Sara Gama | Gama cartone | Gama Barbie

Per redigere un profilo corretto di Sara Gama e della sua straordinaria capacità di incantare, dentro e fuori il rettangolo verde, è necessario fare mezzo passo indietro, ed analizzare il movimento del calcio femminile in Italia.

L'apporto di Sara Gama nelle vittorie

Il gol di Sara al Liverpool

L'impegno nella politica sportiva

L'ingaggio di Sara ed i contratti di sponsorizzazione

La svolta per il l’organizzazione della Serie A delle ragazze arriva, infatti, proprio, quando la ragazza di Trieste, con un passato anche negli States e nel prestigioso Paris ed oltre 100 presenze in Azzurro, con le prime convocazioni già nel 2006, firma con la Juventus.

Tra il 2015 ed il 2016 la FIGC ha inserito, infatti, nella lista dei requisiti che ogni società deve rispettare per confermare la Licenza Nazionale e quindi essere legittimati a partecipare al campionato di Serie A una serie di norme, dedicate, da un punto di vista sportivo, in particolare al calcio femminile: dall’obbligo di allestire una prima squadra anche di donne, al tesseramento di un numero minimo di baby giovani calciatrici under per favorire anche la crescita del movimento giovanile delle ragazze!

Sappiamo che la società bianconera fa, da sempre, le cose in grande: non ci riferiamo solo all’innumerevole serie di scudetti consecutivi.

Il club della FCA è stato il primo, in ordine sparso, ad allestire una squadra Under 23, cuscinetto tra i marziani dello Juventus Stadium e i troppo acerbi calciatori della Primavera; a collaborare con Netflix per la produzione di una docu-serie calcistica, a rischiare un’operazione economicamente gigantesca come l’ingaggio di Cristiano Ronaldo, e, nel caso che ci interessa nella redazione di questo contenuto, ad investire pesantemente nel calcio femminile!

2017, nasce la Juventus Woman

Nel giugno 2017 il management piemontese ha rilevato, proprio nel territorio regionale, il titolo sportivo del Cuneo, modificandone la denominazione sociale in.. Juventus Woman! Da quel momento, neanche a dirlo, successi a ripetizione in Italia, con Sara Gama sempre attenta a guidare la linea difensiva, in attesa di strutturarsi ulteriormente, per competere con le tradizionali grandi d’Europa e vincere quella Champions che le p sfuggita nel 2015 contro il Francoforte!

Sara Gama in Nazionale!

Le ragazze allenate da Rita Guarino hanno ereditato dalla squadra maschile, che si è trasferita verso Nord Ovest alla Continassa, il Centro Sportivo Vinovo, sempre all’avanguardia.

Il progetto bianconero è stato realizzato così bene da Andrea Agnelli ed i suoi collaboratori che, a neanche due anni dall’avvio delle operazioni da parte, il 24 marzo 2019, ben 39.000 persone, nonostante la diretta TV, hanno assistito dal vivo allo Juventus Stadium allo scontro al vertice della classifica con la Fiorentina per le quote Serie A, deciso a pochi minuti dalla fine dalla centrocampista danese Sofie Junge Pedersen, quella domenica in versione Chivu con il caschetto!

L’apporto di Sara Gama nelle vittorie

L’ingaggio da parte del Direttore Stefano Braghin di Sara dà una credibilità diversa all’allestimento della rosa della JW: al suo, seguiranno, infatti, i tesseramenti di altre atlete sempre impiegate anche con la Nazionale.

Nella prima stagione a Torino, con la maglia numero 3 alla Giorgio Chiellini, colleziona 17 presenze in campionato, oltre quella, decisiva nello spareggio con il Brescia. Proprio alle leonesse lombarde che avevano appena battuto le bianconere nella finale di Coppa Italia, trasforma da ex uno dei calci di rigore con una sicura conclusione di destro a mezza altezza. Laura Giuliani, portiere della squadra di Rita Guarino farà il resto e per la Juventus è Scudetto al primo tentativo!

Nell’anno successivo, con la divisione femminile passata sotto l’egida FIGC ed il format a 12 squadre, arriva anche la prima rete, il 5-0 finale per le scommesse calcio 17 alla Pink Sport Time di Bari con una grande conclusione di sinistro.

Il gol di Sara al Liverpool

A proposito di realizzazioni, la nostra Sara non è un difensore di quelli che si acquistano al Fantacalcio per le capacità realizzative, ma un gol speciale nella sua carriera dobbiamo davvero raccontarlo.

Siamo a Brescia per l’andata dei sedicesimi di finale della Champions 2015/2016: al Rigamonti arriva la Liverpool Ladies di Natasha Dowie e Katrin Omarsdottir con i favori delle scommesse calcio. Poco prima la mezzora del primo tempo, la Gama prende palla sulla tre quarti campo delle inglesi, la porta avanti con una rapida combinazione destro, sinistro e da circa 30 metri scaglia una conclusione di mezzo esterno a giro che lascia impietrita il portiere ospite Danielle Gibbons!

Video condiviso dalla pagina YouTube di Marco TheTvuplayer   

L'impegno nella politica sportiva

Il 30 novembre 2020 è stata eletta Vice Presidente dell’Assocalciatori: in ticket con Umberto Calcagno ha superato l’importante candidatura di Beppe Dossena con un clamoroso plebiscito finale di 120 – 5.

Sara è stata scelta per la straordinaria etica sportiva, non certo in quota rosa e la sua partecipazione al Consiglio Direttivo diventerà decisiva nel passaggio, attualmente annunciato per il 2022/2023, che porterà il professionismo nel calcio femminile! 

L'ingaggio di Sara ed i contratti di sponsorizzazione

Nonostante l'attuale classificazione del calcio femminile come sport dilettante, gli introiti legati all’attività della Gama, autrice per De agostino del libro "La mia vita dietro un pallone"  non si limitano di certo ai 30.000 euro l’anno di rimborsi.

Sara è una Testimonial di punta della Nike in Italia; fa parte delle eccellenze dell’Allianz Team e ha prestato la sua immagine anche per la campagna pubblicitaria Head and shoulders e, soprattutto, è stata scelta dal colosso californiano Mattel per una magnifica Barbie calciatrice, con tanto di fascia da Cap!

*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Armando Franca e Matthias Schrader. Prima pubblicazione 4 febbraio 2021.

 
April 9, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Flavia Pennetta | vittorie | Fabio Fognini

Il 12 settembre 2015 è un giorno storico per il tennis italiano. Sul cemento di Flushing Meadows va in scena la finale forse più inattesa della storia degli U.S. Open. Si affrontano la testa di serie numero 26 e addirittura una tennista fuori dal seed, che hanno appena eliminato in semifinale rispettivamente la numero 2 del tabellone, Simona Halep, e soprattutto Serena Williams, numero 1 del mondo, che dal 2012 era detentrice del torneo di casa.

L'inizio di carriera

Flavia, la prima Azzurra nella top 10!

Il meraviglioso legame con Fognini

Le pubblicità ed il prize money della Pennetta

Il profilo Instagram di Flavia

La vittoria contro la statunitense, però, per Roberta Vinci rimane la più grande partita in carriera, perché il trofeo, per 7-6, 6-2, lo porta a casa Flavia Pennetta da Brindisi. Che a 33 anni si toglie anche la soddisfazione di diventare la tennista più anziana a vincere il suo primo titolo del Grande Slam. La giusta consacrazione di una carriera in cui la fatica e l’impegno l’hanno fatta competere con le più grandi del mondo.

L'inizio di carriera

Flavia Pennetta nasce nel 1982 e comincia a mettersi in luce già a livello giovanile. Il suo primo amore è il doppio, in cui fa spesso coppia, per uno strano scherzo del destino, proprio con Roberta Vinci, anche lei pugliese. La coppia tricolore funziona perfettamente, al punto che anche grazie a loro due l’Italia conquista per la prima volta la Fed Cup junior.

Nel 2000 arriva il professionismo, ma la strada per la vetta non è per niente semplice. Per la prima qualificazione a un torneo WTA bisogna attendere il 2002, mentre per la prima vittoria addirittura il 2004. La terra rossa di Sopot, Polonia, la vede trionfare contro la ceca Zakopalová. Nel 2005 le vittorie sono invece due, entrambe nel Nuovo Continente: prima Acapulco e poi Bogotà, oltre all’affermazione in doppio a Los Angeles in coppia con la russa Dementieva.

Per tornare a imporsi in singolare ci vorranno due anni, ma nel frattempo si comincia a scrivere la storia del tennis femminile italiano. La Fed Cup 2006 racconta infatti della prima vittoria azzurra per le scommesse tennis nel corrispettivo femminile della Davis. A guidare il team c’è Corrado Barazzutti e in campo, oltre a Flavia Pennetta, ci sono Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Mara Santangelo.

Video condiviso dalla pagina YouTube di Ivano04

Di fronte c’è il Belgio di Justine Henin, reduce dal suo terzo Roland Garros vinto, ed è proprio lei a sfidare la Pennetta in singolare. Flavia si arrende, ma è ininfluente: lo scontro di Charleroi termina 3-2 per le italiane. L’anno successivo, prima di tornare a vincere a Bangkok, c’è tempo però per una delusione. Le azzurre tornano in finale di Fed Cup, ma stavolta non c’è storia: a Mosca vince la Russia per 4-0, senza neanche bisogno di giocare il doppio.

E forse non è un caso che l’unica persa delle cinque finali disputate dall’Italia in quegli anni è anche quella in cui Flavia Pennetta non scende in campo…

Il 2008 è foriero di miglioramenti: arrivano altri due tornei in singolare, Viña del Mar e il bis ad Acapulco, due finali perse contro Venus Williams (a Zurigo, dopo aver eliminato Jelena Jankovic, numero 1 in quel momento) e contro Dinara Safina a Los Angeles. Gli Stati Uniti, però, continuano a portarle fortuna: agli U.S. Open 2008 c’è il miglior risultato in carriera in uno slam, i quarti di finale. Ma si può decisamente migliorare...

La prima Azzurra nella top 10!

Il 2009, infatti, è l’anno della consacrazione. Altri due tornei in singolare vinti (Palermo e Los Angeles), ma soprattutto c’è l’ingresso nella Top 10 in agosto, diventando così la prima italiana a riuscirci. Agli U.S. Open arrivano di nuovo i quarti di finale e per coronare il tutto, cosa c’è di meglio della seconda Fed Cup? L’Italia arriva in finale contro gli Stati Uniti e non c’è davvero partita: 4-0 per le azzurre. 

Il 2010 a livello di singolare regala soltanto una vittoria a Marbella, ma in compenso la Pennetta ingrana nel doppio. In coppia con l’argentina Gisela Dulko vince ben sei tornei, tra cui il WTA Championship a Doha. C’è giusto il tempo per il tris in Fed Cup (3-1 ancora agli USA), prima di aprire il 2011 col botto: la vittoria a sorpresa per le scommesse sportive agli Australian Open, che le permette di diventare anche la prima italiana a salire al numero 1 della apposita classifica, un qualcosa mai riuscito neanche agli uomini. Da quel momento, però, per tornare a vincere ci vuole un anno in doppio e ben tre in singolare.

L'inconfondibile rovescio a due mani!

Il 2012 è complicato da un infortunio al polso e l’anno successivo è da ricordare per il poker in Fed Cup (4-0 alla Russia), con tanto di Collare d’Oro conferito dal CONI, e per la semifinale agli U.S. Open, evidentemente lo Slam preferito dalla brindisina. Nel 2014 si conferma la predilezione per gli Stati Uniti con la vittoria a Indian Wells e poi il resto…è storia, anzi, leggenda, con gli U.S. Open finalmente vinti e la partecipazione al Master di fine anno. Abbastanza per concedersi un meritatissimo ritiro, a 33 anni, con 28 titoli (11 singolari e 17 in doppio) e un best ranking come sesta tennista al mondo.

Il meraviglioso legame con Fognini

E poi…spazio alla vita privata. Nel 2016 Flavia Pennetta è convolata a nozze con Fabio Fognini, bad boy del tennis italiano, che solo la campionessa azzurra è riuscita a domare. Per la coppia, la più celebre della racchetta tricolore, sono arrivati anche due bambini: Federico, nato nel 2017, e Farah, venuta al mondo nel 2019. Nel frattempo, c’è stato anche modo di diventare un apprezzato e sincero volto televisivo, con la partecipazione a diverse trasmissioni a tema tennistico di Sky Sport come commentatrice.

Le pubblicità ed il prize money

E anche la pubblicità è stato un ambiente particolarmente frequentato dalla pugliese. Nel 2014 ha fatto scalpore la sua presenza negli spot Wind accanto a Fiorello, ma la tennista ha anche fatto da testimonial alla Banca Popolare Pugliese e ha vinto diversi premi per una pubblicità no-profit contro il fumo, oltre a sostenere l’AIOM anche con uno spot a favore delle vaccinazioni.

Testimonial prima di Sergio Tacchini e poi con un top bianco ed un gonnellino grigio, è stata la prima tennista italiana, nel 2010, a vestire Adidas. Le scarpe preferite? Stan Smith

Oltre 14 milioni di dollari di soli premi, 3,3 per la vittoria del 2015 a Flushing Meadows, vinto con la racchetta Wilson Blade 9. 

Attualmente, insieme a Fabio, è dal 1 gennaio 2019, un volto di punta di Armani nel Mondo!

Il profilo Instagram di Flavia Pennetta

L’attenzione, però, al momento attuale è tutta per la famiglia, come dimostrano le sfide testimoniate sui social, durante la lunga sospensione dei tornei, con Fognini in cui qualsiasi cosa, dallo stendino ai tavoli, è diventato un campo da tennis.

Da parte sua, Flavia Pennetta ha spiegato di non sentire la necessità di tornare a giocare, come invece hanno fatto altre colleghe che come lei hanno lasciato relativamente presto. Del resto, la chiusura di carriera della tennista brindisina è di quelle elaborate dagli sceneggiatori migliori, che difficilmente si possono superare…
 

*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di David Goldman e Wong Maye-E.

March 17, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Bomber Milik | calciomercato Marsiglia | Milik Juve 2021

Da uomo mercato a desaparecido. Volendo riassumerla in poche parole, la storia di Arkadiusz Milik sta tutta qui. Tra agosto e settembre 2020 sembrava dover essere la chiave di volta del mercato di molte squadre, inclusa la sua. Invece ha trascorso mesi, guardando da lontano il Napoli, essendo totalmente al di fuori del progetto tecnico e societario.

Milik, una storia di mercato

Le squadre pretendenti a Milik

L'erede Osimhen

Marsiglia, la sorpresa di mercato

Le cifre del contratto

Tornerà in Serie A?

Il tutto finché il Marsiglia, non il Paris di Neymar, si è deciso ad acquistarlo, prima della scadenza, 30 giugno 2021, del contratto quinquennale con il club partenopeo. Che nel 2016 in Milik aveva individuato il sostituto di Higuain, da poco portato a Torino con la forza del bonifico di 96 milioni di euro, corrispondente alla relativa clausola. E che di fatto ha considerato il polacco soltanto un asset che non serviva più, rischiando di deprezzarlo ogni giorno passato fuori dalla lista dei convocati.

Una storia di mercato

Ma come si è arrivati a questo punto? La storia di Milik è una di quelle che si racconta spesso durante il mercato, sempre con protagonisti diversi: quella del calciatore ricercatissimo e con le valigie già in mano, che però a fine sessione si ritrova nel suo vecchio club che ormai ha già messo in conto di andare avanti senza di lui. E al polacco è andata esattamente così.

 

Video tratto dalla pagina YouTube di PARLEY

Non che non ci fossero i presupposti per immaginarlo, considerando che sempre in estate il centravanti aveva rifiutato il rinnovo con il Napoli. Colpa di una clausola, che De Laurentiis, come ha fatto per la maggior parte dei suoi acquisti, voleva e anche molto alta (sui 100 milioni), ma che Milik non era pronto ad accettare. Con un contratto in scadenza nel 2021, non c’era quindi molto da fare se non mettere il calciatore sul mercato. E le pretendenti, almeno all’apparenza, non mancavano.

Le pretendenti a Milik

In primis la Juventus, dove in sella all’epoca c’era ancora Sarri, il tecnico che lo ha voluto in Italia e che gli aveva affidato il posto che era del Pipita, prima che gli infortuni tenessero Milik lontano dal campo per parecchio, costringendo l’allenatore toscano a inventarsi (peraltro con un clamoroso successo) Mertens come falso nuove.

Al mancato rinnovo del centravanti con la squadra partenopea, la storia sembrava già scritta: Milik in bianconero a un prezzo che potesse accontentare il Napoli, che almeno non ci avrebbe rimesso, perdendo l’attaccante a parametro zero.

Milik in gol all'Olimpico!

Ma poi, tutto è cambiato dopo la sconfitta in Champions di Lione. La Juventus, a quel punto, ha deciso di dare il benservito a Sarri, mettendo a sorpresa per le scommesse Serie A sulla panchina dei nove volte campioni d’Italia in carica, Andrea Pirlo. A cui magari Milik piace anche, ma che di certo come centravanti per far coppia con CR7 avrebbe preferito… Edin Dzeko.

L'erede Osimhen

Ecco quindi che la situazione di Milik muta in modo repentino. In prima linea su di lui ora c’era la Roma. Il Napoli, nel frattempo, si è mosso da parecchio per trovare il sostituto di Milik, che ha individuato in Victor Osimhen. Il talentuoso nigeriano al club di De Laurentiis costa 80 milioni di euro e quindi la partenza di Milik diventa importante per rientrare di parte della spesa, oltre che per sgravarsi dell’ingaggio di un calciatore che ormai non farà più parte del progetto tecnico di Gattuso.

Tutto sembra sul punto di risolversi, con il polacco che vola addirittura a St. Moritz per alcune visite di controllo al ginocchio che dovrebbero portare al suo trasferimento alla Roma, con arrivo di Dzeko a Torino.

Milik esulta dopo un gol per la Polonia!

Eppure alla fine salta tutto, per motivazioni ancora non molto chiare. Qualcuno parla di visite mediche andata male, sottolineando la poca convinzione dei capitolini vista la cartella clinica del centravanti. Fatto sta che la Roma si tiene il bosniaco, la Juventus improvvisamente vira su Morata e Milik rimane a Napoli, dove è in contrasto con la società.

De Laurentiis, del resto, è stato chiaro: o rinnovo o fuori rosa. Promessa mantenuta, perché nelle liste consegnate per la Serie A e per l’Europa League, del polacco non c’è minimamente traccia. A novembre qualche spiffero sembra far riaprire le porte per un prolungamento, ma è un fuoco di paglia. E con il mercato invernale alle porte, la situazione di Milik sembrava la stessa. 


E intanto, Milik è sparito dai radar, sia in campo che sul mercato. Ancelotti, che pure poteva pensare di portarlo all’Everton, ha trovato in Calvert-Lewin il centravanti di cui aveva bisogno. A Torino Morata ha iniziato molto bene e a Roma, quando si dovrà immaginare il post-Dzeko, i nomi nel mirino della nuova dirigenza dovrebbero essere altri.

La sorpresa di mercato

A fine gennaio sarebbe stato libero di negoziare con qualsiasi squadra il suo arrivo a luglio a parametro zero, ma, anche considerando che a giugno ci sarà Euro 2021 e non è detto che rimanendo fermo una stagione intera Milik avrebbe avuto il posto assicurato nella lista del selezionatore Brzęczek, ecco che arriva il clamoroso colpo di scena: la firma per il Marsiglia di Villas Boas, attualmente dimissionario e subito in gol a Lens!

Per quello che è accaduto a Milik negli ultimi mesi, la descrizione sarebbe stata una sola: fantascienza. E invece per il centravanti è una realtà… 

Le cifre del contratto

I termini dell’operazione sono di 8 milioni più 5 di bonus e dobbiamo aggiungere (soprattutto) il 25 per cento che il Napoli prenderebbe in caso di futura vendita per quello che il vero massimo esperto del calcio mercato italiano Alfredo Pedullà ha definito un... mezzo miracolo. Quadriennale a 3,5 milioni di euro l’anno per l’attaccante esploso con l’Ajax!

Se pensiamo che il polacco aveva rifiutato più soldi dalla Fiorentina a fine settembre ed è rimasto 5 mesi senza vedere il campo per poi approdare in una società ambiziosa, ma fuori da ogni obiettivo stagionale con la riconferma della Champions, praticamente un miraggio, qualcosa non torna… Ricordiamo per gli appassionati di numeri e quote calcio la campagna deludentissimissima, nel girone 2020, dei francesi con una sola vittoria sull’Olimpiakos!
 

Tornerà in Serie A?

Visti i rapporti davvero ottimi tra Juventus e Marsiglia, come testimonia lo scambio, con doppia plusvalenza, Marley Aké, centrocampista classe 2001, Franco Tongya, 2002 ex Juve Under 23 della scuderia di un certo Raiola… siamo davvero sicuri che dal Porto Vecchio di Marsiglia, il mancino non faccia un giro lungo per riapprodare nella Serie A 2021/2022 allo Juventus Center?!

*Le immagini dell'articolo, distribuite da AP Photo, sono di Martin Meissner, Andrew Medichini e Thanassis Stavrakis. Prima pubblicazione 2 febbraio 2021.

April 5, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Spal stipendi 2022 | Rosa SPAL 2022 | Monte ingaggi SPAL

La SPAL è una squadra organizzata, che copre tutto il campo. I ragazzi prima allenati da Pasquale Marino ha inquadrato con un 3-5-2, poi dallo spagnolo Pep Clotet, che è arrivato a Ferrara dopo gli incredibili risultati del girone di ritorno alla guida del Brescia ed oggi dal bravissimissimo Venturato.

La società di Ferrara punta forte anche sul settore giovanile, come testimoniano gli straordinari ragazzi di Mister Giuseppe Scurto, adesso a Trigoria, eccellenza assoluta italiana!

Il cammino della SPAL in Coppa Italia

I conti della SPAL

Il paracadute e gli ingaggi di Berisha, Murgia, Paloschi

Il prossimo Campioncino

Valore aggiunto per gli estensi è la gestione dei calci piazzati: tanti, tanti gol sono stati realizzati sugli sviluppi di angoli, evidentemente ben ragionati durante le sedute di allenamento allo G. B. Fabbro.

Il cammino della SPAL in Coppa Italia

L’ultima squadra di Serie B ad approdare ai quarti di Coppa Italia era stata il Cesena nell’edizione 2016/2017: i bianconeri, guidati prima da Drago e poi da Andrea Camplone, avevano eliminato in sequenza l’Arezzo, la Ternana, l’Empoli ai supplementari, il Sassuolo agli ottavi di finale con una rocambolesca rimonta firmata da Ciano e Laribi in 3’, prima di uscire all’Olimpico contro la Roma solo su un rigore di Totti a 90’ + 7’!

Il cammino della SPAL nella Coppa Italia che si concluderà per la prima volta con la finale unica a San Siro il 19 maggio 2021 è stato ancora più difficile: i ragazzi con Marino alla guida, iniziano l’avventura, superando ai rigori prima il Bari e poi il Crotone dopo che allo Ezio Scida gli unici due gol dell’1-1 erano scaturiti solo nel secondo tempo supplementare!

Nel turno successivo, il quarto, il tabellone prevede la complicata sfida con il Monza, vinta con personalità per 2-0, grazie alle reti degli attaccanti di scorta, Paloschi e Brignola al termine di una splendida azione di ripartenza.

Agli ottavi, guidati dalla sapiente regia offensiva della classe di Sergio Floccari, gli estensi hanno superato il Sassuolo a Reggio Emilia con i gol di Missiroli e Dickmann, su azioni manovrate sulla corsia sinistra: dopo aver difeso con ordine, l'unico rischio sul diagonale di Muldur, nella prima frazione, raddoppiando sistematicamente Boga, Marino ha stravinto la personale sfida con De Zerbi nella ripresa.

I conti in ordine

Per analizzare a fondo la profondità e la qualità della rosa di Ferrara, dobbiamo fare un passo indietro e ricordare il percorso sportivo nell’ultimo lustro calcistico della società che Tacopina ha acquisito da Walter Mattioli.

Dopo aver stravinto l’impegnativo campionato di Serie B 2016/2017, mettendo in fila compagini importanti e strutturate come Verona, Frosinone, Perugia, Benevento, la squadra di Leonardo Semplici ha esordito alla grande in A con una salvezza meritata nel rush finale, costruita anche grazie ai gol pesanti di Mirko Antenucci.

Nell’anno successivo, il 3-5-2 valorizza anche le qualità del neoacquisto Petagna che, con una straordinaria scelta di cuore, il nonno a Ferrara aveva allenato tra gli altri Bigon, Capello e Reja, dà una credibilità diversa alle ambizioni bianco e azzurre! I 16 gol realizzati nella stagione 2018/2019 con una chirurgica precisione dagli 11 metri consentono a Simone Missiroli e compagni di terminare al tredicesimo posto, nonostante le tre sconfitte delle ultime tre giornate.

La tormentata annata successiva è un lungo incubo: la sconfitta alla prima di campionato dopo essere andati sul 2-0 al 25’ contro l’Atalanta lascia presagire una serie di limiti, tecnici e caratteriali. Senza Manuel Lazzari ceduto alla Lazio e con l’inspiegabile scelta di esonerare Semplici per affidare la panchina a Di Biagio, gli estensi non sono mai stati competitivi per la salvezza.

Petagna contro la Juve

Anche la cessione annunciata con 6 mesi di anticipo di Petagna al Napoli di certo non ha aiutato a creare le premesse necessarie per quella che sarebbe stata l’impresa delle imprese, anche per le scommesse calcio!

Il paracadute, i trasferimenti e gli ingaggi

A proposito di movimenti di mercato in uscita, alla SPAL sono stati valorizzati due esterni di tutta fascia, Lazzari e Fares: la doppia cessione dei laterali alla Lazio ha consentito a Mattioli di incassare complessivamente 15 milioni, oltre i bonus ed i diritti federativi relativi alle prestazioni di Alessandro Murgia. Qualcosa in più il club di Corso Piave ha ottenuto dal trasferimento di Andrea Petagna al Napoli.

Inoltre, retrocedendo in B dopo due salvezze consecutive, è arrivata nelle casse sociali la cifra corrispondente al famoso paracadute per le compagini di fascia C, il massimo quindi equivalente a 25 milioni di euro. 

Tutte queste entrate, l’ultima con Lucas Castro in Turchia al Karagumruk, consentono alla SPAL di essere un club sano, di investire con intelligenza sullo staff tecnico e sul mercato e di avere giocatori con un importante stipendio, fuori categoria per la cadetteria come il numero 1 Etrit Berisha che, prima del passaggio al Torino nell'estate 2021, si portava dietro l’ingaggio di 700.000 euro netti l’anno concordato precedentemente con l’Atalanta: il portierone albanese, titolare con la Nazionale di Gianni De Biasi a Euro 2016, ha rappresentato un’istituzione al Centro G. B. Fabbri! 

Berisha a difesa della porta dell'Albania!


Il prossimo campioncino

Nell’estate 2020, il direttore sportivo Giorgio Zamuner che ha raccolto la pesante eredità di Davide Vagnati e Giammario Specchia, uomino d’oro della SPAL insieme a Mister Semplici, ha ottenuto il prestito dall’Inter di Sebastiano Esposito, clamoroso talento nerazzurro e del calcio italiano in generale!

Oggi si punta e forte su un altro ragazzo meraviglioso, la punta scuola Milan, Lorenzo Colombo, subito a segno nelle prime partite stagionali.

Lorenzo Colombo, promettente attaccante scuola Milan

 

Tra i prossimi campioni, pronti a sbarcare in A attualmente in azione allo Stadio Paolo Mazza, segnaliamo Salvatore Esposito, meno sponsorizzato del fratello minore, ma grandi doti balistiche sui calci piazzati, tuttocampista di grandissimissima intensità e qualità, anche nei calci da fermo, davanti alla difesa!

Altro centrocampista per palati fini, Federico Viviani, centrale dal destro chirurgico!

*Le immagini all'interno dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 24 gennaio 2021.

January 6, 2022
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Stevan Jovetic - La carriera ed il record di partite saltate

Immaginarsi Stevan Jovetic con una fisionomia matura, da ultra 35enne, magari con qualche pelo di barba bianco, ci risulta davvero complesso. 
Il ragazzo quasi bambino nei lineamenti che arrivò in Italia, è una fotografia che abbiamo ancora impressa nella mente in maniera nitida, tant’è che è l’unica che riusciamo quasi a ricordare quando parliamo oggi del montenegrino.

Stevan Jovetic ci ha ammaliato, speso resi sospettosi, poi di nuovo ammaliati con qualche giocata, tipo il gol nel 4 a 1 contro l’Inter, ma mai del tutto convinto nella sua interezza nei panni di calciatore fenomenale. 
Per interpretare Jovetic calciatore e Jovetic uomo, appunto, bisogna sciogliere alcuni nodi legati alle grandi contraddizioni che lo hanno perseguitato, almeno a livello di opinione generale, durante la sua carriera.
Parliamo quindi della sfera emotiva e fisica che hanno impregnato la narrazione del sempre giovane montenegrino. 

La contraddizione del ragazzo timido  

Chi non sembrerebbe timido all’arrivo in un Paese di cui non conosci la lingua, caricato di tutte le aspettative di questo mondo, quelle del “talento predestinato”.
Per giunta dopo il primo approccio con l’Italia e la Viola. Un fraintendimento creato da Pantaleo Corvino quando mesi prima dell’acquisto, il direttore decise di invitarlo nelle strutture e negli spogliatoi della squadra che in teoria dovevano essere vuote.

Peccato che Liverani e Donadel si trovarono di passaggio per ricevere delle cure mediche e incrociarono quello che poi sarebbe diventato il loro compagni di squadra. Un episodio che Jovetic definì “ricco di imbarazzo iniziale”.

Facciamo una prova. Provate a ritrovare foto e video del primo Ibrahimovic della Juventus. Per quanto si sforzasse a sembrare sicuro di sé e a proprio agio nel confronto con i media, la sua faccia pulita e priva di qualsiasi accenno di imperfezione (se non l’acne), restituivano l’idea di un ragazzino spaesato, finito dentro qualcosa più grande di lui.

Col tempo invece, Jovetic, almeno dal punto di vista caratteriale, ha fugato qualsiasi dubbio smentendo l’immagine del timido e introverso. Ne è piena dimostrazione un passaggio della famosa intervista a La Gazzetta dello Sport, dove si dimostrò tutt’altro che timido o impacciato fuori dal campo.

“Sono giovane e ambizioso, è normale che possa sentire il bisogno di misurarmi altrove. Non credo ci sia nulla di male nel desiderarlo, e non faccio come altri che fanno casino dietro e poi non si espongono. Firenze e i tifosi viola mi hanno sempre chiesto di metterci la faccia: eccola”.

Una versione sfacciata e sicuramente decisa nelle intenzioni, utile a cancellare l’immagine stereotipata che vuole il montenegrino esile e muto come quando nel 2008 arrivò in Italia. 

Jovetic fragile fisicamente 

Su questo punto nulla da ribadire. Vale la pena più che altro quantificare quanto gli infortuni e i problemi fisici abbiano inclinato la parabola ascendente che ad un certo punto la carriera di Jovetic ha preso. 
Le cifra fanno venire i brividi: dal 2008 al 2015 si parla di 14 infortuni, una perfetta media inglese di 2 problemi a stagione.

Video tratto dalla pagina YouTube di Khamit Temirtas

In Inghilterra al Manchester City addirittura riuscì nell’impresa di farsi male 6 volte in 2 stagioni con un aggregato complessivo di 175 giorni fuori per stop. Si parla di 35 partite saltate in vari periodi delle due stagioni. Una condizione che ha portato Pellegrini a scegliere di optare per l’esclusione del centrocampista offensivo dalla lista per la fase a eliminazione diretta della Champions League nel 2015. Il montenegrino non ha tardato a definire la decisione del manager cileno, con la spontaneità che lo ha contraddistinto, “una decisione che mi ha ucciso”.    

Insomma, l’esperienza al City che avrebbe dovuto fugare i dubbi sulla fenomenalità del calciatore ne ha invece offuscato gli orizzonti, relegando Jovetic alla retorica del bello e incompiuto, al talento di cristallo al quale va offerta un’altra occasione altrove, perché emettere il verdetto finale farebbe male sia a lui che a chi si è innamorato delle sue giocate. Una carneficina calcistica. 

Cosa resterà di Jovetic 

Il responso del campo, cinico e spietato invece, ha restituito proprio l’idea di giocatore eccessivamente sopravvalutato nei momenti di maggior incanto e splendore, oltre che eccessivamente cagionevole per il calcio degli ultimi 20 anni. 

Le esperienze all’Inter, al Monaco e al Siviglia non ci hanno dato la possibilità di smentirci. 

Di Jovetic resterà la magia ammirata con continuità esclusivamente quando ha vestito la maglia numero 8 alla Fiorentina. Un numero magico, lo sappiamo bene, indossato da leggende come Gerrard del Liverpool, squadra preferita per gli amanti delle statistiche relative alle scommesse calcio come vittima sacrificale proprio da Jovetic!

*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer.

January 22, 2021
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Aaron Ramsey - squadre e record

Da un ragazzo che di lavoro farà il calciatore, nato nella stessa città del grande prestigiatore Tommy Cooper, ti aspetti un 10, un trequartista tutto tecnica, e perché no, quell’intonazione estrosa che tanto si presta bene ai centrocampisti sudamericani. 

Aaron Ramsey trequartista lo è pure, ma di quelli moderni, di quelli che col passare del tempo si sono adeguati al calcio moderno, incarnando il ruolo di interno e di centrocampista offensivo di fascia. 

Ramsey nasce a Caerphilly appunto, città dove risiede l’omonimo castello, il più grande del Galles, il secondo per dimensioni del Regno Unito. Un primato non da poco per una piccola cittadina. 

Un numero 8 con tanti record

Lo compra l'Arsenal per 6 milioni

L'Olimpiade 1992

L'ingaggio da top player alla Juve

Quest’ultima indole egemonica però, Caerphilly gliela riesce a trasmettere ad Aaron, che in quanto a primati utili ad attestare la precocità, non si farà mancare praticamente nulla. 

Su di lui John Toshack, Il cittì gallese che fece esordire Ramsey quando aveva 17 anni, disse: "Nel calcio moderno devi saper ricoprire tanti ruoli ed Aaron è, di sicuro, un giocatore moderno."

Ecco, Aaron non è un prestigiatore come il suo conterraneo altrettanto celebre, ma è un giocatore completo, in armonia col calcio in cui crescerà, il calcio britannico. 

Un numero 8 con tanti record

Ma avevamo accennato alla precocità del centrocampista. Ramsey si fa notare ovviamente in un torneo giovanile e viene preso dal Cardiff, così vola nella capitale per fare tutta la trafila delle giovanili sino alla prima squadra, non prima di essere il protagonista di una rissa quando aveva solo 12 anni che gli valse il soprannome tutt’ora in voga di “Rambo” (così lo definì il suo allenatore che fu costretto a toglierlo dal campo).

È proprio nel Cardiff che Ramsey comincerà la trafila di primati: coi gallesi debutta in prima squadra nell’ultima di campionato il 26 aprile del 2007. Un debutto nella sconfitta contro l’Hull City che gli varrà la palma di calciatore più giovane a debuttare in prima squadra con il Cardiff: a 16 anni e 124 giorni. 

Con il Cardiff abbatterà un altro record di quelli da far invidia alla copia migliore del ritratto di Dorian Gray: diventa il secondo giocatore più giovane a debuttare in finale di FA Cup.   

Lo compra l'Arsenal per 6 milioni di euro

La precocità, che tanto piace ad un certo Arsene Wenger, gli vale il contratto con i Gunners! 

Con l’Arsenal diventerà grande ma conoscerà e farà conoscere al mondo anche un’altra predisposizione, quella del calvario, nonché il suo tormentato rapporto con gli infortuni. Con i Gunners si rende protagonista di una piccola curiosità internazionale per le scommesse calcio: nel 2013 ha 6 gol all’attivo nelle competizioni europee e 4 di questi li ha segnati al Fenerbahce.  

Può uno così prematuro nel talento, limitarsi a dei Guinness esclusivamente nel raggio d’azione dei club? La domanda è retorica, la risposta scontata. 

Ramsey è nato in Galles ma potrebbe scegliere di vestire la maglia della Scozia per via della cittadinanza scozzese del padre che è nato lì e si è trasferito a Caerphilly solo un anno prima della nascita di Aaron. Al centrocampista viene offerta la convocazione con la Scozia che però lui rifiuta gentilmente per giocare con i Dragoni.

La scelta di cuore e appartenenza viene ripagata il 19 novembre 2008 quando raggiunge la maglia della Nazionale maggiore contro la Danimarca: un esordio nell’amichevole vinta per 1 a 0 e un totale di 88 (che bel numero!) minuti in campo. 

Con il Galles, guarda un po’, continua ad emergere a livello internazionale, diventando il calciatore più giovane a indossare la fascia da capitano a 20 anni e 90 giorni. 

L’esperienza col Team GB e l’Olimpiade del 2012

Non può rinunciare ad una convocazione invece, nel 2012, quando arriva la chiamata della Nazionale Olimpica della Gran Bretagna. Le Olimpiadi di Londra sono un’occasione troppo speciale per Ramsey, così come per gli altri 18 convocati, perché vuol dire rappresentare tutto il territorio dell’isola d’oltremanica nella rara occasione di poterlo fare “in casa”: sarebbe folle rinunciare.

Al fianco del gallese c’è il conterraneo, nonché fuoriquota di lusso, Ryan Giggs insieme a Craig Bellamy con la 10 sulle spalle. Tra gli inglesi a dare manforte alla rappresentativa della Gran Bretagna un Daniel Sturridge appena 22enne, Danny Rose e Micah Richards, tra i pochi insieme a Ramsey che hanno lasciato il segno nel tempo a livello internazionale.

Ramsey alle Olimpiadi londinesi del 2012!
Quell’esperienza culminerà con la sconfitta ai quarti di finale per il Team GB contro la Korea del Sud e 1 gol segnato dal gallese di Caerphilly nella competizione, poi vinta a sorpresa dal Messico sul favoritissimo Brasile per le scommesse sportive online

Ramsey e la Juventus 

Nell'estate 2019 passa alla Juventus, ingaggiato a scadenza di contratto, con un ricco pluriennale da 7 milioni di euro netti a stagione.

Quello che stiamo imparando ad apprezzare in Italia è una versione più matura del centrocampista moderno che per 11 anni ha indossato la maglia dell’Arsenal e giocato in uno dei migliori campionati al mondo. In bianconero ha vinto il suo unito titolo di campione nazionale e purtroppo ci è arrivato flagellato dai tanti (duri e lunghi) infortuni accorsi in carriera. Probabilmente avremmo visto un altro calciatore, ma con i se, lo sappiamo, non si va da nessuna parte.

Ad oggi può “accontentarsi” di essere l’unico calciatore britannico ad aver segnato un gol, a Mosca contro il Lokomotiv, in Champions League con la Juventus da quando è stato istituito il nuovo format della competizione, il trecentesimo in totale della storia bianconera nella massima manifestazione continentale dalla stagione 1992/1993.

Aaron Ramsey è un numero 8 affascinante, parola di chi di numeri 8 se ne intende. 

*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer; l'immagine di Luca Bruno (Ap Photo).

January 15, 2021
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Derby d'Italia | Inter Juventus rivalità | Juve Inter la storia

Analizziamo la storia recente del Derby d’Italia e, non potendo competere per archivio, numero di collaboratori, potenzialità di interviste con redazioni strutturate, cerchiamo di farlo a modo nostro, con una chiave di lettura originale e frizzante!

La rete di Maicon

Il record tra i goleador

Le (non) sfide in Europa

Il Derby d'Italia nelle Coppe nazionali

Abbiamo scelto una serie di protagonisti di questa eterna sfida tra nerazzurri e bianconeri ed attraverso il racconto del loro contributo, in campo e fuori, proviamo a sciorinare cifre, aneddoti e curiosità. 
Ci teniamo, infine, in particolare al paragrafo sul paradosso di questa sfida, ultracentenaria in Serie A, ma inedita o quasi, nelle coppe, europee o nazionali!

La partita del 17 gennaio 2021, aperta da Vidal, con la Juve mai competitiva, sarà ricordata come passaggio di consegne?!

Il gol di Vidal

Il gol

Sarebbe troppo facile citare la realizzazione, in compartecipazione, tra Francesco Toldo e Bobo Vieri nel pareggio finale dell’incontro del 2002, votiamo, quindi, la perla di Maicon che ha aperto le marcature nel Derby d’Italia del 16 aprile 2010. Fotografiamo il momento sportivo in quella stagione piene di impegni: una stanca Inter veniva dal 2-2 di Firenze, con conseguente soprasso in testa alla classifica della Roma.

Nel sabato che precedeva l’andata della semifinale con il Barcellona, la madre di tutte le imprese nerazzurre nell’irripetibile anno del Triplete, a San Siro è di scena la Juventus: la partita si avvia verso un deludente 0-0 e neanche i cambi decisi da Mou all’inizio della ripresa con l’inserimento di Stankovic e di un giovanissimo SuperMario sembrano dare frutti. Anzi, è l’improbabile Juve di Zac che si rende più volte pericolosa.

Al 75’ Sneijder calcia una punizione laterale; il tentativo di Milito viene rimpallato ed il pallone allontanato dall’area di rigore. Qui il racconto diventa di magia e non più cronaca sportiva: il fantasista prestato alla fascia, scuola Gremio, stoppa di coscia destra, sombrera con un delicato tocco di destro il neoentrato juventino Amauri, si aggiusta ancora il pallone usando la parte superiore al ginocchio come se fosse la più performante delle racchette da tennis e calcia di mezzo esterno destro alle spalle di un incredulo Buffon.

Non è solo un gol, è la storia sportiva dell’Inter che cambia con questa prodezza del brasiliano, classe 1981, che ha ancora la passione per giocare a calcio. Che sia al City, al Villa Nova o al Sona, non fa differenza! 
Eto’o in pieno recupero raddoppierà.

L'infografica di 888sport!

Julio Ricardo Cruz

Sì, i bomber più prolifici di questa sfida sono, a quota 12, Meazza, Sivori e Boninsegna, con Bonimba in gol con entrambe le maglie. Da ricordare anche le 10 realizzazioni di Alex Del Piero, ma noi tra i plurirealizzatori abbiamo scelto El Jardinero: ricordiamo che il tecnicissimo attaccante cresciuto nel Banfield è arrivato all’Inter nel 2003, proveniente dal Bologna.

Cruz trasforma un calcio di rigore

Non parliamo di un centravanti dalla media realizzativa spaventosa, ma contro la Juve, per Cruz è facile trovare la porta di Buffon. Segna ai bianconeri in 7 occasioni, la prima volta, nel novembre 2003, una doppietta nell’1-3 finale con il quale in attacco con Andy van der Meyde ed Obafemi Martins sbancano il Delle Alpi!

Nella stagione successiva, ancora un gol decisivo al Delle Alpi: nel turno infrasettimanale di fine aprile 2005, sul cross da destra di Zè Maria va in cielo ad incornare il pallone alla spalle del portierone della Juve e della Nazionale.

Video condiviso dalla pagina YouTube FC Internazionale

Nella stagione 2007/2008, Ibra gioca a suo fianco, ma è sempre El Jardineiro a confermarsi primo marcatore nella sfida di andata ed in quella valevole per i quarti di Coppa Italia; tra andata e ritorno realizzerà tre gol e la trasformerazione del rigore del momentaneo 2-2, rappresenterà il suo ultimo gol alla Juve).

Il paradosso

Abbiamo elencato 201 partite di campionato disputate tra le due blasonate società in Serie A. Vediamo quando si sono affrontate nelle altre competizioni.

Anzitutto, in Europa non si sono mai trovate contro: la Juve ha incrociato nell’allora Coppa dei Campioni il Verona, in Coppa Uefa il Napoli di Maradona e la Fiorentina nella doppia finale a poche settimane di distanza dal calcio d’inizio di Italia ’90.

Sempre in Uefa, i bianconeri hanno avuto la peggio contro il Parma e, clamorosamente per le scommesse calcio, contro un Cagliari formato deluxe nel ’95. La partita più famosa tra due squadre italiane in competizioni UEFA è chiaramente il Milan-Juventus di Manchester; l’ultima disputata dai bianconeri contro la Viola di Mario Gomez nel 2014!

Tra le sfide con le italiane dell’Inter, invece, tutti ricordano il doppio derby contro il Milan, prima in semifinale di Champions e due stagioni dopo, valevole per i quarti, ma anche le due vittorie nell’atto conclusivo della Coppa Uefa contro Roma e Lazio.

Supercoppa e Coppa Italia

Se è singolare che Inter e Juve non si siano mai sfidate in Europa, risulta incredibile come in Supercoppa italiana questo confronto si sia disputato solo una volta nelle 33 partite, compresa la prossima Juventus-Napoli, giocate da quando nel 1988 il trofeo è stato istituito: a decidere l’incontro nel caldo delle estate 2005, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari è un destro sul primo palo dell’accorrente Veron dopo un assist sopraffino di Adriano!

Se, invece, spostiamo l’attenzione sulla Coppa Italia, il dato fa ancora più riflettere: nessuna finale tra Juve ed Inter da quando si gioca l’atto conclusivo in partita secca, compresa l’edizione 2021 vista che entrambe le compagini, nella parte destra del tabellone, si sfideranno nella doppia semifinale, il 2 ed il 9 febbraio 2020! Per individuare uno Juventus-Inter o viceversa che abbia assegnato il secondo trofeo nazionale, dobbiamo tornare indietro alla finale di Coppa Italia 1965…

Segnaliamo, per gli amanti delle statistiche, come la doppia sfida del giugno 1983 era “solo” una semifinale,  per una competizione che vedeva tante partite delle sfide decisive da giocarsi in estate inoltrata! 
 

*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Luca Bruno ed Alberto Ramella. Prima pubblicazione 10 gennaio 2021.

March 17, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Stipendio pallamano | compenso giocatore di pallamano | Rimborso Dilettanti

Emozionante e con una telecronaca tutt’altro che banale la vittoria dell’Italia sulla Lettonia nell’incontro di andata per le qualificazioni ai prossimi campionati europei di Handball. Nonostante la sconfitta di misura al ritorno, gli Azzurri mantengono il vantaggio della differenze reti sui ragazzi di Riga.

I Mondiali di pallamano 2021

La serie A di pallamano

Sport dilettante - i guadagni

Gli Azzurri, Sky ed Eleven Sports

Cerchiamo di contestualizzare, da profani, ma sempre ponderati, le dinamiche della pallamano in Italia, senza iniziare dai 60 minuti di gioco e dai 7 atleti in campo, naturalmente...

I Mondiali di pallamano 2021

Proprio a proposito di fasi finali di manifestazioni internazionali, il calendario degli eventi sportivi di gennaio 2021 presenta, esattamante dal 13 al 31, il campionato mondiale di pallamano maschile

Tra le 32 Nazioni qualificate ci son ben 16 rappresentanti dell’Europa, compresa naturalmente la Danimarca, campione in carica e favorita per le scommesse a quota 4 per il bis iridato! 

Gli Azzurri sono stati eliminati a gennaio 2020 nel primo gironcino di qualificazione, non impossibile visto lo spessore tecnico delle altre tre contendenti: l’amaro in bocca resta perché proprio l’Italia ospitava, al Pala Tedeschi di Benevento, il girone 3 con Romania, Kosovo e Georgia.

La Danimarca campione nel 2019!

 

L’ultimo posto nel gruppo è stato un risultato davvero deludente per l’entusiasmo che si era generato attorno ai ragazzi di Riccardo Trillini. Tra l’altro nessuna delle componenti del gruppo ha poi superato l’ostacolo del complicato meccanismo di qualificazione ad Egitto 2021 che prevedeva il c.d. playoff intermedio.

La Serie A di pallamano - 1ª Divisione Nazionale

In Italia la squadra di club più forte per blasone è Trieste, 17 titoli in assoluto e 8 scudetti vinti tra il 1993 ed il 2002. Partecipano alla Serie A, 15 compagini, con la formula del cosiddetto girone all'italiana a/r.

Al termine delle 28 giornate di calendario e dei successivi playoff, la prima classificata del campionato, sponsorizzato dalla Beretta, si laurea Campione d'Italia e con la seconda in graduatoria si qualifica per la EHF European Cup, che possiamo paragonare alla futura Conference League calcistica!

Il titolo non è stato assegnato nel 2020, mentre nel 2019 ha vinto il Bozen Handball, che si è chirurgicamente diviso i successi in campionato con i pugliesi della Junior Fasano negli ultimi 6 tornei effettivamente portati a termine.

Sempre  a livello maschile, ci sono altre realtà in ascesa come le squadre trentine Merano, Bressanone e Pressano su tutte, ed un'altra pugliese come Conversano.

Tra le donne, invece, Cassano Magnago è la Juventus della pallamano femminile; molto forti anche Salerno ed il movimento nel complesso in Sardegna.
 

Pallamano, sport dilettante, i guadagni

Uno degli argomenti di assoluta attualità, e non solo per la pallamano, è la riforma dello sport. sembra davvero assurdo, ma ad oggi il legislatore abbina il concetto di professionismo solo a queste 6 discipline: calcio, pugilato, ciclismo, motori, golf e pallacanestro.

In Italia, quindi, la handball è uno sport dilettante, a differenza di altri paesi come la Francia nel quale le società, per contrattualizzare i migliori giocatori del panorama internazionale, versano centinaia di migliaia di euro per pagare ingaggi e bonus alla firma!

Il compenso degli sportivi dilettanti sono esentasse fino a 10.000 euro l'anno, dopo questa soglia si applica una ritenuta; una cifra del genere, quindi, da spalmare sui 9 mesi di reale attività, non costituisce altro che un mero rimborso delle spese vive effettuate.

Inutile quindi soffermarci sullo stipendio del gigantesco terzino francese Nikola Karabatic al PSG, proviamo, piuttosto, senza guardare la luna, a delineare alcuni esempi pratici: in Italia un buon giocatore può guadagnare intorno a 1.500, 2000 euro mensili e parliamo di atleti più che discreti in serie A che  si  allenano 4 volte a settimana e, quando hanno la trasferta nel weekend, possano godere praticamente solo di un giorno libero, quello successivo alla gara. 

Una spettacolare immagine di Nikola Karabatic ai Mondiali contro l'Egitto!

Si spiega così facilmente come il capitano degli Azzurri Andrea Parisini o il suo compagno di tante partite in Nazionale, Michele Skatar scelgano la Francia ed il suo professionismo: economico, tecnico ed organizzativo!

Gli Azzurri, Sky ed Eleven Sports

Il Campionato, la Coppa Italia e la Supercoppa vanno in onda sulla piattaforma Elevon Sports, di proprietà del Presidente del Leeds, Andrea Radrizzani. Importante la visibilità delle partite della Nazionale su SKY, ancor di più, naturalmente le serate nelle quali non ci sono partite di campionato di calcio live.

Risulta davvero complesso, proporre un paragone intelligente tra la pallamano ed un altro sport: come peculiarità, è una competizione molto, molto fisica, quasi ai livelli della pallanuoto.

Uno scatto del Mondiale di Pallamano

La Federazione Italiana Giuoco Handball, molto attiva tra l'altro con un sito internet assolutamente all'avanguardia, secondo i dati ufficiali, ha ricevuto nel 2019 quasi un milione e mezzo di contributi dal CONI: la spettacolarità dello sport, unita ai punteggi finali elevati ed a regole di ingaggio piuttosto semplici, ne fanno una disciplina davvero divertente e con potenzialità importanti, anche televisivamente parlando!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.  Prima pubblicazione, 9 gennaio 2021.

December 6, 2021
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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CRISTIANO RONALDO TOCCA QUOTA 938 GOL

CR7 ha segnato 938 gol

Ronaldo gol: miglior marcatore della storia del Real Madrid, calciatore con più gol in Champions League.

Subito in rete CR7, prima e dopo il Ferragosto 2024, in semi e finale della Supercoppa araba!

Ronaldo in gol anche nel pareggio della prima giornata del suo Al Nassr contro l'Al Raed e nella successiva gara vinta in trasferta sul campo dell'Al Feiha.

CR7, nella gara d'esordio casalingo di Mister Pioli, trasforma il rigore del definitivo 2-0 contro l'Al Wehda.

Dopo la meravigliosa rovesciata alla Polonia, Ronaldo ritorna al gol anche con la maglia dell'Al Nassr!

Ronaldo gol

Solo qualche mese Cristiano Ronaldo si laurea un'altra volta miglior marcatore stagionale: nel campionato 2024 della Saudi Pro League, il diciannovesimo organizzato in Arabia, il fenomeno portoghese ha realizzato 35 reti in 31 presenze, portando l'Al Nassr al secondo posto, dietro solo all'ingiocabile Al Hilal di matrice serba, con il Sergente Milinkovic Savic in mezzo al campo e Mitrovic in attacco.

CR7 rinnova con l'Al Nassr fino al 2026

Complessivamente, nella stagione sportiva 2023/24. CR/ ha siglato 41 gol tra Saudi Pro League (35, come sopra indicato) e 6 in 8 presenze nella Champions asiatica, e 2 reti in 4 match giocati con la Nazionale lusitana.

Anche se analizziamo i dati secondo l'anno solare, da quando CR7 gioca per l'Al-Nassr non ha ancora finito di stupirci e si è confermato miglior stoccatore al Mondo nell'anno solare 2023: sono altri 54 gol realizzati nel 2023!

Nei suoi primi 14 mesi in Arabia, Cristiano Ronaldo tra Portogallo e Al-Nassr ha realizzato, quindi 56 gol in 60 incontri ufficiali e per la precisione 10 da Capitano della selezione lusitana e gli altri con il club!

Dopo i primati nel 2011, 2013, 2014 e 2015 nel 2023, per la quinta volta in carriera, CR7 si aggiudica il titolo di miglior marcatore dell'anno solare!

Complessivamente, con l'Al Nassr Ronaldo, forte di un contratto da 200 milioni netti, ha segnato 99 gol in 111 partite!

Il gol numero 100 di Cristiano Ronaldo (Manchester United vs Tottenham - FA CUP  2007/2008)

A proposito di... 100. Torniamo al gennaio 2008. Quarto turno FA Cup: al Teatro dei Sogni vanno in vantaggio, a metà primo tempo, gli ospiti con Robbie Keane su bel cross di Aaron Lennon. 

Pari immediato di Tevez che, con un diagonale chirurgico, sfrutta un pregevole assist di Giggs.

Nella ripresa, CR7 prima trasforma un rigore conquistato da Rooney e poi, complice l'intervento difettoso di, Radek Cerny, portiere di Coppa degli Spurs, chiude la gara sul 3-1. 

La rete numero 500 di CR7 (Malmoe vs Real Madrid - Champions League  2015/2016)

Con una doppietta in Svezia, Cristiano tocca la sensazionale quota 500 gol in carriera! Alla mezzora l'assist di un talento puro come Isco è un cioccolatino che il bomber portoghese trasforma in rete.

All'ultimo minuto della ripresa, su azione iniziata da Carvajal sulla destra, Ronaldo supera ancora il portiere Wiland.

Il gol 900 di Cristiano (Portogallo vs Croazia - Nations League  2024/2025)

Il momento storico che coincide con il gol numero 900 arrivato alla prima giornata della Nations League 2024/2025: in perfetta forma, a Lisbona contro la Croazia, realizza, alla seconda occasione utile, con freddezza il punto del 2-0 su uno perfetto cross di Nuno Mendes dalla sinistra.

Il Portogallo, davanti al pubblico dello Stadio Da Luz che ha esaurito ogni biglietto disponibile, è una squadra piena di qualità in tutti i raparti: ma la vera anima della squadra che fa raggiungere ai compagni di nazionale uno standing di respiro mondiale, è sempre lui, la leggenda Cristiano!

Ronaldo gol

Riuscirà Cristiano Ronaldo ad arrivare a 1000 gol in carriera?

Con la tripletta numero 65 e 66 della carriera segnate al portiere Tatarusanu e all'Al Whada stiamo all'incredibile numero di 938 gol ed il conteggio... continua!

In maglia lusitana, i numeri, Nations League 2025 compresa, dicono 221 presenze e 138 reti, entrambi chiaramente... record, come i 35 titoli in carriera!!!

Ronaldo gol

E questo, essenzialmente, per il suo patrimonio tecnico, per la sua attenzione spasmodica nell'allenamento quotidiano, nelle abitudini, nella precisione maniacale applicata alla longevità atletica.

Al termine del 2023 sarà ancora così? Oppure pensare che CR7, atleticamente, debba soffiare su appena 28 candeline, anziché 38, appare esagerato? La domanda è lecita.

La risposta, nemmeno così semplice né ecumenica: a ben vedere, infatti, non si può nemmeno affermare che la verità stia nel mezzo, dal momento che Cristiano Ronaldo, in questi ultimi due anni e mezzo di carriera non ha mai accusato cali, fisici o di prolificità.

Record di gol anche in Nazionale per CR7

Con le cinque reti siglate nei primi tre impegni di Euro 2020, CR7 aveva raggiunto Ali Daei, fino all'impresa del portoghese primatista di gol in nazionale con la maglia dell’Iran a quota 109 gol!

Cristiano Ronaldo in azione con la maglia del Portogallo

Dopo l'eliminazione immeritata contro il Belgio, è capocannoniere di Euro 2020, in coabitazione con Patrik Schick, con soli 4 incontri disputati, considerando che, a sorpresa, è uscita anche la Francia agli ottavi!

Sono numeri clamorosi se pensiamo che il miglior marcatore in maglia azzurra è il leggendario Gigi Riva con "appena" 35 segnature! 

CR7: Presenze e gol

Nessun infortunio, fibre muscolari pazzesche, insomma: il "ragazzo" punta ad arrivare a 40 anni in campo da giocatore scattante, decisivo, da cannoniere.

In Europa, il numero delle reti con i club sono così ripartite: 5 (in 32 presenze) con lo Sporting Lisbona a inizio carriera, 131 con il Manchester United, ben 450 su 438 "maglie" col Real Madrid; 101 su 134 gettoni con la Juventus e 131 reti su 215 presenze con la casacca della nazionale portoghese.

Cristiano Ronaldo ha segnato 101 gol in 134 partite con la Juve

101 reti per Cristiano Ronaldo con la maglia della Juve

Superato "Pepi" Bican

Ad ogni serpentina, ogni pallone infilato oltre la linea di porta, si dice che il numero 7 ripensi ai primi giorni allo Sporting Lisbona, in cui i compagni dell'"Equipe B" lo prendevano in giro per quel greve accento isolano che si portava dietro da Funchal. Introverso e sempre a testa bassa, la risposta l'ha sempre fornita col pallone tra i piedi.

La leggenda Pelé, almeno a livello di gol ufficiali: Edson Arantes do Nascimento, infatti, si è "fermato" a quota 761, ma con molte meno partite ufficiali a disposizione.

Insomma, superato anche Romario, bomber verdeoro anni '90 (746 reti più 26 nelle rassegne giovanili, che fanno 772), oggi CR7 è il secondo cannoniere più prolifico della storia del calcio.

Chi è il primo? La bandiere "prussiana" dello Slavia Praga - prima e dopo il secondo conflitto mondiale - Josef "Pepi" Bican, il cui contatore si è attestato a 805 gol in carriera, quando all'epoca le sfide in nazionale giovanile non venivano contemplate.

Insomma, la morale è questa: che si parta da 756 o da 774, Cristiano Ronaldo diventerà presto il calciatore più prolifico della storia di questo sport. O, per lo meno, non smetterà fintanto che non ci sarà riuscito.

Oppure dalle sue gambe atomiche chiederà ancora di più, ovvero arrivare a quota mille? Per farlo dovrebbe marciare a una media di quasi 50 gol nei prossimi 5 anni, ammesso e non concesso che la sua carriera prosegua verso i 40-41 anni di età... anagrafica. Possibile?

Ognuno, ovviamente, ha la propria idea. Noi, per le scommesse punteremmo decisamente sul sì!

Il confronto con Pelé: quali gol pesano di più?

Certamente si può disquisire se siano stati più pesanti i suoi gol o quelli di Pelé. Si è sempre quasi "rimproverato" il centravanti brasiliano di non aver mai lasciato il Santos, senza confrontarsi con il calcio europeo, quello più difficile.

Ma, attenzione, quel Santos, grazie alle sue reti, è stato guidato per ben due volte alla vittoria della Coppa Intercontinentale, quando ancora la sfida era di andata e ritorno: nel 1962 contro il Benfica di Eusebio (620 reti in carriera per lui) e, l'anno successivo, contro il Milan di Gianni Rivera e Giovanni Trapattoni (in campo a tampinarlo) in una sfida che, addirittura, ebbe bisogno di una terza partita dopo i due 4-2 "a specchio" nei due match.

La contesa ai calci di rigore, infatti, non era ancora stata inventata. Per non parlare dei Mondiali: Edson Arantes do Nascimento, seppur con una Selecao piena di campioni, ne ha griffati ben "tre", nel 1958, 1962 e 1970.

L'incredibile rapporto con la Champions League

Cristiano Ronaldo, da par suo, tra la miriade di successi (individuali e di squadra) conquistati a suon di 141 gol messi a segno in Champions, può fregiarsi di essere uno dei tre calciatori della storia (insieme a Velibor Vasovic e Mario Mandzukic) ad aver segnato in finale di Champions League con due maglie diverse.

La tipica esultanza di CR7

Prima delle 4 coppe dalle grande orecchie alzate con la maglia del Real Madrid, sempre da favorito per le scommesse calcio, quella nel 2008 con il Manchester United contro il Chelsea, aprendo il match di Mosca al 25' prima del pareggio di Frank Lampard e la vittoria ai rigori dei Red Devils.

Ironia della sorte chi fu l'unico a sbagliare (con parata di Cech) della band di Sir Alex Ferguson: ebbene sì, proprio Cristiano Ronaldo.

*Le immagini dell'articolo sono tutte distribuite da Alamy. 

June 28, 2025
Stefano Fonsato
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Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.

 

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New Balance calcio | AS Roma 2021 in Italia | Maglie da calcio

Sembra confermata l’anticipazione che indicava la New Balance, la holding di abbigliamento sportivo con più possibilità di vestire l’AS Roma dal 1 luglio 2021. L’azienda di Boston è destinata, così, ad entrare anche nel mercato della serie A.

In attesa di capire quali saranno le dinamiche commerciali, che riguarderanno sicuramente anche il logo storico, magari cucito su una seconda maglia, tanto caro ai lupetti, il nuovo accordo favorirà sicuramente la società giallorossa rispetto alle condizioni contrattuali molto rigide con lo sponsor tecnico precedente.

Ripercorriamo le tappe principali che hanno fatto di New Balance un marchio importante, anche nel mondo del calcio!

Lo sbarco In Europa di New Balance

La Champions del 2019

Le squadre New Balance

Il testimonial calcistico

La finale tutta NB

La storia 

Rispetto a competitors come la Nike, il marchio NB ha un percorso ultracentenario che parte addirittura da plantari di qualità per arrivare alle scarpe da corsa più performanti.

La famosa sneaker con la N maiuscola come logo è una delle scarpe più indossate del mondo, tra l’altro il primo modello che, come evidenziato da gqitalia ha superato il prezzo al pubblico di 100 dollari!

Una curiosità che è propria solo della “Nuovo Equilibrio”, i modelli non hanno un nome specifico, ma si distinguono per una combinazione di tre numeri: le cifre vanno sdoppiate e se il primo numero indica il grado di novità di ricerche scientifiche del prodotto, gli altri due la serie della scarpa.


Lo sbarco in Europa

La prima grande squadra di calcio che ha indossato le maglie confezionate nella sede britannica di Flimby, paese della costa inglese, è naturalmente il Liverpool. 

In realtà, NB rileva l’importante contratto che regola i rapporti tra la leggendaria compagine di Anfield e la Warrior, società controllata proprio dalla Holding del Massachusetts, che ha battuto per un paio di stagioni la strada calcistica. Ricordiamo Warrior anche sulle maglie del Porto, altra squadra ereditata da NB!


La Champions del 2019

Con l’elegante divisa rossa marchiata NB, i ragazzi di Klopp si sono laureati campioni d’Europa a Madrid.
Nel trionfante cammino europeo della stagione 2018/2019, la formazione “protetta”, è davvero il caso di dirlo, dal grande goleiro Alisson Becker, decisiva la sua sensazionale parata su Milik per passare i gironi, ha sfoggiato una sgargiante maglia viola nella trasferta di Belgrado ed una bellissimissima divisa tutta bianca nella lunga notte di Barcellona.

Alisson, invece, tra i pali, ha alternato la maglia da portiere gialla a quella rosa shocking.

Una grandissima deviazione di Alisson!

Molto curata anche la scelta dei colori per il logo NB ed il simbolo.

La fortunata partnership tra Liverpool e New Balance non ha avuto, però, un lieto fine: il contratto, in scadenza al 31 maggio 2020 e prolungato di qualche settimana, in considerazione al ritardo della conclusione della stagione sportiva, è finito, infatti, in tribunale ed all’azienda americana non è stato riconosciuto in tribunale il diritto di prelazione e di pareggiare l’offerta della Nike alla Fenway Sports Group, proprietaria del club, per i prossimi anni!

Altre squadre

La scelta strategica dei team sui quali puntare è frutto, naturalmente, di un’elaborata strategia commerciale su scala globale. Così, New Balance non investe in Spagna su uno delle tre grandi, ma sceglie prima il Siviglia e poi l’Athletic Bilbao, espressione di un sano ed unico fanatismo calcistico!

Stessa ratio avrà di certo accompagnato la scelta di vestire i Celtic di Glasgow fino all'estate 2020. Ancora, in Francia la frizzante rosa del Lille testimonia alla perfezione un brand sempre giovanile e dinamico; in Portogallo il popolo dei Dragoes segue quotidianamente la squadra di Sergio Conceiçao!

La NB veste anche diverse rappresentative nazionali, tra le quali Costa Rica e Panama. Più facile per noi appassionati di calcio internazionale, ammirare le bellissime maglie verdi dell’EIRE!

Il testimonial calcistico

NB ha investito pesantemente anche sulla velocità e tecnica dell'attaccante senegalese, Sadio Manè. L'ex Saints, agli ordini di Klopp ha trovato la continuità della rete avversario; non può più essere classificato solo come attaccante esterno, ma è una punta moderna che, partendo da sinistra, copre l'intero fronte offensivo!

Ben 40 reti nelle ultime due Premier per il ragazzo di Sédhiou ed un totale complessivo di gol con i Reds che va per i 100 in tutte le competizioni!

La finale tutta NB

Nella recente avventura calcistica dell’azienda nel calcio europeo, c’è una data davvero speciale, il 18 maggio 2016. A Basilea, per la finale di Europa League, sono in campo Liverpool e Siviglia, entrambe con le mute New Balance!

Inutile ricordarvi chi ha vinto per 3-1 per le scommesse calcio, vista il sinonimo che abbiamo dato più volte alla seconda manifestazione continentale per club... la Siviglia League!

*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Martin Meissner e Manu Fernandez. Prima pubblicazione 6 gennaio 2021.

March 17, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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