Nicola Amoruso: “Al Napoli serve uno stadio; la Juventus può vincere la Champions League”


Nei suoi 17 anni di carriera da professionista, il centravanti Nicola Amoruso, classe 1974, ha giocato in Serie A con 13 squadre diverse e con 12 di esse ha realizzato almeno un gol, due record assoluti per il nostro massimo campionato (il secondo condiviso con Marco Borriello).

I suoi numeri parlano di 113 reti messe a segno in 380 partite in A che ne fanno il cinquantottesimo marcatore di tutti tempi nella categoria, in coabitazione con Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano. Non ha mai avuto l’opportunità di giocare con la nazionale maggiore, ma si è laureato campione d’Europa in Spagna nel 1996 con l’Under 21 di Cesare Maldini che si impose ai calci di rigore nella finale contro i padroni di casa, tra i quali spiccavano Raul, De la Peña e Mendieta.

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Attaccante che faceva della tecnica il suo punto di forza, Amoruso ha avuto una carriera piena di successi: tre scudetti, una Supercoppa italiana, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale con la Juventus, una Coppa Italia con la Sampdoria e un campionato cadetto vinto con l’Atalanta. Particolarmente memorabile è il gol (nella foto) messo a segno il 9 aprile 1997 ad Amsterdam, in semifinale di Champions League, con cui la Juventus passò in vantaggio nella vittoria per 2-1 in casa dell’Ajax.

Abbiamo parlato, in esclusiva per 888sport.it, con Nicola Amoruso della rivalità tra Juventus e Napoli, avendo lui indossato entrambe le maglie, e delle prospettive della squadra di Sarri e di quella di Gattuso.

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“La sfida tra Juventus e Napoli – racconta Amoruso – è una partita molto sentita soprattutto dal pubblico napoletano che vive l’attesa in settimana con molta tensione e ansia. Per la Juventus, invece, non dico sia una partita come tante, ma quasi”. 

Maradona, Platini, Edmundo, Del Piero, Higuain: sono stati molti, negli ultimi trent’anni, i grandi protagonisti delle sfide incrociate tra le due formazioni. Se ti dico Juventus-Napoli a chi pensi?
“Tra quelli che hai menzionato, penso sicuramente a Higuain, che è esploso con il Napoli e sta continuando a far bene con la maglia della Juventus: credo che lui sia il giocatore simbolo di questa sfida, per quello che ha rappresentato per i partenopei e per quello che rappresenta, oggi, per i bianconeri”.

Gonzalo Higuain è quotato per le scommesse calcio @126.0 su 888sport.it come Capocannoniere della Serie A 2019/20.

Con la Juventus hai vinto tanto. A quale trofeo sei più legato?
“A Torino ho vissuto anni molto belli e vincenti. Ho vinto tutto tranne la Champions League, perdendo due finali: quello è il trofeo che avrei voluto vincere”.

La tua esperienza al Napoli è, invece durata una sola stagione, partita con Zeman, terminata con Mondonico e una imprevedibile retrocessione in Serie B. Cosa andò storto?
“L’annata è stata condizionata da problemi societari: siamo partiti male e siamo retrocessi per un punto. Peccato, abbiamo pagato soprattutto la partenza estremamente negativa con Zeman, con 2 punti raccolti nelle prime 6 giornate. Sul piano realizzativo, ho messo a segno 10 gol tra tante difficoltà: avrei voluto giocare in un Napoli diverso, come quello di questi anni. Sarebbe stato sicuramente diverso”.”

A quale partita Juventus-Napoli sei più legato, da calciatore?
“Non ce ne è una in particolare: sono state tutte molto belle, molto sentite soprattutto a Napoli dove per i giocatori c’è qualche emozione in più”.

Passando alle due squadre oggi: come ti spieghi la crisi del Napoli? C'è tempo per rimontare? Credi in un riscatto degli azzurri?
“Qualcosa si era rotto tra società, giocatori e allenatore: gli errori sono stati commessi da tutti. È stata una situazione gestita molto male e degenerata, che ha fatto venire allo scoperto tutti quei problemi che erano rimasti nascosti. Il Napoli può ancora far bene, ha obiettivi importanti in Coppa Italia e in Champions League. In campionato, i traguardi importanti sono ormai andati, ma la squadra di Gattuso è chiamata sempre a fare la sua parte”.

Cosa pensi della Juventus di Sarri? Ti sembra digerito il gioco del tecnico ex Napoli? Secondo te è migliorata o peggiorata rispetto alla scorsa stagione?
“Il nuovo allenatore sta facendo bene. Non abbiamo ancora visto una Juventus targata Sarri, ma ci arriveremo perché è un allenatore preparato, che riesce sempre a dare qualcosa in più all’identità di una squadra e sono convinto che farà molto bene, il gioco sta migliorando, ma è fisiologico che ci voglia tempo, perché non è facile trasmettere le proprie idee a una squadra che ha vinto tanto. Qualcosa si inizia a vedere”. 

De Laurentiis negli anni ha investito molto: cosa manca al Napoli per essere una squadra da scudetto?
“Sicuramente uno stadio, il punto di partenza. In secondo luogo, una politica societaria che punti a espandere sempre più il marchio Napoli, vendibile in tutto il mondo”.

E cosa manca alla Juventus per vincere la Champions League?
“Un po’ di fortuna, dopo essere arrivata due volte in finale negli ultimi anni. Quest’anno, con Ronaldo, credo si possa arrivare fino in fondo e alzare la coppa, ho questa sensazione”.
Per le nostre scommesse sportive, Juventus è quotata @11.00 per la vittoria della Champions League.

*La foto di apertura dell'articolo è di Peter Dejong (AP Photo).

 
January 24, 2020
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Euro 2020 sarà itinerante e permetterà ai tifosi di tutto il Vecchio Continente di godersi un torneo che promette di essere apertissimo.

LO SLITTAMENTO E LA CONFERMA DEL NOME

L'ITALIA DI ROBERTO MANCINI

EURO 2020: INFO GENERALI

LE SCOMMESSE DI 888SPORT SU EURO 2020

GLI ALLENATORI DI EURO 2020

I CAPITANI DI EURO 2020

I CANNONIERI DEGLI EUROPEI

LE CURIOSITÁ DEGLI EUROPEI 2021

I PRIMATI DI EURO 2020

I TALENTI DI EURO 2020

GLI (EX) INFORTUNATI DI EURO 2020

LO SLITTAMENTO E LA CONFERMA DEL NOME

La UEFA ha deciso di posticipare l'inizio del torneo di 12 mesi, dando la possibilità, quindi, alle rispettive leghe nazionali di impiegare i mesi di giugno e luglio per lo svolgimento dei campionati domestici.

EURO 2020, con la Francia favorita per i pronostici europei continuerà a chiamarsi così, come è stato ufficializzata la conferma del nome definitivo della manifestazione: non ci resta che pazientare un po' per vivere, sì per vivere un torneo che si annuncia già meraviglioso e di grande unione tra tutte le nazioni partecipanti e le città ospitanti! 

L'ITALIA DI ROBERTO MANCINI

Roberto Mancini ha già vinto; gli appassionati di calcio sono tornati ad amare la Nazionale e apprezzano il sistema offensivo attraverso il quale gli Azzurri hanno vinto tutte le gare di qualificazione! L'Italia giocherà all'Olimpico di Roma le tre gare del Girone A ospitando, nella gara inaugurale del torneo, la Turchia. Svizzera e Galles sono le altre due selezioni che fanno parte del raggruppamento. 

La rosa tricolore sembra completa in ogni reparto, anche nelle seconde linee, sempre determinanti in una manifestazione così logorante; il gruppo dei convocati Italia sembra davvero all'altezza della situazione...

L'esultanza Azzurra a Parigi!

Per i consigli alle scommesse degli Europei, prendiamo come riferimento l’Euro 2016 in Francia, la prima disputata con l’attuale formula; in un torneo, quindi, che qualifica 16 delle 24 partecipanti per gli ottavi di finale con un meccanismo di addirittura 4 terze ripescate su 6 gironi si segnerà tanto nella prima fase per le scommesse sugli Europei e non sarà così fondamentale partire subito con il piede sull’acceleratore. Le sfide che faranno la differenza saranno quelle nella fase ad eliminazione diretta!

Altro elemento, questa volta diverso dall’edizione transalpina, da tenere in considerazione nella valutazione delle scommesse calcio è che, in attesa degli spareggi, ci saranno 7 o più squadre che giocheranno in casa almeno due incontri della fase a gruppi: per i gironi degli Europei 2020, diamo come estremamente probabile l’accesso agli ottavi per tutte queste selezioni, Russia e Danimarca comprese! 


EURO 2020: INFO GENERALI

Primo incontro e partita inaugurale, Italia - Turchia all'Olimpico di Roma 11 giugno 2021, ore 21. Diretta su Sky e Rai 1.

I tifosi azzurri allo Stadio Olimpico!

Le 12 città ospitanti ed i rispettivi stadi europei sono, in ordine di raggruppamenti, Roma, Baku, Copenaghen, San Pietroburgo, Bucarest, Amsterdam, Londra, dove si giocherà un clamoroso Inghilterra - Scozia, Glasgow, Dublino (che poi ha rinunciato), Bilbao (sostituita da Siviglia), Budapest e Monaco.

Le semifinali e l'atto conclusivo si disputeranno a Londra, nella mitica cornice di Wembley, rispettivamente il 6, ed il 7, e per la finale l'11 luglio, ore 21!

Ricordiamo che gli Europei, a differenza dei Mondiali e della Copa America, non prevedono la finale per il terzo e quarto posto.

Il sorteggio a Bucarest, con diversi paletti, ha inserito nello stesso girone, gruppo F, Francia, Germania ed i detentori del trofeo del Portogallo che non si sono qualificati di diritto; transalpini e tedeschi favoriti per il passaggio del turno come primi e secondi per le quote degli Europei di 888sport!

I lusitani, Campioni d'Europa e vincitori anche della prima edizione di Nations League, esordiranno in Ungheria; proprio i migliori piazzati, non ancora qualificati, della Nations, si contenderanno i quattro posti ancora a disposizione negli spareggi di marzo, uno per categoria!

I biglietti per le partite si acquistano esclusivamente sul portale della UEFA; per l'Italia la tessera al club Vivo Azzurro della FIGC consente di avere accesso ad una corsia preferenziale per i tickets delle partite di Roma.

I biglietti acquistati per Euro 2020 restano validi per il torneo che si disputerà dodici mesi dopo; in caso di impossibilità di assistere alle gare nelle nuove date, si potrà richiedere il rimborso totale di quanto pagato, nei tempi che saranno comunicati attraverso il sito ufficiale. 

L'Europeo si disputa in 12 Nazioni grazie ad una scelta fortemente sostenuta da Michel Platini, che ha voluto allargare la platea del pubblico della fase finale della manifestazione continentale. La Francia, unica grande esclusa tra le selezionate, non ospiterà partite, in quanto ultima sede di Euro 2016.

LE SCOMMESSE DI 888SPORT

Oltre le quote per la vittoria finale, 888sport, per ciascuno dei 6 gironi,  presenterà le migliori offerte, con una media di oltre 120 combinazioni di scommesse su ogni singolo: Esito Finale, Doppia Chance, Gol/No Gol, il numero totale dei gol nell’incontro e di ogni singola squadra, i parziali/finali, cartellini, angoli, vittorie e pareggi con handicap, il primo marcatore dell'incontro e tante altre!!! Gioca con le migliori offerte di 888sport!!!
 



GLI ALLENATORI DI EURO 2020

Tutti in fila dietro Deschamps. Il tecnico campione del mondo con la Francia vuole certamente ripetere quanto fatto da calciatore e concedere il bis anche in Europa. A contendergli lo scettro, già a partire dal girone, ci saranno un ex iridato come il tedesco Löw e il campione in carica Fernando Santos, tecnico del Portogallo. E poi una lunga serie di colleghi di ottime speranze.

La Spagna si affida a Luis Enrique, l’Inghilterra a Southgate, protagonista in campo (ma in negativo) a Euro 96, mentre l’Italia punta su Roberto Mancini per dimenticare la mancata partecipazione a Russia 2018. Per gli azzurri nel girone anche una vecchia conoscenza come Vlado Petkovic, alla guida della Svizzera, a cui va aggiunto Andriy Shevchenko, che ha trascinato la sua Ucraina alla qualificazione.

Punta gli Azzurri nel Gruppo A con le straordinarie quote di 888sport!

In cerca di conferma il Belgio di Roberto Martinez, reduce dal terzo posto ai mondiali, mentre punta a rifarsi l’Olanda, assente nel 2016, che ha sostituito Koeman nell'estate 2020.

Deschamps, dopo che Koeman ha lasciato la panchina olandese, potrebbe eguagliare il clamoroso record di Berti Vogts che è stato l'unico ad aver vinto l'Europeo da giocatore ed allenatore!

Tra chi si gioca ancora la qualificazione, poi, attenzione a un italiano: Marco Rossi ha portato l’Ungheria tra le grandi: il calendario Euro 2020 lo vede incrociare subito un certo CR7…



I CAPITANI DI EURO 2020

Chi vincerà gli Europei? Difficile a dirsi, ma di certo sarà uno dei capitani ad alzare l'ambita coppa. L’Italia spera di vedere Giorgio Chiellini sul palco, mentre la Francia vuole far ripetere a Lloris la doppietta... del suo allenatore Deschamps.

Ultima occasione per vincere qualcosa con la fascia per Modric, capitano della Croazia; dirà la sua anche lo skipper dell’Inghilterra, Harry Kane.

Chi non vuole mancare è Neuer, leader della Germania. E poi, impossibile dimenticarlo, c’è il capitano del Portogallo, Cristiano Ronaldo, che attraverso Euro 2020 punta ad un altro Pallone d’Oro.

E a proposito del premio, il secondo arrivato nel 2019, Virgil Van Dijk, assente con l’Olanda, mentre Hazard, rimasto fuori dalla top 10 nel 2019, vuole rifarsi con il Belgio. 

Il portierone tedesco!

 

I CANNONIERI DEGLI EUROPEI

Chi succederà ad Antoine Griezmann sul trono dei cannonieri europei? La lotta è aperta, perché ogni big si presenta con un bomber pronto ad accendere le polveri. Su tutti CR7, che punta anche al record di gol con una nazionale di Ali Daei (109 reti).

La Francia dovrà capire chi segnerà di più tra il Piccolo Diavolo o Mbappè, il Belgio candida certamente Lukaku per le scommesse sul capocannoniere, mentre l’Italia risponde con un Immobile in forma straripante.

Più dubbi per le altre. L’Inghilterra aspetta di sapere se avrà o no Kane, la Germania spera che Werner sia decisivo anche con la Mannschaft e la Spagna continua a giocare senza un vero e proprio nove di riferimento. Da non sottovalutare poi altri nomi, come quello di Lewandowski (Polonia). 



LE CURIOSITÁ DEGLI EUROPEI 2021

Prima partecipazione per la Finlandia, prima esordiente in attesa di qualche possibile altra sorpresa dai playoff. Di certo, la Macedonia del Nord di Pandev, vincente dei playoff della Lega D tra Georgia, Bielorussia e Kosovo andrà a far compagnia agli scandinavi.

Pandev con la Macedonia!

Tra i vincitori degli Europei Cristiano Ronaldo punta a raggiungere Casillas per numero di europei, prendendo parte al quinto della sua carriera. Possibilità di arrivare a cinque anche per Buffon e Ibra, che però difficilmente saranno convocati.

Per quanto riguarda gli impianti, lo stadio più piccolo ad ospitare le partite sarà il Parken di Copenaghen (38mila spettatori), mentre il più grande è Wembley, con 90mila presenze pressoché assicurate per le partite della Final Four che incendieranno il mercato delle scommesse live!


I PRIMATI DI EURO 2020

Qualche primato da provare a superare. Il giocatore più giovane ad essere sceso in campo è Jetro Willems, olandese, che nel 2012 ha giocato a 18 anni e 71 giorni. Non ci sarà a cercare di aumentare il suo primato Gábor Király, che si è da poco ritirato.

Il portiere con la tuta dell’Ungheria è sceso in campo nel 2016 a 40 anni e 78 giorni. Il Portogallo detiene sia il record per il vincitore più giovane (Renato Sanches, 18 anni e 328 giorni) che per il più vecchio (Ricardo Carvalho, 38 anni e 53 giorni). Fernando Santos (Portogallo) è l’unico CT a poter provare a fare il bis.

Nelle edizioni precedenti, nessun selezionatore è riuscito a vincere più di una volta il trofeo. Löw punta ad andare fino in fondo per aumentare il suo record: è il CT più presente, con 17 partite in panchina tra 2008 e 2016. Il miglior marcatore di sempre è CR7, a pari merito con Michel Platini. Per entrambi, 9 gol europei. Il portoghese detiene anche il primato di partite giocate, 21.

Scommetti sul Portogallo di CR7 nel complicato gruppo con Francia e Germania!

CR7 con la Coppa!


I TALENTI DI EURO 2020

Ogni competizione è buona per scoprire qualche nuovo talento ed Euro 2020 non farà eccezione, anzi l'anno in più permetterà ad alcuni giovani stelle di strutturarsi anche in un palcoscenico così prestigioso. C’è interesse su una eventuale convocazione da parte della Spagna per Ansu Fati, giovanissimo esterno del Barcellona.

La Svezia, visto l’ottimo campionato con la maglia del Parma, dovrebbe portare all’Europeo Kulusevski, già acquistato dalla Juventus, mentre l’Olanda potrebbe sopperire all’addio al calcio di Robben con Stengs, esterno mancino considerato l’erede dell’ex stella del Bayern.

Occhio anche alle nazionali non ancora qualificate che si giocano i playoff. Oltre ad Haaland che ospiterà con la sua Norvegia la Serbia in una sfida davvero equilibrata per le quote qualificazioni Euro 2020, c’è anche la possibilità di vedere in campo Szoboszlai nel caso l’Ungheria dovesse raggiungere la fase finale, ma anche Vlahovic se ad andare avanti fosse la Serbia.


GLI (EX) INFORTUNATI DI EURO 2020

Ci sono calciatori importanti che avrebbero rischiato, secondo la tempistica della programmazione iniziale, di rimanere fuori a causa di infortuni. I nomi che più preoccupavano i rispettivi CT sono quelli di Zaniolo (Italia) e Kane (Inghilterra). Il giovane talento della Roma ha subito la rottura del legamento crociato e i tempi di recupero coincidevano praticamente con la data delle convocazioni (almeno quattro mesi, più la preparazione atletica).

Il romanista, nonostante il secondo grave infortunio, entrerà sicuramente in lista, proverà a dare il suo apporto, sperando di ripetere il caso di Totti nel 2006, seppur... in differita di un anno!!!

Il capitano del Tottenham e dell'Inghilterra!

L’attaccante del Tottenham ha dovuto operarsi alla caviglia ad inizio 2020 e con l'avvio della manifestazione procrastinato, la paura dei sudditi di Sua Maestà di presentarsi senza il proprio bomber alla manifestazione non è più attuale!

Oggi, una cosa è certa: l'attaccante di Walthamstow sarà impiegato al centro del tridente inglese, e sarà uno dei favoriti per il titolo di bomber principe per le scommesse calcio!

*Le sette immagini della guida sono distribuite dall'agenzia AP Photo, scattate in ordine di pubblicazione da Matthias Schrader, Frank Augstein, Alessandra Tarantino, Martin Meissner, Boris Grdanoski, Thanassis Stavrakis e Petr David Josek. 

Prima pubblicazione 23 gennaio 2020.

 
June 15, 2021
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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Quanti acquisti decisivi al mercato di riparazione!

In principio fu Francesco Romano. All'epoca, siamo nel 1986, il mercato cosiddetto di riparazione era fissato a ottobre: al Napoli di Ottavio Bianchi serviva un regista, dalla Triestina – che militava in Serie B - arriva questo ragazzo di 26 anni (per 2,1 miliardi di lire) e la squadra cambia marcia, conquistando alla fine il primo scudetto della sua storia.

Sembra la favola del tassello della felicità, quello che cercano tutti gli allenatori – anche se adesso il mercato invernale si svolge a gennaio – per cambiare la stagione. E' esattamente ciò che si aspetta Antonio Conte da Eriksen, per esempio, o il Milan da Ibrahimovic. Romano resta il caso più eclatante, ma in passato altre volte giocatori presi nella sessione invernale sono stati importanti, fondamentali o addirittura decisivi per chi li ha comprati.

Il colpo della Juve - Il caso più clamoroso si chiama Edgar Davids, il mastino olandese, di scuola Ajax, che giocava con gli occhiali. Nel '96 il Milan, che con i “tulipani” aveva un certo feeling visti i precedenti con quei marziani di Gullit, Rijkaard e Van Basten, lo portò in Italia, ma il centrocampista si rivelò un flop: appena 19 presenze in A e 0 gol, rendimento insufficiente e problemi disciplinari che portarono Costacurta a definirlo “una mela marcia”.

Però succede che nel dicembre '97 lo acquista per 9 miliardi la Juve, che scommette sulle sue qualità, e Davids – per ben 7 anni - diventerà uno dei giocatori più importanti della squadra bianconera, con 3 scudetti vinti e 2 finali di Champions. Al Milan non rimase che macerarsi tra i rimpianti.

Decisivo, il 13 gennaio 2000, anche l'acquisto di Nakata da parte della Roma. Fu proprio il giapponese, anche se l'anno successivo, a segnare un gol determinante nel confronto diretto a Torino con la Juve, quello che riaprì la gara, consentendo poi ai giallorossi di pareggiare (2-2): Nakata – che era entrato al posto di Totti - mise così la firma sul terzo scudetto della Roma. Un colpo invernale importante, peraltro, il club di Trigoria lo aveva già messo a segno nel '97 con Candela, altro protagonista del titolo 2001.

Inter sempre attiva a gennaio - A proposito di difensori, acquisto preziosissimo per l'Inter fu Cordoba nel gennaio 2000: il colombiano, preso dal San Lorenzo, sarebbe diventato una colonna dei nerazzurri. Come Pandev nel 2010: il macedone nel dicembre 2009 vinse la controversia con la Lazio e subito divenne pedina irrinunciabile dell'Inter di Mourinho, quella che pochi mesi dopo conquistò il Triplete.

Pandev andò a completare un formidabile ed equilibrato trio che giocava alle spalle del Principe Milito: Eto'o e Sneijder gli altri due fuoriclasse ed una finale di Champions chiusa senza subire gol per le scommesse live.

Spesso l'Inter è stata protagonista del mercato di gennaio con colpi che poi si sono rivelati determinanti per il resto della stagione. Due anni fa, per esempio, Rafinha fu tra gli artefici della qualificazione in Champions, soffiata alla Lazio all'ultimo respiro: paradossale che poi, per i paletti imposti dal Fair Play Finanziario, il club nerazzurro non riscattò il trequartista arrivato dal Barcellona.

Dalla stessa Lazio, nel gennaio 2004, l'Inter prelevò Dejan Stankovic, che divenne uno dei pilastri della squadra che vinse 5 scudetti, 4 Coppe Italia e la Champions League del 2010: il serbo restò in nerazzurro addirittura per 9 stagioni, fino al 2013. La sua ex squadra, la Lazio, “pescò” bene nel 2012, quando l'ultimo giorno di mercato prese Candreva, tra i protagonisti della vittoria del 26 maggio 2013 nella finale di Coppa Italia contro la Roma.

Subito decisivo fu Balotelli nel Milan. Arrivato dal Manchester City il 31 gennaio 2013, a poche ore dalla fine delle trattative, il centravanti fu autore di una seconda parte di stagione da assoluto protagonista. Già il 3 febbraio piegò l'Udinese con una doppietta, compreso il rigore del 3-2 decisivo al 93'. Praticamente come Pazzini nel 2011: approdato all'Inter il 28 gennaio 2011 dalla Samp, due giorni dopo colpisce due volte il Palermo, più un rigore procurato, ed era entrato nell'intervallo con i nerazzurri sotto 2-0!

Colpi... mancini con Adriano e Salah - Finì 3-2 per la sua squadra. Un altro che riuscì a segnare un gol fondamentale a 48 ore dal suo acquisto fu Adriano “l'Imperatore”: dall'Inter alla Fiorentina il 13 gennaio 2002 e subito a segno – rigore del 2-2 al 90' - contro il Chievo. Sempre in una sessione invernale, ma del 2004, Adriano tornò poi all'Inter.

Da applausi il colpo del Palermo nel 2007, quando puntò sul giovane Cavani, all'epoca promettente attaccante del Danubio. E sappiamo poi che carriera ha fatto, tra Napoli e Psg, il micidiale Matador. Nell'inverno 2014 si scatenò un'asta per Nainggolan, che faceva faville al Cagliari: la spuntò la Roma di Sabatini.

Cavani con la maglia del Palermo

Grande intuizione quella della Fiorentina l'anno successivo: Salah non era l'attaccante di oggi in corsa per un clamoroso double per le scommesse calcio e stentava nel Chelsea di Mourinho. Nella squadra toscana trovò l'ambiente ideale per il decollo. Cinque mesi da fenomeno, con 6 gol in 16 gare da urlo, tra sprint e assist. Peccato che poi la storia d'amore tra l'egiziano e la Viola finì male: ne approfittò la Roma per portarlo nella Capitale, già nell'estate del 2015. 

I colpi del “mercato di riparazione” nascono spesso così, dalla volontà di scommettere su un giocatore a disagio in un certo ambiente. Come appunto Salah al Chelsea. O dalla bravura nell'intuire l'occasione, come Marotta e Paratici quando presero Barzagli con appena 300mila euro il 27 gennaio 2011 dal Wolfsburg: affare da standing ovation, visto quanto ha dato il difensore alla Juventus in 8 anni di trionfi e di pronostici a senso unico per le scommesse Serie A.

Altro affare clamoroso lo ha fatto la Samp nel gennaio 2016, quando fu acquistato Skriniar dallo Zilina. Il costo? Un milione di euro. Ferrero lo ha poi venduto all'Inter, nell'estate 2017, quindi appena un anno e mezzo dopo, per 34 milioni. Una plusvalenza da brividi. Perché succede anche questo, che i colpi di gennaio si rivelino decisivi non solo per i risultati sportivi, ma pure per sistemare i bilanci.

Segui il girone di ritorno con le scommesse sportive di 888sport!

*La foto di apertura dell'articolo è di Massimo Pinca (AP Photo); la seconda di Alessandro Fucarini (AP Photo).

 
January 23, 2020
Giulio
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Giulio è nato giornalista sportivo, anche se di professione lo fa “solo” da 30 anni. Dal 1997 è l'esperto di calciomercato del quotidiano La Repubblica.

Dal '90 segue (senza annoiarsi mai) le vicende della Lazio: collabora anche con Radiosei e dirige il sito Sololalazio.it. Calcio e giornalismo sono le sue grandi passioni. L'unico rimpianto che lo tormenta è aver smesso di dare spettacolo sui campi di calcetto.

 

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Portieri, numeri 1 solo di ruolo!

Tra le tante certezze che il calcio non regala più, c’è quella dei numeri di maglia fissi. Una volta il numero 2 era il terzino destro, il 9 il centravanti e via discorrendo. Quando è arrivata la possibilità di scegliere una numerazione diversa, quasi tutti si sono sbizzarriti. Lo dimostrano casi limite come quello di Zerouali, che per richiamare il suo nome ha optato per un poco consono 0... 

Ed anche tra i portieri più pagati del mondo c'è chi non sceglie la casacca n. 1!

Oppure il simpatico gioco di parole di Fabio Gatti, che con quel cognome non poteva che scegliere il numero 44. Per non parlare del portoghese Nani, che ai tempi della Lazio decide che indosserà un improvvido 7. Ma anche quando tutti davano…i numeri, i portieri rimanevano fissi sul loro numero uno. Peccato che anche questo, ormai, sia solo un ricordo. E molti numeri uno lo sono ormai solo di ruolo.

Parecchi estremi difensori continuano a portare avanti la tradizione, ma guardando alle big di Serie A e ad alcuni esempi in giro per l’Europa, il trend sta decisamente cambiando. Non alla Juventus, dove Szczesny è numero uno sulla distinta e di fatto. Alle sue spalle, però, c’è un certo Gigi Buffon, che ora ha scelto il 77, già indossato a Parma nella stagione 2000/01.

Il suo erede in Nazionale, Gigio Donnarumma, ha invece deciso di onorare il suo anno di nascita, il 1999, indossando il 99 sin dalla sua prima apparizione con la maglia del Milan, anche se in azzurro deve “accontentarsi” di un più canonico 1.

Stessa scelta per Pierluigi Gollini, estremo difensore dell’Atalanta, che sulla schiena ha il 95, così come sulla carta di identità: il portiere di Bologna sfiderà con la sua Atalanta il Valencia negli ottavi di Champions con quote equilibrate per le scommesse calcio!

La numerazione iberica ed il "caso" Sirigu 


Restando in Serie A, però, ci sono altre scelte particolari. Il portiere della Roma Pau Lopez indossa il 13, uno dei tre numeri (1, 13, 25) riservati a chi porta i guantoni nella numerazione classica della Liga. In Spagna non ci ha mai giocato Ospina, che comunque porta il 25 e al momento sembra aver superato nelle gerarchie di Gattuso il numero 1 (di fatto, ma non in campo) Meret.

Sirigu, poi, è davvero un caso limite. In oltre quindici anni in porta ha indossato il numero uno solamente in un’occasione, all’Ancona. Poi ha dato davvero i numeri, tra 87 (anno di nascita), 12, 20, 46, 30, 25 e il 39 che ha preso quando è arrivato a Torino. Al club dei numeri strani si iscrive anche il portiere della Fiorentina. Dragowski ha quasi da sempre il 69, tradito brevemente con il 33 e il 97.

Fedeli alla tradizione, tra i portieri delle big, Handanovic e Strakosha, entrambi veri numeri uno e spesso protagonisti di clean sheet per le scommesse sportive!

Il portiere della Nazionale portoghese

 

Numeri "uno" all'estero

Non che all’estero vada meglio. In Spagna, come detto, la scelta è abbastanza limitata. Dunque, chi non è un numero uno, come nel caso di Ter Stegen al Barcellona, è un 13 o un 25. Nella prima categoria però rientrano i portieri delle due squadre di Madrid. Courtois è il 13 del Real (lo scorso anno era il 25), ma gioca lui e non il numero 1 Areola. Il belga ha indossato il 13 anche negli anni all’Atletico, prima di lasciare posto e numero di maglia a Oblak, che in carriera il numero 1 non lo ha mai avuto.

Ter Stegen

Cillessen, riserva di Ter Stegen al Barça, ha mantenuto lo stesso numero (il 13) anche al Valencia. Più tradizionalisti in Inghilterra, dove però ci sono un paio di eccezioni niente male. A fronte di un ampio numero di numeri 1 (Alisson, De Gea, Pickford, Kepa, Schmeichel e Leno), due colleghi fanno di testa loro.

Ederson ha lasciato la numero 1 del Manchester City libera, dopo averla indossata ai tempi bel Benfica, perché preferisce il 31. Meglio ancora fa Rui Patricio, che pur avendo a disposizione il “suo” numero 1 dopo l’addio di Ikeme al Wolverhampton, ha deciso di raddoppiare e indossare un 11 che raramente si vede sulle spalle di un portiere.


Altrove, poi il numero 1 continua a esercitare un certo fascino. In Germania quasi tutti (Neuer, Burki, Sommer o Gulacsi) lo indossano con orgoglio. Fa eccezione Nübel. Il portiere dello Schalke ha il 35 e con tutta probabilità se lo porterà anche al Bayern Monaco, considerando che Neuer non ha alcuna intenzione di lasciargli spazio e maglia.

In Ligue 1 sia Keylor Navas (PSG), che Subasic (Monaco) rimangono nel solco della tradizione, mentre Mandanda nei suoi anni a Marsiglia ha fatto continuamente la spola tra il classico 1 e il 30 che indossa in questa stagione. Menzione speciale per il Portogallo, dove le due prime della classe hanno in porta numeri uno solo di fatto. Il greco Vlachodimos difende i pali del Benfica con sulle spalle il 99, mentre l’argentino Marchesín è l’angelo custode del Porto con la maglia 32.

I casi storici

Impossibile non chiudere con…i casi storici. Indimenticabile Lupatelli, che ha provato l’ebbrezza di giocare con la numero 10 ai tempi del Bologna. Viviano alla Sampdoria era il 2, mentre Sorrentino, che ha appena appeso i guanti al chiodo, ha vestito il 54 e ha chiuso la carriera con il 70, somma dei giorni di nascita delle sue figlie.

Nelle competizioni internazionali in passato succedeva spesso di vedere numeri strani, visto che a volte venivano assegnati per ordine alfabetico senza tener conto dei ruoli.

Donnarumma con la 21

E quindi l’Olanda del 1974 ha in porta il leggendario Jan Jongobloed, il tabaccaio con la divisa color canarino e il numero 8 sulle spalle. E infine c’è anche chi è stato numero 1 pur non essendo un portiere. È il caso di Edgar Davids ai tempi del Barnet, giusto per sottolineare il fatto che era anche allenatore e capitano del club inglese.

Oppure quello di Jonathan De Guzman, che con la numero 1 del Chievo…ha segnato a Donnarumma che indossava la 99. Magia del calcio moderno! Segui la stagione del portierone rossonero fino ad Euro 2020 anche con le scommesse live di 888sport!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione, 23 gennaio 2020.

October 19, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Intervista doppia: i 5 derby più belli di Roma e Lazio


Zeman aveva torto: un derby, soprattutto a Roma, non vale solamente tre punti. Nelle sfide tra giallorossi e biancocelesti, infatti, si condensano scelte di vita, storie di famiglia, ricordi d’infanzia e appartenenza, sentimenti puri e identitari che le rendono uniche al mondo.

Abbiamo intervistato, in esclusiva per 888sport.it, due giornalisti che seguono Roma e Lazio, Gabriele Fasan de Il Romanista ed Emiliano Bernardini de Il Messaggero, per raccontarci come si vive il derby su entrambe le sponde del Tevere e per farci raccontare, dal loro punto di vista, le cinque stracittadine più belle.

Tutte le quote della Serie A per le scommesse serie A con 888sport.it
 

Cosa rappresenta, in generale, il derby per i tifosi delle due squadre?
Fasan: “Il derby non è una partita come tutte le altre. Per i tifosi soprattutto, ma in breve tempo il messaggio diventa chiaro per i giocatori che arrivano a Roma, non solo italiani ma anche stranieri, che magari non hanno ancora imparato la lingua ma sanno già che cos'è la stracittadina.

Per la gente il derby non è solo calcio: è tradizione familiare, a volte è "conflitto" familiare, è una passeggiata nel centro storico, è una scritta su un muro, è lo sfottò con i colleghi che dura tutto l'anno e trova l'apice nelle almeno due partite di ogni stagione.

Bernardini: A Roma il calcio si vive in maniera diversa. Una passione viscerale, quasi primordiale. Appena nasci, a casa è una corsa a dire: è laziale, è romanista. Una sorta di imprinting. E da quando scegli la squadra è una lotta continua. A casa, a scuola, al parco. Non finisce mai”.

Se pensi al derby, quali giocatori ti vengono in mente in particolare?
Fasan: “Abbiamo ancora negli occhi i simboli della romanità che nei derby sono stati sempre nel bene o nel male protagonisti: Totti e De Rossi. Ma nei derby di solito diventano protagonisti, oltre ai grandi bomber (penso a Da Costa, Prati, Pruzzo, Voeller, Delvecchio, Montella, Batistuta) che regolarmente timbrano il cartellino, soprattutto i cosiddetti "carneadi" come Giovannelli, Di Carlo, Piacentini, Cassetti, Balzaretti, Yanga-Mbiwa”.

Bernardini: “Per quanto riguarda la Lazio, dico Chinaglia, Di Canio, Signori e Castroman”.

Scommetti live sul derby Roma-Lazio con 888sport.it

I 5 derby più belli per Gabriele Fasan (Il Romanista)
“Lazio-Roma 2-2 gennaio 2015: la doppietta di Totti (ultimi due gol al derby, di cui il secondo spettacolare in mezza rovesciata volante) che rimonta dallo 0-2. Significativo soprattutto per Totti, il più temuto da sempre dalla tifoseria laziale, che era considerato ormai un "vecchio" e che risultò ancora decisivo.

L'esultanza giallorossa!

Roma-Lazio 2-0 22 settembre 2013: un derby importante perché il primo dopo la vittoria della Lazio in finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Segnano Balzaretti e Ljajic e la Roma - come aveva chiesto la Curva Sud - rimedia a quella sconfitta, tra l'altro inanellando a seguire solo vittorie nei derby per tre anni e mezzo.

Lazio-Roma 1-2 aprile 2010: con la doppietta di Vucinic e rigore parato da Julio Sergio a Floccari, con quella vittoria la Roma diventa prima in classifica nella rimonta all'Inter di Mourinho che poi vincerà lo scudetto. Ranieri a metà tempo, tra l'altro, ebbe il coraggio di sostituire gli appannati e troppo tesi Totti e De Rossi.

Lazio-Roma 1-5 marzo 2002: con la Roma scudettata che vuole riconfermarsi tale, Montella segna 4 gol e Totti realizza il cucchiaio a Peruzzi da fuori area. Una partita perfetta.

Lazio-Roma 3-3 novembre 1998: la Roma di Zeman, in vantaggio con Delvecchio, incassa tre gol e poi rimonta contro una Lazio in ascesa dal 1-3 al 3-3. Con Wome espulso, Di Francesco accorcia e Totti pareggia segnando il suo primo al gol, forse il più brutto e fortunoso segnato in carriera, al derby e avvia la risalita. La Roma pareggia e vince addirittura la partita segnando ancora con Delvecchio il quarto gol ma il guardalinee inspiegabilmente annulla”.

Roma-Lazio è sempre una sfida equilibrata per le scommesse sportive!

I 5 derby più belli per Emiliano Bernardini (Il Messaggero)
“Lazio-Roma 1-0 6 marzo 1994: gol decisivo di Signori nella nebbia. Dopo anni di pareggi una vittoria. Il primo gol di Beppe, il mio idolo da bambino. 

Klose, campione biancoceleste!

Lazio-Roma 1-1 29 novembre 1992: è stato il derby di Gazza. L’acquisto di Paul Gascoigne fu il primo passo con cui la Lazio entrò in un’altra dimensione. Minuto 88, un salto e poi quella corsa scatenata braccia al cielo. 

Lazio-Roma 3-1 6 gennaio 2005: Paolo Di Canio. “Bella palla di Liverani per Di Canioooo! Un gol pazzesco!” L’ho visto da tifoso, ricordo di essere caduto almeno 6 o 7 file più in basso. 

Lazio-Roma 2-1 25 marzo 2000: Il derby di Veron dello scudetto. Venivamo da una partita con la Roma persa malissimo e tutti i tifosi della Lazio penso ricordino lo striscione “quattro salti in padella” esposto dai romanisti. Ecco, questo iniziò allo stesso modo. Poi la luce. Juan Sebastian, il gol decisivo e la corsa con le braccia a mimare un volo. Scudetto!

Roma-Lazio 0-1 26 maggio 2013: Se dico Lulic 71? Non credo ci siano altre parole per descriverlo meglio”.

Segui il girone di ritorno con le scommesse calcio di 888sport!

*La foto di apertura è di Alessandra Tarantino (AP Photo); la seconda di Andrew Medichin
(AP Photo) e l'ultima di Riccardo De Luca (AP Photo).

 
January 22, 2020
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Australian Open, lo Slam dai due volti per il tennis azzurro

 

Come da tradizione il “kick-off” della stagione tennistica è rappresentato dal primo torneo del Grande Slam dell’anno, l’Australian Open, con un montepremi da record! Il caldo cocente dell’isola oceanica e le superfici molto veloci di Melbourne non hanno quasi mai regalato soddisfazioni agli azzurri, ad eccezione della storia fatta segnare da Bolelli e Fognini nel 2015.

Quest’anno l’Italia si è presentata in massa e con grandi aspirazioni, dalla voglia di confermarsi di Berrettini e Fognini al desiderio di stupire il mondo di Jannik Sinner. Infine c’è Andreas Seppi, l’eterno alto-atesino che in quel di Melbourne ha ottenuto le sue più grandi soddisfazioni. Dal 2013 ad oggi infatti Seppi è riuscito a raggiungere la seconda settimana in un torneo del Grande Slam in cinque occasioni, quattro delle quali proprio in quel di Melbourne.

Andreas in Australia - La prima volta agli ottavi di finale a Melbourne per Seppi risale al 2013, quando l’alto-atesino sconfisse Marin Cilic al terzo turno in cinque set prima di perdere contro Chardy. Storico sicuramente il torneo del 2015, quando Seppi arrivò per la seconda volta agli ottavi di finale sconfiggendo al terzo Roger Federer in quella che senza dubbio è stata la sua più grande vittoria in carriera. Successo in quattro set a Melbourne prima di perdere contro un giovanissimo Kyrgios agli ottavi dopo esser stato avanti due set a zero.

Due anni dopo Seppi però ebbe il rematch di quell’ottavo di finale nel secondo turno dell’edizione del 2017 dell’Australian Open, sconfiggendo Kyrgios sempre al quinto set e venendo eliminato ancora una volta agli ottavi per mano di Stan Wawrinka. Ultima partecipazione agli ottavi di finale per Seppi nel 2018, dove ancora una volta è arrivata l’eliminazione per mano di Kyle Edmund, sorpresa di quell’edizione che arrivò fino alla semifinale persa in tre set contro Marin Cilic.

Sempre nel 2018 Fabio Fognini visse probabilmente la sua miglior edizione dell’Australian Open, arrivando per la seconda volta in carriera agli ottavi di finale. Sfruttando l’eliminazione a sorpresa di David Goffin al secondo turno, Fognini ebbe la possibilità di arrivare agli ottavi di finale senza mai dover affrontare una testa di serie. Tabellone dunque positivo che lo ha portato ad affrontare Thomas Berdych in ottavi di finale, perdendo, poi, nettamente tre set a zero.

Ancor più netta se possibile per le scommesse sul tennis la sconfitta del 2014 sempre al quarto turno per mano di Novak Djokovic, eliminato poi a sua volta ai quarti di finale per mano di Stan Wawrinka in un match epico finito 9-7 al quinto set. 

La storia - Il 31 gennaio del 2015 è una data senza dubbio storica per il tennis italiano. In un torneo che, come detto in precedenza, non ha sempre regalato tante soddisfazioni agli azzurri in singolare è stato il doppio a far gioire il movimento tennistico tricolore. La coppia formata da Fabio Fognini e Simone Bolelli alza, a sorpresa per le scommesse italiane, al cielo di Melbourne il titolo di doppio dopo aver sconfitto in finale il duo francese Mahut-Herbert.

Per il tennis maschile si è trattato del secondo titolo Slam della storia, il primo in doppio dopo il trionfo di Adriano Panatta nel singolare del Roland Garros nel lontano 1976. 

Le nuove leve - Se la vecchia generazione “terraiola” poteva avere delle difficoltà sul veloce di Melbourne, i giovani azzurri che avanzano con forza sembrano avere le caratteristiche perfette per far bene in Australia. A cominciare da Matteo Berrettini, che dopo due primi turni nel 2018 e 2019 può dire la sua ad alti livelli grazie all’ottimo ranking in classifica e al netto miglioramento evidenziato nel finale della scorsa stagione sulle superfici veloci.

Discorso diverso per Jannik Sinner, alla sua prima partecipazione in Australia e pronto subito a stupire il Mondo dopo il sorprendente trionfo alle ATP Next Gen Finals con cui ha chiuso il 2019. A proposito di nuove leve, lo scorso anno gli Australian Open hanno regalato gioie al tennis azzurro per quanto riguarda il torneo juniores.

Il giovanissimo classe 2002 Lorenzo Musetti lo scorso anno arrivò in finale senza mai perdere un set e vinse poi l’atto conclusivo del torneo in un match tiratissimo contro l’americano Emilio Nava conquistando il tie-break decisivo del terzo set 14-12. 

Segui il torneo degli azzurri anche con le scommesse tennis di 888sport!
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Eduardo Munoz Alvarez (AP Photo).

January 21, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Gli specialisti del calcio d'angolo!

L'ultimo, in ordine di tempo, è stato Gaetano Oristanio che tra mancino liftato e vento a favore supera Reina direttamente da corner....

Un calcio da fermo, una traiettoria beffarda e il portiere che non arriva a raggiungere il pallone. Succede spesso, ma non partendo da calcio d’angolo. 

Quando la sfera viene calciata dalla bandierina del corner e finisce in rete, solitamente è delirio. Basterebbe ripensare alla semifinale della Supercoppa di Spagna tra Real Madrid e Valencia.

Dopo un quarto d’ora di gioco, Toni Kroos vede il portiere dei Pipistrelli fuori dai pali e si inventa l’impossibile, o quasi, anche per le scommesse calcio. Destro fatato a rientrare ed è gol. Anzi, volendo essere davvero precisi, quello del tedesco è il classico gol...olimpico!!!

Perché si chiama gol olimpico 

Una definizione che affonda le sue radici a quasi un centinaio di anni fa. All’epoca i mondiali non ci sono ancora, quindi chi vuole godersi le migliori nazionali deve sperare nel torneo a cinque cerchi. L’albo d’oro delle Olimpiadi del 1924 a Parigi (e anche di quella dopo) dice Uruguay. ma il gol che passa alla storia è argentino e arriva qualche mese dopo, durante un’amichevole.

Cesareo Onzari, ala dell’Albiceleste, dà alla sua nazionale la vittoria contro i campioni in carica proprio segnando direttamente da calcio d’angolo. Una rete anche abbastanza contestata, considerando che la possibilità di marcare da corner era stata sdoganata dalla FIFA appena qualche mese prima. Ma il gol è valido e, visto che gli uruguaiani sono campioni olimpici, quello di Onzari diventa, appunto, il “gol olimpico”.


Roberto Carlos re dei calci piazzati

Da quel momento in poi, è stato un fiorire di tentativi di imitazione, più o meno riusciti. I migliori nella…particolare disciplina sono certamente i sudamericani. I brasiliani, poi, si divertono davvero tanto a segnare dalla bandierina. Lo fa Ronaldinho, ma lo fa soprattutto Roberto Carlos, che ovviamente non si smentisce.

E a differenza dei colleghi, che solitamente mandano la palla in porta calciando a rientrare di interno, nel 2011 decide che il gol olimpico (video) si può fare anche quando il piede buono suggerirebbe di calciare a uscire. Match tra Corinthians e Portuguesa, solita rincorsa, bolide d’esterno sinistro rasoterra, palla in rete e tutti, giustamente, ad applaudire. 

 


Anche in Colombia quella del gol olimpico è un’arte. E c’è addirittura chi può vantarsi di aver segnato da corner a Lev Yashin, l’unico portiere in grado di vincere il Pallone d’Oro. Ma c’è anche di più. Marcos Coll iscrive il suo nome nei libri di storia non solo perché riesce a ingannare uno dei migliori estremi difensori di tutti i tempi, ma perché lo fa durante l’edizione 1962 della Coppa del Mondo. E ancora oggi, il colombiano è l’unico che può vantare un gol olimpico…ai Mondiali.

Ma visto che il DNA del gol olimpico è argentino, impossibile non pensare a Diego Armando Maradona. El Pibe de Oro impreziosisce una delle sue migliori partite in Serie A, quella della tripletta contro la Lazio nel campionato 1984/85, con una perla da corner che beffa il portiere biancoceleste e persino il difensore che previdentemente si era messo sul palo. 


A proposito di sudamericani e di campionato italiano, non si può non menzionare al riguardo El Chino Recoba. Il suo sinistro fatato gli ha permesso di realizzare un buon numero di gol olimpici. La maggior parte delle reti da corner è arrivata in Uruguay, ma l’ex interista è riuscito anche a creare un capolavoro in Serie A. Nel match dei nerazzurri contro l’Empoli nel 2007, l’uruguaiano decide di provare una delle specialità della casa.

E quindi i toscani, dopo essere già stati vittime della balistica del Chino nel 2002, con un gol da centrocampo che è leggenda, fanno anche da cavia per la rete da calcio d’angolo del pupillo di Moratti.


In Serie A, insomma, il gol olimpico non è poi una rarità. Basterebbe pensare che nel febbraio 2018 ne arrivano due in una sola partita e anche a distanza di pochi minuti. Durante Fiorentina-Bologna, prima il centrocampista viola Veretout costringe Mirante a finire in porta con tutto il pallone.

Poi, tre giri di lancette più tardi, è il rossoblu Pulgar a ripetere, incredibilmente per le scommesse sportive l’opera d’arte dall’altra parte del campo. Insomma, non certo qualcosa che si vede tutti i giorni. Anche perché il re del gol olimpico in Italia, ormai, ha smesso da parecchi anni.

Palanca specialista del gol olimpico

Ebbene sì. Altro che Maradona, ma quale Recoba. Il maestro dei gol segnati da calcio d’angolo è  un marchigiano passato alla storia per un piedino fatato e per le reti da corner. Massimo Palanca negli anni Settanta e Ottanta era il terrore dei portieri quando si avvicinava alla bandierina.

Per lui, che indossava uno scarpino numero 37 fatto su misura, addirittura tredici gol da calcio d’angolo con il suo sinistro magico. Difficile che lo possano dimenticare i tifosi della Roma, che nel 1979 vedono i giallorossi soccombere in casa contro il Catanzaro grazie a una tripletta dell’attaccante di Loreto. La prima rete, neanche a dirlo, arriva da calcio d’angolo. Un gol olimpico…all’Olimpico.

Qualcosa di più unico che raro. A meno che Luis Alberto, che negli ultimi anni ci ha provato spesso, prima o poi non riesca a entrare nel club…

Segui il girone di ritorno della serie A anche con le scommesse live!

*La foto di apertura dell'articolo è di Thanassis Stavrakis (AP Photo).

January 21, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Nuovi stadi, investimenti immobiliari: ecco il calcio 2.0!

Calcio, ma non solo. I club più ricchi del mondo stanno via via diversificando i loro investimenti per dare maggior solidità economica ai loro sodalizi. In Europa, ma anche in America, le società di calcio sono ormai entrate nelle mire delle holding finanziarie per accrescere i loro capitali, e investono sempre più in asset immobiliari.

Un tempo, i successi ottenuti in ambito sportivo avevano il potere di veicolare l’immagine dei proprietari delle squadre, oggi il brand delle società è più importante degli stessi padroni che talvolta acquistano solo una quota parte delle azioni per controllare la società calcistica, ma al tempo stesso per accrescere il proprio patrimonio economico.

Nei decenni scorsi acquistare un club di calcio era un investimento a perdere, mentre oggi - al contrario - garantisce un guadagno significativo considerando i diritti tv che fattivamente alimentano e coprono i costi necessari per mandare avanti un club. Non è un caso che ci siano dei presidenti che abbiano intrapreso da anni la strada delle multiproprietà, gestendo contemporaneamente almeno due club professionistici.

Ma, mentre in Italia si continua a reclamare la necessità di costruire lo stadio per implementare i ricavi delle società, nel resto di Europa i club hanno compiuto già step successivi. Al netto della forza economica dei loro proprietari, i top club europei stanno diversificando i propri ricavi per potenziare ulteriormente le loro squadre; acquistare campioni non basta più, perché alla fine vince una sola squadra, e bisogna essere pronti per intraprendere immediatamente una nuova sfida.

Nuovi stadi - Il Barcellona, tra le favorite per le scommesse calcio per la Champions 2020, negli ultimi giorni ha ottenuto il via libera per costruire il nuovo Camp Nou. Il progetto dovrebbe partire prime dell’estate; dopo aver atteso il via libera da parte del consiglio comunale, il club avvierà la riqualificazione del quartiere che ospita l’attuale impianto, ampliando gli spazi e mettendoli a disposizione dei cittadini.

Intanto il club catalano - per la prima volta nella sua storia - sale sul tetto del mondo per quanto riguarda i ricavi ottenuti nell’anno precedente superando la barriera dei 900 milioni di fatturato.

In Spagna, l’ultimo affare immobiliare lo ha portato a casa l’Atletico Madrid che - grazie alla costruzione del Wanda Metropolitano - ha avuto modo di vendere i terreni sui quali era edificato il Vicente Calderon, vecchio stadio di proprietà del club spagnolo. La società ha ricavato 100 milioni di euro dalla cessione di due lotti edificabili, a ridosso del fiume Mazanarre, mentre la trattativa del terzo lotto - quello più ambito - è in dirittura d’arrivo, e dovrebbe generare utili per altri 80 milioni di euro.

Metro quadro caro a Londra - Ma c’è chi - in Europa - si è messa in proprio edificando nuove strutture abitative. E’ il caso dell’Arsenal che all’inizio degli anni 2000 - partendo dalla costruzione del nuovo stadio - ha avuto la capacità di riqualificare la zona del vecchio impianto di Highbury costruendo 665 appartamenti intorno al perimetro di gioco che da qualche anno è diventato un vero e proprio parco intorno al mini quartiere denominato Highbury Square.

Ma il club londinese ha anche avuto modo di sviluppare un progetto edilizio anche nella zona che ospita lo stadio Emirates; tre torri sviluppate a ridosso nel nuovo impianto ospitano oggi oltre 700 unità abitative. Alla fine, i due progetti edilizi dei Gunners hanno generato un fatturato di 391 milioni di sterline, rilanciando l’economia del club per il quale le scommesse sportive si aspettano una rivincita in Europa League!

In Germania questo tipo di sviluppo è meno sviluppato, anche per la norma dello statuto federale che impone alle tifoserie di mantenere almeno il 51% dell’azionariato del club: solo in alcuni casi, le aziende che sponsorizzano i club da più di 20 anni - possono, con il consenso dei tifosi, assumere il controllo del club come nel caso della Bayer (Leverkusen) e della Wolkswagen che ormai da anni gestisce il Wolfsburg.

Passando dall’Europa agli Stati Uniti, il progetto più lungimirante sembra essere quello del magnate Philip Anschutz che - grazie all’enorme patrimonio immobiliare - ha creato un’Associazione tra i piccoli club calcistici californiani, offrendo loro le strutture immobiliari del centri sportivi in cambio della supervisione sui giovani talenti calcistici che hanno modo di emergere nelle squadre da lui sostenute.

In Italia, l’unico club a differenziare il proprio business al momento è la Juventus. E anche qui, l’avvio del progetto è partito dal nuovo stadio di proprietà; la costruzione dello Stadium ha portato al successivo sviluppo del J-Village, un nuovo piano immobiliare della Continassa che comprende - oltre al nuovo centro di allenamento del club - anche un hotel e un liceo scientifico.

Segui il 2020 bianconero con le scommesse live!

*La foto di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo).

January 21, 2020
simone pieretti
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Giornalista, scrittore, innamorato di futbol. Scrive per trasmettere emozioni e alimentare sogni. Il calcio è una scienza imperfetta: è arte, è musica, è poesia. E' un viaggio nel tempo che ci fa tornare bambini ogni qual volta diamo un calcio a un pallone.

 

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Stipendi record in Cina!

Soldi, soldi, soldi. Il calcio è uno sport, vero, ma togliere il denaro dall’equazione non è più possibile. Diritti TV, merchandising, sponsorizzazioni, tutto ciò che ruota intorno al pallone che rotola porta introiti nelle casse dei club..

E dei calciatori, che guadagnano stipendi da capogiro. Quelli italiani, però, per guadagnare di più devono paradossalmente…andare all’estero. Tra i giocatori tricolori più pagati, pochi giocano in Serie A. E l’azzurro più pagato del nostro campionato, Gigio Donnarumma, che difenderà i pali della Nazionale ad Euro 2020, favorita per le scommesse sportive nel girone di Roma, con sei milioni di euro l’anno non è neanche sul podio…

Marco Verratti

Così come non è tra i primi tre neanche l’ultimo calciatore italiano ad aver firmato un contratto milionario all’estero. Marco Verratti, dopo un tira e molla lungo un anno, ha rinnovato con il Paris Saint-Germain fino al 2024, per la modica cifra di nove milioni di euro a stagione. Il che lo rende ovviamente il più pagato degli italiani in Ligue 1, visto che gli altri (Pellegri, ma anche Calabresi o l’ex Milan Bellanova) non si avvicinano neanche lontanamente a uno stipendio del genere.

Il centrocampista abruzzese sfiderà, da favorito per le scommesse calcio, il Borussia negli ottavi di Champions!

Jorginho

Verratti distanzia così un compagno di reparto in nazionale, considerando che anche in Premier League di italiani ce ne sono. E quello che guadagna più sterline è Jorginho, che dal Chelsea riceve, al cambio, 5,4 milioni di euro a stagione, oltre ad essere costato più di 60 alla società londinese.

Emerson Palmieri

Tra le fila dei Blues c’è anche Emerson Palmieri, in odore di rientro in Italia, in bianconero... Chi vorrà portarlo via dall’Inghilterra, però, dovrà tenere in conto i 3,9 milioni di euro che l’ex romanista percepisce a Stamford Bridge. Cifre importanti anche per due giovani emigrati come Moise Kean e Patrick Cutrone. L’ex juventino, alla corte di Ancelotti all’Everton, arriva a guadagnare circa 3 milioni di euro, mentre il prodotto delle giovanili del Milan, prima di firmare con la Fiorentina, aveva un accordo di 2 milioni all’anno fino al 2024 dal Wolverhampton.

Sebastian Giovinco

Per vedere cifre davvero importanti, però, bisogna paradossalmente finire in campionati non di primissimo piano. E l’esempio migliore non può che essere quello di Sebastian Giovinco, che è volato in Arabia Saudita per guadagnare 10 milioni di euro a stagione con la maglia dell’Al Hilal.

Non che negli anni scorsi la Formica Atomica se la sia passata poi così male, considerando che quando militava in MLS nel Toronto FC era comunque il calciatore più pagato del campionato nordamericano, con 5,6 milioni netti all’anno. Quanto bastava per superare (e anche abbondantemente) tante altre stelle che si sono trasferite tra USA e Canada.

Eder

In attesa di vedere gli sviluppi futuri, però, la vera strada lastricata di soldi per gli azzurri resta ancora una volta la Via della Seta. Il campionato cinese sembra intenzionato a introdurre un salary cap di tre milioni di euro, ma al momento ci sono molti italiani che nella Super League se la passano davvero bene per quello che riguarda gli stipendi.

Merito di un regime fiscale finora molto permissivo, che tassa parecchio le cifre che i club cinesi spendono per acquistare i cartellini, ma che lascia molto più spazio di manovra economica per quello che riguarda gli ingaggi. Ed ecco dunque che tre dei veri Paperoni tricolori giocano da quelle parti.

Quello che guadagna di meno dei tre è Eder, che è stato chiuso a Milano dall’arrivo da Lautaro Martinez e ha preferito andarsene in Cina, pur restando a libro paga di Zhang Jindong. Lo Jiangsu gli garantisce 5,2 milioni di euro l’anno, il che rende praticamente impossibile che l’ex interista possa decidere di tornare in Italia senza un netto abbassamento dello stipendio.

Stephan El Shaarawy

Chi è appena entrato tra i ricconi italiani all’estero è Stephan El Shaarawy. Il Faraone, dopo qualche tentennamento per paura di perdere la nazionale, ha accettato l'offerta irrinunciabile dello Shanghai Shenhua, che gli ha fatto firmare un contratto da 13 milioni di euro a stagione. Ma anche una cifra così faraonica non gli permette di essere l’italiano più pagato al mondo.

Graziano Pellé

Onore che spetta ancora una volta a Graziano Pellé, emigrato di gran lusso ormai dal 2016. Allo Shandong Luneng è così apprezzato che il suo contratto, in scadenza nel 2020, parla di ben 15 milioni di euro. Semplice capire perché l’ex Lecce, Parma e Samp di tornare in Serie A proprio non vuole sentirne parlare…

Segui il calcio del 2020 con le scommesse live di 888sport!

*La foto di apertura dell'articolo è di Kemal Softic (AP Photo). Prima pubblicazione, 21 gennaio 2020.

August 18, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Dal Salisburgo al Lipsia, alla... Premier!

Dopo aver introdotto un nuovo concetto di polisportiva, analizziamo come la Red Bull opera nella politica di acquisizione e di compravendita dei calciatori. Da qualche anno a questa parte, le squadre targate Red Bull hanno cominciato ad accaparrarsi i più promettenti giovani sul mercato, con offerte irrinunciabili, e li hanno inseriti nelle loro rose, per poi rivenderli a carissimo prezzo.

L’esempio più recente è certamente rappresentato da Erling Braut Haaland, la nuova stella del calcio europeo, che ha appena bagnato l'esordio con il Borussia Dortmund con una tripletta, dopo un debutto in Champions altrettanto da urlo per le scommesse sportive con la maglia del Salisburgo.

Ma il norvegese non è l’unico: si possono citare anche Sadio Manè, campione d’Europa con il Liverpool con un passato a Salisburgo, i suoi compagni di squadra Naby Keita (pagato 60 milioni di euro) e Takumi Minamino, Dayot Upamecano, stella del Lipsia e inseguito sin da giovanissimo dalla big di tutto il Vecchio continente, e l’ungherese classe 2000 Dominik Szoboszlai, considerato potenzialmente uno dei migliori centrocampisti del mondo.

L'iter di trasferimenti - In Europa la trafila solitamente comincia a Salisburgo. Poi, le opzioni sono due. O la cessione diretta a squadre esterne al gruppo Red Bull, come nei recenti casi di Haaland o Minamino, oppure il passaggio al Lipsia, che con la Bundesliga offre una platea più importante dal punto di vista della visibilità, oltre che un nuovo livello di crescita (e di difficoltà) per i calciatori che ormai si sono fatti le ossa in Austria.

È il caso di Keita, che poi il Lipsia ha ceduto al Liverpool, di Upamecano, che gioca ancora con la società tedesca, e di Konrad Laimer, finora uno dei pochi ad aver effettuato tutti gli step partendo addirittura dal Liefering (la seconda squadra del Salisburgo), passando per i campioni d’Austria e finendo poi a Lipsia.

I prossimi nella lista potrebbero essere Timo Werner, acquistato dal Lipsia dallo Stoccarda nel 2016 e attualmente centravanti titolare della nazionale tedesca, e Marcel Sabitzer, esterno austriaco che si sta mettendo in luce nella squadra di Nagelsmann.

Concept coaches - A proposito, un modello del genere, tra l’altro, non può non attrarre i migliori giovani tecnici sulla piazza. E non è un caso che gli allenatori “scuola Red Bull” stiano tutti facendo un gran bene. Il ragazzo prodigio Nagelsmann, 32 anni appena, è primo in Bundesliga a sorpresa per le scommesse calcio e in scia ha il Borussia Mönchengladbach di Marco Rose, ex Salisburgo.

Anche il tecnico attuale degli austriaci, lo statunitense Jesse Marsch, ha ricevuto parecchi apprezzamenti (non ultimi quelli di Klopp) per le ottime prestazioni in Champions League. E ancora Glasner, allenatore del Wolfsburg, nella stagione 2012-13 ha mosso i primi passi nel Salisburgo come vice. E persino l’ex tecnico del Bayern Niko Kovac ha un passato nell’Academy dei Tori Rossi.

Insomma, piaccia o no, alla Red Bull sanno come costruire una filosofia di successo. E l’impressione è che per vincere qualcosa di davvero importante manchi poco.

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*La foto di apertura dell'articolo è di Martin Meissner (AP Photo).

January 21, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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