Il Calendario Sportivo 2021

Ecco l'imperdibile calendario sportivo del 2021: un anno di sport diviso mese per mese!

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

GENNAIO 2021

2 gennaio - Calcio, Premier League, 17° giornata, Chelsea-Manchester City;      
3 gennaio - Calcio, Serie A, 15° giornata, Atalanta-Sassuolo, ore 15;
3 gennaio - Calcio, Liga, 15° giornata, Real Madrid-Celta Vigo;

3-15 gennnaio - Tutto il Resto, Rally Dakar 2021;
5 gennaio - Tennis, Delray Beach, ATP 250, Florida;
6 gennaio - Calcio, Serie A, 16° giornata, Milan-Juventus;
6 gennaio - Calcio, Liga, recupero 2° giornata, Athletic Bilbao-Barcellona;
10 gennaio - Calcio, Serie A, 17° giornata, Roma-Inter, ore 12.30 (DAZN);
10 gennaio - Basket, Serie A, 15° giornata, Dinamo Sassari-Cantù;
11-17 gennaio - Calcio, Supercoppa spagnola, Arabia Saudita;
12 gennaio - Calcio, Premier League, 18 giornata, Leicester City- Chelsea;

Un'immagine di Roma-Juventus

Foto Gregorio Borgia (AP Photo).

12 gennaio - Calcio, Liga, recupero 1° giornata, Atletico Madrid-Siviglia;

12 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Milan - Torino;

13 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Fiorentina - Inter;

13 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Napoli - Empoli;

13 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Juventus - Genoa;

14 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Sassuolo - SPAL;

14 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Atalanta - Cagliari;

15 gennaio - Calcio, Serie A, 18° giornata, Lazio-Roma, ore 20.45 (SKY);
16 gennaio - Calcio, Premier League, 19 giornata, Liverpool- Manchester United;
17 gennaio - Calcio, Serie A, 18° giornata, Inter-Juve, ore 20.45 (SKY);
17 gennaio - Basket, Serie A, 16° giornata, Cremona-Trieste;
18 gennaio – 31 gennaio, Tennis - Australian Open, Melbourne;

19 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Roma - Spezia;

20 gennaio, Calcio, Supercoppa italiana, Juventus - Napoli, Reggio Emilia;

21 gennaio - Calcio, Coppa Italia, ottavi di finale Lazio - Parma;
23 gennaio - Calcio, Serie A, 19° giornata, Milan-Atalanta, ore 18 (SKY);
24 gennaio - Calcio, Ligue 1, 21° giornata, Monaco – Marsiglia;
24 gennaio - Basket, Serie A, 17° giornata, Varese-Fortitudo Bologna;
27 gennaio - Calcio, Premier League, 20°  giornata, Tottenham - Liverpool
30 gennaio - Calcio, Premier League, 21° giornata, Arsenal – Manchester United;
31 gennaio - Calcio, Serie A, 20° giornata, Atalanta-Lazio, ore 15 (DAZN);
31 gennaio - Basket, Serie A, 18° giornata, Milano-Trieste,

31 gennaio - Tennis, Sidney, ATP 250, Adelaide, Melbourne;

Un gol dell'Arsenal allo United!Foto Matt Dunham (AP Photo)    


FEBBRAIO 2021

1 febbraio - Tennis, ATP Cup, Melbourne;

3 febbraio - Calcio, Premier League, 22° giornata, Tottenham – Chelsea;
6 febbraio - Calcio, Premier League, 23° giornata, Liverpool – Manchester City

Il trofeo Vince Lombardi

Foto David J. Phillip (AP Photo)

6 febbraio - Calcio, Serie A, 21° giornata, Juventus-Roma, ore 18 (SKY);

7 febbraio - Football    NFL, Super Bowl, Tampa;
7 febbraio - Calcio, Ligue 1, 24° giornata, Marsiglia-Paris;

8 febbraio - Tennis, Australian Open, Melbourne;
10 febbraio - Calcio, FA Cup, quinto turno;
13 febbraio - Calcio, Premier League, 24° giornata, Leicester City-Liverpool;
13 febbraio - Calcio, Serie A, 22° giornata, Napoli-Juventus, ore 18 (SKY);
16-17 febbraio - Calcio, Champions League, Ottavi di finale, andata;
18 febbraio - Calcio, Europa League, Sedicesimi di finale, andata;
20 febbraio - Calcio, Premier League, 25° giornata, Arsenal-Manchester City; 
21 febbraio - Calcio, Serie A, 23° giornata, Milan-Inter;

Uno scatto del derby d Milano

Foto Luca Bruno (AP Photo)

20 - 28 febbraio ATP 250 Cordoba Open, Cordoba
21 - 28 febbraio ATP 250 Open Sud De France, Montpellier
21 febbraio - Calcio, Ligue 1, 26° giornata, Paris-Monaco;
23-24 febbraio -  Calcio, Champions League, Ottavi di finale, andata;
25 febbraio - Calcio, Europa League, Sedicesimi di finale, ritorno;    
27 febbraio - Calcio, Premier League, 26° giornata, Chelsea-Manchester United;

27 febbraio - 7 marzo ATP 500 ABN Amro World Tennis Tournament, Rotterdam
27 febbraio - 7 marzo ATP 250 Argentina Open, Buenos Aires
28 febbraio - Calcio, Serie A, 24° giornata, Roma-Milan, ore 20.45 (SKY);
28 febbraio - Calcio, Ligue 1, 27° giornata, Marsiglia-Lione;
28 febbraio -  Calcio, Liga, 25° giornata, Siviglia-Barcellona;
28 febbraio - Basket, Serie A, 20° giornata, Bologna-Varese.

MARZO 2021

3 marzo - Calcio, Serie A, 25° giornata, Genoa-Sampdoria;

6 marzo - Calcio, Serie A, 26° giornata, Juventus-Lazio;

6 marzo - Calcio, Bundesliga, 24°  giornata, Bayern Monaco Borussia Dortmund;
6 marzo - Calcio, Premier League, 27° giornata, Manchester City -Manchester United;
7 marzo - Basket, Serie A, 21° giornata, Trieste-Cantù;

6 - 13 marzo ATP 250 Qatar Open, Doha
6 - 14 marzo ATP 250 Chile Open, Santiago
7 - 14 marzo ATP 250 Open 13 Provence, Marsiglia
9-10 marzo - Calcio, Champions League, Ottavi di finale, ritorno;
11 marzo - Calcio, Europa League, Ottavi di finale, andata;
13 marzo - Calcio, Premier League, 28° giornata, Arsenal-Tottenham;

13 - 20 marzo ATP 500 Open del Messico, Acapulco
14 marzo - Calcio, Serie A, 27° giornata, Milan-Napoli;

14 marzo - Basket, Serie A, 22° giornata, Treviso-Fortitudo;
16-17 marzo - Calcio, Champions League, Ottavi di finale, ritorno;    
18 marzo - Calcio, Europa League, Ottavi di finale, ritorno;    
19 marzo - Calcio, Champions League, sorteggio quarti di finale e semifinale;
20 marzo -   Calcio, Premier League, 29° giornata, Liverpool-Chelsea; 
20 marzo - Calcio, FA Cup, Quarti di finale;     

City campione nel 2019

Foto Tim Ireland (AP Photo)

21 marzo - Calcio, Serie A, 28° giornata, Roma-Napoli;
21 marzo - Calcio, Ligue 1, 30° giornata, Lione-Paris;
21 marzo - Basket, Serie A, 23° giornata, Milano-Cantù;
28 marzo - Basket, Serie A, 24° giornata, Bologna-Fortitudo Bologna,

28 marzo - Formula 1, GP Bahrein, Sakhir.

APRILE 2021

2-3-4 aprile - Basket, Coppa Italia – Final Eight;
3 aprile - Calcio, Serie A, 29° giornata, Torino-Juventus;
3 aprile - Basket, Serie A, 25° giornata, Milano-Varese;
3 aprile - Calcio, Bundesliga, 27°  giornata, Lipsia-Bayern Monaco;
3 aprile - Calcio, Premier League, 30° giornata, Arsenal-Liverpool;
4 aprile -  Calcio, Liga, 29° giornata, Siviglia-Atletico Madrid;
6-7 aprile - Calcio, Champions League, Quarti di finale, andata;
8 aprile - Calcio, Europa League, Quarti di finale, andata;
10 aprile - Calcio, Premier League, 31° giornata, Tottenham-Manchester United;
11 aprile - Calcio, Serie A, 30° giornata, Fiorentina-Atalanta;
11 aprile - Basket, Serie A, 26° giornata, Reyer-Brescia;
11 aprile -  Calcio, Liga, 30° giornata, Real Madrid-Barcellona;

Il super clasico!

Foto Manu Fernandez (AP Photo)

13-14 aprile - Calcio, Champions League, Quarti di finale, ritorno;
14 aprile - Basket, Serie A, 27° giornata, Bologna-Treviso;

15 aprile - Calcio, Europa League, Quarti di finale, ritorno;
17 aprile - Calcio, FA Cup, semifinali;
17 aprile - Calcio, Premier League, 32° giornata, Everton-Tottenham;

L'attaccante degli Spurs sempre implacabile!

Foto Adam Davy (AP Photo)

18 aprile - Formula 1, GP Italia, Imola;

18 aprile - Calcio, Serie A, 31° giornata, Atalanta-Juventus;
18 aprile - Basket, Serie A, 28° giornata, Milano-Bologna;
21 aprile - Calcio, Bundesliga, 30°  giornata, Bayern Monaco- Bayer Leverkusen;   
21 aprile - Calcio, Serie A, 32° giornata, Napoli-Lazio;
21 aprile - Ciclismo, Parigi-Roubaix;
24 aprile - Calcio, Premier League, 33° giornata, Arsenal-Everton;
25 aprile - Calcio, Serie A, 33° giornata, Lazio-Milan;
25 aprile - Calcio, Ligue 1, 34° giornata, Lione-Lille;
27-28 aprile - Calcio, Champions League, Semifinale, andata;
29 aprile - Calcio, Europa League, Semifinale, andata.

MAGGIO 2021

1 maggio - Calcio, Premier League, 34° giornata, Manchester United - Liverpool;
2 maggio - Calcio, Serie A, 34° giornata, Udinese-Juventus;

2 maggio - Formula 1, GP, sede da confermare;;
6  maggio - Calcio, Champions League, Semifinale, ritorno;
7 maggio - Calcio, Europa League, Semifinale, ritorno;
8 maggio - Calcio, Premier League, 35° giornata, Manchester City – Chelsea;

La terna arbitrale in Premier

Foto di Dave Thompson (AP Photo)


9 maggio - Formula 1, GP Spagna, Barcellona;

9 maggio - Calcio, Serie A, 35° giornata, Juventus-Milan;
9 maggio -  Calcio, Liga, 35° giornata, Real Madrid-Siviglia;
9 maggio -  Calcio, Liga, 35° giornata, Barcellona-Atletico Madrid;
12 maggio - Calcio, Serie A, 36° giornata, Inter-Roma;
12 maggio - Calcio, Premier League, 36° giornata, Chelsea - Arsenal;
15 maggio - Calcio, FA Cup, finale;
15 maggio - Calcio, Premier League, 37° giornata, Chelsea-Leicester City;
16 maggio - Calcio, Serie A, 37° giornata, Juventus-Inter;
19 maggio - Calcio, Finale Coppa Italia, Milano;  

Napoli vittorioso nel 2020!Foto Andrew Medichini (AP Photo) 

23 maggio - Formula 1, GP Principato di Monaco, Montecarlo;

23 maggio - Calcio, Serie A, 38° ed ultima giornata, Atalanta-Milan;
23 maggio - Calcio, Premier League, 38° ed ultima giornata, Manchester City – Everton;
26 maggio - Calcio, Europa League, Finale, Danzica, Polonia;
28-31 maggio - Basket, Euroleague – Final Four, Colonia, Germania;
29 maggio - Calcio, Champions League, Finale, Istanbul, Turchia.

GIUGNO 2021

5 giugno - Basket, inizio NBA Finals;

6 giugno - Formula 1, GP Azerbaijan, Baku;
11 giugno - Calcio, Euro 2020, gara inaugurale, Turchia-Italia, Roma, ore 21;

Un'esultanza azzurra (in maglia verde) all'Olimpico!

Foto Alessandra Tarantino (AP Photo)

11 giugno - 10 luglio, Coppa America, Argentina, Colombia;

13 giugno - Formula 1, GP Canada, Montreal;

16 giugno - Calcio, Euro 2020, Italia-Svizzera, Roma, ore 21;
20 giugno - Calcio, Euro 2020, Italia-Galles, Roma, ore 18;
23 giugno-11 luglio - Tennis, Wimbledon, Londra;

26 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Amsterdam;
26 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Londra;
27 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Budapest;
27 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Bilbao;

27 giugno - Formula 1, GP Francia, Le Castellet;

Lo Starting Eleven della Francia durante le qualificazioni!

Foto di Francois Mori (AP Photo).

28 giugno -  Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Copenaghen;
28 giugno -  Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale,  Bucarest;

29 giugno-4 luglio, Basket - qualificazioni olimpiche, Serbia;
29 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Dublino;
29 giugno - Calcio, Euro 2020 – ottavo di finale, Glasgow.

LUGLIO 2021

2 luglio - Calcio, Euro 2020, quarto di finale, San Pietroburgo;
2 luglio - Calcio, Euro 2020,  quarto di finale, Monaco;

La formazione inglese!

Foto di Visar Kryeziu (AP Photo).

3 luglio - Calcio, Euro 2020, quarto di finale, Baku;
3 luglio - Calcio, Euro 2020, quarto di finale, Roma;

4 luglio - Formula 1, GP Austria, Spielberg;
6 luglio - Calcio, Euro 2020, semifinale, Londra;
7 luglio - Calcio, Euro 2020, semifinale, Londra;
10 luglio - Calcio - Coppa America - Finale, Barranquilla;

Leo Messi cerca il primo titolo con l'Argentina!

Foto Fernando Vergara (AP Photo)

11 luglio -  Calcio - Euro 2020 – Finale, Londra;

10 luglio - Calcio - Coppa America - Finale, Barranquilla;

18 luglio - Formula 1, GP Gran Bretagna, Silverstone;

23 luglio -  Olimpiadi, cerimonia d'apertura dei Giochi della XXXII Olimpiade,Tokyo.

AGOSTO 2021

1 agosto - Formula 1, GP Ungheria, Budapest;

8 agosto -  Olimpiadi, cerimonia di chiusura dei Giochi della XXXII Olimpiade,Tokyo;

Federica Pellegrini

Foto Lee Jin-man (AP Photo)

24 agosto-5 settembre, Giochi Paralimpici di Tokyo;

29 agosto - Formula 1, GP Belgio, Spa.

SETTEMBRE 2021

5 settembre - Formula 1, GP Olanda, Zandvoort;
12 settembre - Formula 1, GP d'Italia, Monza;
26 settembre - Formula 1, GP Russia, Soci;

24-26 settembre - Tennis, Laver Cup, Boston.

Nadal

OTTOBRE 2021

3 ottobre - Formula 1, GP Singapore, Singapore;

6-10 ottobre, Calcio, Final 4 Nations League, Italia;

10 ottobre - Formula 1, GP Giappone, Suzuka;

24 ottobre - Formula 1, GP USA, Austin;

24-31 ottobre, Tennis, ATP 500 di Basilea,


31 ottobre - Formula 1, GP Messico, Città del Messico;

Un'immagine di Inghilterra - Svizzera

Foto di Luis Vieira (AP Photo).

NOVEMBRE 2021

14-21 novembre, Tennis, ATP Finals, Torino;

Un'immagine delle ATP Finals del 2010 a Londra

7 novembre - Formula 1, GP Brasile, San Paolo;

21 novembre - Formula 1, GP Australia, Melbourne;
 

 

 

DICEMBRE 2021

5 dicembre - Formula 1, GP Arabia Saudita, Jeddah;

12 dicembre - Formula 1, GP Abu Dhabi, Abu Dhabi.

Hamilton, l'uomo dei record!
Foto di Manu Fernandez (AP Photo).

 

January 12, 2021
888sport
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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L'evoluzione della figura del guardalinee

E' nel 1996 che, per la prima volte, il termine "guardalinee" iniziò a essere rivisto dall'Ifab, l'International Football Association Board. A beneficio di un altro sostantivo, più qualificante, a tutto tondo e che, al suo interno, già prefigurava la modernità a cui stava andando in contro questo tipo di ruolo: "assistente arbitrale", siglato successivamente "AA" nelle distinte da compilare per gli addetti ai lavori. Una figura del circo calcistico che per decenni è rimasta nell'ambito della pura manovalanza, salvo poi nobilitarsi nei tempi contemporanei.

Fino al termine degli anni Ottanta, inoltre, non esisteva un ruolo specifico da guardalinee e la funzione era immancabilmente assolta da ex arbitri o colleghi sezionali dei fischietti che dirigevano in Serie A. E, per l'appunto, solo in epoca modernissima è stato istituito (dall'Aia) un corso che definisse precisamente la nuova figura del guardalinee.

Esattamente come gli arbitri, si tratta di un punto di partenza: da qui, la possibilità di crescere e scalare le categorie fino al massimo campionato italiano. La regola numero 6 del regolamento arbitrale che definisce tutti i loro compiti.

Una figura riconosciuta e nobilitata

Si diceva della sigla "AA". Una prima curiosità, quando si legge una distinta ufficiale, chi sarà l'AA1 e chi l'AA2? Semplicissimo: il primo corrisponde all'assistente arbitrale che corre lungo la linea delle panchine, il secondo quello dalla parte opposta. La coppia di guardalinee, che con l'arbitro forma la cosiddetta "terna", viene designata dal Comitato Regionale Arbitri dalla Promozione in poi, con la possibilità che i tre soggetti provengano anche da tre sezioni diverse.

Dalla Prima alla Terza Categoria, infatti, per evidenti ragioni di budget, sono invece le società contendenti a fornire il nome di un tesserato (dirigente accompagnatore, quand'anche un semplice panchinaro) che svolgerà le funzioni di guardalinee.

Le principali funzioni

Quali sono, quindi, le principali funzioni dell'assistente arbitrale (dalla Promozione in su)? Anzitutto, segnalare la chiamata di fuorigioco, indicare quando la palla è uscita completamente dal perimetro di gioco, quale squadra deve riprenderlo (il gioco) stabilendo chi sia stato a toccare per ultimo il pallone prima che uscisse; avvisare l'arbitro nel caso un'infrazione sia avvenuta dalle sue parti, richiamare l'attenzione del collega - alzando in orizzontale la bandierina a scacchi gialloarancione - in caso di sostituzione (tra i professionisti, dopo la segnalazione del quarto uomo, che interloquisce con le panchine).

Ancora, controllare e vigilare, sul regolare comportamento degli occupanti delle due panchine. Infine, in caso di comportamenti non consoni allo spirito del gioco (insulti, proteste e quant'altro) il guardalinee dovrà informare l'arbitro che prenderà i dovuti provvedimenti, decisivi anche per le scommesse calcio!

L'avvento della tecnologia  

Naturalmente, l'avvento del VAR ha comunque riassestato l'apporto degli assistenti arbitrali. Il direttore di gara ha un importante ausilio in più, quello dell'occhio elettronico, che interviene in occasione degli offside, degli interventi fallosi che determinano un calcio di rigore, ma non solo. Oltre al VAR, una vera e propria rivoluzione era già stata attuata dall'avvento della Goal Line Technology che ha completamente debellato, senza discussioni, le polemiche sui gol fantasma.

Quante volte, il guardalinee è stato fondamentale - sia in positivo che in negativo - per determinare l'amletico quesito del "gol-non gol"? Per un certo periodo, si era provato ad affidarsi anche a due ulteriori guardalinee, ovvero gli assistenti di porta. Esperimento, va detto, non del tutto riuscito.

Le direzioni della bandierina a scacchi gialloarancione

I guardalinee, o assistenti arbitrali che dir si voglia, restano comunque una vera e propria estensione dell'arbitro, con cui c'è grandissima collaborazione. I movimenti della bandierina a scacchi gialloarancione vengono dati per scontati, tuttavia è molto importante e interessante ricordare quali sono, a seconda dei diversi avvenimenti di una partita. La rimessa laterale viene segnalata con il braccio che regge la bandierina teso e parallelo al terreno, oppure a 45 gradi. E con essa viene indicata anche la cosiddetta "direzione".

Quando un calciatore difendente tocca per ultimo il pallone, che finisce oltre la linea di fondo, il guardalinee (o assistente) deve anzitutto alzare con la mano destra la bandierina in posizione verticale per segnalare che il pallone non è più in gioco e correre verso la bandierina del corner. Sistemato il pallone nell'archetto dell'angolo, generalmente il guardalinee compie un breve cenno all'arbitro per confermare che tutto è regolare per poter riprendere il gioco.

Detto delle sostituzioni con la bandierina alzata "a manubrio" e tenuta in orizzontale, nel lato opposto viene invece esibita in caso di calcio di rinvio, così come nel caso dei falli laterali e del fuorigioco. In caso di gol. la bandierina, insieme alla corsa del guardalinee, punta quindi la metà campo.

I compensi

Quanto guadagnano i guardalinee a seconda delle competizioni? Quasi sempre, circa il 50% in meno dei colleghi arbitri. Parlando - sempre - in termini di cifre "lorde", in campo internazionale, 1440 euro all'inizio e 1740 a partire dai quarti di finale dei tornei Uefa e Fifa. In Serie A, mediamente, si parla di mille euro a match (500 per il quarto uomo). A scalare, 400 euro per ogni partita di Serie B e 100 in C.

*L'immagine di apertura è di Luca Bruno (AP Photo).

 
October 12, 2020
Stefano Fonsato
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Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.

 

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Stipendi e clausole: occhio a non retrocedere!

Il mercato è finito, tanto in Serie A quanto in quelle inferiori.

Monza regina del mercato

I più pagati in Serie B

Il contratto più oneroso in Championship

Il caso Micah Richards

E se nel massimo campionato a fare rumore sono stati gli acquisti di Chiesa, Osimhen e Arthur, tanto per citare i più costosi, c’è stato un trasferimento abbastanza clamoroso in Serie B.

Monza regina del mercato

Al Monza di Berlusconi e Galliani si è unito un vecchio amico del Cavaliere e del Dottore: Kevin-Prince Boateng. Il trequartista ghanese evoca certamente buonissimi ricordi alla dirigenza del club brianzolo, considerando che assieme hanno conquistato l’ultimo scudetto della storia del Milan, quello del 2010/11 con in panchina Max Allegri. Un ottimo viatico per una società ambiziosa che punta al doppio salto.

Il Condor Galliani!

Per vedere il Boa scendere di categoria, però, c’è stato bisogno di un certosino lavoro da parte di Galliani. Che se per quello che riguarda il progetto sportivo non avrà certamente avuto bisogno di convincere Boateng della bontà del futuro del club, forse ha avuto qualche problema in più dal punto di vista economico. Il Monza, tra le favorite per il doppio salto di categoria per le scommesse Serie B  è una realtà in crescita, ma uno come l’ex Milan e Barcellona sul monte ingaggi pesa eccome.

L’ultimo stipendio da Serie A di Boateng, quello che fino a qualche giorno fa gli corrispondeva la Fiorentina, era di 1,3 milioni di euro. Non tantissimo nel calcio attuale, ma troppo per chi vuole far quadrare i conti. Ecco perché, come ha spiegato Galliani, c’è stato bisogno di un sacrificio da parte del calciatore.

L’AD del Monza non ha parlato di cifre ben precise, ma ci ha tenuto a precisare che, tra stipendio da parte del club brianzolo e buonuscita da parte della Fiorentina (che comunque ha tolto dal libro paga un calciatore fuori dal progetto), Boateng percepirà comunque meno di quello che avrebbe visto arrivare sul suo conto se fosse rimasto al Franchi da fuori rosa.

I più pagati in Serie B

Dunque, se i calcoli di Galliani sono esatti (e non c’è motivo per cui non lo siano), probabile che il Boa non sia il calciatore più pagato della Serie B. Sul gradino più alto del podio era salito, prima di intraprendere l'avventura da commentatore a DAZN, ancora una volta Emanuele Giaccherini, capitano del Chievo Verona.

Il tutto perché il pupillo di Conte, che lo ha sempre tenuto in altissima considerazione sia ai tempi della Juventus che in Nazionale, si porta ancora dietro il contratto da un milione di euro (850mila euro fissi, più 150mila in premi) risalente a quando i Mussi Volanti giocavano in Serie A.

Normale dunque che le cifre percepite da Giak risultino sensibilmente più alte rispetto a quelle dei colleghi. Era già successo in precedenza, quando Pazzini, sceso in B con il suo Verona, guadagnava anche lui un milione di euro netti a stagione, grazie anche al paracadute che bilanciava le perdite del club scaligero!

Il contratto più oneroso in Championship

Nulla però rispetto alle situazioni che si possono incontrare in giro per l’Europa, in particolare in Premier League. Il campionato più ricco del mondo offre stipendi che nessun altro torneo può pareggiare, non tanto alle sue stelle quanto ai calciatori di medio livello. E succede dunque che chi retrocede lo faccia portandosi dietro contratti faraonici, firmati quando la possibilità di scendere di livello in Championship non sembrava altro che un lontano spauracchio.

Esemplare in questo senso il caso di Jack Rodwell, che ha contribuito non poco negli ultimi anni alle…sfortune del Sunderland. Il club biancorosso ha acquistato l’ex calciatore del Manchester City nel 2014 facendogli firmare un quinquennale da 3,8 milioni di sterline a stagione. Cifra davvero alta, ma in linea con i parametri della Premier League. Peccato che il suo sia l’unico contratto della rosa che non preveda una clausola che decurti l’ingaggio in caso di retrocessione.

Jack Rodwell contro il City!

Quando i Black Cats finiscono in Championship nel 2017, lo stipendio di Rodwell resta quindi invariato. Il Sunderland spera di tornare immediatamente in Premier, ma nella stagione 2017/18, la prima a essere immortalata nel documentario Sunderland Till I Die, il club riesce addirittura a retrocedere in League One, la terza serie inglese. Solo a quel punto arriva un taglio per Rodwell, che comunque dovrebbe percepire 2,3 milioni di sterline, una cifra spropositata per la categoria. Dovrebbe, perché a novembre 2018 club e calciatore trovano un accordo per rescindere il contratto.

Il caso Micah Richards

Un’altra storia niente male al riguardo è quella di Micah Richards. L’ex difensore della Fiorentina è tornato nella sua Birmingham per chiudere la carriera con la maglia dell’Aston Villa. Per lui stipendio da quasi 4 milioni in Premier League, poi decurtato con la retrocessione dei Villans in Championship. Ma se oltre due milioni di sterline l’anno non sembrano poi troppi, c’è una questione abbastanza particolare.

Micah Richards nell'esperienza a Firenze!

Tra l’agosto 2015, dopo la retrocessione, e il 2019, Richards gioca appena tre partite, tutte nella prima stagione nella seconda serie, a causa degli infortuni, che da sempre gli hanno reso la vita impossibile.

Ma l’assurdità è nel contratto dell’ex difensore: nella stagione 2017/18 l’Aston Villa arriva al quarto posto e si gioca la finale playoff contro il Fulham in un incontro sulla carta equilibrato per le scommesse calcio. Lo perde, per la disperazione dei suoi tifosi, delle casse societarie (con la dirigenza che già assaporava la pioggia di milioni garantiti dalla Premier League) ma anche…di Richards. Che, in caso di promozione, avrebbe visto il suo stipendio tornare a quattro milioni anche se non giocava da due anni.

Insomma, quando si retrocede, occhio agli stipendi e alle clausole. Ne va della bontà… dei bilanci.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 10 ottobre 2020.

 
October 21, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Azzurrini, tra panchina e prestiti!

Molti anni fa, la nazionale under-21 era la vera e propria anticamera della selezione maggiore. Gettando un’occhiata alle convocazioni dei CT era possibile intravedere con una certa dose di certezza buona parte della nazionale degli anni successivi. Certo, c’era chi non rispettava le aspettative e chi invece (come Luca Toni o Fabio Grosso) spuntava fuori ad alti livelli con qualche anno di ritardo, saltando a piè pari la fase delle giovanili.

Ma insomma, il nucleo dell’Italia al Mondiale 1990 era quello di Vicini quando era selezionatore dell’Under, così come il gruppo che ha vinto il mondiale nel 2006 è in gran parte figlio delle squadre di Cesare Maldini, Marco Tardelli e Claudio Gentile.

Ora invece guardare alle convocazioni dell’Under-21 non regala alcun tipo di certezza. Perché in fondo, a ben vedere, non ne hanno neanche i ragazzi convocati. E lo dimostrano tranquillamente le ultime scelte da parte del CT Nicolato. Escludendo alcuni casi, come quelli di Bastoni, di Tonali e del nuovo jolly difensivo della Juventus Frabotta, i calciatori azzurri possono essere divisi in due grandi gruppi: quelli che giocano con difficoltà nella propria squadra e quelli che invece sono stati prestati altrove.  

Una spiegazione assurda

Una situazione che deriva da una serie di motivi che stanno impoverendo sempre più la capacità dell’Under-21 di formare nuove stelle per la nazionale maggiore, al punto che, sempre più spesso, si preferisce inserire i nuovi talenti (Zaniolo è l’esempio più recente) direttamente nella selezione A. 

Il punto principale è che i giovani non trovano molto spazio in Serie A, in particolare nelle big. Difficile trovare un tecnico che non abbia qualche ritrosia nel far giocare in pianta stabile le stelline che arrivano dal vivaio. In Italia una situazione come quella del Borussia Dortmund, in cui spesso il classe 2000 Haaland è il più vecchio del reparto offensivo, è difficilmente replicabile.

Ci sono eccezioni, come appunto Tonali o Bastoni, ma la loro presenza in Under-21 somiglia più a un “prestito” da parte di Mancini piuttosto che a una convocazione vera e propria. Quelli che invece rappresentano l’ossatura della selezione sono, paradossalmente, quelli che hanno più problemi a trovare una collocazione fissa nelle loro squadre.

Gli esempi più lampanti sono quelli di Cutrone, Scamacca e Pinamonti, trio d’attacco azzurro che però il campo in Serie A lo vede con parecchia difficoltà. Sia l’attaccante del Genoa che quello della Fiorentina hanno addirittura tentato la carta dell’avventura all’estero, al PSV e al Wolverhampton, ma sono entrambi rientrati in patria a fare i conti con la situazione dei giovani italiani.

Scamacca è in prestito al Genoa dal Sassuolo, che non gli poteva garantire minutaggio sufficiente. Cutrone è alla Fiorentina, anche lui in prestito dai Wolves, e nelle prime tre giornate di campionato 2020/2021 ha raccolto appena 43 minuti, partendo alle spalle di Vlahovic e di Kouamè nelle gerarchie di Iachini. Peggio ancora va a Pinamonti, che ha all’attivo tre panchine e non ha molte speranze, nonostante il contratto milionario, di soppiantare uno tra Lukaku e Lautaro nell’Inter di Conte.

L'ipervalutazione

Storie che raccontano diverse facce della stessa medaglia, quella dell’ipervalutazione dei giovani. Pinamonti sembrava destinato ad andare al Parma in uno scambio con Gervinho, ma poi non se n’è fatto nulla perché i club non hanno trovato un accordo sulla valutazione del calciatore. Scamacca è all’ennesimo prestito (Cremonese, PEC Zwolle, Ascoli e Genoa) da quando è arrivato al Sassuolo. Eppure una volta, quando un giovane non sfondava, scendeva…di categoria o perlomeno di livello.

La storia del calcio italiano è piena di ragazzi scartati dalle big che hanno saputo emergere ripartendo dalle piccole. Ora però questo non è possibile, perché al momento attuale le uniche squadre in grado di acquistare a titolo definitivo un giovane calciatore sono quelle con le maggiori disponibilità economiche.

Il che accade perché, per motivi di bilancio, i ragazzi sono inseriti in scambi in cui vengono ipervalutati per far quadrare i conti. Un metodo che funziona, ma nel breve termine, perché poi, per non incorrere nelle temibili minusvalenze, bisogna anche trovare qualcuno che ricompri il calciatore in questione per una cifra quasi simile.

E quindi, volendo fare un esempio, Pinamonti non finirà mai al Crotone a titolo definitivo, ma al massimo ci andrà soltanto in prestito. Il che sottintende che i calabresi, dovendo scegliere se valorizzare un prodotto altrui o un calciatore di proprietà, difficilmente preferiranno mettere in campo chi non offre neanche un minimo di ritorno economico a lungo termine.

Altro esempio, la Juventus che cede Luca Pellegrini in prestito prima al Cagliari e poi al Genoa non può certo sperare che Giulini o Preziosi lo riscattino alle cifre per cui è stato messo a bilancio nello scambio che ha portato alla Roma Spinazzola.

Il caso Mandragora

Il caso più esemplare da questo punto di vista è certamente quello di Rolando Mandragora. Il cartellino del regista, che per una buona dose di sfortuna non è ancora riuscito a dimostrare tutto il suo valore, è stato protagonista negli ultimi anni di un curioso percorso.

Cerchiamo di fare un po' di ordine anche se l'esercizio mentale non è dei più semplici: la Juventus lo ha acquistato in maniera definitiva nel 2016 dal Genoa, pagandolo 9 milioni di euro. Nel 2018 la Vecchia Signora lo ha ceduto all’Udinese, che per averlo ha sborsato 20 milioni di euro, garantendo ai campioni d’Italia una corposa plusvalenza. Andiamo avanti: dopo altri due anni, a settembre 2020, la Juventus, sempre favorita per lo scudetto per le scommesse Serie A decide di acquistare di nuovo Mandragora, pagandolo 10 milioni.

Ovvero più o meno la cifra che serviva all’Udinese per non incappare in una minusvalenza. Il giorno dopo, paradosso dei paradossi, il calciatore viene di nuovo ceduto in prestito…all’Udinese. Un caso limite, certo, ma che spiega molto bene uno dei grandi problemi che il calcio italiano ha quando si tratta di gestire i giovani talenti.

Se i ragazzi vengono valutati decine di milioni, saranno sempre le stesse squadre quelle che se li potranno permettere. Ovvero quelle squadre che poi per forza di cose li presteranno altrove, facendo ricominciare il circolo vizioso. E chi ne paga le conseguenze è l’Under-21…ma anche la nazionale maggiore.

*L'immagine di apertura dell'articolo è di Alessandra Tarantino (AP Photo).

October 9, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Aouar: gli inizi di un profeta in patria 

La maglia numero 8 del Lione è materia delicata. Una visione che potrebbe attivare un marcatore somatico inequivocabile nel cervello dei calciofili: Juninho Pernambucano. 
Ma occhio anche a chi quella maglia la sta indossando in questi anni, spinto proprio dall’ammirazione verso il brasiliano che ha fatto la storia del club più titolato della regione Rhône-Alpes: oggi parliamo del francese Houssem Aouar.

“La Pepita”, così lo chiamano i tifosi dell’OL, è uno di quei rari casi in cui si diventa profeti in patria, tant’è che a Lione Aouar, oltre che essersi guadagnato le migliori lodi degli addetti ai lavori e i riflettori puntati dai media, ci è nato e ha anche avviato la sua carriera, facendo tutta la trafila delle giovanili dal 2011. 
Si fa presto a etichettare un ottimo giovane che arriva dal vivaio come “predestinato”, ma se dalle parti di Lione il centrocampista ha sollevato l’indice di hype nei suoi confronti alle stelle, è tutta un po’ “colpa” del suo approccio alla prima squadra. 

L'inizio

Nel 2016 arriva a firmare il primo contratto da professionista, ovviamente con la proiezione davanti ai suoi occhi di fare gavetta tra i grandi. Condizione che in effetti dipinge i lineamenti della prima stagione col Lione: anche qui però c’è un grosso ma da aggiungere alla storia di Aouar. 

Il 23 febbraio 2017 Bruno Génésio, il suo allenatore, decide di buttarlo nella mischia contro l’AZ Alkmaar. È il ritorno dei sedicesimi di Europa League, Aouar ha già racimolato qualche minuto ma poca roba, questa è solo la seconda apparizione. 
Il discorso è semplice: non si può sbagliare, e in effetti il numero 8 (25 nella primissima stagione) ringrazia Génésio subito con il suo primo gol. 

Il gol e il finale di stagione diventano un ponte che proiettano il francese dritto verso la seconda stagione, dove diventa subito titolare fisso e colleziona 44 presenze stagionali, 7 reti e 6 assist, tutto ciò mentre sta compiendo 20 anni. 
 

Oggi ne ha 22 il classe 1998 francese.
Ha vissuto già una fase di carriera in cui l’allenatore (sempre Génésio), lo ha scolpito prima nella sua fase offensiva all’interno del 4-3-3 della stagione 2017 – 2018, e poi in una posizione più arretrata e da regista del gioco. Un passaggio quasi automatico, dettato dall’universalità di Aouar. 

Caratteristiche tecniche e tattiche che lo proiettano nell’universo dei migliori nel suo ruolo da qui ai prossimi 10 anni, vista anche l’età che permette margini di miglioramento imbarazzanti, e perché no, spinto anche dalla stirpe nobiliare transalpina che in quel ruolo ha regalato perle come Zidane, Viera, Pires, Deschamps e Pogba per dirne alcuni. Un albero genealogico ricco di nomi di prestigio a centrocampo. 

La stella che illumina Houssem Aouar sarà sempre più luccicante come nalla doppia qualificazione a sorpresa per le scommesse Champions League contro Juventus e City; il ragazzo di Lione illuminerà anche la nazionale francese giunta in un periodo storico in cui sta raccogliendo i frutti del lavoro passato. 
Sì, perché Aouar è un profeta in patria e ha un numero di maglia da onorare, parola di chi di numeri 8 se ne intende. 
 

*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer.

October 9, 2020
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Quelli che la maglia azzurra l’hanno messa una sola volta

Francesco Caputo da Altamura è un bomber di provincia vestito d’azzurro. L’esordio contro la Moldova ha spostato l’attenzione sull’attaccante pugliese che, dopo una lunga gavetta, ha varcato il cancello di Coverciano trovando la massima fiducia da parte del ct Roberto Mancini. Una presenza, un gol. Ha fatto centro al primo colpo. Continuerà a sognare - e a segnare - sperando di essere confermato negligo della Nazionale azzurra che punta all’Europeo.

Classe 1987, ha battuto i campi della periferia pugliese prima di affermarsi in serie A: Toritto, Altamura, Noicattaro: il suo rendimento gli spiana una superstrada che porta fino a Bari, da qui arriva in serie A. Ma “Ciccio Caputo” sembra il classico bomber di categoria, quindi nel mercato di gennaio torna nella serie cadetta - a Siena, dove colleziona poche presenze e pochi gol.

Bari è ormai la sua casa, è lì che si afferma come bomber. La crisi economica del club lo spinge fino a Chiavari per indossare la maglia della Virtus Entella. Altre due stagioni - sempre in doppia cifra - prima di richiamare l’attenzione dell’Empoli. In Toscana è sempre un'ottima opzione come primo marcatore per le scommesse Serie B, vince il titolo dei cannonieri, trascinando la propria squadra in A. SI conferma come stoccatore d’area anche nella massima serie, segnando 16 gol.

L’Empoli retrocede, ma ormai la Serie B gli va stretta: il Sassuolo gli offre una buona opportunità, lui non se la lascia sfuggire: 21 gol alla prima stagione da titolare. Nel 2020/2021 segna tre gol in altrettante partite, con due assist vincenti: la convocazione in Nazionale, più che un premio è un riconoscimento che il ct Mancini ha voluto concedere al ragazzo. Quante presenze farà Caputo con la maglia azzurra? Lunga vita a Ciccio-gol, ma al momento quella contro la Moldova è l’unica apparizione.

Gli altri

La Storia della Nazionale italiana è piena di attaccanti di razza che hanno collezionato un unica presenza con l’Italia.

Riavvolgendo il nastro, il primo attaccante ad alimentare sogni di gloria con la maglia azzurra fu il centravanti della Roma Dino Da Costa. Oriundo di Rio de Janeiro, ebbe la sua unica opportunità dopo essere stato chiamato da Alfredo Foni per lo spareggio contro l’Irlanda del Nord che avrebbe messo in palio la qualificazione ai Mondiali svedesi del 1958; si gioca a Belfast, allo stadio Windsor Park. L’Italia degli oriundi subisce due gol in meno di mezz’ora, nella ripresa Da Costa accorcia le distanze, ma è una gloria effimera, destinata a sfumare nella grigia nebbia irlandese.

Ancora una squadra britannica fa da scenario alla storia di Cosimo Nocera - attaccante del Foggia - convocato in Nazionale per la partita contro il Galles; siamo nel maggio del 1965, al termine della stagione che procede i Mondiali d’Inghilterra. Per l’attaccante rossonero è la prima chiamata in azzurro, e per la prima volta un calciatore del Foggia veste la maglia della Nazionale.

In città, è festa grande, ma anche qui, la festa dura poco. Al Comunale di Firenze, l’Italia di Edmondo Fabbri supera agevolmente il Galles, Cosimo Nocera entra all’inizio della ripresa e - al novantesimo - firma il quarto gol azzurro. La festa, appena cominciata, è già finita: è la sua prima e ultima convocazione in Nazionale. Non c’è da rammaricarsi, l’Italia verrà eliminata dal Mondiale dalla Corea del Nord, al ritorno ci saranno fischi e pomodorate per tutti.

Il timone dell’Italia passa nelle mani di Ferruccio Valcareggi che cerca di rifondare la squadra in vista degli Europei; e proprio in occasione di una gara di qualificazione alla fase finale, il commissario tecnico chiama Gianfranco Zigoni. L’attaccante trevigiano ha 23 anni, è un talento, gioca nella Juve con alterni risultati; il club bianconero lo ha prelevato - giovanissimo - dal Pordenone, gli ha mandato a fare le ossa nel Genoa. Due anni di prestito, poi torna a Torino.

Il ragazzo è estroverso, fin troppo per un club come la Juventus che impone ai suoi tesserati uno stile di vita militare. Zigo - invece - sembra nato per non seguire le regole, porta i capelli lunghissimi, è un figlio dei fiori: Peace & Love. Ma in quella stagione che porta allo scudetto juventino, Zigoni segna otto gol trascinando i bianconeri al titolo.

La convocazione per la sfida contro la Romania appare una logica conseguenza al suo rendimento. Allo Stadionul 23 August di Bucarest Zigoni si infila la maglia numero nove, e la tiene addosso per novanta minuti. Gli azzurri vincono grazie a un gol di Bertini, ma per il quinto Beatles non ci sarà più posto in Nazionale.

Anche la storia con la Juve finisce presto, e dopo un passaggio alla Roma, troverà il suo habitat naturale a Verona dove ritroverà Valcareggi; clamorosa la polemica col tecnico dopo esser stato escluso dalla sfida con la Fiorentina: Zigo va in panchina, ma ci va con la pelliccia.

Per la sceneggiatura restiamo a Verona, ma questa volta ci mettiamo in mezzo al trivio di strade di Chievo. Lui si chiama Sergio Pellissier, è l’unico calciatore di Serie A nato ad Aosta, e gioca per la formazione clivense; Pellissier è il classico bomber di categoria, segna sempre, e segna in tutti i modi. Alla fine della carriera, i gol in Serie A con la maglia del Chievo saranno 112.

Ma la partita della vita, sarà sempre e solo quella disputata con la maglia della Nazionale il 6 giugno 2009; lo stadio è l’Arena Garibaldi di Pisa, l’avversaria di turno è l’Irlanda del Nord. In panchina c’è Marcello Lippi, che tre anni prima ha vinto il Mondiale a Berlino. Pellissier gioca trenta minuti, ma è la mezz’ora più bella della sua carriera, perché allo scoccare del settantatreesimo minuto - spalle alla porta - controlla con il petto il pallone, e in mezza rovesciata di sinistro la infila all’incrocio.

Una presenza, un gol. Caputo e i suoi fratelli: in provincia - o in Nazionale - conta unicamente segnare.

*L'immagine di apertura è di Lorenzo Galassi (AP Photo).

October 9, 2020
simone pieretti
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Giornalista, scrittore, innamorato di futbol. Scrive per trasmettere emozioni e alimentare sogni. Il calcio è una scienza imperfetta: è arte, è musica, è poesia. E' un viaggio nel tempo che ci fa tornare bambini ogni qual volta diamo un calcio a un pallone.

 

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Un libro ricorda «l’anno del Flaminio» e la sua magica Roma

Se la Roma per i suoi tifosi è magica, il famoso «anno del Flaminio» raggiunse la quintessenza di questa magia. Era la stagione 1989/90, quella che avrebbe fatto da apripista all’attesissimo Mondiale di Italia '90. L’Olimpico di Roma, lo stadio prescelto per la finale del torneo più prestigioso, era oggetto di robusti lavori di ristrutturazione che lo rendevano impraticabile.

Così le due squadre capitoline traslocarono per l’intera stagione allo Stadio Flaminio, un impianto progettato negli anni 50 dall’architetto Antonio Nervi e costruito sull’area del preesistente Stadio Nazionale. Uno stadio per il calcio, che sorge tra i Monti Parioli e il fiume Tevere: senza pista d’atletica, con una capienza modesta in rapporto alla popolarità delle due compagini romane, ma capace di trasformarsi in un vero e proprio catino del tifo, dove squadra e pubblico si mescolano fino a diventare un inesorabile tutt’uno.

Il libro che mancava

Ancora oggi il ricordo di quella stagione è rivestito di un alone mitico. I tifosi raccontano le gesta della Lupa sul manto verde del Flaminio gonfiando il petto di un orgoglio che non è dato da un trofeo vinto, ma da un sentimento romantico che va oltre la bacheca del club. Fino ad oggi, tuttavia, le rievocazioni erano affidate soltanto al racconto orale, alle pur gradevoli foto, a qualche articolo e a qualche intervista dei protagonisti.

Mancava un libro che potesse raccogliere cronistoria e, soprattutto, emozioni di quella stagione. A rimediare alla mancanza ci ha pensato ora Daniele Santilli, romano e romanista, da quindici anni dirigente di un’importante società di calcio del panorama dilettantistico laziale. Il suo «L’anno del Flaminio» (ed. sport.doc, 15,00euro), in uscita il 22 ottobre, è il volume che mancava nella libreria del tifoso romanista.

Nostalgia del calcio romantico

«La decisione di scrivere il libro è maturata spontaneamente», racconta Santilli. «Ho iniziato quasi per passatempo. In un periodo storico in cui la Roma regala meno emozioni rispetto al passato, la nostalgia per il calcio romantico degli anni 80 e 90 mi ha spinto a riordinare le idee su quella stagione, a buttare giù qualche pagina che potesse raccontarla». Santilli più scriveva e più aveva il desiderio di approfondire, di arricchire il racconto di particolari. È stato aiutato in questo da una peculiare dinamica psicologica.

 

«In quella stagione avevo 13 anni, andavo allo stadio spesso. Ebbene, i ricordi di quei pomeriggi passati ad assistere alle partite della Roma sono molto più nitidi rispetto a quelli di partite più recenti, anche della stagione passata: ho in mente perfettamente il coro che fu dedicato al portiere dell’Ascoli in una partita di Coppa Italia di quell’anno, ma magari ho già dimenticato i marcatori di una vittoria della Roma di qualche mese fa. A quell’età vivi il tifo visceralmente e noti ogni particolare che rimane impresso nella mente».

Il rigore sbagliato da Baggio

Di particolari il libro di Santilli è una summa. Ma ce n’è uno che più d’altri testimonia il clima che aleggiava sullo Stadio Flaminio durante le partite della Roma. Santilli vi dedica un capitolo: era l’8 aprile 1990, la Domenica delle Palme, i giallorossi ospitavano una Fiorentina alla ricerca di punti salvezza.

A dieci minuti dalla fine del secondo tempo l’arbitro Lo Bello concede ai viola un calcio di rigore; dagli undici metri va lo specialista Roberto Baggio. «Non svelo i dettagli che scoprirete leggendo il libro, ma posso anticipare soltanto che il rigore fu palesemente fatto sbagliare dai tifosi romanisti - racconta Santilli -. Il peso che può avere uno stadio in quella circostanza fu molto evidente».

La magia

Il tiro del Divin Codino esaltò un vecchio saltimbanco come Franco Tancredi. Fu, quello del portiere del secondo scudetto romanista, il suo ultimo rigore parato in carriera. Ma «l’anno del Flaminio» è pieno di episodi topici. Eppure non iniziò sotto i migliori auspici: l’allenatore, l’anziano Gigi Radice, fu accolto con scetticismo dalla stampa, la campagna acquisti (che portò nella capitale Cervone, Berthold e Comi) ritenuta insufficiente. Fu il cuore di quella squadra a dipanare le nubi e accendere una scintilla ammaliante.

Santilli sottolinea che «fu l’unico anno in età moderna che la Roma giocò in uno stadio solo per il calcio, fu l’ultimo anno in cui il presidente Dino Viola iniziò e terminò una stagione perché quella successiva purtroppo non la finì, ci fu l’ultimo gol di Bruno Conti, il primo di Voeller e Giannini in un derby, il primo rigore parato da Cervone, nonché la prima stagione di un ragazzino di nome Francesco Totti tesserato nelle giovanili della Roma».

Insomma, fu un anno magico, che Santilli ha ricordato anche con l’aiuto dei suoi protagonisti: Nela, Desideri, capitan Giannini, «molto legati a quella stagione e felici di ricordarla». La prefazione è di Ruggero Radice, figlio dell’indimenticabile mister di quella Roma coriacea che arrivò sesta in un campionato italiano così pieno di stelle da sembrare una sorta di Mondiale per club. Bei tempi, che «L’anno del Flaminio» ci fa piacevolmente rivivere.

Segui il campionato anche con le scommesse Serie A!

*Il testo dell'intervista è di Federico Cenci; la foto di Claudio Luffoli (AP Photo).

October 8, 2020
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Prestiti e rescissioni: quanto hanno risparmiato i grandi club?

Prestiti, cartellini gratis, spese centellinate. La prima sessione di calciomercato post sospensione è stata all’insegna della parsimonia. Nessuna pazzia e l’adagio di Adriano Galliani ai tempi del Milan tornato di gran moda: «Arriva un giocatore solo se prima ne parte un altro».

Juve regina delle cessioni

Ecco allora che le cessioni sono diventate la preoccupazione principale dei club. L’imperativo è stato mandare via gli esuberi non tanto con l’intento di guadagnarci soldi con la vendita del cartellino, piuttosto con quello di sgravarsi di stipendi che appesantiscono il monte ingaggi. Lo scettro della regina delle cessioni spetta alla Juventus.

Dopo lo scambio di centrocampisti con il Barcellona, tra l’estate scorsa e questi ultimi fuochi di mercato d’inizio ottobre è riuscita ad alleggerire le proprie casse cedendo, nell’ordine temporale, tra prestiti e rescissioni, Matuidi, Higuain, Rugani, De Sciglio, Douglas Costa. Il guadagno totale è stato pari alla “miseria” di 1,5 milioni di euro, che è la cifra pagata dal Rennes per il prestito oneroso del centrale difensivo Rugani. Ma ciò che incide sul bilancio è il risparmio in termini di ingaggio.

Le cinque operazioni sopracitate hanno consentito alla famiglia Agnelli di risparmiare una cifra che si aggira attorno ai 23,5 milioni di euro, oltre le relative tasse. Il volo transoceanico di Higuain, che a metà settembre si è accasato all’Inter Miami FC rescindendo il suo accordo con la Juve, è stata l’operazione che più fa respirare le casse bianconere.

Il centravanti argentino, infatti, percepiva uno stipendio di 7,5 milioni di euro: il terzo più alto tra i calciatori della rosa juventina la stagione scorsa, più ricchi di lui soltanto l’olandese De Ligt (8 milioni di euro l’anno) e, naturalmente, la star Cristiano Ronaldo (31 milioni di euro l’anno).

Importante anche il risparmio che ha portato il ritorno di Douglas Costa al Bayern Monaco, in prestito gratuito per una stagione, concordato tra le due società al fotofinish lunedì scorso. DC10 percepiva a Torino uno stipendio di 6 milioni di euro, il nono più alto della rosa la stagione passata: il brasiliano proverà ad allungare la rotazione dei clamorosi esterni offensivi che rendono il Bayern ancora favorito in Champions per le scommesse calcio!

Stessa destinazione di Higuain per il centrocampista francese Matuidi. Anche lui ha rescisso il contratto che lo legava alla Juve fino al giugno 2021 facendogli percepire 3,5 milioni l’anno.

Uguale lo stipendio che prendeva De Sciglio: il terzino destro, considerato un esubero dal tecnico Pirlo, si accasa in prestito all’Olympique Lione, così come va in prestito (ma oneroso) in Francia anche Rugani, al Rennes.

Se ne vanno dalla Juve a titolo temporaneo anche i vari Romero all’Atalanta (per un corrispettivo di 2 milioni), Stoppa alla Sampdoria, Mandragora che resta all’Udinese e meriterà un articolo a parte, Pjaca e Luca Pellegrini al Genoa, Caviglia al Parma. Ma si tratta, in questa lista, di giovani del vivaio o di calciatori tornati alla base che militavano già altrove.

Inter: tante cessioni ma anche tanti esuberi

Lunga è anche la lista dei calciatori che hanno lasciato con la formula del prestito l’Inter. Ma sarebbe potuta essere ancora più copiosa se il patron Zhang non fosse stato irremovibile dinanzi a proposte di altri club considerate insufficienti.

È così che sono saltate le cessioni di Nainggolan al Cagliari (i sardi avrebbero voluto rinnovare il prestito, mentre i meneghini chiedevano 10 milioni per la cessione), di Brozovic, di Skriniar e di Eriksen (anche per il danese, l’Inter ha chiuso le porte a club stranieri che chiedevano il prestito, dichiarandosi disposta a trattare solo un trasferimento a titolo definitivo).

All’estero sono andati Dalbert, ceduto al Rennes in prestito oneroso di 2,5 milioni, e Lazaro, spedito con la stessa formula al Borussia Monchengladbach in cambio di 1,5 milioni. In prestito gratuito se ne sono andati invece Sebastiano Esposito alla Spal e Candreva alla Samp: ma se per il primo si tratta di un modo per fargli fare esperienza, per il secondo di un’operazione finalizzata a risparmiare i 3 milioni netti d’ingaggio.

Lo stesso obiettivo di alleggerire le casse si cela dietro la rescissione dei contratti di Borja Valero e Godin, passati rispettivamente a Fiorentina e Cagliari. Lo spagnolo percepiva 2,5 milioni, mentre l’uruguaiano addirittura 6,7. Lista gratuita per il ghanese Asamoah, in procinto di accasarsi alla Samp: con lui altri 3 milioni netti vanno cancellati dalla colonna delle spese annuali.

Sempre ai blucerchiati è finito l’attaccante Keita Baldè, in prestito oneroso per un milione di euro. Destinazione Lisbona, fronte Sporting, per Joao Mario, in prestito ai biancoverdi cui la società nerazzurra pagherà comunque un terzo dello stipendio. In totale l’Inter risparmia, tra prestiti e rescissioni, circa 20 milioni, più tasse. Se fosse riuscita a "liberarsi" di Nainggolan, Brozovic, Skriniar ed Eriksen il risparmio sarebbe salito di altri 16,2 milioni circa.

Ora sta a mister Conte riuscire a trasformare questi esuberi in un valore aggiunto in una stagione così compressa e confermarsi come antagonista della Juventus per le scommesse Serie A!

*Il testo dell'articolo è di Federico Cenci. La foto di Lynne Sladky (AP Photo).

October 7, 2020
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Automobili, sfide storiche, campioni: la storia di Polonia-Italia

La sfida di Nations League tra Italia e Polonia vede contrapporsi due scuole calcistiche unite da un filo rosso che passa per ambiti strettamente sportivi ma non solo.

Boniek sulla Fiat 126

Più che il prato verde, infatti, è la politica economica protagonista del primo trasferimento di un calciatore polacco del Belpaese. Corre l’estate 1982, quella dell’indimenticabile “Mundial” di Spagna che ha visto trionfare gli azzurri di Bearzot e piazzarsi a un onorevole terzo posto la Polonia.

Uno dei calciatori più rappresentativi dei biancorossi è il baffuto attaccante Zbigniew Boniek. Su di lui ha messo gli occhi la Roma di Dino Viola, pronta ad accaparrarsi il cartellino di proprietà del Widzew Łódź. Narrazione vuole, tuttavia, che la Juventus della famiglia Agnelli riesca a soffiarlo al club capitolino grazie ai buoni uffici della Fiat in Polonia: l’azienda torinese fabbrica nel Paese dell’allora blocco sovietico le mitiche 126 garantendo numerosi posti di lavoro.

Boniek contro la Francia in Spagna '82!

L’approdo di Boniek a Trigoria è però solo rimandato: vestirà la maglia giallorossa dal 1985 al 1988. Sempre nel 1982 sbarca in Italia, al Verona, un altro polacco, il difensore Wladyslaw Zmuda: poco fortunata la sua esperienza in terra scaligera, più interessanti le tre stagioni (dal 1984 al 1987) trascorse alla Cremonese. Dopo di loro, la presenza di calciatori polacchi in Italia è diradata sino al finire dei primi anni duemila, quando i polacchi iniziato a tornare protagonisti della Serie A.

Italia - Polonia ai Mondiali!

La scuola dei portieri

Arriviamo così a oggi, con i calciatori originari della Polonia che, con il rientro in serie A dell'esperto difensore Glik, costituiscono il terzo gruppo di stranieri per numero dopo argentini e brasiliani. Erano 26 quelli tesserati nel 2019 nei campionati professionistici italiani, tra i quali spiccano tre portieri che confermano la buona tradizione polacca tra i pali.

Il più noto è lo juventino Wojciech Szczęsny, che qui in Italia ha percorso la strada inversa rispetto al suo connazionale Boniek: arrivato alla Roma in prestito dall’Arsenal nel 2015, rimane sotto il Cupolone per due stagioni prima di effettuare un veloce rientro a Londra ed essere acquistato dai bianconeri a titolo definitivo. Szczęsny, che nella Nazionale polacca si contende il posto da titolare con l’esperto Fabiański del West Ham, ha raccolto il testimone del mito juventino Gianluigi Buffon.

È un portiere moderno, tra i più affidabili al mondo, agile tra i pali e bravo anche con i piedi. Fa dell’agilità e della prestanza fisica i suoi punti di forza Łukasz Skorupski, alla terza stagione da titolare nel Bologna. Arrivato alla Roma nel 2013 dal Górnik Zabrze grazie a un’intuizione di Walter Sabatini, fa il secondo con i giallorossi per due stagioni, prima di andare a “farsi le ossa” per altri due anni a Empoli. Tornato nella Capitale, nel 2017-18 fa il vice di un certo Allisson prima di essere ceduto a titolo definito al Bologna.

Anche Skorupski fa parte del giro della Nazionale polacca, mentre Bartłomiej Drągowski finora ha giocato soltanto con le rappresentative giovanili. Il mese scorso, intanto, è arrivata per lui la prima convocazione da parte del tecnico Jerzy Brzęczek per le gare di Nations League 2020 contro Paesi Bassi e Bosnia. Se confermerà le qualità fatte intravedere sinora in maglia viola, continuerà ad esserci spazio per Drągowski nella Nazionale maggiore.

I precedenti tra Italia e Polonia

Nazionale polacca che prima della Nations 2020 ha affrontato gli Azzurri per 16 volte. Nei precedenti, si contano 6 vittorie azzurre, 7 pareggi e 3 trionfi polacchi. L’ultima vittoria delle Aquile risale al 12 novembre 2003, un 3-1 in amichevole a Varsavia deciso dalle marcature di Bas, Klos, Krzynowek e gol del momentaneo 2-1 realizzato da Cassano, esordiente quella sera in maglia azzurra insieme al centrocampista del Parma, Marco Marchionni. L’Italia allenata da Trapattoni interrompe a Varsavia una striscia positiva di 10 gare.

È invece reduce da un periodo tutt’altro che brillante l’Italia di Roberto Mancini che il 14 ottobre 2018, a Chorzow, piega la Polonia per 0 a 1 grazie a un guizzo nei minuti di recupero del terzino Biraghi. La gioia in trasferta, assolutamente non scontata per le quote e scommesse sulla Nations League consente agli azzurri la permanenza nella Lega A del nuovo torneo europeo ed il ritorno alla vittoria dopo oltre un anno di astinenza (l’ultima il 9 ottobre 2017 in Albania, sempre 0 a 1 il risultato).

Finisce invece con una goleada la prima vittoria dell’Italia contro la Polonia: 6 a 1, il 18 aprile 1965, gara di ritorno delle qualificazioni valevoli per i Mondiali di Inghilterra 1966. L’andata, primo precedente in assoluto tra le due Nazionali, era finita 0 a 0 a Varsavia. In una Coppa del Mondo Italia e Polonia si affrontano per la prima volta nel 1974 in Germania, dove i biancorossi si impongono per 2 a 1. Due 0 a 0 l’anno dopo, nelle qualificazioni agli Europei del 1976.

Gli anni 80 si aprono con uno spettacolare 2 a 2 al Comunale di Torino, in amichevole, prima della storica doppia sfida di Spagna ‘82: nel girone eliminatorio finisce a reti bianche, mentre in semifinale, al Camp Nou di Barcellona, una doppietta di Paolo Rossi manda gli azzurri in finale e ferma l’ottimo cammino polacco.

Soltanto amichevoli (nel 1984 e nel 1985, una vittoria a testa) fino al 1997, qualificazioni ai Mondiali di Francia ‘98 che decretano un pareggio 0 a 0 in Polonia e una vittoria azzurra 3 a 0 al San Paolo di Napoli: la terza rete è una perla di Roberto Baggio, tornato in Nazionale dopo quasi due anni. Nel 2011, per l’inaugurazione del nuovo stadio di Wroclaw, amichevole  con l’Italia vittoriosa per 2 a 0.

*Il testo dell'articolo è di Federico Cenci. Le immagini sono tutte distribuite da AP Photo; il primo scatto è di Massimo Pinca.

 
October 5, 2020
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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Non è una questione di ruolo, ma di testa ed idee!

Di alcuni giocatori si dice spesso che sono dei veri e propri “allenatori in campo”. Solitamente sono quelli con più carisma, esperienza e con la capacità di vedere cose che i compagni, magari troppo impegnati nella loro prestazione da calciatori, non riescono a intuire. Sono chiaramente i membri della rosa preferiti dagli allenatori… quelli veri che in campo sono in grado di interpretare la partita e aiutare gli altri anche senza l’intervento della panchina.

Non è poi certo un caso se molti di quelli a cui durante la carriera viene appiccicata questa etichetta (come Roberto Mancini, o il più recente caso di Andrea Pirlo) poi allenatori lo diventino davvero. E c’è una certa scuola di pensiero che ritiene che i migliori tecnici siano gli ex centrocampisti.

Il perché è presto detto: la posizione in campo aiuta eccome a creare questa convinzione. Chi gioca a centrocampo deve relazionarsi, anzi… preoccuparsi di quello che fanno tutti i reparti: il proprio, per ovvi motivi, ma anche l’attacco da rifornire e la difesa da schermare. Il centrocampista, per definizione, è sempre nel bel mezzo dell’azione e ha una visuale di campo che gli permette di dare indicazioni a tutti gli altri compagni di squadra. E va da sé che chi fa il regista quando gioca possa avere ottime qualità anche da replicare dalla panchina.

Uno degli esempi più importanti da questo punto di vista è certamente Pep Guardiola. Il catalano ha avuto un’ottima carriera da centrocampista ed è sempre stato considerato il vero luogotenente di Cruijff ai tempi del Dream Team del Barcellona. Dunque in fondo non è che molti si siano sorpresi quando i blaugrana gli hanno affidato la panchina, né quando Pep si è dimostrato uno dei tecnici più capaci e vincenti della sua generazione.

Ma è proprio Cruijff, che da calciatore faceva l’attaccante, la prima prova… contro la teoria dei centrocampisti. Vero, il Profeta del Gol se avesse voluto avrebbe potuto giocare ovunque, ma la sua poliedricità dimostra che è il cervello del giocatore, il suo acume tattico a fare l’allenatore, piuttosto che la posizione. E anche i protagonisti del calcio europeo degli ultimi vent’anni confermano (più o meno) che il ruolo non fa necessariamente il tecnico.

Jürgen Klopp, assoluto innovatore del pallone continentale, era un modesto difensore, che per sua ammissione aveva la testa da Bundesliga, ma i piedi da terza divisione. Stesso discorso per Josè Mourinho, che nella sua breve carriera da calciatore, durata appena sei anni, giocava anche lui in difesa.

Per le scommesse Europa League, il portoghese è favorito per alzare un altro trofeo nel cielo di Danzica!

Al Bayern Monaco l’ex centrocampista Flick ha preso l’eredità di un Triplete realizzato da Herr Jupp Heynckes, che in gioventù era un centravanti. E se al Real Madrid un regista avanzato come Zidane ha vinto tre Champions League di fila, ha raggiunto nell’elenco dei record un altro centrocampista (Ancelotti), ma anche un ex difensore come Bob Paisley.

Tra gli altri ex difensori di successo impossibile non menzionare anche Ronald Koeman, Blanc, Tuchel e il Loco Marcelo Bielsa, mentre risulta abbastanza impossibile cristallizzare in un ruolo ben preciso Luis Enrique, che in carriera ha indossato tutte le maglie della numerazione canonica tranne la numero 1.

Ronald Koeman sulla panchina del Barcellona!

Gli allenatori in A

In Italia la convinzione che gli ex centrocampisti siano i migliori tecnici è abbastanza radicata. Merito delle vittorie di Ancelotti, dell’esplosione di Conte e dei record di Allegri. E questa tendenza si riflette anche sulle panchine delle big. Attualmente, prendendo le prime dieci squadre dello scorso campionato, la fanno da padrone quelli che da calciatori dominavano la mediana.

Alla Juventus c’è Pirlo, l’Inter ha Conte e l’Atalanta Gasperini e si sono affidate a ex centrocampisti anche il Napoli di Gattuso, il Sassuolo di De Zerbi, il Verona di Juric e la Fiorentina di Iachini. A fare da contraltare c’è una manciata di difensori, tra cui il romanista Paulo Fonseca e il milanista Pioli, e un solo ex centravanti, il laziale Simone Inzaghi. Peccato però che alla fine l’anno scorso lo scudetto lo abbia vinto Maurizio Sarri, che non è mai stato un calciatore professionista e che quando giocava tra i dilettanti faceva comunque il difensore.

E rimanendo in casa bianconera, strano ma vero, nessuno dei tecnici che hanno portato la Juventus a vincere trofei europei ha mai messo piede a centrocampo, se non di passaggio: Trapattoni e Lippi erano arcigni marcatori, mentre Zoff giocava addirittura in porta. E non essendo un estremo difensore moderno, la linea di metà campo forse non l’ha mai neanche sfiorata.

E se è vero che la posizione in campo probabilmente non fa il tecnico, quasi certamente non fa il CT, o almeno il selezionatore della squadra che vince i mondiali. Solo quattro ex centrocampisti ci sono riusciti: i due francesi (Deschamps e Jacquet), l’unico spagnolo (Del Bosque) e uno dei due argentini (Bliardo). Per il resto l’albo d’oro della Coppa del Mondo è un fiorire di strane storie. I CT italiani vincenti sono due difensori (Lippi e Bearzot) e uno come Pozzo, che quando giocava all’inizio del XX secolo non stava troppo a sottilizzare sul ruolo.

I brasiliani, come sempre, si danno alla fantasia. Felipao Scolari faceva il difensore, Parreira non ha mai dato un calcio a pallone in vita sua, Zagallo era un’ala sgusciante, Moreira si alternava tra l’attacco e la porta e Feola era un centravanti dalla forma così scarsa che lo chiamavano El Gordo.

I solitamente rigorosi tedeschi preferiscono gli attaccanti (Löw, Schön ed Herberger), con un ex libero come Beckenbauer a completare il poker. A guidare l’Uruguay alle sue due Coppe del Mondo ci sono stati Suppici, difensore, e Lopez Fontana, professore di educazione fisica. L’altro argentino campione è Menotti, attaccante, mentre l’unico inglese è l’ex roccioso terzino destro Alf Ramsey.

E persino il mago del calcio totale, l’olandese Rinus Michels, preferiva puntare la porta avversaria piuttosto che guidare la mediana. Insomma, la storia del calcio smentisce questo luogo comune: i migliori tecnici non sono necessariamente i centrocampisti. Perché, Sarri docet, il cervello da allenatore ce lo può avere… anche un bancario!

*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Rui Vieira e Lalo R. Villar.

October 4, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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