Muscoli... e testa da Capitano!

Sono tanti i protagonisti dell’incredibile Napoli di Luciano Spalletti, che sta facendo innamorare sia l’Italia che l’Europa. Basterebbe pensare al bomber, Victor Osimhen, uno dei calciatori nigeriani più forti di sempre, la cui maschera protettiva è diventata un cult al punto che si vende come souvenir fuori dal Maradona.

O alla nuova stella, un giovanissimo georgiano dal nome impronunciabile che fa sognare un popolo, quel Khvicha Kvaratskhelia che ormai è già un mito sotto al Vesuvio.

E poi ancora un portiere affidabile come Meret, la coppia difensiva Kim-Rrahmani, le geometrie di Lobotka, i muscoli di Anguissa… Eppure c’è qualcuno che a volte viene colpevolmente dimenticato.

Ed è quasi lesa maestà, perchè di questa squadra incredibile Giovanni Di Lorenzo è il capitano.

La gavetta calcistica di Di Lorenzo

Gli investimenti del Napoli su Di Lorenzo

Di Lorenzo è il miglior terzino destro italiano

Solo Alexander-Arnold ha prestazioni migliori di Di Lorenzo

Di Lorenzo capitano scudettato

Il gesto di Bruscolotti per una fascia entrata nella leggenda

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La gavetta calcistica di Di Lorenzo

Di Lorenzo, nato a Castelnuovo di Garfagnana nell’agosto del 1993, è arrivato a Napoli nel 2019 dopo una lunga gavetta nei campi nelle serie inferiori.

Cresciuto nel vivaio della Lucchese si è poi trasferito alla Reggina, con cui ha giocato fino al 2015 (con un intermezzo in prestito a Cuneo) tra Serie B e Lega Pro.

Il trasferimento successivo è stato a Matera, dove è rimasto due anni prima di essere notato dall’Empoli. Con il club toscano è stato protagonista della promozione nella stagione 2017/18 e di un ottimo campionato di Serie A in quella successiva.

Gli investimenti del Napoli su Di Lorenzo

A quel punto si è fatto avanti il Napoli, che, con un'altra scommessa vincente in sede di mercato, ha deciso di versare 8 milioni all’Empoli per portarlo nel capoluogo campano. All’inizio della sua quarta stagione nel club, gli è stata assegnata la fascia da capitano, ulteriore segnale di stima da parte di compagni e dirigenza, dopo il rinnovo a lungo termine firmato nel 2021.

Grazie all’ultimo accordo, con scadenza giugno 2026, Di Lorenzo guadagna oltre 4,2 milioni di euro lordi, che al netto fanno 2,3 milioni di euro.

Di Lorenzo è il miglior terzino destro italiano

Il rendimento costante di Di Lorenzo lo ha reso il miglior terzino destro della Serie A e gli ha anche permesso prima di raggiungere la maglia della nazionale e poi di prendersi il posto anche negli schemi di Mancini.

La bandiera azzurra a Wembley!

Non per niente, il capitano del Napoli è anche uno dei campioni d’Europa 2021 e ha giocato da titolare la finalissima contro l’Inghilterra, per poi diventare costantemente la prima scelta del CT anche per le partite e i tornei successivi.

Solo Alexander-Arnold ha prestazioni migliori di Di Lorenzo

Dunque, Di Lorenzo è il miglior terzino destro italiano. Ma lo si può inserire tra i migliori in Europa e al mondo? Basandosi sul valore di mercato, la risposta è no. Il laterale del Napoli è attualmente valutato 25 milioni, la stessa cifra di parecchi suoi colleghi di ruolo.

Davanti nelle liste di Transfermarkt si ritrova però più di qualche altro terzino destro, come Reece James, Achraf Hakimi, Trent Alexander-Arnold, Joao Cancelo e Benjamin Pavard, tutti con quotazioni più alte della sua.

Di Lorenzo in un duello aereo contro il Liverpool!

Anche volendo considerare il fatto che giocare in club più prestigiosi del Napoli abbia un effetto, si può dire che al momento Di Lorenzo non sarà nella top 3 dei terzini mondiali, ma per rendimento e per importanza sia per il Napoli che per la nazionale italiana può tranquillamente candidarsi a far parte perlomeno dei primi 10.

Il che a molti può anche sembrare strano, perchè in fondo Di Lorenzo è un calciatore ampiamente sottovalutato. I motivi di questa situazione sono da ricercarsi in una serie di cause, alcune legate e altre a sé stanti. Intanto c’è l’interpretazione del ruolo. Di Lorenzo non è un terzino arrembante, o almeno non lo è ai livelli di colleghi come Alexander-Arnold e Cancelo, che sono delle vere e proprie ali aggiunte per le squadre che li mettono in campo.

Al contrario, il capitano del Napoli non si esibisce in numeri eccezionali palla al piede, ma è certamente più affidabile della stragrande maggioranza dei terzini in fase difensiva, pur non disdegnando di dare il suo contributo in quanto a gol e ad assist. Ma siccome si sa, i terzini più offensivi sono quelli che saltano all’occhio, il toscano viene relegato un po’ più indietro nella considerazione altrui.

E poi c’è la carriera di Di Lorenzo, spesa per la maggior parte del tempo in squadre e di categoria non di alto livello. Quella al Napoli è per lui la prima esperienza in una big, in uno di quei club favoriti per le quote Serie A, un fattore che spesso viene preso in considerazione quando si tratta di stabilire il valore di un calciatore.

Ora però che il Napoli si sta facendo valere con costanza sia in Italia che in Europa, è ingeneroso considerare il terzino come calciatore di un club non di primissima fascia. E la speranza è che, sia in patria che all’estero, il suo valore e la sua importanza siano finalmente riconosciuti a breve.

Di Lorenzo capitano scudettato

Ma questo ai tifosi del Napoli interessa relativamente. La vera speranza dei supporter partenopei è che Di Lorenzo si vada ad aggiungere a una lista tanto breve quanto importante: quella dei capitani scudettati del club.

Di Lorenzo esulta con Politano

Un gruppo che, considerando che il Napoli ha vinto il campionato soltanto in due occasioni, è parecchio ristretto. Anzi, ridotto a una sola persona, ovvero Diego Armando Maradona.

Il Pibe de Oro diventa capitano del Napoli nell’estate 1986, dopo aver conquistato la Coppa del Mondo con l’Argentina, e guida la squadra al double scudetto-Coppa Italia nella stagione 1986/87 e al secondo tricolore in quella 1989/90. 

Il gesto di Bruscolotti per una fascia entrata nella leggenda

Ma c’è un nome in questa storia che non può essere dimenticato, quello di Giuseppe Bruscolotti. Il difensore campano, soprannominato “Palo ‘e fierro” per la sua forza fisica, è capitano di lungo corso del Napoli, proprio fino al momento in cui decide volontariamente di cedere la fascia a Diego.

Lo fa chiedendo al Diez una promessa, quella di portare lo scudetto all’allora Stadio San Paolo. Detto fatto, con Maradona che non dimentica il gesto dell’amico e compagno di squadra, dichiarando al termine di quel campionato che anche se la fascia al braccio ce l’ha avuta lui, il vero capitano del Napoli restava sempre Bruscolotti.

Un qualcosa che non può che essere di buon auspicio per Di Lorenzo, considerando che Bruscolotti veniva schierato come laterale di destra della difesa partenopea.

E in fondo, la possibilità di succedere in qualcosa a Diego non è mica qualcosa che capita tutti i giorni…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

February 1, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Il calciomercato più povero di sempre

Il mercato di riparazione come sempre fa sognare e fa arrabbiare, ma è innegabile che la sessione 2023 sia decisamente di quelle non memorabili in quanto ad acquisti importanti. Anzi, se si esclude il Chelsea, che ha deciso di spendere più di Serie A, Liga, Ligue 1 e Bundesliga messe assieme, sono stati pochissimi i colpi che hanno solleticato l’interesse dei tifosi.

E, soprattutto, si tratta di una sessione di mercato molto povera. La maggior parte dei cambi di squadra sono avvenuti con formule che prevedono pagamenti in futuro (prestiti con diritto o obbligo di riscatto) o in seguito a rescissioni contrattuali (e questo non può che essere il caso di del recordman di gol Cristiano Ronaldo che si è accasato all’Al-Nassr.

Il mercato di riparazione 2023

Vlahovic è l'eccezione che conferma la regola

Nel 2020 la A spende 230 milioni a gennaio sul mercato

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Il mercato di riparazione 2023

Andando a vedere in particolare la Serie A, si nota come nella casella delle spese siano moltissime le società che in questo gennaio sono rimaste totalmente ferme, non facendo uscire neanche un euro per trasferimenti definitivi.

Basterebbe pensare che la squadra che ha speso di più per un singolo acquisto è la Fiorentina, che però ha riscattato per 8,5 milioni un calciatore, Barak, che era già in rosa. I toscani, con il milione e mezzo speso per Brekalo, sono anche il club che ha investito di più in nuovi acquisti. 

Segue lo Spezia, che tra l’arrivo di Przemyslaw Wisniewski dal Venezia (4 milioni), quello del centravanti lettone Raimonds Krollis dal Valmiera FC (1,5), il milione e mezzo speso per il prestito di Eldor Shomurodov dalla Roma e i 700mila euro versati al Mura per lo sloveno Tito Cipot, ha sborsato un totale di 7,7 milioni di euro. 

Ma c’è un’ottima ragione, perchè i bianconeri hanno fatto una delle migliori cessioni di questa sessione di mercato, con i 25 milioni incassati dall’Arsenal per il centrale polacco Jakub Kiwior. 

Anzi, la migliore, se si considera che quella di Traorè dal Sassuolo al Bournemouth per 30 milioni ci sarà soltanto a giugno, quando maturerà l’obbligo di riscatto. Il nuovo arrivo più costoso è invece il talento brasiliano Matheus Martins, che è arrivato dalla Fluminense all’Udinese, con un passaggio intermedio al Watford, per 6 milioni di euro.

I friulani hanno preso, stavolta a zero, anche il campione del mondo 2018 Thauvin, in campo in quella che sarà poi ricordata, come la prima delle due, anche per le scommesse, giostre del gol tra Francia ed Argentina! 

Thauvin

I totali, del resto, parlano abbastanza chiaro. Nella sessione invernale 2023 le squadre di Serie A hanno mosso appena una trentina di milioni di euro per acquisti. Il fatto che 35 milioni in più siano arrivati per le cessioni (un totale di 66) spiega come questo mercato sia stato fatto all’insegna del contenimento dei costi.

E se poi si considera che quasi la metà del bilancio delle cessioni, in attesa del riscatto di Traorè, arriva proprio da quella di Kiwior in Premier League, è ancora più evidente che i club della massima serie abbiano cercato principalmente di diminuire il loro monte ingaggi, accettando anche formule con pagamenti futuri, piuttosto che incassare dai cartellini dei propri calciatori.

Traorè dal Sassuolo alla Premier

Vlahovic è l'eccezione che conferma la regola

Una tendenza che si era già vista nella scorsa stagione, con qualche eccezione. Nel gennaio 2022 a mandare avanti il mercato è stato l’acquisto di Goran Vlahovic da parte della Juventus. Una trentina degli 80 milioni versati alla Fiorentina sono stati investiti dai Viola per portare a casa Ikone e Cabral, mentre squadre a rischio retrocessione come Genoa e Salernitana hanno cercato di correre ai ripari spendendo rispettivamente 20 e 11 milioni.

Per il resto, quasi solo prestiti e svincoli per abbassare sensibilmente il monte ingaggi, nonostante alla fine la bilancia parli di più soldi spesi per gli acquisti (185 milioni) che incassati per le cessioni (130). 

E anche andando a ritroso, al primo mercato invernale dopo le ben note problematiche mondiali, che hanno avuto un impatto anche economico sul calcio, si denota una situazione molto simile. L’acquisto top di gennaio 2021 è sempre della Juventus, quello di Nicolò Rovella dal Genoa, pagato 26 milioni, con il Grifone che però ne ha spesi 20 per prendere dalla Signora Portanova e Petrelli. 

Altri colpi pesanti il ritorno a Udine di Deulofeu per 17 milioni e l’arrivo all’Atalanta, sempre la squadra più interessante da periziare per le scommesse live, di Maehle per quasi 14 milioni. Poi, soliti acquisti…di emergenza delle pericolanti, ma per il resto pochi altri affari degni di nota.

E infatti in questo caso la bilancia dei trasferimenti parla di più soldi incassati per le cessioni, quasi 110 milioni, che spesi per nuovi acquisti (poco meno di 90 milioni).

Nel 2020 la A spende 230 milioni a gennaio sul mercato

Ed è decisamente un altro mondo rispetto agli anni ancora precedenti. Basti pensare che nella sessione invernale 2020, poco prima che si scatenasse il caos a livello globale, le squadre di Serie A hanno speso 232 milioni di euro per 87 acquisti, il che significa una media di 11,5 milioni per club e di 2,6 milioni per giocatore.

In quell’occasione solo il Napoli ha speso 65 milioni (portando a casa Lobotka, Petagna, Rrhamani e Demme, più il prestito di Politano), la Juventus ha versato 35 milioni all’Atalanta per Kulusevski e l’Inter 25 al Tottenham per Eriksen.

E, calcolo assai più importante, le uscite per gli acquisti sono state assai superiori alle entrate per le cessioni, ferme a circa 190 milioni di euro. Tanto per sottolineare che il contenimento dei costi non sembrava esattamente la priorità per i club di Serie A.

Lobotka

Per tornare a una sessione in cui la bilancia parla di maggiori cessioni bisogna arrivare al gennaio 2018, dove grazie a parecchie cessioni per Roma, Genoa, Juventus e Sampdoria e un basso numero di acquisti di peso il totale di quanto incassato supera i 100 milioni e le spese arrivano a malapena a 50.

E anche se negli anni ancora precedenti spesso la bilancia è più o meno in parità, quello che salta parecchio agli occhi è che in generale la sessione di gennaio 2023 rappresenta il livello più basso in assoluto sia per quanto speso dalle squadre di A che per quanto guadagnato. Il che vale a quello invernale del 2023 il non troppo apprezzabile titolo di mercato più povero per sempre, almeno per quanto riguarda la Serie A.

La sessione invernale di calciomercato all'estero

Non che altrove vada meglio. In Francia il rapporto è di quasi uno a due per quanto speso (quasi 127 milioni) e quanto incassato (200).

Anche la Liga spagnola ha optato per la…spending review, con poco più di 30 milioni spesi dai club iberici, a fronte di 45 milioni ricevuti per i calciatori ceduti. Situazione diversa in Bundesliga, dove c’è un sostanziale equilibrio, con 68 milioni spesi per gli acquisti. con l'opportunità Joao Cancelo presa al volo dal Bayern, contro i circa 66 ricavati dalle cessioni.

Joao Cancelo in allenamento con il Portogallo

E infine, ovviamente, c’è la Premier League che fa mondo a sé. I club di Sua Maestà hanno speso oltre 800 milioni per acquistare calciatori, mentre ne hanno ricevuti appena 100 per quelli che sono andati via. Un po’ quello che succedeva in Serie A negli anni Novanta…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

January 31, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.