Premier, match decisivo all’Etihad: Emery sfida Guardiola

 

La sconfitta a sorpresa del Manchester City di Pep Guardiola nel turno infrasettimanale mette i citizens con le spalle al muro. Nel posticipo domenicale della Premier League i campioni d’Inghilterra in carica se la vedranno con l’Arsenal di Unai Emery.

Nella sfida d’andata, giocata ad agosto all’Emirates, i Gunners hanno dimostrato tutti i loro limiti e il City ha dominato a Londra per 90 minuti. L’Arsenal però adesso ha trovato il suo equilibrio, raggiungendo il quarto posto a pari punti con il Chelsea di Sarri nell’ultima giornata.

Con il successo casalingo contro il Cardiff e la contemporanea clamorosa sconfitta dei Blues con il Bournemouth, Aubameyang e compagni sono riusciti a ritornare in zona Champions League. L’obiettivo dei Gunners è quello: rientrare nella massima competizione europea dopo due anni di assenza sotto la gestione Arsene Wenger!

La marcia in più a questo Arsenal la sta dando il duo Aubameyang-Lacazette, autori fino a questo momento di 24 gol e 9 assist in Premier League. Il momento della svolta infatti è arrivato quando Unai Emery è riuscito a trovare il giusto sistema di gioco per far coesistere l’ex Dortmund e l’attaccante francese grazie allo spostamento di Aubameyang sulla fascia sinistra nel tridente offensivo.

L’Arsenal però ha un grosso problema, ovvero il rendimento in trasferta e andrà a giocare su uno dei campi più difficili di tutta la Premier League. Solo due punti per i Gunners nelle ultime cinque partite giocate lontano dall’Emirates e ventidue gol subiti in undici gare in trasferta. Un rendimento che non lascia ben sperare visto anche il ruolino di marcia del Manchester City all’Etihad. L'Over 1,5 della squadra ospite si gioca domenica @3.70!

Nel video, i gol dei top striker della Premier!

Undici vittorie su dodici partite giocate in casa, 40 gol realizzati per una media di 3.5 reti a partita e solo una sconfitta incassata tre giorni prima di Natale per mano del Crystal Palace.

Gli uomini di Guardiola sono stati parzialmente graziati dal Liverpool mercoledì sera dopo chi i citizens avevano perso la sera prima al St. James Park di Newcastle contro i Magpies di Rafa Benitez. I Reds non sono andati oltre il pareggio per 1-1 in casa contro il Leicester e i punti di distacco tra Liverpool e City invece che essere sette sono diventati cinque. Una distanza non impossibile da colmare, ma che i campioni d’Inghilterra in carica devono cercare di ridurre il prima possibile per far sentire ancora più pressione ai ragazzi terribili di Klopp.

La partita contro l’Arsenal è l’occasione giusta per il Manchester City visto che il Liverpool poi giocherà lunedì sera in posticipo sul difficile campo del West Ham a Londra. I Gunners sono reduci da quattro sconfitte consecutive contro il City, le ultime tre sempre all’Emirates dove l’Arsenal non ha mai segnato una rete. In Premier League i londinesi non vincono contro il City da oltre tre anni, quando nel dicembre del 2015 i gol di Walcott e Giroud diedero a Wenger la vittoria contro i citizens di Pellegrini.

Sono invece passati quattro anni dall’ultimo successo dell’Arsenal all’Etihad, uno 0-2 il 18 gennaio del 2015 firmato da Santi Cazorla e Olivier Giroud. Con il ritorno in piena condizione di Masut Ozil il tecnico dei Gunners ha provato un nuovo sistema di gioco, ovvero il 4-3-1-2. Dopo i buoni risultati ottenuti con Chelsea e Cardiff, con Ozil in campo nell’ultima partita contro i gallesi, Emery dovrebbe riproporre lo stesso sistema di gioco e confermare il tedesco come trequartista alle spalle di Aubameyang e Lacazette. A centrocampo terzetto composto dal giovane francese Guendouzi, l’ex Samp Torreira e lo svizzero Granit Xhaka, Davanti al portiere Leno difesa a quattro dove spiccano le assenze di Bellerin e Sokratis per infortunio. Ci sarà dunque l’ex Juve Stephan Lichtsteiner sulla destra, Nacho Monreal a sinistra e la coppia centrale sarà composta da Koscielny e Mustafi.

Classico 4-3-3 per il City di Pep Guardiola, favorito @1.27 nelle quote di 888sport, che davanti ad Ederson schiera Walker sulla destra e Danilo a sinistra al posto dell’infortunato Mendy con Stones e Laporte al centro per l’infortunio che ha colpito Vincent Kompany. L’allenatore catalano continua a dar fiducia a Kevin de Bruyne come mezzala insieme a David Silva con Fernandinho in cabina di regia anche se il belga non è rientrato al meglio dopo lo stop di tre mesi per l’infortunio al ginocchio. Al centro dell’attacco ovviamente ci sarà Sergio Aguero, autore di otto gol contro l’Arsenal in 14 partite, con Sterling e Sané che accompagneranno il Kun.

February 2, 2019
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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La Serie A torna in campo dopo la Coppa Italia: occhi su Roma-Milan

Quattro grandi partite durante la settimana hanno momentaneamente distolto l’attenzione da quello che è il campionato. Dopo la vittoria a sorpresa dell’Atalanta contro la Juve e il successo a valanga della Fiorentina sulla Roma, nell’ultimo quarto di finale la Lazio ha vinto ai calci di rigore a San Siro contro l’Inter.

Il Napoli di Carlo Ancelotti ha invece perso contro il Milan e nel match delle 18 di sabato al San Paolo ospita, da favorita @1.31, la Sampdoria: è l’occasione giusta per riscattare i due risultati negativi ottenuti a Milano contro i rossoneri tra campionato e Coppa Italia. Ovviamente gli occhi sono puntati su Fabio Quagliarella, l’attaccante partenopeo della Samp con un gol supererebbe definitivamente il record di Batistuta arrivando a quota dodici partite consecutive con almeno una rete.

La Juventus di Massimiliano Allegri, invece, è reduce dalla prima sconfitta stagionale in Italia e vuole subito riscattarsi nella sfida dell’Allianz Stadium contro il Parma. Massimiliano Allegri ha confermato che ci sarà Cristiano Ronaldo anche contro i Ducali, il portoghese va a caccia proprio di Quagliarella, attuale capocannoniere del campionato con un solo gol di vantaggio rispetto a CR7. Il gol su rigore dei bianconeri è offerto @3.75 dai bookmakers di 888sport!

Un’altra squadra che va disperatamente alla ricerca di riscatto è l’Inter di Luciano Spalletti, sconfitta dal Torino in campionato e messa sotto per 120 minuti dalla Lazio in Coppa Italia. I nerazzurri devono assolutamente riprendere la corsa in campionato per evitare di rientrare nel gruppo che segue con tante squadre divise da pochissimi punti. Per farlo l’Inter deve ritrovare i gol di Mauro Icardi, fermo a quota due reti nelle ultime nove partite di campionato.

Attenzione però all’ex Sinisa Mihajlovic, alla prima sulla panchina del Bologna e pronto a fare lo scherzetto ai nerazzurri a San Siro. Il Gol di entrambe le squadre è quotato @2.28. 

Il big match è pero il posticipo della domenica sera allo Stadio Olimpico tra Roma e Milan. I giallorossi sono reduci dalla tremenda sconfitta a Firenze in Coppa Italia ma la dirigenza ha già fatto sapere di voler andare avanti con Eusebio Di Francesco. Nessuna panchina in bilico, almeno a parole, perché in realtà una sconfitta contro i rossoneri potrebbe costare carissimo all’ex tecnico del Sassuolo.

Il grosso problema in casa Roma nelle ultime settimane è senza dubbio la difesa, troppi i gol subiti dai giallorossi nel mese di gennaio tra campionato e Coppa. I cinque gol in due partite tra Torino e Atalanta si aggiungono ai sette del Franchi per un totale di dodici reti subite in sole tre sfide, numeri clamorosi che costringe Di Francesco a qualche accorgimento nei prossimi giorni.

Nel video, gli highlights della clamorosa sconfitta di Firenze.

Di fronte ci sarà invece un Milan in grande fiducia grazie anche all’entusiasmo derivante dall’esordio dal primo minuto di Piatek. Il bomber polacco, arrivato al posto di Higuain per 35 milioni di euro, ha subito deciso la sfida di Coppa Italia contro il Napoli con una doppietta che ha fatto esplodere San Siro. L’ex Genoa dovrebbe guidare l’attacco milanista anche all’Olimpico con il duo Suso-Calhanoglu ai suoi lati. Confermato Lucas Paquetà nel ruolo di mezzala sinistra per la sesta gara consecutiva tra campionato e Coppa, con Kessié e Bakayoko a chiudere il terzetto di centrocampo. Davanti a Gigio Donnarumma ci sarà ancora Calabria sulla destra, in attesa del definitivo rientro di Conti, Musacchio al fianco di Romagnoli e Rodriguez sulla sinistra.

Classico 4-2-3-1 per Eusebio Di Francesco che deve fare i conti con l’emergenza in mediana dovuta alle squalifiche di N’Zonzi e Cristante. Davanti a Robin Olsen ci saranno Karsdorp, Manolas, Fazio e Kolarov. Proprio loro sono gli osservati speciali, i quattro difensori giallorossi dopo l’imbarcata di Firenze in Coppa Italia. In mediana scala Pellegrini per affiancare Daniele De Rossi, al rientro da titolare dopo tre mesi di infortunio.

Alle spalle di Edin Dzeko, che ha preso due giornate di squalifica in Coppa Italia per l’espulsione del Franchi, ci saranno El Shaarawy, Zaniolo e Florenzi, con quest’ultimo che sale sulla trequarti per dare più copertura alla difesa sulla corsia di destra. 

888sport offre ai nuovi utenti registrati due clamorose Super Quote: con un massimo di puntata di 5 euro, la vittoria della Roma vale 10 volte la posta, quella dei rossoneri addirittura 23 volte!

February 2, 2019
Ermanno Pansa
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Superbowl LIII, diciassette anni dopo è ancora Brady-Rams

Torna l’evento sportivo dell’anno e la cinquantatreesima edizione del Superbowl ha un sapore vintage per i New England Patriots di Tom Brady. La franchigia di Boston infatti troverà di fronte nuovamente i Rams, trasferitisi da qualche anno a Los Angeles, a diciassette anni dal primo successo del duo Brady-Belichick in NFL in quel di Atlanta al Mercedes-Benz Stadium. Da quel momento i Patriots, favoriti per i bookmakers di 888sport, hanno dominato la lega come nessun’altra franchigia nella storia del Football Americano, partecipando a nove degli ultimi diciotto Superbowl.

Le squadre con più partecipazioni al Superbowl dal 2002 ad oggi alle spalle dei Pats sono i Pittsburgh Steelers e i Seattle Seahawks con tre presenze all’evento sportivo dell’anno. I Patriots se la vedranno con i Los Angeles Rams campioni della NFC che tornano al Superbowl diciassette anni dopo quella sconfitta contro un giovanissimo Tom Brady. Gli allora Saint Louis Rams guidati da Kurt Warner nell’ultimo periodo rimontarono quattordici punti di ritardo da New England prima del Field Goal decisivo allo scadere di Adam Vinatieri che regalò il successo ai Patriots.

 

Quest’anno il gioco dei Rams e nelle giovani e sapienti mani del coach Sean McVay e nel braccio di Jared Goff, prima scelta assoluta al Draft del 2016. Alle spalle del QuarterBack di LA partirà il duo di running-back Todd Gurley e CJ Anderson, assoluti protagonisti nei playoff soprattutto nel Divisional Round giocato in casa contro i Dallas Cowboys.

La vera chiave delle due vittorie nella post-season dei Rams però è stata la difesa, specialmente la capacità di fermare le corse degli avversari. Fondamentali per questo i due fuoriclasse Aaron Donald e Ndumakong Suh, uomini di linea difensivi che hanno fatto un ulteriore salto di qualità nelle due sfide contro Cowboys e Saints. Dopo l’infortunio di Cooper Kupp, prima opzione nel ruolo di wide-reciever, l’attacco dei Rams ha subito un calo a livello di numeri ma il salto di qualità fatto dalla difesa e soprattutto dalla front-seven di Los Angeles ha permesso ai californiani di arrivare al quarto Superbowl della storia dei Rams, il secondo con la franchigia a Los Angeles dopo quello perso nel 1980 contro i Pittsburgh Steelers.

Decisamente più abituati a questo palcoscenico i New England Patriots al loro quarto Superbowl negli ultimi cinque anni e a caccia di riscatto dopo la sconfitta dell’anno scorso a sorpresa contro i Philadelphia Eagles.

Dopo la netta vittoria nel Divisional Round contro i Los Angeles Chargers, i Patriots hanno dovuto sudare la qualificazione al Superbowl vincendo all’Arrowhead Stadium dopo i tempi supplementari contro i Kansas City Chiefs del prossimo MVP della lega Patrick Mahomes. Alle spalle di Tom Brady c’è il vero segreto di questi Patriots, ovvero il lavoro del duo di running-back Sony Michel e James White, capaci di accompagnare il QB dei Pats con un gioco di corsa di primissimo livello. Il ritorno in campo di Rob Gronkowski e il grandissimo rendimento di Julian Edelman, rispettivamente tight-end e wide-reciever di riferimento di New England, hanno dato a Brady quelle armi offensive con cui poter vincere per la quarta volta nelle ultime cinque stagioni la AFC.

 

Incredibili le Super Quote pubblicate da 888sport: con un massimo di puntata di 5 euro, la vittoria dei Rams vale 11 volte la posta, quella di New England 9!

Sfida generazionale tra i due Head Coach protagonisti al Superbowl, da una parte l’esperienza di Belichick contro la freschezza di McVay. Il 66enne coach dei Patriots va a caccia del suo sesto titolo in NFL, tutti ottenuti sulla panchina di New England. Di fronte Belichick si troverà Sean McVay, enfant prodige del Football negli ultimi anni che ha affascinato tutta l’America con il suo attacco scintillante. Soli 33 anni per il coach dei Los Angeles Rams che è al suo primo Superbowl e dovrà fare in modo di reggere la pressione del grande appuntamento.

La chiave della partita è sulla linea di scrimmage, lì dove Rams e Patriots sono riusciti a dominare nelle loro sfide di Playoff. Soprattutto New England in quel di Kansas City è stata straordinaria nella protezione di Tom Brady, ma ad Atlanta la linea d’attacco dei Pats dovrà vedersela con l’aggressività di Donald e Suh. Saranno proprio loro due uomini fondamentali per McVay e i Rams, così come sarà decisiva la condizione fisica di Todd Gurley. Il primo running-back di Los Angeles sta lottando da un paio di mesi con dei problemi fisici e nell’ultima sfida contro i Saints è stato spesso tenuto in panchina lasciando spazio a CJ Anderson. Senza Gurley Los Angeles perde la sua principale arma per controllare il tempo di possesso e cercare di tenere il più possibile lontano dal campo Tom Brady e l’attacco di New England.

Poi, ci sarà ovviamente da fare i conti con il numero dodici dei Patriots e la sua voglia matta di arrivare a quota sei Superbowl e spingere ulteriormente la sua candidatura a miglior giocatore di tutti i tempi, o per meglio dire GOAT.

 
February 1, 2019
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NASCAR e F1: la competizione è dura!

Come al solito, gli sport motoristici più famosi vengono messi a confronto. Abbiamo infatti già discusso di come la MotoGP potrebbe avere la stessa portata commerciale della F1 e di come sia ora che i riflettori vengano puntati sulla NASCAR.

La NASCAR è chiaramente uno sport forte, senza fronzoli in cui quello che conta è solo la velocità. Potrebbe essere quindi l’alternativa perfetta ad un pomeriggio passato a guardare una gara di Formula Uno in cui precisione, ingegneria e delle mosse già programmate sono tutto ciò che conta.

Le origini fuorilegge, i fan provenienti dagli stati meridionali degli USA e l’idea che solo un americano possa vincere il campionato fanno sì che il branding e marketing della NASCAR abbiano molta strada da fare per poter essere allo stesso livello della F1. Oltre i confini statunitensi la NASCAR è vista come uno sport in cui le auto corrono semplicemente attorno ad un ovale finché non viene sventolata la bandiera a scacchi.

Sebbene quest’idea non sia completamente sbagliata, un pilota di NASCAR deve possedere molte qualità innate per vincere. Molto spesso, le scuderie devono elaborare delle strategie, abbastanza simili a quelle viste nell’NFL, che si concentrano sul mettere in difficoltà l’avversario piuttosto che vincere semplicemente la gara.

NASCAR contro F1

Sebbene la F1 preveda una qualche forma di strategia, il dominio della Mercedes e della Ferrari implica che si sappia già chi siano i favoriti alla vittoria, anche un anno in anticipo. Oltre a questo aspetto, si tratta di dare la precedenza ad un pilota piuttosto che all’altro, in modo da far guadagnare più punti in classifica alla casa costruttrice.

Nonostante anche nella NASCAR ci siano dei piloti che vincono più spesso degli altri, le differenze tra costruttori non sono così evidenti, offrendo in questo modo più possibilità realistiche di vincere. Per esempio, piloti appartenenti a team come Joe Gibbs Racing, Hendrick Motorsports, Team Penske e Stewart-Haas salgono molto spesso sul podio, formando un immaginario “Gruppo A” composto dalle scuderie migliori della NASCAR.

La NASCAR è diversa dalla F1 anche per un altro aspetto: alcuni piloti e squadre costruttrici prediligono certi tipi di circuito. Finché le legislazioni sul fair play sportivo non verranno introdotte nella F1, una Mercedes pilotata da Lewis Hamilton continuerà a battere una Haas pilotata da Romain Grosjean, sebbene quest’ultimo potrebbe dimostrare di essere un pilota migliore su un determinato circuito, a parità di auto. Ciò non significa che certi piloti preferiscano dei determinati circuiti, ma nelle gare di NASCAR, le performance precedenti e la forma contano molto di più, quando di decide su chi scommettere.

Data la diversa lunghezza dei circuiti standard della NASCAR (i quali hanno praticamente tutti la stessa forma), la varietà di superfici e la presenza, ora abolita, degli air restrictor utilizzati per moderare la velocità, le variabili in gioco sono ancora molte. Quindi, per fare un esempio, l’alta velocità, tratto tipico di Joe Gibbs di qualche anno fa, ha fatto sì che Kyle Bush si piazzasse tra i super favoriti nei circuiti di “Super Speedway”, anche se il consumo di carburante poteva rappresentare un problema nei circuiti più corti o in quelli in cui le bandiere gialle sventolavano più spesso.

Anche il protocollo riguardante il cambio gomme è molto diverso in questi due sport motoristici: in NASCAR deve infatti essere sincronizzato più attentamente rispetto alla F1, e ciò è dovuto ai sorpassi più frequenti che si vedono nelle gare di NASCAR.

Sebbene molti fan di F1 considerino la NASCAR come uno sport rozzo e da spacconi, la sicurezza è comunque un aspetto molto importante. In F1, quando la safety car entra in pista, il pubblico solitamente si indispone, sebbene si tratti di un evento molto poco frequente se comparato alle gare di NASCAR. Il contatto tra auto è inevitabile in queste gare americane e anche se si tratta di una scheggia di metallo sul circuito, i giudici di gara hanno tutto il diritto di far sventolare la bandiera gialla per far rallentare le auto finché non sarà visibile la bandiera verde e la gara riprenderà.

Diserzione: si va in meglio o in peggio?

Sono pochi i piloti che dalla F1 che si sono dati alla NASCAR. Negli anni 2000, l’attuale pilota del WeatherTech SportsCar Championship, Juan Pablo Montoya, rappresentò la Colombia sia in F1 che nella NASCAR, dando così un esempio da ricordare. Nel 2001 debuttò in F1, vincendo per la prima volta nel veloce circuito di Monza; nessuno pensava che potesse lasciare questo campionato d'élite. Concluse il campionato con un sesto posto in classifica piloti per poi posizionarsi terzo per due anni di seguito.

Montoya finì altre due gare nella top 5, tuttavia l’assoluto dominio del podio di Michael Schumacher rese la vittoria impossibile per il pilota di Bogotà. Il suo passaggio in NASCAR del 2006 fu una buona mossa, se prendiamo in considerazione che la carriera di questo pilota si basa sulla sua longevità. Nel 2007 ottenne il titolo “rookie of the year” (esordiente dell’anno), dopo una prima stagione in cui riuscì ad entrare nella top 20 della NEXTEL Cup.

Nonostante il successo iniziale, le uniche gare che vinse durante la sua carriera in NASCAR ebbero luogo in circuiti simili a quelli della F1, come Sonoma (2007) e Watking Glen (2010), mentre in tutte le altre location non riuscì a posizionarsi sopra al sesto posto. Sebbene sia possibile vincere un titolo NASCAR senza vincere effettivamente nessuna gara, è chiaro che la NASCAR non sia il luogo adatto per un ex pilota di F1, neanche per un pilota tanto versatile quanto Montoya.

Negli ultimi tempi, degli altri piloti provenienti dalla F1, come Nelson Piquet Jr e Jacques Villeneuve, hanno provato a dedicarsi alla NASCAR, ma non hanno avuto fortuna.

È una strada a senso unico?

E per quanto riguarda i piloti di NASCAR che provano a gareggiare in F1? In realtà non si tratta di una pratica molto diffusa, a meno che non siano riserve o collaudatori, anche perché con tutte le accademie di F1 che stanno nascendo, i futuri piloti di F1 sono già stati scelti.

Ma parlando ipoteticamente, come se la passerebbe un pilota di NASCAR nella Mercedes di Lewis Hamilton?

Innanzitutto, un pilota di NASCAR rimarrebbe scioccato dalla struttura molto leggera delle vetture di F1. Per quanto riguarda la parte tecnologica e il design, queste vetture sono avanti anni luce rispetto alle auto solide e robuste utilizzate in NASCAR. Inoltre, i piloti di NASCAR non sarebbero in grado di effettuare costantemente le manovre tipiche dei piloti di F1.

Ciò potrebbe essere abbastanza per non invogliare i piloti della NASCAR a lasciare il proprio posto per dedicarsi alla F1, salvo che non abbiano una qualche esperienza passata in una delle categorie di Formula e che il pilota in questione non sia davvero eccezionale.

Se dovesse verificarsi un passaggio dalla NASCAR alla F1, non riguarderebbe i piloti, bensì le case costruttrici, Ad esempio, un costruttore NASCAR potrebbe battere gli avversari in F1 solamente grazie alle proprie strategie per quanto riguarda gomme e rifornimento, e probabilmente apportando qualcosa di nuovo alle gare. Tuttavia, per ottenere delle prestazioni positive e costanti sarebbe anche necessario un alto livello di ingegneria, ed è ormai chiaro chi siano i maggiori esponenti in quel settore.

Un esempio è il costruttore americano Haas che ha avuto un inizio incoraggiante in F1. Negli USA, Stewart-Haas è una scuderia di rilievo, il cui asso nella manica è il campione della stagione del 2014 Kevin Harvick, mentre in F1 al momento sta facendo da apripista in un’impresa senza precedenti per una scuderia proveniente dal campionato NASCAR.

*Foto Ap

 
January 28, 2019
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Sei fuori: quattro esoneri a sorpresa

Gli esoneri degli allenatori sono parte integrante della storia del calcio moderno e sono frequenti, soprattutto ad alti livelli. Lo spauracchio del mancato raggiungimento degli obiettivi porta presidenti infastiditi e nervosi ad apportare stravolgimenti nella speranza di dar vita ad una svolta nella stagione della propria squadra e, se è innegabile che spesso questa svolta arrivi, un cambio al comando può scatenare problemi ulteriori nel lungo termine, prima di sfociare... in un altro esonero!

Una serie di risultati negativi a volte non lascia altra via alla dirigenza se non quella dell’esonero, ma a volte questa decisione appare ingiusta o arriva come un fulmine a ciel sereno. Ecco alcuni degli esoneri più severi del calcio europeo.

1. Claudio Ranieri (Leicester City)

Ranieri si insediò in quel di Leicester nell’estate del 2015, dopo aver firmato un contratto da tre anni. Il suo predecessore nella stagione appena conclusa, Nigel Pearson, aveva guidato la squadra ad una miracolosa salvezza in zona cesarini, vincendo sette delle ultime nove partite di campionato. Ciononostante, un incidente fuori dal campo durante il ritiro estivo in Asia, portò al ritorno di Ranieri in Premier League anche se il romano era dato da subito come uno dei favoriti all’esonero viste le difficoltà della squadra inglese nelle precedenti annate.

Squadra e allenatore hanno però entrambi zittito la critica, regalando una delle stagioni più indimenticabili nella storia della Premier: il mondo del calcio è rimasto ammaliato dall’incredibile ritmo di marcia del Leicester City, terminato con il primo titolo della massima serie inglese mai vinto dalla squadra. Fu così che il Leicester si mise dietro Manchester City, Manchester United, Tottenham, Arsenal e Liverpool, nonostante il budget più limitato. Lo spirito di squadra creato da Ranieri, assieme a semplici schemi tattici, è stato uno dei fattori chiave nella riuscita dell’impresa, sigillata dai goal di Jamie Vardy e Riyad Mahrez, ma anche dalla solidità difensiva dimostrata dal comparto capitanato da N’Golo Kante.

La stagione successiva si prospettava fin dall’inizio come un altro paio di maniche, soprattutto dopo la partenza di Kante e il calendario più fitto per via degli impegni in Champions League. Il numero maggiore di partite si rivelò stressante per la piccola squadra di Leicester, i cui nuovi arrivi non si adattarono mai al calcio inglese. Sebbene la squadra riuscì a terminare al comando del proprio girone di Champions, per il proprietario del Leicester era l’andazzo in campionato ad essere molto più importante: cinque sconfitte di fila furono la goccia che fece traboccare il vaso e posero fine all’esperienza di Ranieri sulla panchina del Leicester nel febbraio 2017, sebbene la squadra fosse lontana dalla zona retrocessione. Il Leicester riuscì a non retrocedere sotto la guida di Craig Shakespeare, ma la squadra non è mai riuscita a ripetere l’impresa dopo l’addio di Ranieri.

2. Carlo Ancelotti (Chelsea e Real Madrid)

Ancelotti è senza alcun dubbio uno dei migliori allenatori ad aver illuminato il mondo del calcio moderno, sebbene almeno due ex-datori di lavoro non abbiano apprezzato le doti dell’emiliano. Nel 2009, Carletto approdò a Londra sponda Chelsea per sostituire Avram Grant, esonerato senza possibilità d’appello dopo la sconfitta contro il Manchester United nella finale di Champions League.

Ancelotti fece subito il botto, puntando tutto sull’esperienza della squadra: il Chelsea iniziò a dominare le partite grazie alla presenza efficace nella trequarti avversaria di Didier Drogba, Frank Lampard e Florent Malouda. Con 103 goal in 38 partite, i Blues riuscirono ad avere la meglio su un ugualmente talentuoso Manchester United, vincendo il titolo nazionale con un punto di vantaggio, sigillando l’ultima giornata di campionato con un definitivo 8 a 0 contro il Wigan Athletic. Ancelotti fece poi doppietta sconfiggendo il Portsmouth nella finale di FA Cup grazie al goal di Drogba, mettendo la ciliegina sulla torta ad una fantastica prima stagione.

L’anno successivo, dopo un inizio campionato dei migliori, il Chelsea soffrì un calo di concentrazione e forma a metà stagione che fece la fortuna del Manchester United: i Red Devils conquistarono il titolo nazionale appena davanti agli uomini di Ancelotti, peraltro eliminati dalla Champions ai quarti di finale. Queste due onte all’onore dei Blues furono sufficienti a decretare la fine dell'avventura inglese di Ancelotti dopo soli due anni a Stamford Bridge.

Nel 2013 venne il momento per Ancelotti di emigrare in Spagna, più precisamente verso la Madrid dei blancos, rea di aver terminato seconda in campionato dietro il Barcellona e di essersi fatta eliminare in Europa dal Borussia Dortmund in semifinale. Sebbene Ancelotti riuscì a fare ben poco in patria, portò il Real Madrid alla finale di Champions, vinta contro l’Atletico Madrid dopo 12 anni di digiuno. Il goal di pareggio di Sergio Ramos nei minuti di recupero tenne a galla i blancos, prima che le reti di Gareth Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo archiviassero la pratica nei supplementari.

L’anno successivo vide il Real Madrid lottare con le unghie e con i denti per vincere il titolo nazionale, ma il risultato nello scontro diretto al Camp Nou si rivelò fatidico nel decidere le sorti della stagione, che vide la squadra di Carletto terminare seconda, beffata per soli due punti. Dopo l’esonero di Ancelotti, nonostante la vittoria del Mondiale per Club, la Super Coppa UEFA e l'arrivo fino alla semifinale della Champions, il successore Rafa Benitez faticò e venne prontamente sostituito da Zinedine Zidane, per una cavalcata europea gloriosa e vittoriosa.

3. Sam Allardyce (Blackburn Rovers)

Finora abbiamo visto due casi di allenatori brutalmente esonerati dalle proprie squadre senza però conseguenze a lungo termine troppo serie. Nel caso di Allardyce e dei Blackburn Rovers, invece, l’esonero ha fatto colare a picco la squadra del Lancashire inglese, fino al baratro della terza categoria. Giunto a Ewood Park nel 2008, con i Rovers invischiati fino al collo in zona retrocessione dopo la disastrosa gestione di Paul Ince, Allardyce ha salvato la squadra e l’ha portata alla salvezza di metà classifica nella seconda stagione, come avrebbe poi ripetuto con altre squadre di prima categoria, nonostante l’esiguo budget a disposizione.

Il fiuto per gli affari di Allardyce portò inoltre nel 2009  il futuro campione del Mondo NZonzi in quel del Lancashire per sole 500.000 £ (556.260 € odierni), assieme ad altri esperti veterani. I Rovers furono acquistati nell'estate del 2010 da Venky’s, un'azienda di pollame, e sempre sotto la guida di Allardyce erano stabilmente in 13° posizione dopo una scia positiva di risultati durante il mese di novembre. Ciononostante, dopo la sconfitta in trasferta contro i Bolton Wanderers, l’impietosa e inaspettata falce dell’esonero venne calata su Allardyce, sostituito poi in fretta e furia da Steve Kean. Sebbene la stagione terminò con la salvezza, l’anno successivo i Rovers di Kean non riuscirono a scampare alla retrocessione e non vedono le bianche spiagge della Premier League da allora.

4. Roberto Mancini (Inter)

Roberto Mancini divenne l’allenatore dell’Inter nel 2004, carica che gli venne conferita assieme all’arduo compito di tingere lo Scudetto di nero e azzurro: la squadra milanese non vinceva infatti il titolo da 15 anni e il dominio dei cugini rossoneri e della Vecchia Signora non faceva che complicare la situazione. Durante il primo anno sulla panchina dell’Inter Mancini conquistò un terzo posto in classifica, migliorando le prestazioni degli anni precedenti, e vinse la Coppa Italia per la prima volta dopo il 1982. Il coinvolgimento della Juventus nello scandalo di Calciopoli fece sì che lo scudetto 2005/2006 venne assegnato all’Inter, che aveva concluso l’annata dietro a Juve e Milan.

L’anno successivo l’Inter di Mancini non fece prigionieri e fece record di punti accumulati durante una sola stagione, nonostante il sogno del titolo di Champions League si infranse sulla differenza reti in trasferta contro il Valencia. Sebbene Mancini giudò l’Inter al terzo titolo consecutivo della Serie A, realizzando così la miglior serie di sempre della squadra, l’incubo Champions proseguì con la sconfitta contro il Liverpool negli ottavi di finale. Il presidente Massimo Moratti esonerò Mancini dopo che la squadra fu ad un passo dal farsi soffiare lo scudetto e la Champions rimase nuovamente un tabù.

 
January 28, 2019
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Casa dolce casa: cinque campioni del mondo imbattibili tra i confini nazionali

Il mondo degli sport da combattimento è spesso considerato come quello più avanzato nel panorama delle competizioni sportive. Al suono della campana, sul ring si è uno contro uno senza l’aiuto di fattori esterni, tranne, appunto, quello di giocare in casa. Alcuni dei migliori lottatori al mondo hanno imparato a sfruttare al massimo questo vantaggio, in modo da affrontare gli avversari davanti ad un pubblico favorevole, dove molto spesso regalano le proprie prestazioni migliori. Ecco cinque pugili di boxe e di arti marziali miste la cui abilità di esaltarsi davanti ad un pubblico di casa ha reso la vita difficile ai propri avversari fin dall’inizio degli incontri.

1. Joe Calzaghe: il campione sottovalutato

Joe Calzaghe, vero fenomeno gallese, non ha ancora ricevuto tutto il merito che gli spetta, probabilmente per via di dove ha combattuto. Calzaghe ha infatti un record di 46 incontri, ma solo quattro degli scontri sono avvenuti al di fuori dei confini britannici, di cui due negli Stati Uniti, dove ha concluso la carriera da pro contro Bernard Hopkins e Roy Jones Jr.

Durante la carriera, Calzaghe ha affrontato e sconfitto i migliori del mondo: ha deposto il britannico Chris Eubank durante un incontro al cardiopalma in quel di Sheffield, vincendo così il titolo WBO mondiale dei pesi supermedi, difendendolo poi per ben 21 volte.

Il gallese ha poi demolito Jeff “Gancio Sinistro” Lacy in uno dei migliori incontri mai mostrati da un pugile britannico durante la lotta per un titolo mondiale, con cui ha dimostrato di essere due spanne superiori al gigante statunitense, allora considerato il migliore nella categoria. Le imprese di Calzaghe non si fermano qui: la vittima successiva è stata la stoica superstar danese Mikkel Kessler, a cui sono seguiti i due incontri oltreoceano vinti contro Bernard Hopkins e Roy Jones Jr ai punti, con cui ha terminato la propria carriera. 

Se il gallese avesse combattuto negli Stati Uniti in una fase diversa della propria carriera, la sua fama sarebbe certamente stata maggiore. Calzaghe è rientrato dal viaggio negli Stati Uniti come una perla rara: campione imbattuto con un impressionante record di 46 vittorie e zero sconfitte, senza contare i 32 KO. Sebbene sia sempre stato famoso in Galles e nel resto delle isole britanniche, Calzaghe avrebbe meritato molto più riconoscimento anche negli U.S.A.

2. Sven Ottke: minimo sforzo, massimo risultato

Menzionate Sven Ottke a chi segue la boxe e riceverete due risposte: un’espressione confusa o vi verrà descritto come un pallone gonfiato che non si è mai davvero messo in gioco. Ottke ha combattuto fuori dalla Germania per un totale di appena un incontro sui 34 della sua carriera, che ha terminato imbattuto. Il tedesco conquistato il titolo mondiale IBF di campione dei pesi supermedi al 13° incontro e dopo essere entrato in possesso dell’oro mondiale, la sua missione è diventata quella di non farselo più scappare. Il suo approccio è stato quindi molto prudente, senza alcun incontro contro i lottatori della categoria considerati come pericolosi, a favore invece di scontri contro pugili di media classifica e con meno probabilità di KO. Ottke si è assicurato anche di avere sempre il vantaggio di lottare in casa, rifiutandosi categoricamente di difendere il titolo se non nella natia Germania: il pugile ha difeso il titolo IBF 21 volte di fila, con 16 vittorie ai punti ma non certo senza controversie. In molti hanno sottolineato come Ottke cercasse di avere ogni vantaggio dalla sua parte: quasi tutti gli incontri si svolgevano in Germania, con arbitri tedeschi e giudici tedeschi. Di certo è stata una tecnica di successo, visto il record di 34 vittorie e zero sconfitte, ma per chi si ricorda di lui rimarrà sempre in punto di domanda di fianco al nome del pugile e campione del mondo “Fantasma”.

3. Anthony Joshua: il riempi-stadi

Dalla vittoria dell’oro olimpico dopo la finale in casa ai giochi di Londra 2012, Anthony Joshua è diventato un eroe nazionale. Cioè si traduce anche nei tutto esaurito ad ogni incontro del pugile e nel fatto che Joshua non abbia alcun motivo per lasciare il Regno Unito e volare oltreoceano.

La fama che lo circonda è tale da non solo aver generato profitti da capogiro grazie ad accordi per i diritti pay-per-view dei suoi incontri nel Regno Unito, ma anche negli Stati Uniti. Sono ormai lontani gli anni del suo predecessore, Wladimir Klitschko, che durante il proprio regno di campione del mondo è vissuto e ha combattuto in Germania. Lo stile noioso di Klitschko non attirava l’interesse degli spettatori statunitensi, mentre la predisposizione di Joshua ai KO e ad entusiasmanti incontri ricchi d’azione lo rende la star perfetta per il pubblico a stelle e strisce.

Joshua al momento è il detentore del titolo mondiale dei pesi massimi, è imbattuto, riempie stadi e palazzetti, tutti lo cercano e i diritti dei suoi incontri vanno a ruba su entrambe le sponde dell’Atlantico: e perché mai dovrebbe andare in America a combattere?

4. Floyd Mayweather Jr: padrone del proprio destino

Che lo preferiate in versione “ragazzo per bene” o “sprezzante e venale”, Floyd Mayweather si è costruito una carriera leggendaria, con l’impressionante record di 50 a zero contro i migliori del mondo. Se alcuni campioni sono stati accusati di evitare di proposito avversarsi degni, Mayweather ha perfezionato l’arte di creare grandi aspettative per incontri di cui poi accettava la sfida e ne usciva vittorioso.

Pochi altri pugili sono stati in grado di controllare le proprie carriere tanto quanto Mayweather, che ha sempre combattuto negli Stati Uniti. Il 35° incontro della sua carriera, contro Sharmba Mitchell nel novembre 2005 a Portalnd, Oregon, è stato l’ultimo che il pugile ha disputato lontano dalla città natia, niente meno che Las Vegas, Nevada. Nei 15 scontri successivi, Mayweather ha affrontato il meglio che il panorama della box avesse da offrire: Miguel Cotto, Canelo Alvarez, Marcos Maidana e Manny Pacquiao. Durante l’ultima uscita, il pugile ha portato a casa l’assegno più grande della carriera, nell’incontro con l’ex campione del mondo UFC in due diverse categorie di peso, Conor McGregor.

La serie di incontri casalinghi di Mayweather è però destinata a terminare: il campione ha infatti accettato di partecipare ad un’esibizione in tre round contro il campione del mondo di kickboxing Tenshin Nasukawa durante lo spettacolo di San Silvestro 2018 di Rizin, per promuovere le arti marziali.

5. Aung La N Sang: il re del Myanmar

Il “pitone birmano”, al secolo Aung La N Sang, potrebbe non essere famoso in Europa o negli Stati uniti, ma il pugile originario del Myanmar è una star indiscussa dell’organizzazione di arti marziali più importante dell’Asia: la ONE Championship.

La star dell’MMA vive ora negli Stati Uniti e non ha un record di vittorie immacolato, ma da quando ha scalato la classifica della ONE Championship ha avuto la possibilità di combattere nel proprio Paese natale e, con il supporto di uno dei pubblici più infervorati del mondo dello sport, Aung è diventato praticamente invincibile. N Sang ha combattuto sei volte nel Thuwunna Indoor Stadium, cinque di cui negli ultimi incontri disputati finora, e ha dato spettacolo ogni volta, portandosi a casa il titolo ONE per i pesi supermedi e mediomassimi.

Le sue uscite sul ring sono tra le più elettrizzanti del circuito e i suoi tifosi sono tra i più sfegatati: insomma, uno spettacolo da non farsi scappare. Detto semplicemente, è impossibile stanare il “pitone birmano” quando gioca in casa e il lottatore è tra i protagonisti principali del panorama. Ci sarà bisogno di un atleta, e di una prestazione, davvero fuori dal comune per sconfiggerlo nella propria roccaforte.

January 28, 2019
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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Lazio-Juventus: Inzaghi sfida Allegri con la difesa da inventare

UTTE LE QUOTE DI LAZIO-JUVENTUS PER SCOMMETTERE CON 888SPORT.IT

Il turno domenicale si chiude alle 20.30 con la sfida dello Stadio Olimpico che vede di fronte la Lazio di Simone Inzaghi e la Juventus, sempre più capolista solitaria, di Massimiliano Allegri.

Dopo le due vittorie consecutive ottenute contro il Cagliari in casa e nella trasferta di Bologna, i biancocelesti hanno subito una flessione, ottenendo un solo punto nelle successive sfide contro Torino e Napoli; la sconfitta del San Paolo, in particolare, ha messo in evidenza quanto ancora il tecnico della Lazio debba lavorare se vuole continuare a coltivare il sogno Champions League.

Nel video, le immagini dell'ultima vittoria della Lazio in campionato sui bianconeri all'Olimpico!

Problemi di formazione per i padroni di casa, visto che Inzaghi non avrà a disposizione ben tre difensori per una delle sfide più importanti dell’intera stagione: gli squalificati Acerbi e Marusic vanno, infatti, ad aggiungersi all’infortunato Luiz Felipe. Spazio, quindi, a Wallace e Radu nel pacchetto arretrato, con Bastos e Lulic a presidiare le fasce. In settimana è stato più volte provato Correa tra i titolari sulla trequarti accanto a Luis Alberto per supportare Ciro Immobile.

Nella Juventus, problemi fisici per Miralem Pjanic, oltre a un nuovo stop per Khedira che lamenta un fastidio al ginocchio. Cancelo ha ripreso ad allenarsi con il gruppo, ma non dovrebbe partire dall'inizio. Szczesny riprenderà il posto tra i pali, così come Leonardo Bonucci in difesa. Douglas Costa potrebbe completare il reparto offensivo con Dybala e Ronaldo. Fuori dai giochi il croato Mandzukic.

Probabili formazioni 


Lazio (3-4-1-2): Strakosha; Bastos, Wallace, Radu; Parolo, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Lulic; Luis Alberto; Correa, Immobile. Allenatore: Simone Inzaghi.
Juventus (4-3-3): Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Emre Can, Matuidi; Douglas Costa, Dybala, Ronaldo. Allenatore: Massimiliano Allegri.
 

Juventus favorita nella sfida dell’Olimpico, come evidente dalla quota @1.90 della vittoria in trasferta. Il pareggio è in lavagna @3.45, mentre il successo della Lazio si può giocare @4.40. Per i bookmakers di 888sport.it, l’Under 2.5 @1.74 è da preferirsi al relativo Over @2.10. Quasi equivalenti le quote del Gol e del No Gol, rispettivamente @1.89 e @1.87.

Per i nuovi utenti registrati, le quote di cui sopra diventano... Super Quote! Clamorosa offerta di 888sport: con un massimo di giocata di 5 euro, la Lazio si gioca @34 e la Juve @9!!!

Per quanto riguarda le opzioni di scommessa Doppia Chance, può valere la pena prendere in considerazione l’opzione 1X, con la Lazio che riesca a uscire indenne dalla sfida contro la capolista, @1.95; quote troppo basse per le altre due scommesse possibili 12 e X2, che si possono giocare rispettivamente @1.33 e @1.22: da provare, eventualmente, in multipla.

 

January 26, 2019
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Serie A: esordio per Piatek nel Milan contro il Napoli, l’Atalanta contro la Roma per la Champions

TUTTE LE QUOTE DELLA SERIE A PER SCOMMETTERE CON 888SPORT.IT

AC Milan-Napoli (sabato ore 20.30)

Dopo le vicende di mercato che hanno tenuto banco nell’ultima settimana, il Milan del nuovo arrivato Piatek, salutato Higuain, si appresta a ospitare il Napoli di quell’Ancelotti che in maglia rossonera è stato perno fondamentale del centrocampo di una delle formazioni più vincenti della storia del calcio.

Anche tra i partenopei si parla di arrivi e partenze, con Fornals prelevato dal Villareal e il PSG che corteggia Allan, pronto a offrire una cifra vicina ai 100 milioni di euro per aggiudicarsi il fortissimo centrocampista brasiliano.
Per la sfida di sabato sera a San Siro, Calabria torna abile e arruolato per Gattuso, con Kessiè e Romagnoli che verranno riproposti in campo dal primo minuto. In attacco, il polacco Piatek reclama subito una maglia, e potrebbe scalzare Cutrone per completare il tridente con Suso e Calhanoglu. Zapata out, si aggiunge ai lungodegenti Biglia, Bonaventura e Caldara.

Buone notizie per Ancelotti che recupera Hamsik: al suo fianco uno tra Allan o Zielinski, a seconda di quanto le voci di mercato condizioneranno le scelte del tecnico. Koulibaly sarà il perno del reparto arretrato, dubbio in attacco tra Mertens e Milik per affiancare l’inamovibile Lorenzo Insigne.    


Scommessa consigliata: AC Milan-Napoli 2 @2.05

Atalanta-Roma (domenica ore 15.00)

L’Atalanta di Gasperini ha il miglior attacco della Serie A, con 44 reti messe a segno in 20 giornate di campionato, tre in più della Juventus; proprio contro i bianconeri, gli orobici hanno pareggiato 2-2 in casa, prima di inanellare due pirotecniche vittorie in trasferta per 6-2 contro il Sassuolo e per 5-0 con il Frosinone. Sugli scudi l’attaccante colombiano Duvan Zapata, capocannoniere del campionato insieme a Cristiano Ronaldo e Quagliarella con 14 reti all’attivo. I nerazzurri affrontano domenica pomeriggio la Roma di Eusebio Di Francesco in uno scontro che, in caso di vittoria, consentirebbe loro di scavalcare proprio i giallorossi e di inserirsi a pieno titolo nella corsa a un posto in Champions League.

Nella retroguardia atalantina, Palomino punta a prendere il posto Djimsiti, con la rivelazione Mancini (finito proprio sul taccuino del direttore sportivo Monchi come possibile rinforzo per la Roma) confermato dall'inizio. Ennesima sfida tra Castagne e Gosens sulla sinistra, con il primo favorito, mentre Pasalic prenderà farà le veci dell'infortunato Freuler in mediana. Ilicic e Gomez avranno il compito di sostenere e innescare Zapata in zona gol.

Nel video, le giocate dell'asso colombiano in maglia blucerchiata!
 

Florenzi torna disponibile nella Roma, dopo l’influenza, mentre il turco Under è ancora fuori causa per un infortunio muscolare alla coscia. Nzonzi pronto a tornare in campo dal primo minuto, mentre in panchina si rivedrà De Rossi, riaggregato al gruppo da mercoledì. Nel solito ballottaggio tra gli esterni d’attacco, El Shaarawy e Kluivert sembrano i favoriti per sostenere Dzeko.


Scommessa consigliata: Atalanta-Roma Gol @1.45

Bologna-Frosinone (domenica ore 15.00)

Mission impossible è sempre più il titolo del film del campionato del Frosinone: la salvezza sembra sempre più una chimera per i ciociari di Marco Baroni, reduci da un pesantissimo 0-5 casalingo contro l’Atalanta e al penultimo posto in classifica (ultimo virtuale sul campo, al netto della penalizzazione del Chievo Verona) con 10 punti nelle prime 20 giornate.

Il Bologna è molto attivo sul mercato per cercare di mettere a disposizione di Pippo Inzaghi una formazione che possa al più presto possibile strappare il biglietto per la permanenza nel massimo campionato, visto che anche il ruolino di marcia dei felsinei non è dei più incoraggianti, con 14 punti all’attivo.
Inzaghi è tentato di confermare il modulo con le tre punte, nel quale Santander sarebbe sostenuto da Palacio e dal nuovo arrivato Sansone. In difesa, Dijks è favorito su Mattiello per presidiare la fascia sinistra. Pulgar sarà il regista di centrocampo, con Soriano e Poli a completare il reparto.

Nel Frosinone, Capuano e Ciano tornano disponibili dopo aver scontato le rispettive squalifiche: il primo completerà il pacchetto difensivo con Goldaniga e Salamon, mentre il secondo farà coppia in attacco con il costaricense Campbell, ancora a secco in Serie A. Il nuovo acquisto Viviani potrebbe essere preferito a Valzania in mediana.


Scommessa consigliata: Bologna-Frosinone 1 @1.67

Torino-Inter (domenica ore 18.00)
La banda Spalletti prosegue il suo inseguimento al secondo posto in classifica, attualmente appannaggio del Napoli e va a Torino ad affrontare i granata di Mazzarri, sempre più vittime dei propri rimpianti per un campionato che, quest’anno più che mai, si sarebbe potuto trasformare in un facile ritorno in Europa, se solo Belotti e gli altri non avessero buttato al vento tante, troppe occasioni. 

Tra le fila dei granata, torna a disposizione Izzo per la linea difensiva, mentre Meitè, una delle maggiori rivelazioni di questo campionato, dovrà scontare un altro turno di squalifica. Ansaldi, dopo l'ottima prova di Roma, potrebbe essere confermato a centrocampo, in una posizione per lui insolita, al fianco di Rincon; filtra ottimismo in merito al recupero di Baselli. Aina e De Silvestri avranno il compito di presidiare le fasce laterali, mentre Belotti (che giocherà con un tutore alla mano a causa di un colpo subito in allenamento) farà coppia con Iago Falque in attacco.

In casa Inter, ballottaggio sulla trequarti tra Joao Mario e Nainggolan, con il portoghese che appare leggermente favorito sul belga; D'Ambrosio confermato sulla destra in difesa, vista la persistente indisponibilità di Vrsaljko. Saranno da valutare le condizioni di Keita, ma a Torino dovrebbero essere ancora Politano e Perisic a essere schierati sulle fasce in attacco a sostegno di Icardi.
Scommessa consigliata: Torino-Inter Under 2.5 @1.80
 

January 25, 2019
Emanuele Giulianelli
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Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.


I suoi articoli di calcio internazionale e geopolitica sono stati pubblicati, tra gli altri, su FIFA Weekly, il magazine ufficiale della federazione internazionale, su The Guardian, The Independent e su Eurasianet. Ha lavorato come corrispondente sportivo dall’Italia per Reuters.


Ha pubblicato tre libri, l'ultimo dei quali, "Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa" edito da Ultra Sport, è uscito nel 2018.
 

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Tante sorprese tra gli sportivi italiani più pagati: domina Gallinari

Una delle principali curiosità tra gli appassionati di sport di tutto il mondo è senza ombra di dubbio conoscere l'entità degli stipendi percepiti dai fuoriclasse di ogni disciplina.

Nella visione sportiva italiana si pensa ancora che la vita del calciatore sia quella più ricca e sfarzosa, ma in realtà ci sono molti atleti che riescono a guadagnare tanto quanto i calciatori, se non ancora di più.

Tanto che lo sportivo italiano con lo stipendio più ricco al mondo è un cestista: ecco il podio degli ultimi anni, da riscrivere dopo l'addio alle corse di Vale nel 2022:

Danilo Gallinari

Graziano Pellé

Valentino Rossi

All’interno di questa speciale classifica non vengono considerati gli sportivi che non hanno uno stipendio fisso, ma i cui guadagni sono legati alle prestazioni sul campo (vedere ad esempio Francesco Molinari, tra i migliori golfisti al mondo e il tennista Fabio Fognini)..

Danilo Gallinari

Tornando all’ex ala dei Los Angeles Clippers, il Gallo domina questa speciale classifica grazie al contratto firmato nell’estate del 2017 con i californiani ed ai successivi accordi con gli Oklahoma City Thunder ed Atlanta.

Gallinari in maglia Azzurra!

Dopo ottime stagioni giocate a Denver con la maglia dei Nuggets, Danilo Gallinari decide di “testare” il mercato dei free agent ed ottiene un contratto da 65 milioni di dollari per tre anni proprio dai Clippers.

La prima stagione con Los Angeles è stata contraddistinta da molti infortuni, mentre il 2018/19 è iniziato al meglio con Gallinari che gioca a tratti la miglior pallacanestro della carriera. La scelta dei Clippers, per molti, era stata etichettata come legata esclusivamente al denaro, ma la stagione disputata dal Gallo dimostra come l’ex Nuggets e Knicks abbia preso la decisione giusta firmando per Los Angeles. 

Graziano Pellé

Alle spalle dell’ala degli Hawks il primo calciatore era Graziano Pellé, secondo italiano più pagato con i suoi 14.5 milioni a stagione. L’ex centravanti del Southampton ha saputo cavalcare al meglio l’onda dell’Europeo del 2016 sotto la gestione Conte, accettando la mega-offerta proveniente dalla Cina. 

Pellè in maglia azzurra!

Lo Shandong Luneng ha proposto al salentino un contratto da quasi quindici milioni netti, mettendo di fatto Pellé davanti a una decisione molto semplice. L’ex Saints infatti ha dichiarato più volte di non essersi mai pentito della scelta cinese, la migliore per la sua vita che gli ha permesso anche di investire molto nella zona del salentino, suo territorio di origine.

Nel video, 10 tra i gol più belli del centravanti italiano nelle due stagioni con il Feyenoord.

Il calcio tornerà prepotentemente sotto i tre gradini del podio, ma al terzo posto c’è uno dei fuoriclasse italiano maggiormente riconosciuto a livello mondiale.

Valentino Rossi

Con sette milioni e mezzo di euro guadagnati all’anno al terzo posto infatti c’è Valentino Rossi, anche se per il fuoriclasse delle due ruote c’è da analizzare anche l’enorme fatturato derivante dal suo merchandising.

Vale in moto!

È proprio quest’ultimo che permette al pilota della Yamaha di accettare un contratto inferiore rispetto a quanto guadagnava in precedenza, anche perché la casa motoristica giapponese aveva fatto capire a Rossi di non voler più riconoscere contratti enormi al fuoriclasse di Tavullia.

All’interno della nostra speciale classifica solamente un altro atleta è esterno al calcio, ed è l'ex guardia dei San Antonio Spurs, Marco Belinelli.

L’azzurro, arrivato in NBA nell’estate del 2007 quando fu scelto con la diciottesima scelta assoluta dai Golden State Warriors, è reduce da una stagione di ottima fattura giocata con la maglia dei Philadelphia 76ers. Nella estate 2018 Belinelli ha ricevuto tante offerte, ma ha deciso di tornare in quella che è già stata la sua casa.

Il ritorno a San Antonio, lì dove ha vinto l’anello nelle Finals del 2014 contro i Miami Heat di LeBron James, ha sorpreso tutti ma Belinelli ha deciso di accettare il contratto biennale da 12 milioni di euro offerto da Gregg Popovich che lo porta a occupare la quinta posizione tra gli sportivi italiani più pagati.

Davanti a lui un altro protagonista del mondo nordamericano, appena un gradino sotto il podio, ovvero la formica atomica Sebastian Giovinco che da ormai 4 anni è la stella indiscussa del Toronto FC, che ha anche portato al titolo della MLS nel 2017. L’ex Juve e Parma guadagna 6.5 milioni di euro a stagione in Canada, ma non è da escludere un suo ritorno in Europa prima della chiusura della carriera. Il successo di Toronto nella Eastern Conference è @5.5 sulla lavagna di 888sport

Nella classifica altri quattro calciatori, tra cui sono Gigio Donnarumma con 6 milioni all’anno e Marco Verratti con 5.6 milioni a stagione, compagni a Parigi. Meno recente invece la firma di Leonardo Bonucci, tornato alla Juve dopo un anno in rossonero per cinque milioni all’anno.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione, 24 gennaio 2019.

October 19, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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L’impatto delle leghe “congelate” sulle scommesse sportive

In Italia, il sistema che prevede le diverse categorie all’interno della stessa federazione è utilizzato praticamente dall’alba dei tempi: questo prevede la promozione dalle serie minori e sembra premiare la meritocrazia, dando l’opportunità anche ai club di dimensioni più modeste di scalare la vetta fino a raggiungere la Serie A, come dimostra l’esempio lampante del Sassuolo degli ultimi 15 anni.

Lo stesso procedimento vale per il meccanismo di retrocessione: molte delle squadre principali del panorama italiano, come Parma, Milan, Lazio, sono scivolate e cadute nella serie cadetta nonostante i numerosi successi internazionali di cui si sono fregiate.

Ciononostante, alcune massime leghe di calcio di tutto il mondo si basano su un sistema diverso, ovvero uno che potremmo definire “congelato”: in pratica, questo prevede l’assenza dei meccanismi di promozione e retrocessione e le squadre sono invitate a prendere parte al campionato in base ad altri fattori.

Bisogna iniziare con il dire che giocare in un campionato come la A-League australiana e la MLS statunitense, dal punto di vista pratico e logistico, non è una passeggiata. Le franchigie devono avere a disposizione uno stadio adatto, i fondi per pagare lo staff e i giocatori, avendo anche una piattaforma di sviluppo futuro: se la squadra non apporta miglioramenti significativi per la lega, questa può rifiutarne la partecipazione.

Ci sono alcuni casi in cui questo sistema funziona molto bene, soprattutto in Paesi in cui il calcio non ricopre un ruolo estremamente prominente.

I tifosi di calcio statunitensi e australiani sembrano apprezzare i propri campionati così come sono e si sa, campionato che vince... non si cambia!!! 

Gli adepti della MLS hanno potuto godersi una pioggia di goal fin dall’inizio della stagione in corso, con una media di 3,22 reti a partita, ovvero il record più alto fatto registrare dalla fondazione della lega d’oltreoceano. La A-League non è da meno e continua a regalare spettacolo nella tre quarti avanzata, data la scarsa competenza difensiva e una filosofia d’attacco in netto miglioramento.

Qual è l’impatto sulla qualità di gioco?

Nelle due leghe è il gioco improntato sull’attacco ad essere prevalente, soprattutto nella MLS, dove l’enfasi è da sempre posta sull’intrattenimento: le partite devono essere divertenti ad interessanti da guardare per i tifosi statunitensi, che devono continuare ad aumentare di numero.

La “regola del giocatore designato”, altrimenti conosciuta dai più come la regola Beckham dopo l’arrivo del campione inglese al LA Galaxy, viene in aiuto alle franchigie di MLS, in quanto consente di offrire contratti a volte stellari a nomi importanti senza sforare il tetto massimo per gli ingaggi previsto per il resto della rosa. Finché il sistema rimarrà questo, la MLS continuerà a crescere e non manca così tanto affinché il calcio diventi uno degli sport di rilievo negli U.S.A, ovviamente dietro agli intoccabili sport nazionali.

Allo stesso tempo, anche la A-League sta crescendo: se è vero che la lega australiana non è riuscita ad attirare giocatori di calibro internazionale, troviamo comunque un gruppetto non esiguo di ex-calciatori di Premier League che ora militano sotto il sole dell’Australia.

Adam Le Fondre, ora in forza al Sydney FC, è il detentore del record per il maggior numero di goal segnati durante un’unica stagione in Premier League partendo come sostituto. Il giocatore ha per il momento segnato sei goal nella A-League australiana e gli appassionati di scommesse possono puntare sulla seconda vittoria in tre anni del Sydney FC a quota 4.

Il meccanismo dei playoff funziona bene in entrambi i campionati

Data l'assenza della promozione o della retrocessione, sono i playoff a ricoprire particolare importanza per le squadre di questi campionati: la MLS ha adottato questo sistema fin dall’inizio e ciò ha contribuito al successo del campionato in tutto il mondo. Alcune squadre subiscono una vera e propria trasfigurazione terminata la fase regolare del campionato, mischiando così le carte in tavola per chi scommette sulle partite dei playoff.

Inoltre, le partite in casa danno un vantaggio enorme alle squadre durante questa fase del campionato, così come avviene per la maggior parte degli sport statunitensi, come ben dimostra il risultato della finale della MLS Cup, vinta in casa dagli Atlanta United contro i Portland Timbers.

In Australia, la via verso la finale è molto più semplice: le sei squadre migliori avanzano alla seconda fase della stagione e le due migliori franchigie accedono direttamente al secondo turno dei playoff, ovvero alle semifinali. Sebbene questo consenta alle squadre di non affaticarsi troppo, alcune preferiscono invece giocare per rimanere concentrate e in forma: trovare l’equilibrio giusto può essere difficile. Il Sydney è stata la squadra da battere durante la fase principale del campionato, ma ha deluso l’anno scorso facendosi eliminare nei playoff e regalando il titolo al Melbourne. 888Sport offre la vittoria dei campioni in carica a quota 4.5, con la speranza che ripetano nuovamente l’impresa.

Come si può scommettere su questi campionati

Chi decide di scommettere su questi due campionati deve innanzitutto avere ben chiare le differenze con la Serie A o gli altri campionati europei. Vista l’assenza del mercato per la retrocessione, gli scommettitori possono invece puntare sulla posizione finale di una squadra di MLS o A-League. I pronostici per l’MLS sono più complessi, principalmente perché la lega è divisa in due conference. All’inizio della stagione, molti bookmaker offrono le quote per il raggiungimento dei playoff, molto gettonate tra chi già è abituato a puntare sull’NFL e l’NHL, data la difficoltà di fare un pronostico per gli sport americani.

Lo stesso discorso vale per la A-League: il campionato australiano è in forte espansione e diventerà sempre più famoso con il passare dei mesi. Per assecondare questa crescita, 888Sport offre già ai suoi clienti tutte le quote e i mercati per la A-League: è possibile scommettere sulla squadra migliore di una città in particolare, sull’ultima classificata, sul risultato degli scontri diretti tra due rivali e così via. La selezione di mercati per questi due campionati si amplierà con il tempo, vista anche la sempre più grande copertura mediatica che gli viene dedicata di stagione in stagione.

Come scegliere il vincitore

Anche in questo caso, fare un pronostico sul vincitore risulta più difficile nell’MLS. In linea generale, la lega ha attivamente incoraggiato nuove squadre ad unirsi al campionato: il calcio sta muovendo i primi passi per diventare uno degli sport principali del panorama statunitense e l’arrivo sulla scena della nuova franchigia di Los Angeles, assieme all’organizzazione nascente di David Beckham, non farà altro che aumentare ancora di più l’interesse per questo sport. Scommettere quindi sul vincitore finale dell’MLS Cup è come trovare l’ago nel pagliaio visto che 15 delle 23 squadre che militano nel campionato hanno già partecipato alla finale per il titolo, segno dell’equilibrio che regna praticamente sovrano nella lega. La vittoria di Atlanta nella finale contro i Portland Timbers, per esempio, era data a quota 1,22 e la squadra è diventata la 13° vincitrice diversa del trofeo.

La A-League è leggermente meno imprevedibile e sono più o meno le stesse squadre ad arrivare ai playoff di anno in anno. Detto ciò, questo non significa che il campionato sia assolutamente scontato, anzi, le sorprese non mancano di certo. Sono state sei le squadre a poter alzare il trofeo finale, con il Melbourn Victory a comandare l’albo d’oro grazie alle quattro vittorie. La recente vittoria a sorpresa dell’Adelaide United nel 2016 dovrebbe però servire da monito: i tifosi possono aspettarsi di tutto e di più dal campionato australiano.

Uno sguardo verso il futuro: aria di cambiamenti?

Chi scommette sulla MLS o la A-League lo fa per l’entusiasmante gioco messo in campo dalle squadre, privo di tatticismi esasperati! Mischiare le carte in tavola ora potrebbe arrecare danno all’immagine dei campionati, oramai affermati come due dei più interessanti da seguire e in cui le scommesse sono soprattutto sul numero di goal segnati ad ogni partita.

La MLS sta diventando uno dei campionati più rilevanti a livello mondiale e la A-League può ricalcarne il percorso per aumentare la propria portata. Non ci stupiremmo troppo se tra qualche anno questi due campionati fossero al centro della scena del calcio mondiale grazie all’intrattenimento e lo spettacolo offerti.

January 21, 2019
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