmente il numero di vittorie, solo venti, della stagione 2019/2020!

 
All'anno €19,000,000 £16,265,368
Al mese €1,583,333 £1,355,447
Per ciascuna settimana €365,384 £312,795
Al giorno €52,054 £44,561
All'ora €2,168 £1,855
Al minuto €36 £30
Dal momento in cui hai iniziato a leggere questo contenuto, Danilo Gallinari ha incassato
 

 

Andiamo con ordine:

Le cifre record

Gli aumenti salariali

Le prospettive future

Il triennale con gli Hawks

Sponsor ed altri ricavi

 

 

Le cifre record

Al termine dell’ottava stagione con Denver, Danilo con una media di oltre 18 punti a partita, aveva sottoscritto un accordo con i Los Angeles Clippers per l’ammontare complessivo di 65 milioni, garantiti, di dollari, diventando di fatto lo sportivo italiano più ricco, come già pubblicato su questo blog!

Ricordiamo, che a differenza di quanto siamo abituati a leggere in relazione alle società di basket e calcio italiane, la NBA pubblica le informazioni relative agli stipendi al lordo, vista la diversa tassazione nei vari stati e nel Canada.

Quindi, a giugno, al termine della sua dodicesima stagione nel campionato professionistico più importante al mondo, Gallinari avrà incassato, in totale, l’incredibile cifra complessiva di 137 milioni di dollari! 

Gallo in azione contro i Clippers!

Gli aumenti salariali 

Nell’analisi del grafico dei corrispettivi pattuiti, è giusto sottolineare come il cestista meneghino che, proveniente dall’Olimpia, ha esordito in NBA al Madison Square Garden, dopo esser stato chiamato con la scelta numero 6 assoluta dai New York Knicks nel 2008, abbia sempre ritoccato verso l’alto i compensi, stagione, dopo stagione. 

Il primo biennale sottoscritto da Gallinari iniziava da uno stipendio di 2,873,520 dollari ed un leggero ritocco verso l'alto per il secondo anno.

Gli aumenti salariali successivi, figli dell’ottimo lavoro profuso negli States da Danilo e dalla crescente considerazione degli addetti ai lavori, hanno due picchi clamorosi, prima ancora del contratto record con i Clippers: nell’estate 2012, la stagione successiva al lockout NBA, infatti, l’azzurro triplica, in sostanza, la sua paga base passando a quasi 9,5 milioni di dollari, prima di iniziare la terza stagione ai Nuggets!

Gallinari con l'Italia!

Successivamente, nell’estate 2015, dopo una clamorosa prestazione ad aprile da 47 punti con 15/23 dal campo contro Dallas, gli agenti di Gallinari, negoziano nuovamente verso l’alto uno stipendio che arriva a 14 milioni di dollari, per un triennale di complessivi 45 milioni!

Le prospettive future

All’ultimo anno del triennale, in una squadra che è la penultima quotata dalle scommesse sportive come vincente la Western Conference, ad inizio stagione era stato dato partente in uno scambio con Golden State.

Danilo è un classe ’88 e rimarrà, come confermato nella scelta descritta nel prossimo paragrafo, sicuramente negli States; ipotizziamo per lui una scelta più sportiva che economica, con una prospettiva di guadagni futuri sempre intorno valore contrattuale che è di 22,6 milioni di dollari ed un ruolo da sesto uomo davvero top per essere protagonista fino in fondo nei playoff NBA 2021!

October 2, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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MotoGP: fratelli… serpenti!


"Il mio idolo d'infanzia era Dani Pedrosa, perché naturalmente, essendo piccolo, mio fratello non c'era; ma ora il mio riferimento è Marc ed ho la fortuna di poter lavorare con lui, di poter vivere con lui e di cercare ogni giorno di migliorare e riflettere su di lui. Lui è il mio riferimento come pilota e come tutto".

Parole rilasciate al quotidiano Marca da Alex Marquez, campione del mondo della Moto2, che dalla prossima stagione affiancherà il fratello iridato Marc sulla Honda HRC, compiendo il salto in MotoGP. 

Quello di Alex e Marc Marquez non è il primo caso di fratelli che si trovano a competere, nella stessa scuderia o su moto rivali, nella classe regina del Motomondiale: passiamo in rassegna alcuni precedenti più o meno noti; Marc Marquez sarà il favorito numero uno per il titolo mondiale in MotoGP per le nostre scommesse sportive anche nel 2020.

Il podio argentino - Juan e Eduardo Salatino hanno corso su Norton nel GP d'Argentina del 1961 e del 1962: in quest’ultima occasione, i due salirono entrambi sul podio, rispettivamente al secondo e al terzo posto. 
 

Tre fratelli senza chiavi - La seconda e ultima volta che due fratelli sono finiti sul podio di un gran premio nella massima categoria è stato a Imola nel 1997 quando, dietro a Mick Dohan nella 500 si classificarono Nobuatsu e Takuma Aoki. Due anni dopo, Nobuatsu si trovò a gareggiare contro un altro fratello, Haruchica. 

Il 17 ottobre scorso, a Motegi, Takuma Aoki, rimasto paraplegico a seguito di un incidente sulla Honda NSR500, avrebbe dovuto compiere un giro di pista con Nobuatsu e Haruchica, ma la perdita delle chiavi della RC213V-S ha permesso solamente di scattare qualche foto ai tre fratelli riuniti in pista.

Sarron e Hayden - La classe 500 del 1989 ha visto partecipare i francesi Christian e Dominique Sarron, rispettivamente su Yamaha e Honda. A Laguna Seca, nel GP USA del 2010, Nick Hayden ha corso come pilota ufficiale Ducati, mentre il fratello Roger Lee ha preso parte alla gara al posto di De Puniet in sella alla Honda LRC: entrambi finirono a punti, ma la loro presenza in contemporanea fu un evento occasionale.

Roberts ed Espargaró - Nel 2004 Kenny Roberts guidava una Suzuki, mentre Kurtis aveva una Proton: i due fratelli si sfidarono per l’intera stagione. Dal 2014, invece, gli iberici Aleix e Pol Espargaró, molto uniti in casa, sono acerrimi rivali in pista.

Su 888sport.it puoi scommettere live su tutti i principali eventi sportivi internazionali!

Il signor Rossi - C’è, infine, un altro fratello che punta a seguire le orme di Alex Marquez: Luca Marini, 22 anni di Urbino, gareggia in Moto2 ed è figlio di Stefania Palma, madre di Valentino Rossi. L’appuntamento per vedere i due in MotoGP non è ancora fissato, ma lo stesso numero 46 ha parlato di recente della possibilità che possa accadere nel 2021. Staremo a vedere.

*La foto di apertura dell'articolo è di Vincent Thian (AP Photo).

December 6, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Berrettini, un anno da incorniciare!

Le straordinaria finale di Wimbledon 2021 parte da un cammino veramente lungo, con Super Matt sempre pronto a migliorarsi.

Ripercorriamo la stagione sensazionale di Matteo Berrettini nel 2019 che l’ha portato ad essere n. 8 del mondo, eguagliando il mito azzurro Adriano Panatta ed a qualificarsi per l’ATP Finals, un traguardo, in quel momento, davvero incredibile per il giovane tennista romano, ma anche per tutto il movimento italiano.

La vittoria a Phoenix di Berrettini

Il successo a Budapest e gli ottavi al Foro

L'erba diventa amica di Super Matt

L'ingresso nei Top 10

Money prize e sponsor di Berrettini

Secondo le statistiche pubblicate dal sito ufficiale dell’ATP, il tennista romano ha giocato 68 incontri di singolare nel 2019, vincendone ben 43; i suoi guadagni nell’anno solare sono stati pari ad oltre 3 milioni e 350mila dollari!

La vittoria a Phoenix di Berrettini

Matteo parte come n. 52 del mondo. I primi giorni dell’anno non sono così positivi; viene subito eliminato a Doha, infatti, ed al primo turno degli Australian Open. Subito dopo, non gioca un gran torneo a Dubai e anche nei Masters statunitensi viene sempre sconfitto al primo turno.

Proprio tra Indian Wells e Miami, gioca un Challenger a Phoenix che vince: questo successo, seppur non eccessivamente prestigioso e con un montepremi di appena 150.000 dollari, diventa la base per mesi a seguire veramente straordinari!

Il successo a Budapest e gli ottavi al Foro

La situazione inizia a diventare davvero interessante con la vittoria a Budapest (assegno di 90.000 euro per il romano) del suo secondo torneo ATP per presentarsi sui campi di terra battuta in buona forma.

Eliminato al primo turno a Montecarlo, a Roma esordisce battendo Sascha Zverev: negli ottavi perde con una prestazione non memorabile contro Diego Sebastian Schwartzman, davanti ad un pubblico davvero numerosissimo!

Berrettini al Foro nel 2019!
 

L'erba diventa amica di Super Matt

Quello che lascia tutti a bocca aperta è l’esplosione di Matteo sull’erba, superficie di gioco, sino a quel momento, allo stesso non congeniale! Vince a sorpresa il torneo di Stoccarda (117.000 euro incassati), battendo in finale Auger-Aliassime che sino a quel momento aveva giocato un grandissimo tennis ed, addirittura, arriva in semifinale ad Halle, il feudo di Sua Maestà Federer, dove si arrende soltanto a Goffin e riceve 109.000 euro di premio!

A Wimbledon le cose vanno bene solo a metà: raggiunge sì, la seconda settimana, ma più che una sconfitta, subisce una lezione nel Magic Monday da Re Roger! Per le scommesse sul tennis consulta la nostra guida essenziale!

L'ingresso nei Top 10

I primi Masters non sono assolutamente da ricordare, un’eliminazione al primo turno. E’ a New York che si compie il capolavoro, con una semifinale di Slam, nella quale nel primo set ha anche una palla per andare in vantaggio su Rafa Nadal. Siamo a settembre e Berrettini è davvero vicino alle prime dieci posizioni del ranking.

Berrettini impegnato a Shanghai

Con la semifinale a Shanghai (325.000 euro ricevuti) e la vittoria su Rublev che vale l’accesso alle semifinali a Vienna, si assicura l’ingresso nella Top 10 ed un posto nella storia delle scommesse italiane: il terzo azzurro di sempre, dopo Adriano Panatta e a Corrado Barazzutti, da quando nel lontano 1973 è stata introdotta la classifica ATP. Attenzione, la scalata non finisce qui, perché l’obiettivo è adesso arrivare tra i primi 8.

Anche il fato è favorevole ed il regalo gli arriva a Parigi Bercy: nonostante l’eliminazione al primo turno per mano di un ispiratissimo Tsonga, la vittoria ai quarti con un duplice 6-2 di Shapovalov su Monfils gli garantisce la qualificazione a Londra!

Berrettini alle Finals londinesi del 2019!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 4 dicembre 2019.

October 22, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

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Calcio: i presidenti stranieri in Italia!


Nell’immaginario collettivo del tifoso medio, i presidenti stranieri sono in grado di suscitare sogni di vittorie, arrivi di campioni dal nome altisonante, valigie di milioni di euro da rovesciare sul tavolo del calciomercato senza criterio.

In Italia, però, di sceicchi come gli emiratini Al Mansour e Khaldoon Al Mubarak, al vertice del Manchester City, o Tamim bin Hamad Al-Thani e Nasser Al-Khelaïfi, che controllano il PSG tramite la Qatar Sports Investments, non se ne sono visti. Vari club nostrani, comunque, sono sotto il controllo di proprietari stranieri, come il Bologna di Saputo, la Roma di Pallotta, il Milan di Elliot, l’Inter di Zhang o la Fiorentina di Commisso, in campo ogni fine settimana anche per le scommesse serie A

Ma qualcuno ricorda il Vicenza degli inglesi, il Pavia dei cinesi o il Ravenna spagnolo?

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Il Vicenza e i petrolieri inglesi - Nel giugno 1997, il manager inglese Stephen Julius si presenta al Tribunale portando con sé una valigia con oltre duecento assegni circolari per un valore globale di poco inferiore a 23 miliardi di Lire con cui acquista la maggioranza delle quote del Vicenza, allora in Serie A e fresco vincitore della Coppa Italia.

Julius, a capo della finanziaria britannica Stellican, guida una cordata alla quale partecipa anche la English National Investment Company, società petrolifera inglese molto attiva, in quegli anni, nel rilevare club calcistici in crisi.

Oltre al Vicenza, infatti, la Enic ha preso il controllo di Tottenham Hotspur, Glasgow Rangers, Slavia Praga, AEK Atene e Basilea. L’avventura della prima proprietà straniera nel calcio italiano dura sette anni, con nessun titolo in bacheca, una retrocessione e una salvezza ottenuta grazie alle vicissitudini giudiziarie di Genoa, Salernitana e Perugia.

La tragedia del Ravenna spagnolo - Breve e sfortunata è stata l’avventura della seconda società italiana finita in mano di imprenditori stranieri. Il Ravenna, fallito, nel novembre 1999 viene ceduto dal Tribunale agli spagnoli della Continental Sport, che promettono un nuovo stadio da 25.000 posti. Il sogno dura poco, e viene spezzato dalla tragedia che colpisce il proprietario Fernando Torcal Cabadas, trovato privo di vita in un hotel di Cesena a febbraio del 2000, a seguito di un infarto. 

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Il Bari in Champions League - Nel 2016, per settimane a Bari non si parla d’altro che del misterioso magnate malese intenzionato ad acquistare il 95% delle quote dell’FC Bari dalle mani del presidente Gianluca Paparesta. Datò Noordin Ahmad viene accolto da migliaia di tifosi all’aeroporto di Bari-Palese e annuncia, al Palazzo della Provincia, “Voglio portare il Bari in Champions League in cinque anni”.

Da quel momento i tifosi baresi hanno visto solo un contratto preliminare di acquisto senza alcun valore, una caparra che tarda ad arrivare, il viaggio di Paparesta in Malesia, fino alla definitiva scomparsa dalle scene del malese.

Segui il nuovo corso della gloriosa società pugliese anche con le scommesse sportive!

Il Pavia e la farsa cinese - Pavia sale alla ribalta delle cronache calcistiche nel 2014, quando un gruppo cinese, rappresentato dal presidente Xiadong Zhu e dal vicepresidente David Wang, acquista la squadra della città con il dichiarato obiettivo di raggiungere al più presto la Serie B, per la prima volta nella storia del club. Il progetto parte bene, con la collaborazione con l’Università di Pavia e il ventilato arrivo di milioni di euro dall’Expo milanese.

Il pubblico, però, diserta lo stadio, in una provincia che evidentemente non ha molta fame di calcio. Poi arriva la notizia che la società di Zhu, quotata a Hong Kong, è piena di debiti. Così, nell’estate 2016 l’imprenditore romano Alessandro Nuccilli rileva la società sull’orlo del fallimento a 1 euro, ma non la iscrive al campionato.

*La foto di apertura dell'articolo è di Donato Fasano (AP Photo).

 
December 4, 2019
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


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I 5 migliori: Candreva e gli altri


Con 14 gare giocate, è già tempo di primi bilanci in serie A. Mentre Napoli e Milan stanno deludendo, clamorosamente, le aspettative stagionali, tracciamo, in ordine sparso, i 5 profili che hanno sorpreso, positivamente, gli appassionati calcistici!

1) Antonio Candreva
Troppo facile spiegare con l’arrivo di Antonio Conte il clamoroso inizio di Candreva in Italia ed in Europa. Dopo due campionati assolutamente deludenti, l’ex giocatore della Lazio ha ritrovato la gamba giusta che gli ha consentito di essere l’attaccante aggiunto anche con la nazionale negli ultimi Europei di Francia.

Il gol all’esordio di campionato con il Lecce è il manifesto delle prestazioni dell’eclettico giocatore romano: fiducia nei propri mezzi e moto perpetuo sull’out destro! Ripeto, agli ordini di Conte è rinato, ma gran parte del merito va proprio a Candreva che non ha mai smesso di crederci, neanche quando era, ingiustamente, il secondo per fischi ricevuti a San Siro… 

Per le scommesse sportive, l'Inter non è più così lontana dalla Juventus per la vittoria finale...

2) Fabio Liverani
Aveva avuto una brevissima occasione sulla panchina del Genoa con appena sette gare disputate nel 2013. Praticamente esordiente, quindi, nella massima serie, l’ex centrocampista plasmato da Serse Cosmi, non ha snaturato le idee di gioco propositivo, attraverso le quali il Lecce ha realizzato un doppio salto di categoria, contro ogni pronostico delle serie A.

Lo Starting Eleven giallorosso presenta sempre due attaccanti veri ed un trequartista, anche davanti alla Juventus, nel sabato terminato con un pari conseguito con merito e senza alzare le barricate.

Il recupero del doppio svantaggio con il Cagliari ha caratterizzato le scommesse live!

3) Dejan Kulusevski
Davanti al rendimento dell’esterno svedese in prestito al Parma dobbiamo aprire una parentesi ulteriore. Per le scommesse calcio, non è facile passare al Tardini!

Nel campionato Primavera 1, Dejan è stato uno dei pilastri dello scudetto dell’Atalanta, andando anche a segno nella semifinale contro il Torino, proprio a Parma! Attenzione, nonostante la prolificità del vivaio di Zingonia, il massimo campionato giovanile mancava nella bacheca nerazzurra da oltre 20 anni, ovvero dalla generazione di Pelizzoli, Dalla Bona, bellini e Pinardi.

A Bergamo era chiuso da un roster di giocatori offensivi importanti, a Parma è stato da subito protagonista anche nel calcio dei grandi. Adesso, il fan di Ibra si candida per una delle 23 maglie di Euro 2020 a disposizione per l’esordio a Bilbao contro la Spagna e sarà, insieme a Federico Chiesa, il pezzo pregiato del prossimo calciomercato!


4) Joao Pedro
Nove volte già in rete, il brasiliano ha beneficiato del clamoroso mercato dei sardi che hanno allestito un centrocampo all’altezza delle grandi. Solo il mitico Riva aveva realizzato un bottino del genere per il Cagliari a questo punto della stagione!

Oltre ad essere infallibile dagli 11 metri, alcune realizzazioni dell’ex attaccante dell’Atletico Mineiro sono state davvero di pregevole fattura! Con la tendenza attuale del ritorno alle due punte in Italia, piuttosto che l’utilizzo del tridente, Joao Pedro è sicuramente uno dei migliori interpreti del ruolo!

5) Marash Kumbulla
Il giovanissimo difensore del Verona è la sorpresa più piacevole di una squadra che, contro i pronostici delle scommesse serie A, ha già vinto ben 5 partite. L’albanese è stato anche il primo difensore 2000 a realizzare un gol in serie A con l’imperioso stacco aereo con il quale ha aperto le marcature nella delicata sfida del Bentegodi con la Sampdoria.

Marash, che ha già esordito con la nazionale maggiore guidata da Reja, è un perfetto interprete dei dettami tattici di Juric, figlio calcistico di Gasperini: insieme, stanno incantando gli addetti ai lavori, con un sistema difensivo davvero innovativo!

*La foto di apertura dell'articolo è di Luca Bruno (AP Photo).

 
December 3, 2019
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Maria Luisa Cravana: “In futuro intere squadre di vegani”


Il campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton è solamente l’ultimo di una serie, che inizia a essere lunga, di atleti professionisti di altissimi livello che hanno scelto di seguire una dieta totalmente priva di derivati animali.

L’estate scorsa ha fatto notizia l’acquisto in prestito da parte della Roma del difensore inglese del Manchester United Chris Smalling, primo calciatore vegano nella nostra Serie A: le prestazioni del gigante di Greenwich hanno dato solidità al pacchetto arretrato giallorosso, incidendo anche sulle quote relative agli incontri dei capitolini per le scommesse italiane!

Nella Premier League inglese, sono già numerosi gli atleti che hanno scelto un approccio cruelty free: il capostipite fu Neil Robinson, ex di Everton e Swansea, che nel 1980 fu il primo calciatore professionista vegano in assoluto e nel 1981-82 il primo a realizzare una rete in un campionato di prima divisione.

In molti hanno seguito e stanno seguendo le sue orme: Jermain Defoe, Hector Bellerin, Fabian Delph, per citarne alcuni, e il Kun Sergio Aguero, attaccante del City favorito per i pronostici relativi alle scommesse per la Champions 2020, che, in preparazione alla Coppa del Mondo del 2018 in Russia, ha adottato una dieta vegana sotto consiglio del suo medico. 

La star del soccer femminile Alex Morgan ha abbandonato carne, uova e latticini nel 2018 e sembra entusiasta di una scelta che, secondo quanto ha dichiarato, le consente di recuperare più in fretta dopo le partite.

Lo stesso Leo Messi è passato a uno stile alimentare quasi vegano: in seguito ai noti problemi di digestione, nausea e vomito che lo colpivano in campo durante le gare con il Barcellona e la Nazionale argentina, si è rivolto al Dottor Giuliano Poser, friulano, che ha modificato la sua dieta in quella direzione.

Negli altri sport, è noto che l’ex rugbista Mirco Bergamasco sia vegano, così come le sorelle Venus e Serena Williams nel tennis, o la ex star dell’atletica mondiale Carl Lewis.

Abbiamo parlato in esclusiva di quanto sta accadendo tra gli atleti al top nelle rispettive discipline che scelgono la dieta vegana e dell’impatto di questa scelta con le prestazioni sportive insieme alla Dottoressa Maria Luisa Cravana, biologa nutrizionista, specialista in nutrizione sportiva, che da tre anni collabora con la FIGC a Coverciano. 

Hamilton e Smalling sono solo gli ultimi nomi di campioni dello sport che hanno scelto la dieta vegana. Che idea si è fatta di quanto sta accadendo nel mondo sportivo?
“La maggior parte delle volte, inizialmente, è una scelta etica, il cui obiettivo è il benessere degli animali. Successivamente notando comunque un notevole benessere fisico, questi atleti abbracciano totalmente la dieta vegana, come appunto Smalling. Io penso che ci sia oggi più interesse verso ciò che mangiamo oltre che più attenzione sugli effetti dei nutrienti sul nostro organismo”.

Hamilton, sempre ai massimi livelli!

Da un punto di vista dell’alimentazione di uno sportivo professionista, che differenza c’è, a livello di allenamento e prestazioni, tra un vegano e un onnivoro?
“A livello di allenamento e prestazioni, direi nessuna differenza, a patto che la dieta dell’atleta vegano sia adeguata in apporto energetico e costituita da una certa varietà di cibi contenenti proteine vegetali; l’aiuto di un professionista è sempre indicato, affinché provveda anche alla personalizzazione dell’integrazione, di vitamina b12, ad esempio, di cui i vegani potrebbero esser carenti.

Dall'altro lato, un atleta onnivoro molto spesso introduce grandi quantità di alimenti ad azione infiammatoria, come fast food, compromettendo la performance e il recupero”.

La carne e i derivati animali sono completamente sostituibili nell’alimentazione di uno sportivo professionista?
“Si, una dieta basata su una varietà di cereali, legumi e verdura è in grado di fornire tutti gli aminoacidi essenziali richiesti dal nostro organismo per la costituzione, il mantenimento dell’integrità cellulare e riparazione di tutti i tessuti.

Altre fonti concentrate di proteine sono costituite da tofu, latte di soia, tempeh, seitan e vari analoghi della carne. Inoltre, recenti studi scientifici riportano che l’aggiunta di più cibi grassi di provenienza vegetale, come noci, semi, burro di noci, tahini, avocado, olive, olio d’oliva, olio di sesamo, ecc., può aiutare l’atleta vegetariano e vegano negli allenamenti intensi a soddisfare il fabbisogno energetico e nutrizionale, assicurando che non vengano compromessi i trigliceridi intramuscolari”.

Su 888sport.it puoi scommettere live su tutti i principali eventi sportivi internazionali!

Nell’ambiente sportivo, che opinione circola nei confronti degli atleti che fanno questa scelta? Sono visti come strani? Suscitano più curiosità o scetticismo?
“Sorprendono un po' inizialmente ma generando poi una crescente curiosità, tanto che sempre più atleti si avvicinano a questa alimentazione”.

Quali sono i limiti della dieta vegana per un professionista?
“Non ci sono limiti, bisogna semplicemente tenere in considerazione delle potenziali carenze vitaminiche, soprattutto per quanto riguarda la vit B12, citata sopra, importante per la performance e per il mantenimento dell’integrità delle cellule del Sistema Nervoso ed Emopoietico”.

Al contrario, ci sono vantaggi da qualche punto di vista rispetto ad atleti onnivori?
“Leggo diverse interviste di atleti che riescono ad avere ottime performance fisiche e a ritrovare un generale benessere con la dieta vegana. Non ci sono né vantaggi né svantaggi da mio punto di vista; tutte le diete potrebbero essere vantaggiose o non a seconda del soggetto.

La differenza sta nel farle con criterio. Certo è che un approccio alimentare del genere potrebbe abbassare il rischio di patologie ischemiche, cardiache, diabete di tipo 2, ipertensione, obesità e alcune forme di cancro”.

Lei personalmente l’ha mai consigliata o la consiglia?
“In alcune particolari situazioni patologiche ho consigliato un approccio dietetico di tipo vegetariano”.

Come vede il futuro? Squadre intere di vegani? O è più una moda destinata a finire?
“Non la definirei una moda, piuttosto una scelta mirata e consapevole che invece dal mio punto di vista andrà sempre più crescendo, magari si, con squadre intere di vegani!”

Segui il nostro blog per altri e continui approfondimenti sul mondo del calcio e dello sport a 360 gradi, con i consigli e le quote aggiornate per scommettere online con 888sport.
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Gregorio Borgia (AP Photo); quella del GP di Abu Dhabi di Hassan Ammar (AP Photo).

December 3, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Le 5 ragioni per le quali Messi non meritava il sesto Pallone d’oro


Sesto pallone d’oro per il meraviglioso attaccante argentino che supera, così, nella speciale classifica del trofeo di France Football, l’eterno rivale portoghese, Cristiano Ronaldo.

Per le scommesse calcio, Messi vale 21 come capocannoniere della Champions.

Non ci siamo impazziti del tutto, anzi, e non contesto la straordinaria classe del mancino di Rosario, ma di seguito, analizzerò i 5 motivi e le prestazioni di calciatori per i quali Leo non meritava di vincere questa edizione. Torniamo, quindi, a parlare di Pallone d'oro.

  • 1) Gli avversari: Virgil van Dijk

Il difensore olandese ha giganteggiato in Premier ed in Europa, con il Liverpool e con l’Olanda.
Nel calcio moderno un centrale così completo non è solo un fenomenale giocatore difensivo, ma diventa decisivo anche nella costruzione del gioco. Inoltre, Virgil diventa l’attaccante più pericolo dei Reds, Campioni della Champions a Madrid, in ogni situazione di calci piazzati. Nei 12 mesi è stato sicuramente più decisivo di Messi.

La statistica che ha visto l’ex calciatore del Southampton insuperabile in dribbling per mesi non incide; quello che fa davvero la differenza è l’incredibile personalità con la quale domina ogni situazione di gioco.

  • 2) Gli avversari Alisson Becker

L'ex portiere della Roma è l'estremo difensore più forte del mondo. Averlo tra i pali, non è solo garanzia di solidità difensiva, ma condiziona anche le giocate offensive dell’altra squadra. Provo a spiegarmi meglio: nella finale del Wanda, il Tottenham, pieno di trequartisti di caratura internazionale, ha calciato poco verso il goleiro del Liverpool.

Anche il coreano Son, secondo a pochi nel fondamentale del tiro in porta, ha preferito più volte il tentativo di assist, piuttosto che provare la conclusione dalla distanza.

Alisson, campione e protagonista nella vittoria del Brasile in Copa America, con un solo gol subito su calco di rigore, sarebbe stato decisamente più meritevole di LM10 per l'edizione 2019!

La coreografia dedicata dai tifosi del Barcellona a Messi!

  • 3) Liverpool – Barcellona 4-0

Lo sappiamo, all’andata il capitano blaugrana ha realizzato il gol più bello della Champions 2018/2019 con una punizione che ha del leggendario! Al ritorno ad Anfield, però, Messi è completamente sparito, nella confusione del Barcellona.

Da lui ci aspettavamo una prestazione completamente diversa, anche in quella atmosfera che è una vera e propria realtà virtuale, come l’effetto Kop! Sotto di 3 gol nel punteggio, Lionel avrebbe potuto gestire meglio i 30 minuti finali, anche in virtù dell’ormai anacronistica regola del gol in trasferta… 

Per le scommesse sportive, Barcellona @6, secondo favorito per la Champions 2020!

  • 4) La Copa America 2019

Una volta di più, Messi non ha inciso con la Seleccion. La nazionale argentina, allenata da Scaloni, ha deluso le aspettative in Brasile, superando solo Qatar e Venezuela, prima della finalina per il terzo posto contro il Cile.
Un solo gol realizzato nella manifestazione, il rigore trasformato contro Gatito Fernandez del Paraguay: in un’estate senza Mondiale ed Europei, un bottino davvero scarno per meritare il prestigioso riconoscimento di France Football!

  • 5) L’inizio di stagione 2019/2020

Peggior inizio di stagione degli ultimi anni per il Barcellona in Liga, sconfitto addirittura già all’esordio a Bilbao e, con le scommesse live sospese per eccesso di puntate, anche a Granada, con un gol subito per tempo; per onor della cronaca, contro gli andalusi, Messi è subentrato solo all’intervallo, senza, però, modificare in corsa l’andamento della gara. 

*Entrambe le foto dell'articolo sono di Manu Fernandez (AP Photo).

December 2, 2019
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Tennis: Federer e le tournée negli sport


Erano 42.517 gli spettatori presenti a Città del Messico, in una Plaza de Toros che li conteneva a malapena, per seguire il match tra Roger Federer e Alexander Zverev, vinto dall’elvetico in tre set con il punteggio di 3-6, 6-4, 6-2. È il nuovo record assoluto di pubblico per una singola partita di tennis, stabilito in un’esibizione e non in una delle sfide che, in contemporanea a Madrid, si stavano disputando per la Coppa Davis con la nuova, discussa, formula.

I wanna be a rockstar - Cile, Argentina, Colombia, Messico, Ecuador le tappe in programma per la tournée esibizione di King Roger, con 14.533 km percorsi in soli sei giorni: l’unica nota stonata di una serie di incontri che, per affluenza di pubblico, fa invidia alle grandi rockstar della musica mondiale, è stato l’annullamento all’ultimo minuto della tappa di Bogotà, dov’erano attese circa 8 mila persone, a causa del coprifuoco imposto per contenere i disordini e le proteste in piazza che ha costretto gli organizzatori a cancellare l’evento. 

Sulle nostre scommesse tennis, Roger Federer è il terzo tra i favoriti per la vittoria del prossimo Australian Open @6.50, dietro Novak Djokovic @2.40 e Rafael Nadal @3.75.

Il duetto con Zverev - Proseguendo con il paragone musicale, ad accompagnare Federer sui palchi sudamericani c’era Zverev, che ha snobbato la chiamata in Davis per seguire l’elvetico in tour. I due hanno fatto divertire il pubblico di tutto il continente: a Quito, in particolare, hanno messo in scena uno geniale “scambio invisibile”, che qualcuno ha ricollegato alla celebre scena del film Blow-Up di Michelangelo Antonioni, simulando un punto spettacolare senza pallina. 

Sul blog di 888sport puoi trovare una guida per scommettere sul tennis!

Cifre da capogiro - I numeri parlano da sé: durante la stagione 2019 dell’ATP, King Roger ha intascato di soli premi 7.634.975 di dollari; la tournée sudamericana gli ha fruttato 10 milioni! Federer è già pronto a far cadere il record di Città del Messico: il 7 febbraio 2020, infatti, sono attesi 50 mila spettatori a Città del Capo per il match esibizione contro l’eterno rivale Rafa Nadal, in un incontro il cui ricavato verrà destinato ai bambini delle township. 

Gli altri sport - Le tournée esibizione non sono un’esclusiva del tennis. L’NBA, strepitosa macchina da soldi, dal 2006 ha in calendario lo Europe Live Tour, con una serie di incontri che le franchigie statunitensi disputano a ottobre nei palazzetti del vecchio continente. Nel 1988 gli Atlanta Hawks volarono nell’allora URSS per disputare tre partite (in Lituania, Georgia e Russia) contro la nazionale sovietica.

Negli anni Novanta, prima che nascesse il tour, varie squadre NBA disputarono incontri amichevoli in Europa: in Italia ricordiamo Charlotte Hornets-Virtus Bologna a Casalecchio di Reno nel 1996, preceduta dall’esibizione canora dell’ex difensore statunitense del Padova, Alexi Lalas. 

Lo spettacolo della NFL a Londra!

Nel nostro blog abbiamo raccontato delle International Series disputate dalle formazioni della NFL, con particolare attenzione ai London Games. Nel calcio siamo ormai abituati a vedere le grandi formazioni europee disputare incontri, amichevoli o ufficiali, in giro per il mondo: sei delle ultime dieci finali di Supercoppa Italiana, per esempio, si sono disputate tra Cina, Qatar e Arabia Saudita e anche quella in programma il 22 dicembre tra Juventus e Lazio si giocherà a Riyadh. 

Segui l'incontro anche con le scommesse italiane di 888sport!
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Rebecca Blackwell (AP Photo); la seconda di Tim Ireland (AP Photo).

December 2, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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